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Recensione: "Per il mio bene" dell'autrice Ema Stokholma, edito
HarperCollins. A cura di Monica Burel.
Autore: Ema Stokholma
Genere: Autobiografico
Casa editrice: HarperCollins
Disponibile in ebook a € 3,99
TRAMA:
"Non sei mai al sicuro in nessun posto”, questo ha imparato Morwenn, una bambina di cinque anni. Perché Morwenn ha paura di un mostro, un mostro che non si nasconde sotto il letto o negli armadi, ma vive con lei, controlla la sua vita. Un mostro che lei chiama “mamma”. La persona che dovrebbe esserle più vicina, che dovrebbe offrirle amore e protezione e invece sa darle solo violenza e odio. La picchia, la insulta, le fa male sia nel corpo che nell’anima. A lei e a Gwendal, suo fratello, di pochi anni più grande. Morwenn prova a fuggire, ma la società non lascia che una bambina così piccola si allontani dalla madre, e tutti sembrano voltarsi dall’altra parte davanti alle scenate, ai “conti che si faranno a casa”, ai lividi. Così, aspettando e pregando per una liberazione, Morwenn imparerà a mettere su una corazza, a rispondere male ai professori, a trovare una nuova famiglia e un primo amore in un gruppo di amici, a usare la musica per isolarsi e proteggersi. Finché, compiuti quindici anni, riuscirà finalmente a scappare di casa e a intraprendere il percorso, fatto di tentativi ed errori, che la porterà a diventare Ema Stokholma, amatissima dj e conduttrice radiofonica.
Libro autobiografico. Libro difficile con tematiche difficili e pesanti.
Ema, che realmente si chiama Morwenn, ha un fratello più grande di lei, Gwendal. Entrambi vivono con la madre in Francia, mentre il padre, Antonio, vive in Italia. La madre li insulta, li picchia ad ogni occasione. Morwenn cercherà di scappare anche se è solo una bambina. Il fratello subirà senza fiatare. I tre cambieranno abitazione e si stabiliranno a Rennes. Da qui la Morwenn quattordicenne scapperà in modo definitivo da casa. Raggiungerà Roma dove abita Antonio e da lì percorreremo con lei la sua vita tra alti e bassi, tra chiari e scuri, tra droga, alcol, cambi di "fidanzati" continui. Ci sarà una riconciliazione con il fratello e inizierà un rapporto "sano" cosa che non hanno mai avuto fintanto che hanno abitato con la madre.
Dopo le prima pagine volevo abbandonare questo libro. Troppo "cattivo" anche perché fin troppo vero. La violenza che una madre perpetra ai danni dei propri figli fa di lei un mostro. E non mi si venga a parlare che se la madre stessa ha vissuto questo in passato è una "scusante"! Ci sono persone che non dovrebbero mai diventare genitori. Ma, ahimè, le leggi della natura non le faccio io.
La protagonista dopo aver toccato il fondo è stata veramente brava non solo a risalire, ma anche a riconoscere di avere bisogno di aiuto. Soprattutto perché purtroppo anche lei rischiava di cadere nel vortice della violenza.
In fin dei conti, seppur con fatica, ho fatto bene a finire il libro. In quanto a consigliarlo direi di ni…
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