martedì 3 giugno 2025

RECENSIONE "MEMORIE DI UN GIOVANE FANTASMA" di Stefania De Prai Sidoretti

 

Buongiorno follower!
Recensione "Memorie di un giovane fantasma" dell'autrice 
Stefania De Prai Sidoretti. A cura di Silvia Cossio.



Autore: Stefania De Prai Sidoretti

Genere: Paranormal storico

Disponibile in ebook a € 0,99 

E in formato cartaceo a € 10,99

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Che succede quando un signor Nessuno muore prima del tempo?

Ve lo racconterò io, orfano senza famiglia deceduto nel Cinquecento per uno scherzo della Nera Mietitrice.

Se vorrete seguire le mie disavventure, vi accompagnerò in un viaggio ultraterreno tra Uffici Reclami Celestiali, fantasmi famosi e personaggi famigerati.
Tutto sempre narrato con un certo spirito. Perché, se non ha spirito uno spettro, chi lo deve avere?

Attenti, però, quella che vi aspetta è una storia che parla di anime defunte, ma anche di amore. Un sentimento che, si sa, riesce a vincere perfino la morte e può donare seconde possibilità.

Siete pronti per ascoltare il modo in cui ho sfidato l'Oscura Signora e mi sono fatto beffe del destino?



Il 21 aprile 1513 ha fine la vita terrena del protagonista, il cui nome resta un mistero.
Nelle vesti di fantasma, sotto forma di diario, ci racconta la sua vita e la sua morte. 
Uno sfogo per le ingiustizie subite: sempre bistrattato, un poveraccio senza valore, figlio di nessuno. La sua rivincita verso quella categoria di nobili che in vita lo avevano disprezzato, ma che non sono diversi da lui dopo la morte, dura poco. La verità è che è un fantasma di indole buona.

Sono fantasmi il cui compito è proteggere e indirizzare sulla giusta via, vigilare particolarmente sui bambini, assistere le persone in pericolo e trarle a salvamento.

Nell’attesa che il suo “ricorso alla Cancelleria Celeste” venga accettato, nei secoli a venire, gira tutto il mondo e fa la conoscenza di molte entità spettrali autoctone delle località attraversate. 

Quando si diradava la bruma, c’era sempre una sorpresa che m’aspettava. Paesaggi stranieri si dispiegano alla mia vista, anche se condito dall’allarmanti incontri.

Inutili i tentativi di trasformarlo in uno spettro spaventoso, negli anni diventa solo uno spirito più consapevole e più saggio.

Aveva forse una meta tutto quel mio girovagare tra spettri e ombre? Oppure, diventando fantasma aiutare avevo raggiunto il mio scopo e non avrei più riavuto un corpo?

Passato, presente e futuro... Certe cose non cambiano.

Il mondo non era cambiato, aveva solo fatto un’orbita su se stesso. 

Grande entusiasmo per questo libro, davvero una piacevole scoperta. 
Risate garantite fin dalle prime battute. 
Riconosco all’autrice grande fantasia, indubbie capacità ironiche e conoscenza della materia. Il tutto condito da un’ottima esposizione. 
Mi sono fatta una cultura sui fantasmi, che l’autrice elenca con le loro “prodezze” ultraterrene. Considerando il gran numero di riferimenti, si evince il considerevole lavoro di ricerca e documentazione. 
Non mancano le note sui personaggi storici a fine paragrafo. 
Per essere una a cui non piace la storia, mi sono ritrovata a fare una sorta di full immersion in questa materia a me ostica. Devo ringraziare l’ironia e la leggerezza con cui l’autrice ha trattato il tutto, altrimenti non ce l’avrei fatta 😅
Come sottolineato dalla scrittrice nelle battute finali, nonostante l’argomento alquanto macabro, il presente racconto tenta d’essere una piccola riflessione sulla vita e di come dobbiamo sempre renderci degni di questo immenso dono.

E in effetti gli spunti di riflessione non mancano.
Come già detto, molti i “personaggi” che fanno la loro “apparizione” - qualunque vocabolo decida di usare ha risvolti dubbi, visto il contesto 😆 -, impossibile elencarli tutti, tuttavia alcuni meritano di essere citati: 
Clarence, l’angelo custode distratto, in attesa di guadagnarsi le ali; Il molto onorevole giudice sir Jeffreys, dalla forca facile, nonché ubriacone, che prende il protagonista sotto la sua ala protettiva, il cui solo pronunciarne il nome provoca cambiamenti negli eventi; E naturalmente la signora Morte, con falce e mantello nero. 
Bene, non aggiungo altro, ormai è chiaro che questo libro è entrato nelle mie grazie, inutile dire che ne consiglio la lettura. 


domenica 1 giugno 2025

RECENSIONE "A NOTTE FONDA" di Riley Sager

 

Buongiorno e buona domenica, amici lettori!
Recensione: "A notte fonda" dell'autore Riley Sager, 
edito Time Crime. A cura di Silvia Cossio.


Autore: Riley Sager 

Genere: Thriller

Casa editrice: Time Crime

Disponibile in ebook a € 9,99
E in formato cartaceo a € 16.06

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TRAMA:

In questo coinvolgente thriller dell’autore bestseller del New York Times, Riley Sager, un uomo deve fare i conti con la scomparsa avvenuta da tempo del suo migliore amico d’infanzia, e con gli oscuri segreti che si nascondono appena oltre i confini sicuri del suo quartiere “perfetto”.

