mercoledì 25 settembre 2024

RECENSIONE "LA SCELTA DI ARTEMISIA" di Guja Boriani

 

Buongiorno follower!
Recensione: "La scelta di Artemisia" dell'autrice Guja Boriani, 
prequel autoconclusivo di "Ladra di mamme".
A cura di Dario Zizzo.



Autore: Guja Boriani

Genere: Narrativa

Disponibile in ebook a € 2,99

E in formato cartaceo a € 15,60

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Prima dell’azione, c’è il sogno
Artemisia, casalinga degli anni Sessanta, non è propensa a formare una famiglia. Ama invece dipingere e scalare le montagne della Valle d’Aosta, perché solo lì si sente libera dalle richieste insistenti del marito, che desidera assolutamente un figlio, e dalle imposizioni della madre, che vorrebbe fare di lei una donna tutta casa e famiglia.
Quando le viene offerta la possibilità di partecipare, con un centinaio di altre alpiniste, a una scalata sul Monte Rosa all’insegna dell’emancipazione femminile, accetta con entusiasmo.
Il suo obiettivo è inseguire il suo sogno, trasformalo in azione, per capire cosa vuole davvero dalla vita, ma un incidente durante l’epica scalata le fa rivalutare la sua esistenza.
Artemisia sceglierà la libertà o si adeguerà alle aspettative degli altri? Un dilemma che la accompagnerà in un finale imprevedibile e toccante.

Questo romanzo storico e di avventura è il prequel di Ladra di mamme, ma la storia è autoconclusiva e può essere letta anche senza conoscere il primo romanzo della serie. 



La scelta di Artemisia (Le spirali Vol. 2) di Guja Boriani è il prequel di Ladra di mamme. Si tratta di un romanzo autoconclusivo in cui ogni capitolo si chiude con una massima; il primo si apre con la descrizione di uno degli atti più potenti che è dato a un essere umano, quello di creare un’opera letteraria ed è l’autrice a ritrarsi, quasi in un autoritratto:

La penna picchietta sul blocco di carta che tengo sempre vicino a me per raccogliere idee volanti. Accendo la lampada da tavolo, che avvolge di luce calda il PC, e i pensieri gironzolano come polverina sotto al riflettore. La Cosa, come la chiamo io, che mi aveva inquietata per anni, è stata di ispirazione. Le avevo dato solo una sbirciatina dentro al baule al termine dell’altro libro, ma ormai l’ho spacchettata. Dentro c’è un vero tesoro: piastrelle dipinte, diari, fotografie di mia mamma.

Abbiamo parlato di autoritratto, termine azzeccato visto che il personaggio principale è Artemisia, pittrice della domenica, come la più famosa omonima che di cognome faceva Gentileschi, la prima pittrice, spirito ribelle che sfidò, a caro prezzo, nel seicento, le convenzioni. Di quest’ultima l’Artemisia della Boriani ha l’amore per l’indipendenza, che la spinge ad assecondare la passione per la montagna. Questa la porterà a una sfida così ardua da far vacillare le sue certezze, la scalata del Monte Rosa assieme a un centinaio di donne, in barba alla madre che (erano gli anni Sessanta) vorrebbe per lei una vita “tranquilla”, come direbbe Tricarico; e sono davvero gustose le pagine in cui si parla di questo rapporto madre-figlia non semplice, molto simile a un continuo duello in cui i contendenti tirano ora di fioretto, ora di sciabola:

Da lì sentì la madre domandare con voce molto alta: «Abbiamo qualcuno in arrivo?» Artemisia ricomparve stritolando lo straccio che teneva in mano come se fosse il collo della sua adorata mammina. Arturo nascose il viso dietro a un lungo sorso di Bonarda. Poggiato il bicchiere sul tavolo, scosse il capo e aggrottò le sopracciglia, lasciando intendere che non si trattava di un bebè.

