venerdì 29 ottobre 2021

RECENSIONE "BACIAMI COME UNA STAR DI BOLLYWOOD" di Sara P. Grey

 

Recensione: "Baciami come una star di Bollywood" dell'autrice Sara P. Grey.
A cura di Daniela Colaiacomo.




Autore: Sara P. Grey

Genere: Contemporary romance 
- Romantic comedy

Disponibile in ebook a € 1,99
E in formato cartaceo a € 9,99

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Tutti vengono in India in cerca di qualcosa. Credo di essere l’unica che, una volta qui, ha trovato più domande che risposte.

Un affascinante attore di Bollywood
Un pittoresco hotel arroccato sulle colline di Mumbai.
Un mango.
E un bacio.
Cosa mai avranno in comune?
Una storia.
La mia.
Mettevi comodi, che ve la racconto.

Arjun Singh è un divo del cinema.
Il suo sorriso vale milioni.
Sul suo corpo sbava un’intera nazione.
Potrebbe avere chiunque, ma non gli interessa.
Perché lui vuole me.
E accidenti se riesco a capire per quale motivo!
Io sono soltanto una fotografa squattrinata,
proprietaria di uno scalcinato bed & breakfast a un passo dal fallimento,
single senza speranza.
Che ne so di come farmi notare da un tipo del genere?
O di come farmi baciare da lui, se per questo.
Eppure, quel bacio è tutto ciò a cui riesco a pensare.
Se solo si decidesse a darmelo! 

Leggere questo libro è stata un'emozione continua, un meraviglioso viaggio in una realtà molto distante dalla nostra, dove tutto è esaltato ed esaltante: colori, profumi, calore, i sensi vengono stimolati, ogni descrizione è particolareggiata e talmente vivida da essere percepita come reale; il lettore è sulla scena descritta da Sara P. Grey, a Mumbai, dove una fotografa freelance e un bellissimo e famoso attore di Bollywood incrociano le strade legando i loro destini.
Kirti Sharma, Kiki per gli amici, nata e cresciuta a Birmingham, Regno Unito, non ha mai avuto una casa né una vera famiglia dal momento che i genitori, che si erano trasferiti in Inghilterra prima della sua nascita, sono morti quando era ancora una bambina e la zia a cui è stata affidata, una vecchia zitella inacidita, per disfarsi di lei, l'ha mandata in collegio:

Quando è morta anche lei ho scoperto l’unica altra eredità lasciatami da mio padre oltre a una scatola piena di fotografie sbiadite di gente ormai morta e sepolta: il vecchio palazzo diroccato sulle colline di Mumbai in cui Vikander Sharma è cresciuto, rimasto ormai vuoto e abbandonato, in attesa dell’ultima discendente della stirpe disponibile a farsene carico. Io. 

Per cercare di trasformare in un hotel l'ex palazzo nobiliare pieno di spifferi e muffa - lo Shanti Sharma Palace -, ereditato insieme ai suoi custodi, Garan Baba e sua moglie Suva, una cuoca dal talento straordinario, Kiki si è trasferita a Mumbai. L'impresa richiede tanto impegno e, soprattutto, denaro di cui è sprovvista, così con l'aiuto di Garan, Suva e del dolcissimo transessuale, ospite fisso del Palace, Sunny Radu - una rabdomante delle emozioni, sa sempre quando c’è qualcosa che non va, e non ha senso cercare di nasconderle la verità perché è più tenace della polizia indiana quando si tratta di estorcere informazioni - manda avanti un bed & breakfast per turisti squattrinati: sono loro la sua famiglia insieme a Leilani.

Leila Dharma, la mia migliore amica.
Ci siamo conosciute durante il primo anno di collegio, in Inghilterra, abbiamo fatto subito amicizia e non ci siamo lasciate più. Dopo il diploma ci siamo trasferite qui insieme. Leila mi ha ospitato a casa sua prima che venissi a vivere al Palace, proviene da una famiglia molto facoltosa e non si è mai fatta problemi a condividere ciò che ha con me. Ho un grosso debito di gratitudine nei suoi confronti, è grazie a lei se ho potuto muovere i primi passi nel mondo della fotografia e farmi notare: mi ha affidato il compito di scattare le foto pubblicitarie per la app di incontri che aveva appena inventato, MeetMe.