La cosa peggiore mai accaduta a Hemlock Circle ebbe luogo nel giardino di Ethan Marsh. Una sera di luglio, quando avevano dieci anni, lui e il suo migliore amico Billy si addormentarono in una tenda montata nel cortile di un tranquillo quartiere nel New Jersey. Al mattino, Ethan si risvegliò da solo. Durante la notte, qualcuno aveva aperto la tenda con un coltello e rapito Billy, che non venne più ritrovato.

Trent’anni dopo, Ethan è tornato a malincuore nella casa d’infanzia. Afflitto da incubi e insonnia, inizia a notare che a notte fonda accadono cose strane. Qualcuno sembra aggirarsi nella stradina senza uscita del suo cortile a orari improbabili, e in giardino si manifestano i segni della presenza del suo amico scomparso. È forse uno scherzo crudele architettato da qualcuno del posto? O è proprio Billy che, a lungo creduto morto, è in qualche modo ricomparso a Hemlock Circle?

I misteriosi avvenimenti spingono Ethan a indagare su ciò che è accaduto davvero quel giorno, una ricerca che lo riunisce a vecchi amici e lo conduce nei boschi circostanti. Gli stessi boschi che Billy credeva infestati da fantasmi, in cui uno strano istituto svolge delle ricerche clandestine. Più la verità si fa vicina, più diventa chiaro che nessun luogo è sicuro e nessuno si lascia veramente il passato alle spalle. 

Ethan Marsh, all’età di dieci anni, in una calda estate del 1994, in un tranquillo giardinetto di periferia, si risveglia in un incubo: il suo migliore amico, Billy Barringer, è stato rapito. 
Questo evento lo perseguiterà per tutta la vita, innescando fobie e paure, oltre a un’insonnia cronica dovuta, stando al parere dei terapeuti, a una combinazione di senso di colpa e ansia.

“Non riesci a dormire” mi aveva spiegato “perché pensi che potresti perdere un’altra occasione per impedire che accada qualcosa di terribile. E che chi ha preso Billy alla fine tornerà a prendere anche te.”

A quarant’anni, Ethan, dopo la separazione dalla compagna Claudia, si trasferisce nella casa in cui era vissuto da piccolo, l’ultimo posto al mondo dove vorrebbe trovarsi.
L’inizio di strani episodi, eventi forse di natura sovrannaturale, innescano nel protagonista il timore di stare impazzendo. Ci deve essere una spiegazione razionale, ma difficile definire quello che gli sta succedendo. 

È possibile che una parte di tutto questo sia semplicemente frutto della mia immaginazione, alimentata dal senso di colpa, dal dolore e da una forma di pensiero magico.

E le ricerche che fa sembrano intensificare queste paranoie.
Il ritrovamento del corpo di Billy apre nuovi scenari... 

La certezza della morte di Billy non fa che ingenerare un mistero ancora più grande: chi è stato? Perché? Senza queste risposte non rimane che una lugubre disillusione.

Il caso viene affidato all’Anticrimine della polizia di stato. A capo dell’indagine c’è Cassandra Palmer, che ritiene che l’assassino appartenga alla cerchia di conoscenze del bambino.
Il protagonista ripercorre il giorno del rapimento sperando di ricordare qualcosa, nel timore di aver rimosso qualche dettaglio importante: gli amici - compagni di bravate -, i vicini di casa e naturalmente Billy.
Billy era un bambino un po’ eccentrico, con difficoltà a integrarsi.

Iniziò così la sua attenzione per i fantasmi di ogni tipo. Alla fine, si affezionò a loro. Perfino a quelli spaventosi che urlano nella notte o a quelli che si dice possano rubare l’anima. Billy si rende conto che non vogliono altro che essere visti, riconosciuti, notati. Proprio come lui.

La storia, quindi, si snoda tra passato e presente, con il pov principale di Ethan, ma anche di altri personaggi.
La presenza di elementi sovrannaturali, come nel precedente libro di Riley Sager, contribuisce a creare una sorta di irrealtà, dove tutto è possibile. E il “non sapere” è da sempre fonte di inquietudine, almeno per me. E l’autore punta proprio su questo, ma, a parte la tensione generata dal contesto appena descritto, non ho percepito particolare suspense durante la lettura. In pratica, c’è un bel mistero da risolvere che, una volta ripulito dai dubbi legati agli aspetti ultraterreni, che come detto fungono da diversivo, non desta particolare interesse, proprio come sottolineato dall’autore stesso…

Per un po’ c’era stato un gran caos, con i giornalisti che sciamavano per la loro stradina come vespe…
Quell’attenzione, fortunatamente, non era durata a lungo una volta che la gente aveva capito che non c’era niente di sensazionale in quello che era successo. In qualche spiacevole recesso di internet, qualcuno aveva perfino espresso il proprio disappunto per quella verità così banale, così noiosamente umana. 

