Una recensione spettacolare per un libro che non è da meno.
"Lo specchio dell'Angelo perso" di Massimo Della Penna, terzo volume della serie "Storia di uno strano", letto e commentato da Alessia Toscano 😊
Titolo: Lo specchio dell'Angelo perso
Autore: Massimo Della Penna
Serie: Storia di uno strano Vol.3
Casa editrice: Edizioni Efesto
Disponibile in formato cartaceo a € 10,00
TRAMA:
Alice e il Cappellaio Matto vivono in - una bolla senza tempo né spazio - una storia d'amore fatta di poesie, gelosie, profili falsi e sesso virtuale. Dopo l'ennesima crisi decidono di incontrarsi "nella realtà" per dare una svolta alla loro storia. Le loro voci si intrecciano a quella di Vittoria, pittrice con una visione del mondo originale che si riflette nei suoi quadri rendendoli incomprensibili. Nelle sue tele, qualcosa sembra chiamarla, mentre scende in luoghi di sé ignorati e si rapporta con fatica a un padre intermittente, una madre ossessionata dal controllo e sempre sull'orlo di perderlo, un fratello violento e primitivo, e due amici che condividono il suo eremitaggio su un isolotto a largo di Dakar. Mentre tratteggia paesaggi umani, Vittoria è dominata dalla paura che la sua riservatezza venga violata e per affermare il suo talento affronterà sua madre e gli impietosi paragoni con i capolavori del fratello. Il suo è un viaggio d'attesa ma nei suoi quadri un veliero si avvicina sempre più costringendola ad aprire gli occhi su un mondo che ha perduto tutto ciò che è altro. E forse, quando sarà quasi a casa, Vittoria non troverà sé stessa, ma tutto il resto che aveva perduto.
IL PARERE DI ALESSIA TOSCANO:
Prima di tutto, devo dire che
ho un debole per la penna di Massimo, me ne sono innamorata dal suo primo
libro. Sono convinta che, se anche riscrivesse l’elenco telefonico, sarebbe
avvincente.
Quando un autore scrive per
passione, perché per lui equivale a respirare, si percepisce e il lettore ne
rimane coinvolto.
Lui è un artista vero, che
intrappola l’attenzione dalla prima all’ultima pagina, danzando sulle parole,
costruendo frasi che tessono una trama particolare, con uno stile diverso da
tutti, persino da se stesso.
Quando leggo dei suoi
protagonisti, sembra quasi che io mi stia specchiando, perché i fili delle
personalità di autore, lettore e personaggi si intrecciano fino a vivere la
stessa avventura. Non sono facili i suoi romanzi, devo ammetterlo, ed è proprio
questo il bello, perché si avrà voglia di leggerli di nuovo, per cogliere tutte
le sfaccettature e i trabocchetti che lui stesso dissemina lungo il percorso.
Così è stato anche per “Lo
specchio dell’Angelo perso”.
Inizio dall’ambientazione,
l’isola di Gorée, che sembra vivere una dimensione tutta sua, riconosce e
ascolta le persone, le accetta o le respinge. È affascinante e misteriosa allo
stesso tempo.
Poi c’è lei, Vittoria, che
Massimo è riuscito a rendere reale, tanto da sentirla davvero vicina durante il
mio cammino di lettura.
Un romanzo di crescita della
protagonista, di un’artista un po’ anomala che non riesce a trovare un posto
nel mondo, ma lo cerca dentro di sé, come ognuno di noi dovrebbe fare. Chissà
se capirà la strada. Magari l’Angelo perso gliela indicherà. Oppure è lo
“specchio” a essere stato smarrito?
E se non fosse l’anima a
essersi persa, ma il mondo intorno?
Ma chi sono poi gli angeli?
Cosa c’entra Vittoria con loro? E cosa vuole da lei lo spettrale veliero che si
avvicina lento e inesorabile alla costa di quello spicchio di Oceano dove vive?
Il destino si può contrastare, si può… dipingere?
Ho riscontrato in Vittoria una
forza rara, capace di vivere al contrario, un po’ come molte donne, con grande
determinazione. Lei ci prende per mano e ci conduce attraverso gli scenari
della sua vita, spesso raccontati grazie ai suoi pennelli. Vede oltre la
realtà, oltre l’immagine riflessa in uno specchio, contrasta a modo suo le
difficoltà, inconsapevolmente, e lo capisce solo alla fine. Assistiamo a una
crescente presa di coscienza e consapevolezza. Proprio attraverso la pittura,
lei riesce a percepire tutto ciò che ha intorno, in ogni sfumatura e posizione.
