giovedì 30 gennaio 2020

RECENSIONE "IL MARGINE DELLA NOTTE" di Ferdinando Salamino



Buongiorno follower!
In uscita oggi "Il Margine della Notte" dell'autore Ferdinando Salamino, edito Golem Edizioni.
Valentina Piazza ha avuto il piacere di leggerlo in anteprima per noi 😊




Autore: Ferdinando Salamino

Genere: Noir

Casa editrice: Golem Edizioni 

Disponibile in formato cartaceo a € 14,48
A breve anche in ebook

Data di uscita: 30 gennaio 2020 



TRAMA:  

Michele Sabella si è lasciato alle spalle l’Italia, un padre ergastolano e un segreto di sangue. Tutto ciò che desidera è occasione per ricominciare e quella sonnolenta cittadina delle Midlands inglesi, con il suo dipartimento di polizia in cui nessuno indaga mai su nulla, sembra il luogo perfetto per dimenticare ed essere dimenticato. Quando però Paulina Szymbova, immigrata polacca con problemi di droga, viene trovata morta nel suo appartamento con un biglietto di addio nella mano, Michele si convince che l’apparente suicidio nasconda qualcosa di più di un semplice atto di disperazione. Contro il parere dei colleghi e dei superiori, intraprende un’indagine solitaria che lo condurra oltre le tranquille e rispettabili apparenze della città, nelle sue viscere colme di odio e violenza. Mentre nel ghetto di Merchant Court giovani immigrate continuano a scomparire e a morire, Michele è costretto a domandarsi, ancora una volta, quanto sia sottile la linea che lo separa dai mostri a cui dà la caccia.



BIOGRAFIA:

Ferdinando Salamino è nato nel 1971. Laureato in Psicologia Clinica a Torino, la sua vita si divide tra Milano, dove è nato, e il Regno Unito, dove esercita come psicoterapeuta e insegna Psicologia all'Università di Northampton. Nell’aprile del 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo, un noir psicologico dal titolo “Il Kamikaze di Cellophane” (Prospero Editore). Il suo racconto breve “Sangue Bianco” compare nell’antologia “Il Tallone di Achille”, curata da Massimo Tallone (Golem Edizioni). “Il Margine della Notte” è il suo secondo romanzo.  






DICE L’AUTORE:

"Il Margine della Notte" è un romanzo autoconclusivo che segue gli eventi e le azioni dei personaggi principali già comparsi ne "Il Kamikaze di Cellophane". Può essere letto in modo indipendente, ma è a tutti gli effetti un sequel del primo romanzo.

La vicenda ha luogo sei anni dopo la conclusione de "Il Kamikaze di Cellophane", in una sperduta cittadina delle Midlands inglesi, Twins-on-Trent.
Twins-on-Trent è un luogo di fantasia, come la Castle Rock di Stephen King. I luoghi descritti, però, sono reali, tratti dall'esperienza dell'autore, cittadino italiano residente nel Regno Unito. 

I dettagli investigativi e le tecniche di interrogatorio descritti nel romanzo sono frutto della collaborazione con l'ex Detective e oggi istruttore John Fox, in forza all'Accademia di Polizia dell'Università di Northampton, al quale vanno i sentiti ringraziamenti dell'autore.







Lo ammetto: morivo dalla voglia di riavere Michele, Elena e la brillante scrittura di Ferdinando Salamino tra le mani e, quando è successo, la magia è ricominciata. Per me attesissimo, questo seguito di "Il kamikaze di cellophane" non ha deluso le mie alte aspettative, anzi, mi ha lasciata spiazzata! Ebbene sì, perchè ritroviamo il nostro eroe, Michele, quando ha lasciato l'Italia e mentre svolge il lavoro più inaspettato del mondo, presso il commissariato di polizia in una città inglese dai sobborghi malfamati. Conosciamo Paulina, una povera vittima polacca, immersa nei suoi problemi di droga, morta, con un sacchetto di plastica in testa e un biglietto nella mano. Si è davvero suicidata? L'istinto di Michele si mette in moto e ci conduce in una vicenda al cardiopalma dove niente è come sembra, dove la periferia è un mostro vivente, potente e affamato, quasi quanto quello che vive nell'anima di Michele ma che, stavolta, sembra restare in silenzio. Le voci, però, servono al nostro protagonista e i mostri sono necessari, quando se ne devono affrontare di nuovi. Forse Michele dovrà invocarli...
Ritroviamo Elena, bella e fatale come sa esserlo solo la morte. La ritroviamo dopo che una nuova occasione di vita le è stata donata, proprio da Michele. Riuscirà lei ad accettarla e andare avanti?
La scrittura è incalzante, avvolgente e ci fa immergere nella mente contorta e al contempo affascinante dei personaggi, Michele sopra tutti. Un eroe senza macchia? No, tutt'altro e, proprio per questo, affascinante e coinvolgente. Vero. Reale. Uscirà dalle pagine per fermarsi dritto nei vostri cuori, è una promessa. Un thriller psicologico ma anche d'azione, senza un attimo di pausa; le pagine scorreranno, trascinandovi verso la fine. Non smetterete un secondo di domandarvi: e adesso?
La storia di Elena e Michele è una storia di sofferenza, speranza, spesso disattesa, una storia di rinascita che ci insegna ad andare avanti ma anche che alcuni non ce la fanno. Un thriller, ma anche una storia d'amore che, iniziata nel kamikaze, qui evolve, straziando l'anima del lettore.
Non voglio dire troppo, per non rovinare la sorpresa, solo consigliare vivamente questo libro, per tutte le intense emozioni che riesce a far provare. Complimenti!





BREVE ESTRATTO:

L’amore è identico a ogni altra droga.
Se è impuro ti uccide, se è puro ti uccide solo più in fretta.
Uccidiamo coloro che amiamo con le regole e i divieti, oppure con promesse che non siamo in grado di mantenere. Uccidiamo con i nostri silenzi sconfinati o con parole come nodi scorsoi. 
Con il tradimento e con la nostra lealtà appiccicosa.
Per amore, iniettiamo sogni che inquinano il sangue e sputiamo sulle tombe delle nostre vittime, fingendo di non ricordare perché le abbiamo perdute.
L’amore è sterminio, i sopravvissuti lo sanno e i morti lo intuiscono un istante troppo tardi.
Cose che dovrei aver imparato, oramai, eppure eccomi ancora qui, la pistola stretta nel pugno, a illudermi di arrivare in tempo, di riuscire a salvarla. Di nuovo.
La sua lettera d’addio arde contro la pelle come ferro rovente, marchio d’infamia per i giuramenti caduti nel vuoto.
Tendo l’orecchio, cercando l’eco del suo respiro nel soggiorno muto.
È impensabile che sia ancora viva, eppure mi ostino a sperare, perché è questo che facciamo. Speriamo.
Uccidiamo con la speranza e lasciamo i cadaveri a sgocciolare nell’essiccatoio del nostro disincanto.
Salgo le scale un gradino alla volta, ombra in uno spazio di ombre, cercando di non immaginare, di non sapere, ciò che mi aspetta al piano superiore.
Più di ogni altra cosa, vorrei dimenticare che tutto questo è colpa mia. 


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