E a mio parere sta proprio qui la forza di questo libro: l’aver trasformato un evento “normale” in una storia che appassiona, capace di tenere alta l’attenzione fino alle battute finali. 
Nonostante l’abilità dell’autore nel gettare fumo negli occhi, innescando dubbi nel lettore su quella o quell’altra persona, il colpevole era in cima alla mia lista, insieme a una teoria che viene vagliata e scartata nella parte finale e ad un’altra ancora che non viene proprio considerata dall’autore (la mia mente è andata oltre con le congetture 😅).  Diciamo che avevo intuito qualcosa, sebbene non avessi elementi per capire motivazioni e dinamiche. E qui devo fermarmi, leggete il libro, troverete le spiegazioni esaurienti. 
L’unico colpo di scena che posso definire tale e che sì, non lo nego, mi ha spiazzata, è quello legato alla vita privata del protagonista, ma anche qui non posso aggiungere altro. 
Concludendo, il libro è scritto bene e la storia risulta di piacevole lettura, dunque lo consiglio.

PS: L’autore deve avere una predilezione per le profondità dei laghi, con i loro segreti e le acque che avvolgono e nascondono. Questo, unito a una zona isolata ai confini di un bosco… il gioco è fatto. 

venerdì 23 maggio 2025

RECENSIONE "IL MOSTRO DI TRIESTE" di Gianluca Rampini

 

Buon pomeriggio, amici lettori!
Recensione "Il mostro di Trieste" dell'autore Gianluca Rampini, 
edito Newton Compton Editori. A cura di Silvia Cossio.


Autore: Gianluca Rampini

Genere: Thriller

Casa editrice: Newton Compton Editori

Disponibile in ebook a € 4,99
E in formato cartaceo a € 12,26

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TRAMA:

Un’indagine di Zeno Pentecoste
Il buio può fare paura ma anche proteggere dal male

Zeno Pentecoste è un poliziotto molto inquieto. La malattia della moglie e la ribellione della figlia Rebecca si sommano al suo passato tormentato: è stato adottato e della famiglia d’origine non sa nulla. Lo accompagna però il ricordo, vividissimo in lui, della paura del buio.
In questo momento di crisi personale, Trieste è scossa da una violenza brutale. Un killer seriale uccide le sue vittime sottoponendole a un incomprensibile, macabro rituale: i loro corpi, semisbranati, vengono attaccati agli alberi e resi tutt’uno con essi. Dai corpi, dalle mani, spuntano rami. Un sasso rosso si trova in genere sulla scena. Più le indagini vanno avanti, più gli indizi portano Zeno sulle tracce di una tetra vicenda del passato, collegata a qualcuno o qualcosa che lo riguarda molto da vicino.
Un thriller che indaga il lato più buio degli esseri umani.



2018. Trieste diventa teatro di atrocità indescrivibili. La polizia si ritrova a fronteggiare una banda di pedofili e una serie di omicidi, e non è ben chiaro se ci sia un legame.
Il disagio dilaga e i piani alti vogliono il colpevole prima che il panico si diffonda. 
L’irrequieto ispettore capo della polizia, Zeno Pentecoste, indaga su questi crimini efferati.

Appeso a uno dei rami sopra la testa, il presente che quello psicopatico gli lasciava. Sapeva di non avere prove per esserne certo, ma la sensazione di costituire il destinatario di quell’omaggio andava rafforzandosi.

Alcuni dettagli nelle scene del delitto portano Zeno a pensare a un collegamento con il suo passato. Un passato che ha dimenticato e che ha cercato di ignorare, ma che adesso non può più rifuggire. Sogni ricorrenti sembrano condurlo in quella direzione. Così come la consapevolezza che la sua irrazionale paura del buio, che si esercita a domare, non sia altro che una conseguenza di quel periodo oscuro che ha rimosso.
A questo punto, è arrivato il momento di rivelarvi il nome del cattivo... 😆 Scherzo, naturalmente, anche se sono tentata 😂
In verità, l’identità del mostro non è un mistero, ci viene svelata da subito, ma non è lui il vero cattivo della situazione, anzi! Ce ne fossero di mostri così! Parere personale che probabilmente, se non avete letto il libro, vi risulterà difficile da comprendere e accettare, ma che senz’altro condividerete una volta scoperte le motivazioni dell’assassino. 
Di sicuro, vi ritroverete a combattere con il vostro credo personale, ma, se sarete onesti con voi stessi e non vi farete influenzare dalla comune morale, arriverete alla mia stessa conclusione.

C’era voluto un serial killer, un altro mostro, per incrinare le difese di quel sistema. Che fosse questo, lo scopo dell’assassino?

Nella sua distorta visione del mondo, Giovanni almeno aveva una motivazione, socialmente inaccettabile ma umanamente comprensibile.

Giovanni Felluga, psicologo, è una sorta di giustiziere. Il fine giustifica i mezzi: non si fa scrupolo a eliminare chi non serve più. E se questo serve a trovare i cattivi...
È il risultato di un’educazione impartita da un padre violento, crudele. 

Contava solo il progetto e la sua realizzazione. 

Sente di avere una missione, uno scopo che nobilita la sua propensione alla morte.

Per mantenere l’equilibrio precario che aveva trovato nella sua esistenza, doveva compensare, trovare il giusto contrappeso. Una morte per una morte.