Anche la liaison col marito Arturo, per lei Artù, non è immune da qualche attrito, che essenzialmente si riduce a una divergenza di idee sull’avere o meno un figlio, perché si tratta di un rapporto cementificato, di una coppia che, pur nelle fisiologiche divergenze, è una unione perfetta, come traspare da queste parole della protagonista:

Chissà cosa starà facendo Arturo, se mi penserà. Magari anche lui sta guardando quella stella e lei rimanda la sua luce a me.

Artemisia è un personaggio ben caratterizzato, sia nella sua forza, che nelle sue fragilità, capaci di farcela amare di più, come il suo vezzo d’interrogare una cartomante che la chiama “bambina”: 

La vecchia scostò un ciuffo di capelli crespi dal viso, ma quelli ricaddero al loro posto. Rimescolò le carte con un’espressione da capo Sioux, le rughe profonde della fronte che si confondevano nella penombra.

Suggestive le descrizioni della montagna, come quella fatta da Giovanni Gnifetti, un famoso prete-alpinista realmente esistito:

Il ghiacciaio d’Indren era magnificamente innevato, a tratti diventava ripido, come un baluardo scaglioso e ispido, a volte orrido, per le innumerevoli fenditure cerulee e cavernose, sotto le quali sembrava che tutto gemesse per scomporre la montagna. La neve era fresca e leggera, come scesa attraverso un immenso colino a maglie fitte. 

Lo stile dell’opera è asciutto; piacevole risulta il ricorso di tanto in tanto al dialetto.


martedì 24 settembre 2024

RECENSIONE "IL SILENZIO DEGLI INVISIBILI" di Giampietro De Angelis

 

Buon pomeriggio, amici lettori!
Recensione: "Il silenzio degli invisibili" dell'autore Giampietro De Angelis, 
edito Mauna Loa Edizioni. A cura di Giorgia Spurio.


Autore: Giampietro De Angelis

Genere: Narrativa

Casa editrice: Mauna Loa Edizioni

Disponibile in ebook a € 7,99
E in formato cartaceo a € 16,00

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Il protagonista, in cui molti di noi si possono identificare, è un “ex-ragazzo” della Italia degli anni ’60 dall’atteggiamento mite ed introverso, che ha la sensazione di essere “invisibile” al mondo. È sempre in cammino, alla ricerca della soddisfazione del sé e del “sentimento spirituale”. Un romanzo dove si mescolano narrativa e autobiografia, in uno stile affascinante e coinvolgente, dove la distanza giusta tra il vissuto e l’immaginato è lo stile dell'unicità. Tratteggiando, con un testo intimistico ed esistenzialista, la propria vita, l'autore persegue una esplorazione narrativa fondata sulla memoria e, al contempo, sulla continua ricerca di significato. Come tutti coloro che si sentono “invisibili” o, forse, scelgono di esserlo. Come coloro che, nell’arco di pochi decenni, hanno visto cambiamenti epocali nel mondo che li circonda. 

Il silenzio degli invisibili di Giampietro De Angelis, è un percorso autobiografico, spirituale ed epocale.
L’autore si occupa di tematiche legate ai diritti umani, alle problematiche sociali, alla salvaguardia culturale dei popoli indigeni. 
Il libro, edito da Mauna Loa Edizioni nel 2021, ci porta dentro a una ricerca metalinguistica: 

Nel testo non conta solo la trama, non siamo attratti solo dai personaggi, ma altrettanto importante è la punteggiatura con le sue pause.

