giovedì 10 febbraio 2022

"AL POSTO TUO" di Tiziana Irosa e Vincenzo Romano

 

Buon pomeriggio amici lettori!
Oggi per voi un'altra imperdibile nuova pubblicazione: "Al Posto Tuo
di Tiziana Irosa e Vincenzo Romano.



Titolo: Al Posto Tuo
Autori: Tiziana Irosa e Vincenzo Romano

Genere: Umoristico, con sfumature giallo, rosa 
e una strizzata d’occhio al fantasy

Disponibile in ebook a € 0,99
A breve anche in formato cartaceo 

Contatti autore: Tiziana Irosa 



TRAMA:

A chi non è mai capitato di dire a qualcuno: “Vorrei vedere te al mio posto?”
E se per una volta questo scambio funzionasse davvero, cosa ne sarebbe della nostra vita?
Leonardo Guerra è il popolare presentatore di un programma di documentari storici; Bianca Vinci è la direttrice di un piccolo museo. La sua carriera è stata stroncata proprio da Guerra, e da allora i due sono nemici giurati ed entrambi desiderano la gloria e la vendetta.
Il ritrovamento di un antico oggetto rituale li farà rincontrare, costringendoli a lavorare (e litigare) di nuovo fianco a fianco, ma mai potrebbero immaginare quel che il "Versus" è in grado di fare. Purtroppo, l’oggetto scompare misteriosamente e i due, insieme a un avvenente capitano dei Carabinieri e a un trafficante di opere d’arte, dovranno fare di tutto per recuperarlo. Se falliranno, Bianca e Leonardo resteranno nel corpo sbagliato per il resto della loro vita.
Una storia dalle sfumature gialle e rosa, nel cuore segreto di Napoli.


DICONO GLI AUTORI: 

Gli autori si sono divertiti tantissimo a mettersi "al posto dell'altro" e il fatto di essere amici e di aver già lavorato insieme non ha fatto altro che mettere su carta l'ilarità di certe scene vissute dai protagonisti di questa storia incredibilmente divertente.




BREVE ESTRATTO:

Per tutte le pizze margherita!
Stamattina, ho la testa che mi scoppia e una sete tremenda. Il mio cervello vuole essere idratato.
Acqua, pipì e un antidolorifico per cavalli.
Metto un piede a terra, e il mondo inizia a girare. Spalanco entrambi gli occhi ma, al buio, non riesco a trovare dei punti di riferimento: la stanza va sempre più per i fatti suoi.
Maledetto Prosecco, e maledetto Guerra!
Faccio qualche passo alla cieca e vado a sbattere contro una cassettiera. Sono così fuori fase che nemmeno ricordo dove sono posizionati i miei mobili. Con le mani contro il muro, cerco a tastoni la porta del bagno; trovo lo stipite e scendo fino alla maniglia. Entro e, con il piede, urto il water. Trattengo un’imprecazione e mi siedo.
Un attimo…
Sono seduta sul bidet: l’acciaio del rubinetto mi graffia la base della schiena. Stendo la mano alla mia destra in cerca del water; finalmente, lo trovo e mi ci accomodo, sento la vescica che si svuota e mi rilasso. Il mal di testa è come un rumore di sottofondo, se resto con gli occhi chiusi va un po’ meglio.
Devo arrendermi all’evidenza, sono vecchia per prendermi una sbronza. Mi tocca fare mente locale sui rimedi del day after, non posso presentarmi al lavoro in questo stato.
Per prima cosa, devo affrontare la mia immagine con coraggio. Avrò gli occhi da panda e le ciglia appiccicate; nella vita, comunque, ho fatto di peggio che andare a dormire truccata. Mi alzo, tiro lo sciacquone e cerco l’interruttore della luce.
Ma dove cavolo è il muro? Non ricordavo che il mio bagno fosse così grande. Basta alcol, non devo più toccare nulla che abbia più gradi dell’acqua.
Continuo la mia ricerca tastando il muro, fino a trovare il pulsante. Accendo la luce e serro gli occhi accecata. Pian piano, li apro e li chiudo e li apro e li chiudo e li apro e…
«Cazzo! Dove sono?»
Mi guardo intorno: decisamente, queste piastrelle color tortora non sono le mie e, decisamente, quella non è la mia doccia. Un dubbio mi serra lo stomaco.
Ho fatto sesso con qualcuno e sono a casa sua. Sì, ma chi? L’ultima cosa che ricordo è Nicola che mi accompagna nel mio appartamento e noi che rotoliamo tra le mie lenzuola e… wow! Ricordo che mi sono divertita. Ma adesso? Che mi abbiano rapita? 
Mi giro di scatto; urto col gomito un deodorante appoggiato sul ripiano in marmo, facendolo volare sul pavimento. Mi piego, lo afferro e gli occhi cadono sulle mie gambe. Un urlo disumano esce dalla mia bocca: «Aaaahhhhhhhhh!» Da dove cavolo spuntano tutti questi peli? Che diavolo ho bevuto, testosterone? Mi alzo di scatto, qualcosa dondola in mezzo alle gambe.
Dondola?
Sollevo la T-shirt.
«Aaaaahhhhh!» Abbasso e rialzo l’orlo della maglietta un paio di volte, come un prestigiatore che si aspetta che il coniglio sparisca dal cilindro.
Non è possibile, non è possibile!
«Adesso mi sveglio, è solo un incubo.»
Con un dito, tocco l’intruso tra le mie gambe: al tatto è liscio, anche molliccio direi. Mi ritraggo schifata.
Guardo meglio e trovo anche la sua coppia di compari. Deve essere un incubo, adesso mi do uno schiaffo.
«Ahi!»
Sono sveglia? Meglio vomitare oppure svenire?
 Faccio due passi verso il lavandino con gli occhi bassi, ho timore di guardare l’immagine riflessa, magari solo una sbirciatina.
«Aaaaahhhhhh!»
Quello sbruffone di Guerra mi ha fatto uno scherzo del cavolo.
Spalanco gli occhi e mi tocco il viso, il mento è ruvido di barba appena cresciuta. Gli occhi sono azzurri come i suoi, anche i capelli sono come i suoi: io sono come lui.