Come dicevo, sono altri i cattivi che riempiono le pagine di questo avvincente thriller, alcuni dei quali si celano al mondo dietro una facciata di perbenismo. Per quanto mi riguarda, ho capito subito chi è il colonello, ovvero colui che regge le fila di una rete di pedofili, ed è l’unica critica che rivolgo all’autore. Troppo facile da individuare, nonostante la presenza nella narrazione di tanti personaggi, distribuiti in un arco temporale che va dal 1992 al 2018. A parte questo, la storia è un crescendo di colpi di scena e la lettura di questo romanzo risulta oltremodo appassionante.
Uno di quei libri che danno soddisfazione, in più di un senso... Forse, un po’ “mostro lo sono anch’io… Capirete leggendo 😉 
La storia, sebbene autoconclusiva, lascia aperta la strada a un seguito. Non sarebbe male una serie, dove ritrovare i vari personaggi, protagonisti e non. Quantomeno, io sarei ben lieta di leggerla.
In attesa di eventuali sviluppi, consiglio caldamente la lettura di questo libro e faccio i miei complimenti all’autore Gianluca Rampini.


mercoledì 14 maggio 2025

RECENSIONE "OMICIDI, ORE BUCHE E CALAMARI FRITTI" di Maria Letizia Musu

 

Buon pomeriggio, amici lettori!
Recensione: "Omicidi, ore buche e calamari fritti" dell'autrice 
Maria Letizia Musu. A cura di Silvia Cossio.



Autore: Maria Letizia Musu

Genere: Cozy Mystery

Disponibile in ebook a € 3,99 

E in formato cartaceo a € 12,00

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TRAMA:

La tranquilla vita della professoressa Bianca Contini viene sconvolta di colpo quando, dietro la palestra della scuola in cui insegna, si imbatte in qualcosa che non era affatto nel programma scolastico: il cadavere del collega Salvo Rizzo.
Mentre il Vice Questore Antonio Mancini, uomo d’esperienza e dotato di un certo fascino, avvia le indagini ufficiali, Bianca e la sua amica e collega Giovanna Pintus decidono di prendere in mano la situazione e indagare per conto loro. Dopotutto, se riescono a smascherare studenti che giurano di non aver copiato, quanto potrà mai essere più difficile trovare un assassino?
Inizia così un cozy mystery caratterizzato da interrogatori poco ortodossi, pedinamenti e rivelazioni incredibili. Una storia brillante e irresistibile, dove tra un’interrogazione a sorpresa e un’indagine per omicidio, la linea di demarcazione è più sottile di quanto sembri. 


Salvo Rizzo, insegnante presso la scuola media di Quartu Sant’Elena, in Sardegna, viene ritrovato cadavere.
La professoressa di lettere Bianca Contini, insieme alla collega nonché amica del cuore Giovanna Pintus, indaga sull’omicidio. 
Nei vecchi uffici della scuola, in quella che diventa una filiale improvvisata di una centrale di polizia, le due donne fanno una cernita delle persone che avrebbero potuto volere la morte di Salvo. Un uomo non particolarmente ben voluto, in verità, ma da qui ad arrivare al punto di mettere fine prematuramente alla sua vita ce ne vuole. Chi potrebbe avere un movente valido? L’indagine si estende alla vita personale della vittima e alle sue attività particolari: scommesse, debiti, donne.
Ma scoprire l’assassino si rivela più complicato del previsto, quindi si vedono costrette ad accettare l’aiuto di Cassandra, la vicina di casa di Bianca, una sorta di veggente, e di Mario, il bidello capo, sempre informato su tutto.

Bianca non era sicurissima che fosse la mossa giusta coinvolgere Cassandra, ma ogni pista valeva la pena di essere seguita. Anche se portava dritta nel mondo dell’esoterico e dell’improbabile. 

Quello, però, che è iniziato quasi come un gioco, rischia di avere ripercussioni sulla vita delle due aspiranti detective. Il rischio di una denuncia per intralcio alle indagini non rientra di certo nei loro piani.
Ho apprezzato molto la lettura di questo breve giallo, definito dalla stessa autrice un “cozy mystery”; un modo, forse, per preservarlo da eventuali critiche? 😆 Se tale non fosse stato, infatti, non avrei esitato a sottolineare le mancanze delle forze dell’ordine, le cui negligenze rasentano l’assurdo, e la scelta delle due donne di tenere all’oscuro la polizia delle scoperte fatte. Dunque, ho accettato il contesto leggero e con una buona dose di humor, in sintonia con lo stile per me inconfondibile di Maria Letizia Musu, la cui ironia si percepisce fin dalle prime pagine.
Azzeccata l’idea di ambientare la storia in una scuola, dove si può spaziare con i personaggi (tra alunni, insegnanti e personale vario), inserendo piccoli siparietti divertenti. Da Tonino, il nuovo bidello tutto d’un pezzo, a Pietro, il collega strafigo di motoria, dal dirigente scolastico Enzo Cossu, che il correttore automatico continua a modificare in Cossio 🙄😂, passando attraverso le insegnanti Paola Desanctis e Carla Santini e la vicepreside Marina Tagliaferri. 
A questi vanno ad aggiungersi i componenti del Commissariato: Antonio Mancini, Vice Questore Aggiunto di lungo corso, il Vice Ispettore Matteo Mascia e il medico legale Sanna. 
Tutti, nessuno escluso, caratterialmente ben definiti e perfettamente calati nel ruolo assegnato (compreso il gabbiano ba star do 😆).
Concludo dicendo che spero che l’autrice prenda in considerazione la possibilità di realizzare una serie; non mi dispiacerebbe leggere un seguito, ritrovare alcuni personaggi. Io la butto lì 😉
Lettura consigliata.

lunedì 12 maggio 2025

RECENSIONE "THUNDER AND KISSES: BACI, TUONI E FULMINI" di Valentina Piazza

 

Buon pomeriggio, amici lettori!
Recensione "Thunder and kisses: Baci, tuoni e fulmini" dell'autrice 
Valentina Piazza. A cura di Silvia Cossio.