L’autore ci parla della vita che scorre, del tempo, nostro eterno amico-nemico.
Quante volte siamo presi da una grande curiosità di andare a riprendere vecchie fotografie, il fascino del bianco e nero. È un modo per saziare la nostalgia, per ricordare chi non c’è più, per non dimenticare le nostre radici.
Quelle foto sono anche i ritratti di "noi stessi" che non riconosciamo, quei giovani "noi stessi" timidi e vergognosi pure della propria ombra, che hanno sempre preferito il dono della invisibilità. 
Quante volte abbiamo creduto di essere invisibili. Quante volte ci sentiamo protetti dal nostro immaginario vello con questo super potere. Siamo realmente invisibili tra invisibili? È l’indifferenza a creare questo baratro?
Eppure siamo protagonisti della nostra Vita.
Siamo come alberi? Più fasi segnate dagli anelli... o siamo più vite in una stessa vita? Quanti "noi stessi" ricordiamo e conosciamo?
A volte nella nostra breve vita, questa affannata esistenza simile a un viaggio, a un’odissea in cui naufragare, così direbbe Omero, così citerebbe Leopardi, vogliamo a tutti i costi far vedere le grandi avventure. Nell’era dei social facciamo a gara sulle avventure da postare, sorrisi e incredibili paesaggi, personaggi famosi a cui rubare uno scatto... Eppure ci sono momenti così semplici e intimi, così importanti e indelebili, che è giusto non condividerli con nessuno. Che sia una vecchia amicizia ritrovata, una chiacchiera nella serenità di una panchina. È la bellezza della casualità.
È l’imprevisto del nostro destino, lo sguardo a cui non avremmo mai pensato.
Nel libro l’autore ci descrive i suoi amori: la moglie e i figli. 
In particolare i figli sono l’inizio di una nuova vita, una nuova pagina da cui cominciare.
E l’amore? L’autore risponde: 

Non è la vicinanza fisica che conta, ma è il percepire la connessione, è il sentire l’altro come se stesso, pur nell’unicità di ciascuno.

Poi ci sono le fasi della malattia e della morte. Ci vuole forza ad accettare di lasciar andare chi amiamo "nel nuovo mondo". Forse questo è il pensiero che più ci rincuora. Poter pensare ai nostri cari che vanno per percorsi inesplorati e poi un giorno ritrovarci. 
In questo viaggio che è la vita ci circondiamo di amore, lo cerchiamo, lo desideriamo e lo costruiamo. E in questo amore appartengono tutte le creature che incontriamo in questo cammino. Anche loro sono parte di quella casualità che rende unica l’esistenza.
Questa vita è in divenire.
Ci sono fasi, ci sono mete e cambiano a ogni età. Siamo gli Ulisse dei nostri tanti destini.
E così continueremo a crescere, a camminare e a cercarci.


domenica 8 settembre 2024

RECENSIONE "POSSESSION. IL CONFINE TRA AMORE E APPARTENENZA" di Penelope White

 

Buon pomeriggio, amici lettori!
dell'autrice Penelope White. A cura di Andrea Macciò.


Autore: Penelope White
Serie: BDSM Love Vol.1

Genere: Romance erotico

Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 16,64

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Anna è una giovane mamma di trent’anni che si divide tra il lavoro e il suo piccolo Mattia, frutto di una notte con il migliore amico Massimiliano, che le è sempre rimasto accanto.
La sua vita è una rassicurante routine, una confort zone in cui si rifugia da anni.
Ma poi tutto cambia dopo l’incontro con Alessandro, un uomo maturo che le farà scoprire un mondo nuovo, un universo parallelo fatto di dominazione, perversione e possesso.
Al di là della sua comprensione, Anna si scopre affascinata da tutto questo, mentre tra i due nasce un’attrazione tanto forte, quanto impossibile da spiegare, da definire.
Un legame che porterà entrambi a guardarsi nel profondo, sin dentro l’anima…
Possiamo davvero definire a parole ciò che unisce due persone?
Esiste veramente una netta demarcazione quando si parla di sentimenti?

Potresti anche concederti a chiunque… nessuno sarebbe mai me. E non si tratta di modestia, non dico che sono speciale in generale, ma che lo sono per te, e non mi sto vantando. Credo solo che, per quello che già c’è stato, nessuno potrebbe incidere tanto quanto me, quindi non si tratta di presunzione. Sarei geloso di un altro fino a un certo punto, perché nessuno avrà da te quello che ho avuto io.

ATTENZIONE: Il romanzo contiene scene sessualmente esplicite destinate a un pubblico adulto.