Tiziana Irosa è nata nell’assolata Palermo, ma si è dovuta adattare alle nebbie di Bergamo dove vive insieme alla famiglia e si occupa di acquisti e relazioni con l’estero nella società in cui lavora da più di dieci anni. Era poco più di una bambina quando il padre le regalò una raccolta di racconti di Agatha Christie. Fu subito colpo di fulmine.
Divoratrice di libri, adora viaggiare per le capitali del nord Europa e dove sia possibile arrivare con un aereo. Fin da piccola la sua testa è stata popolata da storie e personaggi fantastici a cui non aveva mai dato un seguito, fino a quando, una sera di alcuni anni fa, si è messa davanti una pagina bianca del suo pc e ha iniziato a riempirla con migliaia di parole che ancora non è riuscita a fermare.
In self publishing ha pubblicato anche: Volevo una Quarantadue, Maledetta Cenerentola, Tutta colpa di un Cioccolatino e Uno per Tutte, Tutte per Me.


Vincenzo Romano, nato a Benevento nel 1980 e cresciuto a Napoli - con una parentesi professionale negli Stati Uniti - , dal 2010 vive a Pozzuoli con la famiglia, che ha ribattezzato #romanicomio.
Appassionato di fantasy e fantascienza, si mette in testa di provare a raccontare storie.
Nel 2016 pubblica “Mezzosangue” (0111 Edizioni). I temi centrali del romanzo sono il superamento del pregiudizio, il valore della diversità, la ricerca di se stessi e il valore dell’amicizia.
Nel 2018 esce "Romanicomio: storie di figli, pensieri di papà", un breve testo di riflessioni sulla genitorialità, vista dal lato dei padri.
Nel 2019 cura l’antologia “I viandanti di Eirahn”, nove autori contribuiscono con un racconto ambientato su Eirahn, l’ambientazione di Mezzosangue. L’antologia ha uno scopo benefico e sostiene i progetti di Opportunity Onlus.
Nel 2021 il racconto “Alienazione”, scritto a quattro mani con Linda Talato, viene inserito nell’antologia “Oltre lo specchio” (Dark Zone Edizioni). Il progetto è patrocinato da Amnesty International, di cui sostiene i progetti.
Nel 2021 il racconto “Il suono” vince il premio “scelto dal pubblico” e viene inserito nell’antologia “Le migliori storie da Lo scrigno dei racconti” (Runa Editrice).  


2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. sarà interessante assistere alla pipì del signor Nicola! Sai che disastro! :-) Molto carina l'idea! :-))))

    RispondiElimina