Autore: Valentina Piazza

Genere: Romance

Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 13,42

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TRAMA:

Nathan MacTavish è il meteorologo più sexy del Regno Unito. Come potrebbe essere diversamente, con i suoi geni scozzesi, gli occhi azzurri e un sorriso da canaglia che non deve chiedere mai, soprattutto alle donne?
Peccato che il bel Nat abbia seri problemi con il gentil sesso che cerca di risolvere – con poco successo – grazie all’aiuto di un gatto e di un gruppo di temibili signore di mezza età. Se sul fronte sentimentale la sua vita è un disastro, almeno su quello professionale sembra andare tutto alla grande...
Arabella Johnson lavora per City Channel, nota rete televisiva londinese, e l’ultima cosa di cui ha bisogno è un uomo – anzi, un troglodita – misogino e pieno di sé che le gironzoli attorno.
MacTavish è il sogno erotico di ogni donna e l’incarnazione di tutti i suoi peggiori incubi. Per fortuna, nei week-end può fuggire da Londra e rifugiarsi da zia Mabel e sarebbe tutto perfetto, se non iniziasse a provare una fastidiosa, irritante attrazione per Nat, i suoi sorrisi e quei bicipiti da urlo… 


Dopo una pausa molto lunga, il cosiddetto blocco del lettore o periodo di impasse, come preferite definirlo, mi sono ritrovata tra le mani il libro di Valentina Piazza - quando si dice essere nel posto giusto al momento giusto 😅 - che con leggerezza e semplicità mi ha trascinato fuori da questo momento di arresto. Un contributo determinante, quanto insperato, considerando le innumerevoli letture iniziate e accantonate pressoché subito nel corso dei mesi, sebbene fossi consapevole di andare sul sicuro con questa autrice.
E così, in una tiepida domenica primaverile, mi sono gustata la sua ultima fatica…  

Nathan Mac Tavish, trentasette anni, meteorologo, inizia una collaborazione con City Channel, una rete televisiva londinese. Senza nulla togliere alle sue capacità lavorative, è consapevole di aver ottenuto il posto anche grazie al suo aspetto fisico. Una combinazione micidiale per il gentil sesso.
È un uomo che apprezza la bellezza della calma, della pace e della tranquillità, nonché della lentezza; sprizza sicurezza da tutti i pori. Con un divorzio alle spalle, è restio nei confronti delle donne, sospettoso, poco incline a concedere fiducia. Tiene il suo cuore al sicuro e ben chiuso, sotto chiave.
Arabella Johnson, detta Bella, lavora per la stessa emittente. È polemica, nevrotica, ansiosa e sembra fissata con il lavoro. Ma nasconde delle insicurezze.

Sono una donna in carriera, indipendente e piena di ansie, una che non cerca una storia, perché sa di essere troppo complicata per chiunque e anche un po’... sbagliata.

La Nevrotica e Il Troglodita.
Gli opposti.
Il loro primo incontro non è tra i migliori. Tra i due si innesca una immediata antipatia, non senza una certa attrazione fisica.
Entrambi feriti dai precedenti partners, hanno problemi a relazionarsi con l’altro sesso, ma la situazione è presto destinata a cambiare, grazie a un vero e proprio programma di recupero.
Complice l’infortunio occorso alla zia Mable, Bella si trasferisce per qualche giorno a Cambridge per prendersi cura dell’anziana, all’oscuro del fatto che la donna si è messa in testa di accasare la nipote. Si ritrova così ad abitare vicino a Nathan. E i motivi di incontro in una piccola cittadina sono inevitabili. Se poi ci si mettono anche le malefiche vecchiette del quartiere, che tramano per vederli insieme, per non parlare del gatto Libeccio, il cui ruolo scoprirete solo leggendo il romanzo 😉, non può esserci margine di fallimento.
Tra riunioni del libro, lezioni di cucito e di maglia, sessioni di pilates e giochi di ruolo, la storia prende forma. 
L’ho letta velocemente, se si considerano i miei standard da lumachina, con la voglia di arrivare al finale e conoscere il meritato lieto fine assegnato ai protagonisti. Chiaramente, nessuna sorpresa, d’altronde la prevedibilità è requisito essenziale in un romance che si rispetti 😅, la cui scaletta segue un copione visto e rivisto. A fare la differenza, in questo caso, è lo stilo dell’autrice, fresco, ironico, pulito. Quindi non mi resta altro che fare i complimenti a Valentina Piazza e consigliare la lettura di questa breve commedia romantica.

sabato 15 marzo 2025

RECENSIONE "L'APPARENZA INGANNA, GIUDICE PETRI" di Gianni Simoni

 

Buon sabato pomeriggio, amici lettori!
Recensione: "L'apparenza inganna, giudice Petri" dell'autore Gianni Simoni, 
edito Tea. A cura di Dario Zizzo.