Questo mi fa pensare che dovremmo seguire le nostre passioni, perché ci mandano
avanti e sono il nostro cuore. Quasi io trattenevo il respiro e volevo entrare
in punta di piedi nel mondo di Vittoria, per non distoglierla dal suo percorso
e non scombussolarla. Ma lei ha scombussolato me. Vittoria sono io. Mi sono
ritrovata a pensare, e in un attimo sono arrivata alla fine del libro, col
magone di chi sta lasciando un amico, qualcosa di bello perché possa finire. Ma
già so che, ogni tanto, tornerò a sbirciare tra le sue pagine.
La presenza del Cappellaio
Matto, Alice e le loro chat disseminate lungo la storia ci riportano di tanto
in tanto nella dimensione fin troppo reale che viviamo nell’epoca dei social. È
possibile conoscersi on line? Dove due perfetti sconosciuti sentono il bisogno
di mettersi a nudo e affezionarsi l’un l’altra… Dove il tempo si dilata e
amplifica tutto…
Per me l’amicizia è uno dei
sentimenti più importanti, e nel romanzo assume un ruolo fondamentale grazie
alla figura di Coffee, omone saggio e buono che riempie Vittoria di buoni
consigli. Nulla sembra scalfirlo, lui semplicemente vive e lo fa nel modo
migliore possibile.
Una storia che racchiude tante
storie… Lontane, ma vicine. Legate, ma slegate. Luce e buio. Nuovo e antico.
Come sempre negli scritti di Massimo tutto è il contrario di tutto, il tempo e
lo spazio diventano relativi e si viene risucchiati nel suo strano e potente
vortice. Io ci rimarrei per sempre! Massimo intreccia vite, destini, liberi
arbitri e ne esce fuori sempre indenne, mostrando al lettore una verità diversa
da quella che aveva immaginato e che non credeva potesse esistere. Invece era
sempre stata là, davanti agli occhi. Tutto è diverso da come appare, o invece
siamo noi a non renderci conto che a volte non bisogna poi cercare la risposta
troppo lontano? Cosa c’è alla fine dell’arcobaleno? Vittoria ne segue uno suo
che comprende le pennellate di tutte le sfumature presenti dentro di sé.
D’altronde, se qualcosa non esiste, non può morire. Le maschere invisibili che celano
la nostra identità a volte pesano più di macigni. Quando queste cadono, il
cuore è più leggero.
Gioie, strane scoperte,
stranezze che invece sembrano normalità e viceversa, paure, gelosie, intrighi,
passioni, amore, amicizia…
Io ci ho letto messaggi di
speranza, di forza, di passione, la voglia di sconfiggere la paura…
Nonostante i colpi di scena
che ci regala l’autore, come al solito tutti i nodi vengono al pettine solo
alla fine, quando ti accorgi che le idee che man mano ti facevi, non erano
giuste. Massimo fa sentire il lettore importante, portandolo, però, esattamente
dove vuole lui. La scrittura fluida, il ritmo concitato e crescente mi hanno
tenuta incollata al libro fino alla fine, quando, ovviamente, mi sono commossa.
Non mi soffermo troppo sulla
trama, quanto sulle emozioni che mi ha dato. Leggere Massimo per me è come un
attimo sospeso dove tutto intorno si ferma, compreso il tempo. Sì, perché lui
crea un nuovo mondo, talmente reale e dettagliato da farmi dimenticare il mio.
Una nuova dimensione dove tutto può accadere. È un po’ come se volassi e
vedessi me e la storia dall’alto. Le sue parole mi fanno danzare sul filo
invisibile che lega mente, anima e cuore. Perché lui rende i suoi personaggi e
i racconti vivi, veri, reali.
“Lo specchio dell’Angelo
perso” è iniziato con una valigia sul letto e un viaggio… quello che ho vissuto
io leggendolo, e il mio bagaglio, adesso, proprio come quello di Vittoria, è
diverso da quello che avevo prima. E se il percorso finisse proprio ricongiungendosi
con il suo inizio?
Le sue parole sconquassano,
scompigliano e riequilibrano. Ho imparato a non contrastare queste sensazioni,
semplicemente assecondarle e lasciarmi trasportare, così da vivere appieno ciò
che sto leggendo.
Essendo il terzo volume della
“Storia di uno strano” ho avuto piacere di ritrovare i personaggi a cui mi ero
affezionata nei precedenti. Sono comunque tutti autoconclusivi e possono essere
letti indipendentemente l’uno dall’altro e nell’ordine che si vuole.
Questa volta, il libro è
editato da Edizioni Efesto, quindi ho vissuto la gioia di vedere il libro tra
gli scaffali delle librerie…
Grazie Massimo, a te e alla
tua penna di cui sono follemente innamorata senza via di scampo, e a tutti i
tuoi personaggi. Per favore, non smettere mai di scrivere.
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