Di seguito l'intervista che abbiamo fatto a Federica D'ascani.
Vi
ricordo, inoltre, che c'è un giveaway in corso.
In palio "Vampyland: Un
Natale da ricordare", gentilmente offerto dalla nostra ospite :)
L'evento si concluderà alle 18:00, quindi affrettatevi!
INTERVISTA A FEDERICA D'ASCANI:
Raccontaci qualcosa dI Federica :) Parlaci del
percorso che ti ha portato a essere quella che sei oggi.
Ciao a tutte, harmonyne! No, ma… Fatela una
domanda difficile per non rompere il ghiaccio, mi raccomando! :D Da dove
inizio? Ci vorrebbe un romanzo sano per spiegare ciò che sono diventata (se poi
sono diventata davvero qualcosa…). Partita dal lontano horror, passata per il
romance, scesa per i sentieri della narrativa, approdata al fumetto, cambiato
completamente rotta e nome e sbarcata nel thriller lgbt. Chi offre di più? Ah,
come se non bastasse, poi, sono uscita adesso, a Natale, con un racconto lungo
per bambini che è il primo episodio di una saga fantasy molto particolare (e il
perché ve lo spiego tra poco). Come ho fatto ad arrivare a fare tutte queste
cose? E soprattutto: perché?
Sapete, non è vero il fatto che quando si arriva a un grande editore ci si
sente realizzati. Per lo meno, non è vero se ciò che senti di dover fare è
completamente diverso. Ho sgambettato quando sono arrivata in You Feel, ma la
parte di me, molto preponderante, che mi vede come anima thriller, suspense,
scalpitava. E scalpitava anche quella che mi porta a combattere per la
diversità, per l’ineguaglianza. Non potevo ignorarla.
Ho deciso di mollare tutto, di ricominciare dal principio, mantenendo il mio
nome per romanzi ambientati in Italia, che siano di narrativa o per bambini,
incentrati su argomenti seri che comprendono la disabilità, principalmente, e
che siano self, e scegliendo uno pseudonimo americano per i romanzi lgbt,
thriller o di narrativa che siano. E mi sento di un bene, da quando ho preso
questa decisione… Come aver comprato casa dopo una vita in affitto!
Da dove nasce la tua passione per la
scrittura?
Da dove non saprei, da quando un po’ di più.
Ero alle elementari la prima volta che sentii l’impulso di mettere su carta (su
computer, per dirla tutta: ero già tecnologica!) gli incubi notturni. Eh sì…
ero abbastanza truculenta e orrorifica già da bimba. Forse, quindi, il “dove”
deriva proprio dai sogni che facevo da bambina e dai fumetti che leggevo con
avidità. Poi sono cresciuta, ho affinato la tecnica e i gusti, ma la passione è
qualcosa che ho alimentato man mano che facevo esperienza. Adesso ne comprendo
molto di più la potenza.
Come vedi il futuro dell'editoria? Self o CE?
E-book o cartacei? E tu cosa preferisci?
Il futuro non posso certo prevederlo e dire
che sia alla frutta o che sia in ripresa non rispecchierebbe in nessun caso la
realtà. Dipende di che generi parliamo, da che parte del mondo valutiamo la
questione. Certo è che il self publishing conviene molto di più, se fatto in
maniera professionale, donando a lettore e autore un’esperienza di lettura e
lavoro molto più intensa. L’autore potrà ricavare finalmente un guadagno per il
proprio prodotto, il lettore avrà un rapporto più autentico con lo scrittore
che segue. Io sono amante del digitale, da quando ho scoperto il kindle è rarissimo
vedermi con un cartaceo. Potrei dire che il cartaceo mantiene sempre il proprio
fascino, ma è una cosa strettamente legata al prestigio, perché significa che
se sei in cartaceo sei “forte”, almeno qui in Italia. Già se vivessimo in
Italia il discorso sarebbe completamente diverso. E a volte sogno davvero di
essere altrove…
Genere storico, paranormal, erotico... Scelta
dettata dal mercato? Quanto può condizionare?
Sono una di quelle autrici che ha provato a
piegarsi al mercato quando ce n’è stato il bisogno. Il risultato è stato ciò
che ho appena detto: ho mollato tutto e ho cambiato rotta. Il condizionamento
di un genere è enorme e se non si è davvero convinti della strada che si è
intrapresa, alla lunga sarà talmente evidente che sfocerà in una mancanza
totale di voglia e ispirazione. Anzi, mordente, che è anche peggio.
Perché la gente dovrebbe comprare i tuoi
libri?
Perché ho qualcosa da dire, sempre. Ormai non
scrivo più, se non ho qualcosa di valido da esprimere, un concetto fondamentale
da condividere. Ah: non sono noiosa!
