venerdì 10 agosto 2018

RECENSIONE "LEOPARD ROCK. L'AVVENTURA DELLA MIA VITA" di Wilbur Smith



Buon pomeriggio!
Alessia Toscano ha letto "Leopard Rock. L'avventura di una vita" di Wilbur Smith, edito HarperCollins Italia






AutoreWilbur Smith

Casa editrice: HarperCollins Italia 

Disponibile in ebook a € 8,99
e in formato cartaceo a € 18,70

Pagina autore: Wilbur Smith 





TRAMA:

“Scrivo libri da oltre cinquant'anni. Sono stato abbastanza fortunato da evitare le grandi guerre e non esserne colpito, ma al tempo stesso sono cresciuto tra gli eroi che vi hanno partecipato e ho imparato dal loro esempio. 
Nella mia vita ho avuto molto spesso fortuna. Ho fatto cose che al momento sembravano spaventose, ma da queste esperienze è nata una nuova storia e la capacità di scrivere libri che la gente ama leggere. 
Ho vissuto una vita che non avrei mai potuto immaginare. Ho avuto il privilegio di conoscere persone provenienti da tutti gli angoli del mondo, sono stato ovunque il mio cuore abbia desiderato e nel frattempo i miei libri portavano i lettori in moltissimi luoghi.”


Wilbur Smith racconta con onestà e grande maestria gli episodi più intimi della sua vita, che sono stati anche di ispirazione per le sue storie. 
Leopard Rock, dal nome della sua tenuta in Sudafrica, è la testimonianza di uno scrittore dalla vita ricca, avventurosa e appassionante tanto quanto i suoi romanzi. 





Leopard Rock, l’avventura di una vita. 
Non ho mai letto nulla di Wilbur Smith, devo ammetterlo… che mancanza indecente da parte mia. 
Lui, il gotha del romanzo d’avventura, milioni e milioni di copie vendute, film e sceneggiature tratti dai suoi scritti… e io che ho fatto? Me lo sono lasciato sfuggire per tutto questo tempo. 
Beh, ho deciso di iniziare proprio dalla sua storia, raccontata direttamente da lui in un memoir incredibile e appassionante, a partire dalla sua vita nell’Africa centrale con la famiglia, passando per la scuola, l’università e tutte le esperienze vissute fino a ora. 
Sono stata attirata dalla copertina, dal suo nome, dall’editore che ha acquistato i diritti per questo e per i suoi futuri romanzi, la HarperCollins, e… dall’Africa. 
Da quando sono ragazza, continuo a sognare il mio primo incontro e appuntamento con l’Africa, ora posso solo immaginarla, è un pensiero fisso. Vorrei perdermi in questa splendida terra, nei suoi profumi e colori, ai mercati con le spezie, mentre ammiro la flora e la fauna, la vita selvaggia, la terra, il mare cristallino e trasparente, i villaggi, i panorami che mozzano il fiato e la meraviglia degli sguardi dei bambini… Incontrare la povertà di quella gente e la loro dignità, emozionarmi davanti ai sorrisi, alla gentilezza e accoglienza… Vorrei sentire il mio cuore che batte insieme ai loro tamburi, ballare a piedi nudi coi bambini, vedere gli animali che corrono liberi nella savana, prendere un tè in un villaggio berbero o tuareg… Vorrei che il vento caldo mi accarezzi i capelli, abbracciare un baobab, toccare il cielo arancione con un dito, farei un faticoso safari, emozionandomi davanti ai tramonti che infuocano le dune del deserto. Ho divagato, mi sono lasciata trasportare. 
In questo romanzo, Wilbur è stato come un pittore, perché con le sue descrizioni mi ha catapultata nella scena che stava descrivendo! Avvincente e coinvolgente, nonostante si parli del racconto di una esistenza, non di qualcosa di inventato, e quindi mi sento di ringraziarlo per averci regalato tutta la sua esperienza. 
Ha vissuto tutto a pieno, respirando a pieni polmoni, non ha avuto paura di affrontare le situazioni e ne è sempre uscito vincitore. 
Un avventuriero della sua stessa vita: ha pilotato aerei, nuotato in mezzo agli squali, svolto battute di caccia, affrontato la barriera corallina, ha preso una sua personale isola privata, creato Leopard Rock, la grande riserva a protezione degli animali… È diventato eroe di sé stesso. 
I capitoli sono divisi e nominati a seconda delle varie esperienze e della sua crescita, in ordine più o meno cronologico, con dei flashback che movimentano il tutto. Ovviamente alcuni sono più avvincenti, altri forse un po’ lenti, ma credo sia normale visto che si tratta una biografia. 
Gli aspetti riguardanti la scrittura sono fantastici e mi ci sono persa, come le parti relative alla sua famiglia. 
Potrebbe apparire un’autocelebrazione, ma io credo che se lo possa ben permettere, se comunque è scritta così bene da sembrare di vivere in un film, leggendolo. 
Parla di come sono nati tutti i suoi libri, evidentemente sono così belli perché partono da esperienze vissute sulla sua pelle, o comunque ben documentate. Lui narra cose reali, emozioni provate, e questo i lettori lo sentono. Ma quante vite ha vissuto? 
Sicuramente ora mi sono incuriosita e rimedierò alla mia lacuna iniziando a leggere i suoi scritti. 
Smith non fa giri di parole, ma parla in maniera netta, a volte rischiando di non sembrare politically correct, anche se lui crede il contrario. La caccia, spesso non ben vista, in Africa è vita e sostentamento, infatti poi fonderà proprio Leopard Rock. 
Narra dello scenario politico attorno a lui, i suoi amori e, molto brevemente, dei suoi figli. 
Avvolgente è la tenerezza che permea le pagine di Wilbur dedicate a Niso, mentre la presenza della prima moglie, Danielle, si sente nella narrazione al plurale delle gesta in cui lei era accanto a lui, prima della sua morte. 
Ovviamente si tratta di una biografia, e non può avere i tratti tipici del romanzo. 
È stato interessante leggere le sue avventure uscite direttamente dalla sua penna, nessuno può conoscerlo meglio di sé stesso. 
Particolare è stato scoprire quali sono gli scrittori che lo hanno influenzato, e le vicissitudini passate prima di diventare il grande autore che è. La strada non sempre è facile, ma la passione manda avanti. A proposito di questo, consiglierei a tutti gli autori esordienti di leggere e portare gelosamente nel cuore le parole che Wilbur ha impresso nell’ultimo capitolo. 
I brevi racconti in appendice, tra cui il primo che ha scritto a dodici anni, sono piccole chicche preziose. 
Mi sono emozionata, infine, scoprendo la gioia e la commozione di Smith davanti ai complimenti dei suoi lettori, o quando qualcuno gli diceva che i suoi scritti sono stati stimolo di forza e crescita per il superamento degli ostacoli oppure, ancora, se gli confessavano che i suoi romanzi erano diventati amici indispensabili.
L’emozione che prova un autore, fa di lui un grande scrittore.
Lui non conoscerà mai questi miei commenti, ma mi piacerebbe comunque ringraziarlo e annotare un suo particolare pensiero: “Voglio scrivere fino a cent’anni ed essere ricordato come qualcuno che ha dato gioia a milioni di persone e ha trascorso ore meravigliose nel farlo”.
Non mi decido a chiudere la mia recensione… dovrebbe insegnarmi lui come fare!




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