Anna è una trentenne che lavora in un elegante negozio di abbigliamento e sartoria. 
La sua vita è divisa tra la boutique e il figlio Mattia, frutto di una notte d’amore con il suo migliore amico Massimiliano, che le è rimasto accanto in una sorta di routine familiare tanto confortevole quanto abitudinaria e priva di passione e trasporto. È come se fosse sempre vissuta per gli altri e mai per se stessa.
È l’incontro casuale con un cliente, Alessandro Sacchi, un affascinante uomo sulla cinquantina dallo stile impeccabile, a introdurla in un mondo che non conosceva se non per sentito dire, nel quale i rapporti sono fondati sulla dominazione, il possesso, l’affidamento completo a un’altra persona alla quale consapevolmente si sceglie di “appartenere”. 
Anna rimane affascinata da tutto questo, e inizia una “vita parallela” nella quale Alessandro la inizia a pratiche erotiche “particolari” e del tutto inusuali. 
Prima di iniziare le loro “sessioni” Alessandro la seduce con le parole, per lui l’erotismo è determinato più dalla “mente” e dall’eccitazione che può scatenarsi in determinate situazione che dai corpi e dalla fisicità.
Tra i due nasce un’attrazione reciproca, fortissima, ma piena di contrasti, in quanto Anna non riesce razionalmente ad ammettere di essere eccitata, appagata e coinvolta dagli incontri “particolari” con l’affascinante cliente e Alessandro sembra, pur provando qualcosa per lei, non riuscire a relazionarsi con Anna al di fuori del gioco di ruolo erotico tra “dominatore” e “slave”.
Possessione. Il confine tra l’amore e l’appartenenza è il secondo romance erotico di Penelope White ambientato nel mondo del bsdm, dopo “The Mistress” ed è la prima parte di una “dilogia”.
In Possession il punto di vista è invertito, in quanto la protagonista Angela era appunto una “mistress” mentre invece Anna è attratta dall’interpretare il ruolo della “sottomessa”, ma resta simile e molto efficace l’analisi psicologica dell’autrice rispetto ai suoi personaggi coinvolti nel mondo del bsdm, sia quelli maschili che quelli femminili.
Siamo di fronte a un universo parallelo nel quale le regole relazionali e morali di un mondo “normale” che per entrambe appare grigio e monotono sono sospese, nel quale l’unica regola è quella del consenso reciproco, nel quale si contraggono perfino “contratti di appartenenza” come quello descritto nel romanzo. 
Un “gioco di ruolo” erotico nel quale a un certo punto si creano inevitabilmente dei legami tra le persone che possono sfociare in altro, fino ad arrivare all’amore. 
Ma quando un sentimento diventa autentico, può continuare un rapporto basato sulla “messa in scena” dell’appartenenza assoluta di una persona all’altra e nella quale il piacere sessuale di entrambi può passare anche attraverso il dolore fisico?
L’autrice a partire dal suo primo bdsm romance si è documentata in profondità su questo universo e riesce a raccontarlo con una scrittura intensa, emotivamente coinvolgente, portandoci dentro i meandri più intimi della psiche dei suoi personaggi. Le scene erotiche di Possession sono forse più forti e per certi versi perturbanti di quelle di The Mistress, l’autrice riesce a dosarle con sapienza senza farle diventare l’unica ragione di un libro che è molto più complesso di un semplice romance erotico e che assume come l’altro anche le caratteristiche di un romanzo psicologico. 
Nonostante siano tematiche da qualche anno diffuse nel mondo del romance, Penelope White riesce a trattarle in modo originalissimo e intenso sfuggendo a ogni stereotipo e raccontando anche il lato “normale” e potremmo dire diurno dei suoi personaggi. 
È come se riuscisse a dare voce a inclinazioni e fantasie che molte persone hanno, ma che, come la protagonista, non riescono, o magari non vogliono, “provare” nel mondo reale. I “sogni latenti” che danno il titolo a una sua raccolta di racconti.
L’interrogativo che l’autrice propone già dal titolo, e che pervade tutto il romanzo, è quale sia il confine tra “l’appartenenza” in un gioco di ruolo erotico eccitante, ma fine a sé stesso, e l’amore nella sua espressione più pura, reciproca e autentica, l’amore “tossico” nel quale l’appartenenza dell’altra persona non si limita allo scenario “ludico” delle pratiche erotiche, ma sfocia in una volontà di possesso e annientamento dell’altra, o dell’altro. 
L’autrice in questo libro ci restituisce il suo punto di vista, con personaggi ben costruiti e psicologicamente accurati. 
La cover è affascinante e nello stesso tempo “perturbante” come questo romanzo e la tematica che affronta, la scrittura raffinata e di grande qualità conferma Penelope White come une delle autrici più interessanti e originali del romance contemporaneo nelle sue mille sfumature.


