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Recensione: "Adorabile sbaglio" di Michela Piazza e Pamela Boiocchi.
A cura di Silvia Cossio.
Autori: Michela Pazza e Pamela Boiocchi
Serie: Peccati d'Egitto Vol.1
Genere: Romance storico
Disponibile in ebook a € 2,69
E in formato cartaceo a € 14,00
TRAMA:
Cos'è più pericoloso?
Perdersi nel Sahara dopo una tempesta di sabbia o trovarsi sola tra le dune con un misterioso, affascinante libertino?
Isadora non sa davvero cosa pensare. In teoria Caleb Cox l'ha salvata e sostiene di essere un archeologo, proprio ciò che vorrebbe diventare anche lei.
Però veste come un beduino e si comporta più da predone che da gentiluomo.
Il modo in cui la corteggia è del tutto inappropriato.
Vuole davvero aiutarla a realizzare i suoi sogni?
O sta solo usando il proprio fascino per sedurla e rubare gli antichi tesori che hanno scoperto insieme?
Una volta tornata a Londra, tra cavalcate a Hyde Park e soirée al Museo, Isadora dovrà scegliere tra cuore e ragione.
Quello per Caleb è un amore scandaloso, irragionevole. Ma, una volta che si è provato un sentimento simile, è impossibile dimenticarlo...
Isadora, detta Dora, giovane archeologa che vuole affermare il suo posto nel mondo - pronta a ignorare tutte le regole della decenza pur di realizzare il suo sogno - nipote di Arthur Honeyfield, noto esperto di antichità, viene sorpresa da una tempesta di sabbia durante una spedizione nel deserto del Sahara. Tratta in salvo da un nomade dagli occhi impari - ma più che un salvataggio il suo sembra un rapimento -, si ritroverà a vivere un’esperienza che le cambierà la vita.
Lui, Caleb Cox, è mmh..., non so se mi spiego, sembra gradire la giovane inglese.
«E comunque io non avrei neppure l’aspetto giusto. Non sono certo sensuale e provocante» ribatté stizzita. Quante volte le avevano ripetuto che era tutto fuorché una gran bellezza?
L’uomo sollevò un sopracciglio e la studiò per un istante interminabile. Quindi avvicinò il viso al suo, così tanto che i loro nasi quasi si sfioravano. «Mmh, non ne sarei troppo sicuro» mormorò con voce bassa e suadente. «Io non disdegnerei di averti nel mio letto.»
E lei non è indifferente al suo sorriso da canaglia.
Caleb lavora per l’Egypt Exploration Fund, la cui fondatrice, Amelia Edwards, è la musa ispiratrice di Dora. Dunque, si scopre che non è un predone, ma qualcuno animato dalla stessa passione per l’egittologia della ragazza.
Una persona che aveva messo la propria vita al servizio del Found, fondato da Amelia Edwards e Reginald Stuart Poole proprio per preservare le meraviglie dell’Egitto antico. E che, tuttavia, aveva deciso di mantenere una certa indipendenza rispetto al mondo accademico.
Entrambi un po’ ribelli, vicini al mondo archeologico, ma non proprio ligi alle regole e alle convenzioni.
Tra loro si crea un gioco senza regole. Lui la sfida a superare i propri limiti, la spinge a provare sensazioni nuove e sconosciute. La fa sentire strana, spregiudicata e coraggiosa.
«Sono tutto fuorché una brava persona, Isadora Honeyfield, sfrontato, ribelle. Non ho radici né buone maniere. Ma, se mi vuoi, sono tuo.»
Una volta rientrati a Londra, però, al cospetto dell’alta società, i due protagonisti sono costretti a mantenere un certo decoro. Il loro rapporto si rivela instabile, le insicurezze di Dora trovano terreno fertile e la mancanza di fiducia corrode come un acido il legame appena nato.
Per quale ragione si ostinava a cacciarsi nei guai? Sembrava incapace di vivere una vita tranquilla, simile a quella delle due coetanee. Magari era stato quel lato di lei, così irrazionale e imprudente, a spingerla tra le braccia di un uomo tanto sbagliato.
Lei è sempre pronta a pensare il peggio di lui. Ma chi è veramente Caleb? Un predone? Un mercante di schiave? Un ladro di reperti? Carnefice o vittima? Sicuramente, un personaggio coerente, dal mio punto di vista, un uomo capace da dare la giusta priorità alle cose.
Tra alti e bassi, incomprensioni e chiarimenti, sventure e incidenti, si arriva all’atteso lieto fine. Scontato, trattandosi di un romance. In verità, ho trovato prevedibile tutta la storia, i segreti facilmente intuibili, tuttavia ho apprezzato la lettura nella sua totalità, che scorre veloce e con innegabile piacere.
C’è da dire che questo libro è partito avvantaggiato dal momento che ho un debole per le storie ambientate nel deserto, dunque non ha dovuto impegnarsi più di tanto per convincermi; se volevo una storia alla Harmony posso dire di averla trovata.
Inizialmente pubblicato con il titolo “La maledizione del deserto”, più adeguato a mio parere, il romanzo è il primo volume autoconclusivo di una serie che prevedo “muy caliente” non solo per l’ambientazione… 😉