Una notte in cui, affamata, esce dal Palace e va alla poco distante bottega di Kumar, per sua distrazione, una cascata di manghi si abbatte su un ospite a sorpresa.

Mango batte cucuzza uno a zero, penso, lasciandomi sfuggire un accenno di risatina, che subito mi muore in gola.

Quello che ho davanti è Arjun Singh e io ho appena attentato alla sua vita armata di frutti esotici e un’abbondante dose di stupidità. «Voglio morire» sussurro, avvampando per la vergogna.

Preda della sua ossessione per le tortine alla mandorla, AJ - così si presenta a Kiki -, che abita nello stesso quartiere, ha eluso la sorveglianza della guardia del corpo, Ravi, e si è recato a comprarle da Kumar. 
Attrazione e comunicativa rendono l'inatteso incontro interessante.
Arjun è piacevolmente colpito dalla risposta calma e serena di Kiki di fronte alla sua presenza - è abituato alle richieste assillanti e pressanti delle sue ammiratrici -, l'atteggiamento amichevole con il commiato alquanto tiepido della ragazza lo lasciano interdetto, ma non toglie il piacere della passeggiata nel tornare a casa.

Assaporo con tutti e cinque i sensi l’aria tiepida della sera, il fetore che sale dalla strada è pungente al naso, il bouquet mi dà subito alla testa. EAU de Mumbai, il mio preferito, una mistura inconfondibile di incenso, spezie e immondizia.

Tra rivalità, intrighi, sotterfugi, vere amicizie e tanta passione, con il pov alternato dei suoi protagonisti, Sara Grey ci racconta la loro storia, l'ambiente che li circonda, mentre i vari personaggi secondari, ognuno con il proprio ruolo, preciso e determinante, ne arricchiscono i contenuti.
Conosco da tempo lo stile ironico di questa versatile autrice, lo apprezzo, è brava, scrive bene, le pagine scorrono velocemente e inducono quasi sempre al sorriso, è divertente; ma questo suo ultimo lavoro, in particolare, è una chicca, la dimostrazione della buona conoscenza dell'India, di alcuni suoi tesori - bellissima la descrizione delle "scalinate" di Panna Mena ka Kund -, delle infinite spezie che vi si trovano, ma, soprattutto, della sua essenza.

I gas di scarico appestano l’aria, l’afa la rende insopportabilmente immobile, c’è tanta umidità che sembra di respirare acqua sporca. Ci si potrebbe arrostire un uovo, sullo scorcio di sedile accanto a me, e bollire l’acqua per il riso sul cruscotto del nostro veicolo. Rabbrividisco, nonostante il calore infernale. Ogni volta che mi trovo nel mezzo di un ingorgo come questo mi assale una sensazione insopportabile di claustrofobia, che mi ricorda il panico provato la prima volta in cui ho messo piede in questa città.
È stato come prendere uno schiaffo in pieno viso dalla vera essenza dell’India. A volte ancora la pelle mi brucia, al pensiero. Poi ricordo cosa è accaduto dopo, il momento in cui ho posato per la prima volta lo sguardo sul Palace, e mi calmo, nella consapevolezza che sia valsa la pena di accettare l’invito di questa immensa e stupefacente nazione, e consegnarmi a lei anima e corpo.
Che non sono di qui ormai si era capito.

Conosco un po' l'India proprio per merito dei film di Bollywood - ne ho visti parecchi affascinata da una cultura così estranea alla mia mentalità occidentale -, scoprirla attraverso gli occhi di una persona che ci si è recata è quasi seducente.
Il libro mi è piaciuto molto, la trama è intrigante, la storia appassiona, le descrizioni sono bellissime. Complimenti Sara 👍 
Un’ultima nota positiva è la presenza del glossario, delle specifiche sul matrimonio e di tante curiosità della cultura indiana che, come il libro, consiglio di leggere. 


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