martedì 3 settembre 2024

RECENSIONE "L'ISOLA DELLE LETTERE PERDUTE" di Cristiano Pedrini

 

Buon pomeriggio, amici lettori!
Recensione "L'isola delle lettere perdute" dell'autore Cristiano Pedrini. 
A cura di Monica Burel.



Autore: Cristiano Pedrini

Genere: Narrativa

Disponibile in ebook a € 2,99

E in formato cartaceo a € 18,00

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

«C'è ancora molto da fare. Quest'isola ha bisogno di te… Io ho bisogno di te.» L'isola Comacina emerge dalle acque del lago di Como, circondata dal mistero e baciata dall'incanto. Terra senza tempo, nel suo cuore giace un segreto secolare e la memoria di un ragazzo dimenticato, le cui ultime gesta finiscono con il coinvolgere Emanuele, un giovane artista alla ricerca dell'ispirazione che quei luoghi gli hanno trasmesso fin dalla sua infanzia, e che ora teme di aver perduto per sempre. Per ritrovarla egli vuole rimettere piede sull'isola, ma il suo ritorno non è come immaginava. Comacina, per lui tanto speciale, è stata acquistata da Geert D'Ursel, un uomo affascinante dal passato enigmatico, con l'intento di donarle nuovo lustro e trasformarla nel fulcro di un importante progetto artistico. Geert attratto dallo spirito tormentato dell'artista decide di permettergli di rimanere sull'isola, ma presto i due si ritrovano coinvolti in un'avventura straordinaria che svelerà dei sentimenti intensi che cambieranno le loro vite per sempre. Mentre il destino dell'isola si svela, minacciandone la sua stessa esistenza, Emanuele si troverà a fare scelte difficili, navigando tra i misteri del passato e nelle acque agitate di un amore appena nato ma capace di qualsiasi cosa.


Isola Comancina
Emanuele ritorna a casa per un certo periodo. Studia arte all'accademia di Brera, ma ha le idee confuse. È sempre più convinto di non essere dotato, né di aver una particolare tecnica per dipingere.
Geert è belga. Ha comprato l'isola in modo da farla ritornare agli antichi fasti. Ospiterà tre artisti ai quali darà vitto e alloggio, in cambio loro dipingeranno.
Leandro era un bambino, poi ragazzino, vissuto ai tempi delle invasioni del Barbarossa.
Intorno a questi tre personaggi si snoda la storia del libro.

Rimani, e non per me, ma per te… e dovrai solo pensare a riprenderti quello che credi di aver perso.

Primo libro che leggo di questo autore. La sua scrittura risulta fin da subito delicata, emozionale, fluente. Belle le descrizioni del territorio e ben caratterizzati i personaggi. Siamo di fronte a persone che non sono perfette, ma che hanno difetti e insicurezze come molti di noi. È stato interessante leggere la parte del libro legata alla storia reale, come ad esempio i fatti legati all'invasione barbarica, o i quelli legati alla destinazione dell'isola Comancina dove dimorano gli artisti che vogliono dipingere. Infatti, l'isola ora appartiene all'accademia di Brera. La storia sentimentale che si sviluppa tra Emanuele e Geert viene raccontata in modo sereno senza inutili forzature. Per quanto riguarda la storia di Leandro mi ha intenerito molto.
Una bella lettura.


domenica 1 settembre 2024

RECENSIONE "LA PSICHIATRA" di Wulf Dorn

 

Buongiorno follower, buona domenica!
Recensione: "La psichiatra" dell'autore Wulf Dorn, 
edito Corbaccio. A cura di Silvia Cossio.