Serie: Petri e Miceli indagano

Autore: Gianni Simoni

Genere: Racconto giallo

Casa editrice: Tea

Disponibile in ebook a costo zero



TRAMA:

In questo racconto, troviamo Petri protagonista di un caso che gli piomba letteralmente addosso, suo malgrado: il suo vicino di casa, per giunta il solo che gli fosse simpatico e che frequentasse, sia pur con molta discrezione, è scomparso. E la moglie si rivolge a Petri perché faccia pressione sulla Polizia affinché non archivi il caso. Così insieme al compagno di indagini, e amico, il commissario Miceli, l’ex giudice comincia a indagare e, più per caso che per metodo, giunge a una soluzione del tutto inaspettata. Al suo fianco, immancabile, l’amatissima moglie Anna, presenza discreta, come sempre, ma insostituibile.



Protagonisti del racconto giallo L’apparenza inganna, giudice Petri di Gianni Simoni sono il magistrato in pensione (ma che non perde il vizio d’indagare) che dà il suo nome al titolo del racconto e il commissario Salvatore Miceli, alla pensione invece prossimo, i quali, oltre a essere uniti dall’attività investigativa, hanno in comune anche la venerazione per le rispettive mogli.
I due si trovano ad affrontare, a Brescia, il caso della scomparsa dell'unico vicino simpatico all’ex magistrato:

Fra tutti gli inquilini del numero ventotto di via Cairoli, lo stabile in cui Petri abitava, l’unico col quale avesse una qualche dimestichezza era il ragionier Giorgio Bassi, il suo dirimpettaio, un tipo ordinario, con una vita senza sussulti, almeno fino al giorno in cui se ne sono perse le tracce. 

Non si trattava di amicizia, ma di un rapporto quasi obbligato, dal momento che Petri, in occasione di ogni odiatissima assemblea condominiale, delegava il ragioniere, un funzionario di banca sulla quarantina, a rappresentarlo, dopo avergli comunicato la sua opinione sulle varie questioni all’ordine del giorno.

Questa dimestichezza aveva fatto sì che Carlo Petri lo avesse invitato per una cena a casa sua:

La cena si era rivelata purtroppo un mezzo disastro: tanto era affabile e aperto lui, quanto arcigna e limitata si era mostrata la moglie, una donna secca secca, che aveva o dimostrava qualche anno più del marito e non aveva fatto altro che dargli sulla voce, beccandolo in continuazione. Finché lui aveva finito con lo zittirsi…

La scrittura risulta gradevole, impreziosita da un umorismo che in particolare troviamo in Petri e consorte: 

«Carlo, come dovrei definirti? Un animale, come al solito, ma sempre il mio animale preferito.»

Non mi ha convinto il personaggio di Miceli, scarsamente caratterizzato. Mi sarei aspettato qualcosa di più inoltre pure dal finale.


venerdì 14 marzo 2025

RECENSIONE "PICCOLI FUOCHI" di Viviana Maccarini

 

Buongiorno follower, buon venerdì!
Recensione: "Piccoli fuochi" dell'autrice Viviana Maccarini, 
edito Rizzoli. A cura di Andrea Macciò.


Autore: Viviana Maccarini 

Genere: Narrativa

Casa editrice: Rizzoli

Disponibile in ebook a € 9,99
E in formato cartaceo a € 16,15

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TRAMA:

Viola ha quindici anni e una ferita da lasciarsi alle spalle: la scomparsa di suo padre. Abbandonato il liceo, decide di iscriversi al Santa Caterina, istituto tecnico che forma estetiste, parrucchieri e panettieri. Ma il Santa non è una scuola come tutte le altre e Viola lo capisce non appena ne varca l'ingresso. È un luogo vivo e pulsante, dove ogni corridoio cela segreti e storie mai raccontate, un luogo che si nutre delle paure e dei sogni dei suoi studenti. Come quelli di Rose, sempre pronta alla vendetta, e di Sharon, incinta a soli diciotto anni. Di Valente, che vive in comunità, e di Lorenzo, che ha perso la sorella in un tragico incidente stradale. Quando Viola partecipa con loro al progetto Dentro le mura, pensato per dare voce alle scuole della città, quella che doveva essere una semplice ricerca sull'Istituto si trasforma in un'indagine ben più oscura e inquietante. Riemergono le tracce di un suicidio avvenuto anni prima, e i ragazzi si ritrovano a dover fare i conti con un passato violento che segna ancora il loro presente. È tempo di affrontare l'ingiustizia, o meglio cedere alla paura e restare in silenzio? Feroce come solo la scuola sa essere, Piccoli fuochi è un viaggio profondo e senza filtri nel cuore dell'adolescenza, da cui è impossibile salvarsi da soli.



