Buongiorno follower!
Oggi vi segnalo "La verità nascosta" di Elena Carletti, un giallo ambientato ai giorni nostri 😃
Titolo: La verità nascosta
Autore: Elena Carletti
Disponibile in ebook a € 4,99
e in formato cartaceo a € 10,39
Pagina autore: La verità nascosta
TRAMA:
La vita dell’impiegata Elena cambia improvvisamente all’apertura del testamento di Enzo Pascoli, titolare di una prestigiosa industria di moda di Milano, quando scopre di aver ereditato il trenta per cento delle quote della società.
Da quel momento i rapporti con i colleghi ma soprattutto con i membri della famiglia Pascoli si fanno sempre più difficili fino a diventare insostenibili, quando dall’autopsia, emerge la causa della morte: infarto provocato da amitriptilina, sostanza presente in alcuni farmaci antidepressivi.
Viene aperta un’indagine dove Elena risulta l’indiziata numero uno, i figli del signor Pascoli sono convinti che sia stata proprio lei a far assumere le sostanze letali alla vittima.
Accusata da tutti, viene sospesa dal lavoro, nessuno crede nella sua innocenza e nessuno vuole aiutarla fino all’arrivo di Lorenzo, lo strano nipote del signor Pascoli dal passato misterioso.
Ma la morte di Enzo Pascoli nasconde un terribile segreto, Elena sa che se vorrà salvarsi da quella che risulta essere solo una grossa cospirazione nei suoi confronti, dovrà farcela da sola, perché solo chi fosse stato realmente interessato a conoscere la reale causa della morte di Enzo Pascoli poteva guardare oltre le apparenze e scoprire la verità, solo quella persona sarebbe stata ripagata.
DICE L'AUTRICE:
Mi chiamo Elena Carletti, sono nata
ad Ancona nel 1979 dove tutt’ora vivo con mio marito e due figli. Una laurea in
economia e commercio ed un dottorato in economia aziendale non mi hanno
permesso di trovare un buon impiego, per cui ora sono moglie e mamma felice. Mi
interesso da sempre di letteratura, mi piace mettere su carta le emozioni che
vivo quotidianamente e che trasformo in storie. Fantasiosa e testarda ho
coinvolto nella mia passione anche mio marito che tra tutto non si può certo
definire un buon lettore. Nel 2015 sono riuscita a pubblicare il mio romanzo
d’esordio ma, da brava sognatrice, ne ho un altro nel cassetto (e mille in
testa).
Ho deciso di diventare editrice di
me stessa, così ho da poco auto-pubblicato il mio secondo romanzo.
Si tratta di un giallo, ambientato
nei giorni odierni, dove la protagonista si trova costretta ad indagare sulle
cause della morte del suo titolare per salvarsi dalle ingiuste accuse mosse nei
suoi confronti. Scoprirà una verità molto lontana dalle apparenze. Lo ritengo
interessante e ben costruito, il lettore potrà pagina dopo pagina entusiasmarsi
ad una vicenda sempre più intrigante.
BREVE ESTRATTO:
Lunedì 25 novembre, oggi
«Tutte le proprietà personali
del defunto vengono assegnate alla vedova Pascoli, il fondo destinato ai
nipoti, pari a centomila euro cadauno, si libera da ogni vincolo, pertanto gli
stessi ne potranno usufruire a proprio piacimento, le quote della società
saranno così suddivise…».
Mentre il notaio leggeva il
testamento del signor Pascoli, il mio titolare, ripensai alla settimana prima,
quando sua figlia era entrata nel mio ufficio dicendo; «tra sette giorni ti
devi presentare dal notaio insieme a noi della famiglia». Senza nemmeno
salutare, aveva chiuso la porta, che solitamente lasciavo aperta, e se n’era
andata lasciandomi confusa.
«Il notaio ci ha detto che nel
testamento c’è anche il tuo nome, quindi dovrai partecipare» mi aveva spiegato
in tono distaccato Giorgio, il figlio minore.
«Ma perché?»
