lunedì 18 marzo 2024

RECENSIONE "IO NO (EX-IO) di Valeria Raimondi

 

Buongiorno follower, buon inizio settimana.
Recensione: "Io no (ex-io)" dell'autrice Valeria Raimondi, raccolta poetica 
edita Puntoacapo Editrice. A cura di Andrea Macciò. 



Titolo: Io no (ex-io) 
Autore: Valeria Raimondi

Genere: Raccolta poetica

Casa editrice: Puntoacapo Editrice
Collana: Intersezioni

Disponibile in formato cartaceo a € 12,00

Contatti autore: Facebook 





Io no (ex io) di Valeria Raimondi è una silloge poetica uscita per la prima volta nel 2011 e ripubblicata a ottobre 2023 per la collana “Intersezioni” di Puntoacapo Edizioni.
Il percorso di Io no (ex io) si dipana in sette sezioni o canti che raccontano con un linguaggio poetico aspro e scarnificato, talora iperrealista nella descrizione di alcuni dettagli, la storia di un Io che sorvola l’abisso in bilico tra ascesi e auto-distruzione. L’autrice svolge anche la professione di infermiera e la raccolta nasce dalla suggestione di un evento vissuto, la storia di una ragazza affetta dal disturbo alimentare dell’anoressia. 

Oggi è mai più (...) la gioia è mai più/ mai più il lamento la scala la noia/ mai più gli occhi il ventre la mano/mai più il giorno la notte la voglia. Ex-io, ex-tu, ex-voi. Svendita totale-totale rinuncia. Anorexia. Oggi è mai più.

Nel primo canto, Curar(se), il percorso emotivo è quello del tentativo di uscire da sé stessa della voce narrante, da quando la bambola si è rotta/spezzato l’ingranaggio la tensione che sentiamo è quella all’annullamento del corpo e della carnalità per sentirsi con l’anima più vicina al cielo. Con Nutrir(se) le poesie con una descrittività quasi iperrealista evocano il rapporto tra la voce narrante e la tentazione del cibo e della tigre-fame. Con Ex voi viviamo il rabbioso distacco della voce narrante dal resto del mondo; razze di vuoti a perdere è una delle invettive lanciate contro un immaginario voi, con Ex tu entriamo nel tormento della voce narrante nel cercare di liberarsi dal desiderio sessuale e dalla ricerca dell’amore. 

Ambire a un amore a un figlio a una vita (una bestemmia al cielo questo desiderare) ambire solo a un bacio un bacio dato gratis e stento a non amarti, a non cessare il vizio di cercarti

Con Ad(dio) e Speranze d’Essere si mescolano la ricerca dell’annullamento con un afflato mistico e religioso, e con la fame d’amore alla quale sono associati i disturbi alimentari. 

Un po’ d’amore anche piccolo, storto, malato, un po’ d’amore chiedo. 

Un percorso che ci porta ai cinque componimenti isolati Sogni e al canto finale Mostri nel quale la voce narrante riemerge da sopravvissuta all’abisso interiore che ha attraversato. 

Sono un pericolo, una mina vagante, ho conosciuto il dolore che uccide e sono sopravvissuta (…) sono stella caduta angelo ripudiato terrificante dea.

Solo nell’ultimo componimento è l’autrice a parlare in prima persona, rivolgendosi alla protagonista alla quale ha dato voce. 

Vorrei salvarti, ma non è in mio potere. Ti regalo una voce.

La raccolta di Valeria Raimondi, come affermato nella post-fazione di Maria Sardella, è parte di una poesia contemporanea sempre più lontana dal facile lirismo, che oggi è diventata il linguaggio elettivo per sfrondare la scrittura dall’inessenziale e dal decorativo, alla ricerca dell’essenza. L’autrice riesce a raccontare con gli occhi di un’altra l’ostico tema dell’anoressia e dei disturbi alimentari, diffuso in particolare nelle fasce giovanili e tra le ragazze, che vivono spesso in questa fase i sentimenti contrastanti tra rabbiosa estraneità al mondo, afflato all’annullamento fisico e alla trasformazione in essenza spirituale e fame d’amore che Valeria Raimondi riesce a riportare al lettore con una sorprendente intensità emotiva. 
È possibile leggere questo percorso poetico anche a livello metaforico, e interpretare l’anorexia del primo componimento come una metafora della Poesia, un linguaggio che nel mondo contemporaneo sembra avere uno spazio sempre più ristretto, portando chi la pratica a sentire lo stesso abisso della voce narrante? Forse è possibile leggere Io no (ex io) anche in questo senso, vista l’intensità emotiva e l’immedesimazione tra autrice e voce narrante che si percepisce in molti passi. 
Una lettura non facilissima, ma di grandissima intensità emotiva, che non lascerà sicuramente indifferente chi legge. Parlare di un disturbo psico-somatico come l’anoressia con un linguaggio poetico ha permesso all’autrice di dare voce alla sua protagonista e a far vivere chi legge assieme a lei il suo contradditorio percorso di sorvolo dell’abisso, che forse è lo stesso di chi fa poesia. Il linguaggio è interessante, passionale e innovativo, a volte iperrealista e descrittivo, con uso frequente di neologismi.


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