Buongiorno follower, buon inizio settimana 😊
Oggi lascio la parola ad Amneris Di Cesare
Titolo: Figlia di nessuno
Autore: Amneris Di Cesare
Disponibile in ebook a € 1,99
Pagina autore: Amneris Di Cesare
TRAMA:
Mi chiamo Nivea Maria Gonçalves Mello Branco. Tanti cognomi, per indicarne uno solo, vero e stampato a fuoco sulla mia carne: figlia di nessuno. Mia madre era una mulatta della favela più grande del Sud America: la Rocinha. Una città vera e propria, costruita su una collina di fronte all’oceano: non c’è vista panoramica migliore in tutta Rio. Sognava un uomo che la portasse lontano, magari in America, che le desse una casa dove vivere felici insieme. Perché sonhar não custa nada, sognare è gratis. Ed è un errore che io non ho mai commesso. Ho conosciuto tanti uomini ma non ho mai permesso a nessuno di umiliarmi. Sono stata amata e ho amato anche io, una volta sola. Amare è l’unico lusso che mi sono concessa. Questa è la mia storia. Mi chiamo Nivea e sono figlia di nessuno.
DICE L'AUTRICE:
Spesso mi capita di ascoltare una
melodia e di avere la sensazione che quella canzone, o più semplicemente la
voce che la canta, mi racconti qualcosa di altro,
che va oltre il significato o la storia inizialmente
trasmessa.
È stato il caso di Sohnar não custa nada, enredo
oficial al Carnevale del 1992 della Escola di Samba Mocidade Indepentente de Padre
Miguel di Rio de Janeiro. Ogni anno, infatti, tutte le scuole di samba scrivono
un inno ufficiale che sarà cantato durante la sfilata nel Sambodromo e nei giorni di festa ininterrotta. Tre giorni di canti,
balli a ogni angolo di strada nella Zona
Sul (Zona Sud, la parte più luccicante e turistica di Rio) e di fronte alla
Bahia di Guanabara, sullo sfondo del Pão de Açucar e con la benedizione del Cristo Redentor, statua che svetta a
braccia aperte dal Corcovado. Quella
canzone, ascoltata durante l’unico Carnevale a cui io abbia mai partecipato, mi
entrò così tanto sotto pelle e dentro il cuore che decisi un giorno gli avrei
dedicato un racconto.
Ma nel mio caso, spesso, i racconti che
scrivo si animano di vita propria, si ribellano alla loro creatrice e non
accettano di restare soltanto tali. È stato il caso di “Figlia di nessuno”, il
mio canto d’amore per il Brasile,
paese che mi ha visto nascere e che mi ha accolto per i tre anni più importanti
e formativi della mia vita e che ancora palpita nel mio cuore e nella mia anima
un pochino carioca.
Nivea Maria Gonçalves Mello è una donna delle favelas di Rio de
Janeiro. Balla e si prostituisce per causa di forza maggiore. Non conosce
l’identità dell’uomo che l’ha generata, ha perso la madre molto presto. Non le
importa comunque di scoprire il segreto del suo passato, quello che le
interessa davvero è attraversare la vita senza illusioni che, secondo lei, possono
essere fatali. Riuscirà a uscire dal fango in cui ha vissuto ma sarà costretta
a farvi ritorno, attratta dal richiamo irresistibile della vita stessa. Un
racconto breve, oggi divenuto in realtà una novella, che è stato scritto di
getto e su cui ho poi meditato a lungo, perché la mia più grande preoccupazione
era quella di essere rispettosa nei confronti dei brasiliani, della loro
cultura e del loro meraviglioso modo di essere.
A gennaio 2016 con una versione più
corta, partecipai al Concorso Letterario Verbania for Women 2016, presieduto
dalla meravigliosa Mariangela Camocardi e, con mio sommo stupore, risultai tra
le finaliste. Quando Mariangela mi informò che si sarebbe realizzata una
raccolta con tutti i testi finalisti, le chiesi il permesso di tenere quel
racconto per me perché… aveva ancora qualcosa da dire. Nivea, la mia
protagonista, ballerina di samba e prostituta, doveva ancora rivelarmi la
storia di violenza per cui la madre aveva perso la vista e anche del suo forse
unico, vero amore, João. Una parte di storia che nemmeno io, allora conoscevo.
E con il sottofondo musicale di Sonhar não custa nada, ho ripreso questo
testo e ne ho fatto il romanzo breve che il 25 novembre uscirà in ebook e in
cartaceo.
Un romanzo di cui sono orgogliosissima
per una serie di motivi, non solo per il contenuto che raggiunge personalmente
il mio io più intimo.
Luna
di È Scrivere, socia EWWA
conosciuta come Lia Winchester mi ha
disegnato la splendida copertina che qui viene esposta. Luana Prestinice, Social Media Manager di EWWA mi ha curato la
parte riguardante l’impaginazione e la realizzazione digitale e cartacea del
libro. Lucia C. Silver, invece, mi
ha curato e segue tutta la parte promozionale del libro. Seguendo i consigli
dei Workshop EWWA, e in particolare quello sul self-publishing, ho voluto percorrere
e sperimentare direttamente i vari passi consigliati per un corretto lancio e
per la promozione di un libro
autoprodotto. Ho ascoltato i consigli di Luana, sono stata coccolata da Lia per
la grafica della cover e bacchettata e richiamata all’ordine da Lucia più volte
per quanto riguarda invece la presenza sulla rete e sui social. Esperienza nell’esperienza
che sono entusiasta di aver fatto. Felice di esser stata affiancata da così
brave e competenti professioniste.
Ma del resto:
Sonhar não custa nada
O meu sonho é tão real
Mergulhei nessa magia
Era tudo que eu queria
Para ese carnaval
ESTRATTO:
Mi chiamo Nivea Maria Gonçalves
Mello Branco. Tanti cognomi, per indicarne uno solo, vero e stampato a fuoco
sulla carne: figlia di nessuno. Mia madre era una mulatta della favela più
grande della città: la Rocinha. Una città vera e propria, costruita su una
collina di fronte all’oceano: non c’è vista panoramica più bella, in tutta Rio.
Unico inconveniente: le baracche. Fatte con legno marcio, eternit, addirittura
cartone quando non hai altro materiale per tirar su casa. E i bicheiros. Quelli
che comandano, che vendono cartelle della lotteria illegale insieme ai facili
sogni di un riscatto dalla miseria che non arriverà mai, e che se ne stanno
all’entrata del morro, la favela, a chiedere pegno ogni volta che entri o che
esci. E la puzza dei liquami che scorrono per i vicoli di terra e fango. E le
pallottole vaganti. Penha, mia sorella, se n’è andata così. Una sola, diritta
alla schiena, mentre correva con altre amiche. Giocavano a nascondersi, per
passare il tempo e ammazzare la tristezza, che per noi carioca não tem fim, non ha fine, come dice Vinicius.
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