sabato 4 maggio 2024

RECENSIONE "BRINA. LETTERE DA NESSUNO" di Aurelia Ortis

 

Buon sabato, amici lettori!
Recensione: "Brina. Lettere da nessuno" dell'autrice Aurelia Ortis. 
A cura di Silvia Cossio.



Autore: Aurelia Ortis

Genere: Narrativa storica - Paranormale

Disponibile in ebook a € 2,99

E in formato cartaceo a € 7,99

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Il silenzio è solo silenzio. Per gli altri, non per lei. È muta ma può udire voci, stralci di conversazioni che nessuno può ascoltare, cristallizzate tra le pareti: la “Brina”. Un dono che può distruggerla o portarla in alto; Marta riesce a tradurre queste emozioni in note, diventando un personaggio di spicco nel panorama musicale degli anni ’60. Una carriera brillante, messa in pericolo da un mistero: chi è il ragazzo che si presenta in teatro, ogni sera? Scoprirlo potrebbe compromettere tutto ciò che ha costruito. Due vite che si scontrano, tra salotti e occupazioni, in una società affamata di cambiamento. Riuscirà Marta a nascondere la propria “stranezza” al resto del mondo? O dovrà rinunciare a tutto ciò che ama?

Storia di Marta, a partire dai primi anni della sua vita trascorsi in un monastero, in Sicilia. Presa in giro dai suoi coetanei, screditata dagli adulti, per via del suo handicap. Marta non può parlare, ma ha un dono: un talento innato che a soli ventidue anni la porta ad essere definita “l’enfant prodige” del teatro. Una strumentista, ma anche una compositrice. La musica le permette di dire ciò che la sua bocca non potrà mai fare. Ma le sue capacità vanno oltre.
Si dice che la mancanza di uno dei sensi acuisca gli altri, così da compensare tale mancanza. Nel caso della protagonista, l’udito diventa il suo punto forte, o forse la sua condanna, sarà il tempo a dirlo. Lei “sente” più del dovuto. Qualcosa di illogico, che non ha nulla a che fare con la realtà, e che fa sì che la ragazza traduca in musica eventi realmente accaduti a cui solo lei assiste.  

Adesso aveva battuto il muso contro l’evidenza che non solo quell’evento era paranormale, era molto di più. Era reale. E la musica, narrandolo, aveva potere su uomini e donne in carne e ossa. Le sue note diventano un ponte tra l’incorporeo e il tangibile.

La sua carriera decolla. Viene travolta dal successo.
Ma quello di Marta è un personaggio complesso, il suo animo è insofferente, sempre in lotta con se stessa e con il mondo. La sua ribellione come riflesso a una società che la vorrebbe diversa. Quasi un voler sfidare le convenzioni e il perbenismo della Sicilia degli anni ottanta.
L’incontro con Mitch Sullivan cambierà la sua vita. Un rapporto che va oltre quello che le persone comuni possono comprendere.

Tu sei la cosa più reale che io abbia mai avuto nella vita. Sei la persona più vera, più importante che io potrò mai conoscere. E non importa nulla se riuscirai o meno a prendermi per mano.

Con lui, lei può essere se stessa, nessuna maschera a reggere il personaggio di artista cinica, sprezzante, “mangia uomini”, ma solo una ragazza con i sogni e i timori di una giovane donna che non ha mai conosciuto l’amore.
Tuttavia, le difficoltà da superare sono ancora molte. Dovrà toccare il fondo prima di risalire. 
Una vita portata all’estremo, senza sapere dove la condurrà, verso la ricerca di qualcosa di inafferrabile.

Lo stile occidentale, la morale dissennata, priva di valori. Il lusso.

Il ritorno alle origini. Per perdonarsi, riscoprirsi, per accettare la propria natura. E il proprio dolore. Perdersi per ritrovarsi.
Una scrittura, quella dell’autrice, diretta, pulita, senza fronzoli, come il carattere della protagonista, che è tutto fuorché semplice. Descrive gli eventi, tragici, dolorosi, il disagio di una donna all’apparenza persa, che nasconde una grande fragilità. Incompresa. Allo sbando. Perennemente inadeguata.
Una vena malinconica scorre battente tra le righe. Impossibile staccarsi dalla lettura.
Una sola parola: intenso.
Ho amato questo libro, capace di regalare emozioni. Avrebbe meritato un finale degno di nota, ed è l'unica nota negativa che mi sento di fare. Troppe le domande senza risposta. Lascia un senso di incompletezza, è come se alcuni elementi non trovassero pace, in attesa della giusta collocazione. 
Spero che questa scelta sia dettata dalla volontà da parte dell'autrice di scrivere un seguito, in caso contrario sarebbe un vero peccato.
Lettura consigliata.


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