Autore: Wulf Dorn

Genere: Thriller

Casa editrice: Corbaccio

Disponibile in ebook a € 8,99
E in formato cartaceo a € € 5,60 o € 13,30

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Lavorare in un ospedale psichiatrico è difficile. Ogni giorno la dottoressa Ellen Roth si scontra con un’umanità reietta, con la sofferenza più indicibile, con il buio della mente. Tuttavia, a questo caso non era preparata: la stanza numero 7 è satura di terrore, la paziente rannicchiata ai suoi piedi è stata picchiata, seviziata. È chiusa in se stessa, mugola parole senza senso. Dice che l’Uomo Nero la sta cercando. La sua voce è raccapricciante, è la voce di una bambina in un corpo di donna: le sussurra che adesso prenderà anche lei, Ellen, perché nessuno può sfuggire all’Uomo Nero. E quando il giorno dopo la paziente scompare dall’ospedale senza lasciare traccia, per Ellen incomincia l’incubo. Nessuno l’ha vista uscire, nessuno l’aveva vista entrare. Ellen la vuole rintracciare a tutti i costi ma viene coinvolta in un macabro gioco da cui non sa come uscire. Chi è quella donna? Cosa le è successo? E chi è veramente l’Uomo Nero? Ellen non può far altro che tentare di mettere insieme le tessere di un puzzle diabolico, mentre precipita in un abisso di violenza, paranoia e angoscia. Eppure sa che, alla fine, tutti i nodi verranno al pettine. 


Waldklinik è la clinica specializzata in psichiatria, psicoterapia e psicosomatica dove lavora la dottoressa Ellen Roth. Per qualche giorno, Ellen si ritrova a sostituire il collega, nonché compagno, Christoph Lorch, detto Chris, prendendo in carico anche i suoi casi. Tra questi ce n’è uno particolarmente interessante, quello di una donna, le cui generalità non sono note, vittima di abusi e maltrattamenti. La paziente però sparisce. Nessuno, oltre a lei, l’ha vista, quindi inevitabile l’insinuarsi di qualche dubbio sulla veridicità o meno della sua esistenza. Ellen decide di indagare per scoprirne l’identità, in un conto alla rovescia per tentare di salvarle la vita, ma si ritrova coinvolta in uno scenario da incubo, minacciata da un losco individuo: l'Uomo Nero. 
Realtà o fantasia? 
Chi è il folle che vuole annientarla? Sempre ammesso che esista...
La prima parte del libro crea la convinzione che sia tutto frutto della fantasia della protagonista - le sfumature a carattere paranormale accentuano questa teoria -, la seconda risulta reale. Quantomeno le indagini che prendono piede danno un senso di concretezza e instillano qualche dubbio, ma non troppo... La storia offre il giusto trasporto, tuttavia, per quanto mi riguarda, risulta prevedibile, di conseguenza, a parte la curiosità di scoprire i dettagli, questo thriller non ha fatto la differenza in quello che è il mio bagaglio di letture. Sicuramente un buon prodotto, certo, scritto bene (pochissime le imperfezioni), ma tutto qui.
Non ho percepito alcuna tensione: sotterranei abbandonati, garage isolati e strade malfamate non hanno sortito l’effetto desiderato. Mi rendo conto che il libro ha una quindicina di anni, quindi forse ha rappresentato una novità a suo tempo, ma ad oggi è solo uno dei tanti. 
Proverò a leggere altro di questo autore, magari di più recente.