Faresti mai compromessi per arrivare al
successo?
Dipende da quali, ma di certo non sono più
disposta a rinunciare alla mia libertà. Voglio scrivere quello che mi pare e
quando, soprattutto, ne ho voglia.
Il tuo sogno nel cassetto.
Riuscire a far capire alle persone che le
donne sono esseri umani e che i bambini disabili sono uguali agli altri. In
generale, che le persone sono ugual, con gli stessi diritti di pace e di vita.
Parlaci del tuo ultimo lavoro.
“Vampyland – Un Natale da ricordare” è il
primo episodio, comunque autoconclusivo, di una saga fantasy per bambini. Fin
qui, tutto normale. La particolarità di questo racconto è il fatto che il
protagonista, per la prima volta, è un bambino autistico. Perché? E perché no?
In fondo non si sa mai in che casa vengano inviati i vampiri esiliati da
Vampyland! Oltretutto, Danny, il vampiro adolescente con cui Francesco è
entrato in contatto durante un Natale di cinque anni prima, è un tipetto
misterioso, che si è sbottonato davvero poco riguardo al proprio passato e che
adesso ha paura di non aver fatto abbastanza per placare l’ira di Dentifini,
l’Arcivampiro che insegna nella sua accademia. Ma se Bea diventerà davvero
amica di Francesco… Aspettate, ve li presento tutti e tre, ok? Così faccio meno
confusione! Dunque…
Francesco, il mio eroe, è un tipetto taciturno, schivo e amante della musica
rock. La mamma dice che la sua testa funziona come una grande radio che
trasmette in AM quando tutti gli altri parlano in FM, ma non ha capito molto
bene che significa. Sa solo che con Danny, il suo amico, lui parla e gioca come
non ha mai fatto con nessuno. Almeno finché non conosce Bea.
Bea... Bea è un tornado di allegria, una
ragazzina tutto pepe dalla dolcezza innata che adora ballare e la cioccolata,
proprio come Danny. Ah, e ha deciso, non si sa bene perché, di diventare la
migliore amica di Francesco.
Danny è il Vampiro. Un Vampiro un po' strano,
in verità, costretto sulla Terra dal signor Dentifini per qualcosa che è accaduto
a Vampyland, il suo regno d'origine, ma di cui nessuno sa niente. Ama la
cioccolata e il suo cibo preferito sono le paure dei piccoli umani. E non vuole
diventare un Arcivampiro.
Vi ho incuriosite? Spero di sì, perché questo
non solo è un racconto per bambini che vogliono imparare a guardare oltre le
apparenze, ma anche per i genitori che a volte dimenticano di farlo per primi.
Perché “diverso” è “uguale”.
Progetti per il futuro?
Sto lavorando al secondo episodio di Dre, la
serie lgbt edita Triskell, in cui unisco amore, erotismo e suspense. Il secondo
episodio di Vampyland è terminato, ma ha bisogno di un po’ di riposo prima
della revisione. E poi ho un self che uscirà nella prima metà dell’anno sotto
lo pseudonimo di C.K.Harp e un romanzo per ragazzi da terminare. Diciamo che le
cose da fare, come autrice, non mi mancano. Anche perché, in tutto questo, ci
sono sempre da aggiungere quelle due sceneggiature mensili circa per i fumetti!
Quanto è importante per te l'amore? Credi che
nella vita reale esista il lieto fine?
L’amore è ciò che muove il mondo anche quando
sembra che non sia così. In fondo, se non fosse stato per questo sentimento,
forse, io non sarei neanche qui a parlare. Perché non avrei ripreso a scrivere,
mi sarei persa… vai a sapere! Esiste il lieto fine? A volte. Spesso non accade,
e questa è una cosa con la quale, purtroppo, bisogna fare i conti. Penso a
tutte quelle donne che credevano in una relazione e ne sono rimaste
schiacciate, a quelle che desideravano il principe azzurro e si sono ritrovate
in casa l’orco. Penso spesso anche a quei bambini che, vivendo situazioni
alterate, perdono di vista la gioia della loro età. Dovere nostro, di
scrittrici e scrittori, quindi, dovrebbe essere quello non solo di regalare un
momento di pace, un’oasi nel deserto, ma anche di passare concetti positivi in
gradi di aiutare a vivere meglio, rispettare se stessi e gli altri, amare ed
essere amati. Oh, lo so: ero più divertente quando scrivevo Sailor Moon, ma in
fondo in fondo, trovo il modo di far sorridere anche adesso ;)
Grazie mille per questa opportunità! Un abbraccio a tutte!
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