Buongiorno follower!
Iniziamo la settimana con la segnalazione al nuovo libro di Fiorella Rigoni, "Tu, il mio domani" 😊
Titolo: Tu, il mio domani
Autore: Fiorella Rigoni
Disponibile in ebook a € 2,99
Pagina autore: Fiorella Rigoni
TRAMA:
Giorgia ha ventisei anni e vive in una cittadina della pianura padana, assieme alla famiglia. La madre, con cui è in perenne conflitto, è una donna fredda e altera e le due sorelle minori, che sono gemelle, non fanno altro che canzonarla. È fidanzata da quattro anni con Marco, un ragazzo silenzioso e chiuso. In un bel mattino di primavera viene licenziata e l’inaspettata notizia la getta nello sconforto. Cerca rifugio tra le braccia del fidanzato, che però la liquida con poche parole e qualche giorno dopo la lascia. Disillusa dalla vita e dall’amore, Giorgia si ritrova sempre più sola. I litigi con le sorelle e la madre si moltiplicano finché, in una piovosa mattina, una rovinosa caduta non le farà incontrare Enrico, e questo incontro cambierà per sempre il corso della sua vita.
Tra battibecchi, incomprensioni e momenti esilaranti, vivrete una passione che vi conquisterà e che vi resterà nel cuore.
DICE L'AUTRICE:
Questo libro ha una storia travagliata.
L’ho concepito nel 2015,
scritto in fretta in seguito a un raptus di rabbia (non sono una persona
violenta - uccido solo nei libri - nella realtà sono una di quelle persone che
accumula all’infinito, ma quando raggiungo il limite non ce n’è per nessuno). È
stato un anno un po’ particolare e difficile, sotto vari aspetti, ma non
dilunghiamoci in cose che non interessano a nessuno. Dicevo, ha una storia
travagliata perché è stato scritto in due mesi, ma poi l’ho lasciato chiuso in
un cassetto per lungo tempo. Da allora l’ho rispolverato solo adesso. L’ho
riletto, corretto, sistemato, ho tagliato e cucito e alla fine ho deciso di
pubblicarlo.
Per una come me, abituata a
scrivere horror e fantasy, mettere una storia d’amore nero su bianco è stato
traumatico! Mi sono divertita, questo è sicuro, e spero che anche i lettori si
divertano a leggerla, ma non è stato per nulla facile.
BREVE ESTRATTO:
«Se non abiti in capo al
mondo ti posso accompagnare» annunciò l’uomo.
«Io… non so, non voglio
approfittare, e nemmeno disturbare» borbottò lei, sempre più imbarazzata.
«Ho finito il turno e sto
andando a casa, non è un disturbo. Dove abiti?» domandò.
«A Romanato, a due passi del
municipio» replicò.
«Ah! Allora sei di strada, io
abito vicino al cimitero, quindi solo qualche chilometro più in là. Dai, vieni,
ti accompagno» fu la risposta del dottore.
Giorgia lo seguì. Oltre che
bello è anche gentile, pensò e ancora una volta avvertì quel brivido strano
percorrerle la pelle.
Rimasero in silenzio finché
non si furono fermati davanti all’auto dell’uomo, una Cinquecento X blu notte.
«Prego» disse lui aprendole
la portiera.
Lei lo guardò con le
sopracciglia alzate e la bocca socchiusa, quel gesto così carino la sorprese.
Entrò nella vettura con le guance in fiamme e abbozzò un sorriso.
«Grazie» mormorò cercando di
legarsi la cintura di sicurezza, ma senza riuscirci.
«Faccio io» annunciò il
medico prendendole la fibbia dalla mano. «Ecco fatto!» esclamò quando l’ebbe
agganciata.
«Grazie» ribatté per
l’ennesima volta Giorgia.
«È la prima volta?» chiese
quando fu seduto sul sedile vicino a lei. Infilò le chiavi e accese il motore.
Fece manovra e uscì dal parcheggio.
«Prima volta?»
«Che ti fratturi qualcosa»
chiarì.
«Ah… sì, finora non mi era
mai successo» replicò.
«Bene, vuol dire che sei una
persona attenta» ribatté lui, gli occhi fissi sul nastro d’asfalto davanti a
loro.
Giorgia scoppiò a ridere. «Mi
sa che non è così, anche se non ho ancora capito il perché finora mi sia sempre
andata bene.»
«Allora sarai fortunata.»
Fortunata?, pensò lei
rabbuiandosi di colpo. Ma dove?, rifletté ricordando tutto quello che le era
accaduto nell’ultimo periodo. Non commentò, avrebbe dovuto dare un po’ troppe
spiegazioni e non ne aveva nessuna voglia.
«Sono arrivata… abito in
quell’edificio rosa e bianco» annunciò qualche minuto dopo, indicando un punto
davanti a loro.
«Ok, adesso mi fermo» rispose
il medico accostando. Scese e aprì la portiera di Giorgia.
Lei avvampò di nuovo a quel
gesto. «Grazie…» disse scendendo. Ma da dove esce questo?, si chiese
lanciandogli un’occhiata.
«È stato un piacere, buona
serata» rispose senza accennare a muoversi. In piedi, vicino a lei, la fissò
con un meraviglioso sorriso sulle labbra.
«Buona serata anche a lei e
ancora grazie» replicò Giorgia, sempre più confusa e imbarazzata.
«Dammi del tu, altrimenti mi
sento proprio vecchio. Mi chiamo Enrico» replicò allungando la mano.
Lei gliela strinse. «Ok,
allora grazie Enrico… comunque mi chiamo Giorgia» borbottò.
«Me lo ricordavo» ribatté
strizzandole un occhio. «Adesso ti lascio tornare a casa, alla prossima.»
«Come alla prossima? No… io
spero che non ce ne sia una prossima! È stata più che sufficiente questa»
ribatté la ragazza, allarmata.
Lui
rise mentre risaliva in auto. «Ma io intendevo alla prossima volta che ci si
rivedrà, non alla prossima volta che ti fratturi qualcosa» poi partì
salutandola con la mano.
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