giovedì 29 novembre 2018

"GLI OCCHI DEGLI OROLOGI" di Giorgia Spurio



Giorgia Spurio ci parla del suo ultimo romanzo, "Gli occhi degli orologi", edito Il Camaleonte Edizioni, vincitore del Premio InediTO2017 e premiato al Salone Internazionale del Libro di Torino.






Autore: Giorgia Spurio
Genere: Distopico

Casa editrice: Il Camaleonte Edizioni
Collana: Narrativa

Disponibile in formato cartaceo a € 15,00

Pagina autore: Giorgia Spurio Scrittrice 





TRAMA:

Anno 2048. Dopo Le Nuove Crociate contro il terrorismo e l’immigrazione, gli Orologi sono diventati il dio del Tempo, lo strumento di controllo dei Governi. Gli alberi cadono come polvere d’argento a causa della contaminazione dall’amianto e dalle scorie radioattive, il buco dell’ozono si è ingigantito sempre più, la terra è prosciugata. Per le strade non si vedono bambini ma emarginati, gli adolescenti si bucano, le persone sono diventate degli automi e chi si libera sparisce come i desaparecidos, il peccato di essere diventa punibile. In questo mondo post apocalittico Julienne non vuole arrendersi alla desolazione. Lotta contro se stessa per dimenticare la propria famiglia e soprattutto suo padre ridotto dalla Grande Guerra a un alieno, e rivuole la sua infanzia felice. Un pensiero su tutti la ossessiona: diventare madre tramite la clinica Le Monde, all'apparenza un motel per appuntamenti, dove incontra Frèd. Il suo desiderio è la ricerca di un riscatto in una vita in bilico tra desolazione e speranza.
Tra flashback del passato e narrazione presente, il miraggio di una via di fuga rappresentata dalle «lucciole verdi» che lampeggiano all’orizzonte, il romanzo distopico di Giorgia Spurio regala momenti di commozione e pura poesia, attraverso una scrittura evocativa e potente.




BIOGRAFIA: 

Giorgia Spurio, nata il 21/12/1986 a Ascoli Piceno, è insegnante, musicista e scrittrice. Ha collezionato premi letterari nazionali e internazionali. Tra le sue pubblicazioni: le sillogi “Quando l’Est mi rubò gli occhi”, “Le ninne nanne degli  Šar”, “L’orecchio delle dèe”; i libri di narrativa “L’inverno in giardino” romance storico, “I Bambini Ciliegio e altre storie” libro per bambini, “Gli Occhi degli Orologi” romanzo distopico.
            



DICE L’AUTRICE:

Il romanzo si ispira al libro distopico “1984” di G. Orwell e ai personaggi di P. Volponi.
L’attuale presente che viviamo è la principale fonte del libro.
Riflettendo su situazioni sociali e politiche che accadono al giorno d’oggi, come il problema del terrorismo, l’emergenza povertà, il tema immigrazione, l’allarme inquinamento e i danni ambientali, Giorgia Spurio ha descritto un pianeta Terra malato che nel 2048, dopo Le Nuove Crociate, è controllato dai Governi attraverso gli Orologi.
Tecnologia e robotica, di cui tanto si parla ultimamente come l’industria 4.0, sarà presente ma come elementi estranei all’uomo e sotto la sembianza di giganteschi animali, per esempio la metro come un’enorme lucertola, i taxi come alligatori o come il grande Rospo automatizzato che cammina per la città per scansionare nuovi oggetti e nuovi individui.
Inoltre il romanzo diviene a taglio psicologico quando si completa il ritratto della protagonista, Julienne, che è alla ricerca disperata di amore e calore, perseguitata dagli incubi e dai ricordi di un’infanzia mancata, ed è così ossessionata dal desiderio di voler diventare madre. I vari pezzi del puzzle si incastrano quando si comprende la psicosi del padre tornato dalla Guerra come un alieno. 
La filosofia di Socrate e di Hegel si rincorre tra le righe e i dialoghi.
Una domanda si presenta più volte: “Dov’è la verità?”
Un altro quesito si oppone alla speranza, il tema della morte.
La morte fa paura, ma in un mondo “pseudo perfetto” dove la morte viene cancellata da un’illusione, dove i fiori non muoiono per sacrificarsi e lasciare che la vita faccia il suo corso con una rinascita, allora si presentano le note distorte di un mondo studiato a tavolino.
Un mondo dove i fiori vengono prodotti da una Fabbrica, un mondo dove Julienne scoprirà e riscoprirà l’amore, del quale si sveleranno le due facce, quella del riscatto e quella del ricatto.

Il romanzo ha vinto il Premio InediTO nel 2017 per la sezione narrativa ed è stato premiato al Salone Internazionale del Libro di Torino, un’occasione speciale nel quale l’attrice Lella Costa ha recitato l’incipit.
Durante la correzione bozze è stato prezioso il lavoro da editor di Francesco Delle Donne.
Altrettanto prezioso il lavoro del presidente dell’associazione organizzatrice del Premio Valerio Vigliaturo, grazie al quale Giorgia Spurio sarà presente il 9 dicembre ore 14.30 alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria a Roma per parlare di quest’ultimo suo libro.




BREVE ESTRATTO: 

Bianco. È il colore che mi viene in mente, appena mi sveglio, e poi il rosso. Forse perché desidero rotolarmi nella neve come quando ero bambina. Ma è solo un ricordo. La neve non cade da tempo. La neve è solo uno dei tanti documenti archiviati, e noi non possiamo più domandarci, né ribellarci. L’aria è nera, per quanto la tingano di azzurro così che possa confondersi con un cielo fittizio. Oramai il nostro pianeta è morto da tempo, tuttavia continuiamo ad aggrapparci ai ricordi e alla speranza di una salvezza. Nessuno vuole parlarne, ma l’inferno è da tempo in superficie.
Viviamo in un continuo mutamento fisico, e probabilmente anche psichico, ma non possiamo sprecarci in ragionamenti intricati, altrimenti perderemmo la testa. Così continuiamo la nostra vita, la nostra sopravvivenza, lungo i vagoni della metro. Non si chiama così da molto tempo. C’è chi la chiama Il Grande Treno, altri la definiscono La Nave della Terra. Forse il troppo inquinamento
ci ha rincretiniti, a tal punto che preferiamo inventare storie e credere di vivere ogni giorno in una
specie di allucinazione. Ogni mattino non sappiamo, o fingiamo di non sapere, il ruolo da abbinare al nostro abito, non conosciamo il personaggio che interpreteremo, perché alla fine tutti noi speriamo di non avere quel destino e di non essere lo sfortunato di turno. La scenografia ci fa strada,
ma non sai mai se la sceneggiatura della tua esistenza è scritta da te o da qualcun altro. Un tempo si parlava di Dio. Oggi è censurato anche Lui. Il ticchettio. Mi accompagna ogni istante. Ci pervade
ogni attimo. Nasciamo che già conosciamo ogni spasimo di quel tempo avido e avaro. Ma loro sono dappertutto. Ci controllano. Ci osservano. Ci sedano. Ci anestetizzano. Ci braccano. Ma non possiamo fare altro che far finta di niente. Deglutire l’amaro è l’unica azione
concessa. Gli orologi sono ovunque. Grandi, come enormi occhi, ci scrutano. Girano le lancette, ogni secondo. Sono appesi alle grandi torri, a ogni angolo delle strade. Ci guardano.



Nessun commento:

Posta un commento