Viola è una ragazza di quindici anni che, dopo la bocciatura al liceo e la scomparsa del padre, prova a lenire la ferita che ha dentro cercando di cambiare vita, rinunciando al sogno di diventare una scrittrice e seguendo le orme della madre Raffaella, che ha studiato come estetista all’Istituto Professionale Santa Caterina e che oggi gestisce un’attività in proprio. Al Santa Caterina ci sono tre indirizzi: quello per estetiste, quello per parrucchieri (chiamato dalle ragazze del primo indirizzo “gli acc”) e quello dei panettieri (chiamati “i pan”). 
Al Santa Caterina devi coltivare i tuoi sogni! Recita un cartello all’ingresso della scuola, ma il sogno di Viola era quello di diventare scrittrice. La ragazza entra per la prima volta nelle mura di questo istituto assieme alla madre, guidata da Rose, del corso di estetica, che conduce anche il lettore dentro il mondo del Santa Caterina nel quale si svolge il romanzo. La scuola è una zona periferica non precisata della pianura padana. Il mondo in questo luogo è molto diverso da quello del liceo. Viola oltre a Rose conosce Sharon, incinta a soli diciotto anni e pluri-ripetente, Valente Fernandez, che vive in una comunità, e incontra di nuovo Lorenzo, un ex compagno delle elementari segnato dalla perdita della sorella in un incidente stradale. Al corso di estetica ci sono anche alcune ragazze di origine asiatica, in apparenza silenziose e appartate.
Quando l’appassionata prof. di Comunicazione, Elisabetta Marchetti, coinvolge Viola, Sharon, Rose, Valente e Lorenzo nel progetto Dentro le Mura per far conoscere all’esterno la voce delle scuole della città, i cinque studenti si trovano loro malgrado a scavare nei misteri nascosti dai corridoi del Santa Caterina. C’è un’area al piano superiore dei pan che è inaccessibile da anni, dove si dice che sia avvenuto un misterioso suicidio e una ragazza sia stata aggredita da un gruppo di pan, il tutto una decina di anni prima. Come piccoli fuochi desiderosi di aprire uno squarcio nel buio, i ragazzi si mettono a indagare su quel misterioso passato con il quale forse è arrivata l’ora di fare i conti.
Dopo il suo intenso romanzo d’esordio L’estate che ho dentro, Viviana Maccarini con Piccoli Fuochi accompagna di nuovo i lettori in un viaggio nel periodo controverso e generativo dell’adolescenza. L’ambientazione è molto diversa, dalle luminose atmosfere dei colli tortonesi a una periferia urbana non ben definita nella quale si intrecciano le emozioni e le sensazioni di adolescenti già segnati dalla vita e dalle sue difficoltà. In Piccoli Fuochi si trattano anche temi molto delicati come il bullismo e la violenza di genere, raccontati con grande sensibilità e senza mai cadere nel racconto didascalico. Per alcuni aspetti il romanzo di Viviana Maccarini ha alcune caratteristiche del giallo con Viola e gli altri impegnati nell’illuminare l’oscurità della tragedia accaduta dieci anni fa. Piccoli Fuochi racconta anche i sentimenti, le relazioni, gli amori che sbocciano tra questi ragazzi dalle vite difficili. 
Il racconto segue il ritmo delle stagioni e dell’anno scolastico, dall’estate alla primavera. 
Tra i personaggi più interessanti, l’appassionata Professoressa Marchetti, che accende la scintilla che porterà Viola e gli altri ragazzi a illuminare i misteri che aleggiano sul Santa Caterina.
La presenza di un’area misteriosa e inaccessibile dentro un istituto scolastico è un’esperienza che alcuni possono aver vissuto, soprattutto se la scuola è un istituto storico. 
E Viviana Maccarini racconta molto bene come da adolescenti il mistero, l’incognito, il rischio possano attrarre in maniera particolare.
La scrittura di Viviana Maccarini, poetica, raffinata e appassionante, ancora una volta conduce chi legge dentro alla difficile età dell’adolescenza, nella quale più o meno tutti e tutte hanno un rapporto conflittuale con il proprio corpo, con gli altri ragazzi, con i genitori, con l’istituzione scolastica, a volte con l’identità personale. La luce dei suoi piccoli fuochi illumina la vita della sua Viola e dei giovani protagonisti di questo romanzo.
Non eravamo sbagliati, eravamo solo giovani, recita la citazione di copertina, che riassume in maniera efficace il messaggio e lo spirito del libro nel quale rivivono le luci e le ombre dell’adolescenza.


sabato 25 gennaio 2025

RECENSIONE "IL PRINCIPE FELICE E ALTRI RACCONTI" di Oscar Wilde

 

Buongiorno, follower, buon sabato!
Recensione: "Il principe felice e altri racconti" di Oscar Wilde, 
tradotto da Isabella Nanni. A cura di Dario Zizzo.