«Non ne ho la più pallida
idea, dovresti chiederlo a mio padre ma come ben sai è morto». La sua freddezza
mi aveva lasciato senza parole. Al funerale, ero stata l’unica a piangere. I
figli non avevano fatto altro che vociferare tra loro. Sembravano indispettiti.
Il signor Pascoli era morto
d’infarto a casa sua. Aveva ottantacinque anni e non li dimostrava. Due
profondi occhi di un azzurro cristallino mi erano entrati nel cuore dal giorno
del mio colloquio di lavoro, dieci anni prima.
«… Il cinquanta per cento
rimane proprietà della signora Pascoli …» non riuscivo nemmeno ad ascoltare le
parole del notaio, il suo ricordo era ancora vivo dentro di me, «… il restante
cinquanta per cento viene suddiviso come segue: venti per cento ai figli, il
restante trenta per cento alla signorina Tucci». Il mio cuore ebbe un sussulto.
Perché mi lasciava in eredità il trenta per cento delle quote della società?
La sedia sulla quale ero
seduta cominciava a scottare da morire, sentivo le guance rosse e in un attimo
ebbi gli occhi di tutti i presenti puntati addosso. Solo il notaio continuava a
parlare senza interruzione, stava solo facendo il suo lavoro.
«Che cosa c’era tra te e mio
padre?» mi aggredì Amalia, la figlia maggiore. Non sapevo che cosa rispondere.
«Dai, di qualcosa, sei appena
diventata socia» continuò lei.
«Io non so che dire» risposi
con voce tremante.
«Lo credo bene» s’intromise
Viola, la secondogenita. Il vestito a fiori risaltava ancora di più le sue
rotondità.
«Basta così ragazze»
intervenne la signora Pascoli «scusale Elena, sono ancora sconvolte per la
morte del loro padre» continuò mentre con un cenno del capo invitava le figlie
a seguirla verso l’uscita. Giorgio e Giulio erano ancora nell’ufficio del
notaio.
Dovevo andarmene prima di loro
per non essere assalita di nuovo.
Ero quasi arrivata al portone
che mi avrebbe permesso di uscire da quel maledetto palazzo, quando mi sentii
chiamare.
«Signorina Tucci» era Giorgio.
Mi fermai.
«Elena ciao» disse appena mi
raggiunse.
«Ciao Giorgio».
Quando ero stata assunta
presso la Pascoli S.p.A., prestigiosa industria di moda di Milano, Giorgio era
stato l’unico a dimostrare simpatia nei miei confronti. Aveva cercato di
mettermi a mio agio mostrandomi la fabbrica, la mensa e il giardino. All’epoca
avevo solo venticinque anni e lui quaranta, e aveva insistito perché gli dessi
del tu. Dopo la mia seconda settimana
di lavoro mi aveva invitato a cena a casa sua, dove viveva con sua moglie e due
figli, Luca di quindici anni e Sara di tredici.
I suoi fratelli non erano
stati altrettanto gentili, si erano dimostrati sempre ostili nei miei
confronti, soprattutto Amalia.
«Come ti senti?» mi chiese
Giorgio.
«Male» risposi onestamente.
«E chi ti crede?» intervenne
Giulio, «sei appena diventata socia, dovresti essere felice».
«Ma io non volevo diventare
socia».
«Allora rinuncia» disse
Giorgio.
«Giorgio ma cosa ti viene in
mente? Ti pare che una ragazzetta di provincia voglia rinunciare a un’occasione
simile? Circuire nostro padre, con i suoi occhioni blu per lei sarà stato
facilissimo» aveva continuato Giulio.
«Io non ho circuito nessuno»
cercai di difendermi.
Lui sgrullò la testa mentre si
allontanava, con me era rimasto Giorgio.
«Davvero Giorgio, io non ne
sapevo niente» dissi sperando che mi credesse.
«Vedi Elena, io sono sempre
stato cortese nei tuoi confronti, ti ho aperto le porte di casa mia e questo è
il tuo ringraziamento». Non potevo credere alle mie orecchie. Non riuscivo a
parlare.
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