Autore: Oscar Wilde

Traduttore: Isabella Nanni

Genere: Raccolta fiabe

Disponibile in ebook a € 3,99
E in formato cartaceo a € 20,70

 Con le illustrazioni originali a colori



TRAMA:

Il Principe Felice e altri racconti (titolo originale “The Happy Prince and Other Tales”) è una raccolta di cinque fiabe che Oscar Wilde aveva scritto per i propri figli: Il Principe Felice, L’Usignolo e la Rosa, Il Gigante Egoista, L’Amico Devoto, Il Razzo Eccezionale. Pubblicate per la prima volta in un’unica antologia nel 1888, le fiabe di Wilde tratteggiano con semplicità un mondo fantastico in cui l’autore fa parlare statue e animali, oggetti e persone, per dipingere le varie sfaccettature della natura umana commuovendoci con immagini che restano nel cuore.
Il Fantasma di Canterville (titolo originale “The Canterville Ghost”) è un’opera giovanile di Wilde che fu pubblicata per la prima volta nel 1887. La novella è incentrata sulle peripezie del fantasma del nobile Sir Simon de Canterville che per la prima volta nella sua pluricentenaria carriera di spettro inglese non riesce a spaventare la famiglia di strampalati Americani che gli ha occupato il castello ancestrale. Lo spassoso scontro tra antico e moderno, tra Vecchia Inghilterra e Nuovo Mondo viene raccontato con leggerezza e ironia, fino all’inaspettato finale.

Il volume include alcune delle illustrazioni a colori e in bianco e nero delle prime edizioni dell'originale inglese, opera degli illustratori Walter Crane (1845-1915), Charles Robinson (1870-1937) e Wallace Goldsmith (1873-1945). Il ricavato delle vendite di questa nuova traduzione verrà donato ai canili e gattili che hanno accolto gli animali rimasti orfani dei loro padroni vittime dell’epidemia di Coronavirus.

Ne Il principe felice e altri racconti. Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde, tradotto da Isabella Nanni, lo scrittore irlandese si confronta col genere favolistico felicemente, dimostrando la sua versatilità, scrivendo dei racconti che, per la loro morale, sono forse più adatti ai grandi che non ai piccini.
Ne Il Principe Felice, la statua di un principe parla a un Rondinino di quando era in vita, una vita fatta di feste e agi, in cui il muro che lo separava dal resto del mondo ha un valore simbolico; certamente non gli permetteva di sentire gli stenti della sarta che confezionava vestiti per la Corona, impossibilitata a comprare le medicine per la figlioletta ammalata. Il Principe non era capace, insomma, di accorgersi delle sofferenze dell’umanità meno fortunata, ed è a questa che Wilde volge il suo sguardo, al dolore definito come il più grande mistero nella vita; a tal proposito vi trovo la stessa sensibilità de La ballata del carcere di Reading.
Il Principe allora, francescanamente, si spoglia di quanto di prezioso lo adorna, per aiutare i poveri, via quindi le sue foglie d’oro, gli zaffiri e un rubino; in questa spoliazione si avvale della collaborazione del Rondanino.
La prosa è scorrevole, come il genere richiede, il finale una gemma, tanto per restare in tema di gioielli.
Ne L’usignolo e la rosa, protagonista è l’amore di uno Studente per una ragazza, l’amore che è descritto così dall’autore: 

Di color di fiamma ha le ali l’Amore, e di color di fiamma ha il corpo. Le sue labbra sono dolci come il miele e il suo respiro è come l’incenso.
 
Lo Studente deve esaudire il desiderio dell'amata: una rosa rossa d’inverno, in un periodo in cui sono tutte sbiadite per il freddo; un usignolo decide di aiutarlo.
Ne Il gigante egoista, racconto contro ogni tipo di esclusione e discriminazione (di cui sarebbe stato oggetto l’autore, condannato per omosessualità), un gigante costruisce un muro attorno al suo giardino per non farci giocare i bambini, ma lì da allora è un interminabile Inverno.
L’amico devoto parla di amicizia, mediante i dialoghi fra animali. Wilde fa sfoggio della sua ironia, quella presente, a massicce dosi, per esempio ne Il ritratto di Dorian Gray e che ha partorito i suoi caustici aforismi.
Felice è anche la mano dell'autore ne Il razzo eccezionale in cui spicca la descrizione della Principessa Russa che va in sposa al figlio del Re: 

Era pallida come il Palazzo della Neve in cui aveva sempre vissuto. Era così pallida che, mentre passava per le strade, tutti si meravigliavano. «È come una rosa bianca!»

Notiamo pure una buona dose di ironia nei dialoghi fra i giochi pirotecnici con cui sarà festeggiato il matrimonio, tra i quali fa parte il razzo che dà il titolo al racconto, un razzo che si sente appunto eccezionale.
Chiudiamo in bellezza (un’inquietante bellezza) con Il fantasma di Canterville, quello di sir Simon Canterville che si è sempre burlato degli inquilini di Canterville Chase, ma ora costretto a fare i conti con una famiglia americana, quella dei nuovi proprietari, di cui fanno parte bambini come dire, un po' vivaci, che minacceranno le abitudini dello spettro, verso cui invece sarà più benevola la piccola Virginia. Interessante risulta il confronto, fatto dallo scrittore, tra l’indole inglese e quella del Nuovo Mondo, più pragmatica, ma è il protagonista a calamitare l’attenzione del lettore, capace di uccidere la moglie per futili motivi, ma anche di regalargli frasi tipo questa:

Tutta la notte canta e la fredda luna di cristallo guarda giù e l’albero di tasso allarga le braccia giganti sopra i dormienti.

Insomma si può trovare la poesia anche negli inferi.
Acquistare questo libro - Wilde vale sempre la pena di leggerlo - è anche un’opera buona: il ricavato dalle vendite va infatti ai nostri amici pelosi.