Buongiorno follower!
Nuova veste grafica per "Il soldato divenne quello per cui era nato" di Olivia Ross. Il libro sarà in offerta per alcuni giorni, quindi approfittatene! 😉
Autore: Olivia Ross
Genere: Narrativa
Disponibile in ebook a € 1,99
e in formato cartaceo a € 9,99
Pagina autore: Olivia Ross
Un amore non convenzionale, di quelli travolgenti ma che ti inducono anche a osteggiare la realtà dei fatti, che a volte sfianca, sfinisce, però è anche pura bellezza.
Un amore che sembra una lotta, ma che spinge a dare il meglio di sé, a pretendere, a non accontentarsi; una relazione che emoziona, coinvolge, attrae.
Sogni che si accantonano per combattere il terrorismo, necessità di trovare una pace interiore che aiuti a vivere intensamente ogni giorno senza più il pericolo che tutto finisca improvvisamente. E poi un dipinto che con la sua storia sovverte il destino di chi lo possiede.
Le cose non sono mai semplici come appaiono, non lo sono per niente, ci sono mille insidie, emozioni contrastanti da assorbire, voleri che non possono essere appagati, ma è proprio per la difficoltà di affrontare le insidie che la vita assume quel valore inestimabile che dà un tocco magico alla storia.
BIOGRAFIA:
Olivia Ross nasce a Roma nel 1979. Fin da bambina, ha sempre immaginato storie nella sua testa. Con il crescere la passione per la scrittura si è ingigantita. Ha sempre scritto solo per sé stessa, mai per gli altri. Scrivere è il suo modo per estraniarsi dalla realtà. Ama scrivere nei bar poco affollati, oppure sul divano di casa sua, con un sottofondo di musicale.
Il soldato divenne quello per cui era nato, è il suo romanzo di esordio.
BREVE ESTRATTO:
La osservai in silenzio. Avrei voluto trovare il modo per consolarla, ma sapevo che lei avrebbe rifiutato ogni mio tentativo di risollevarla, allora rimasi lì, senza far nulla, aspettando che riprendesse il controllo da sola. Isabeau schiacciò la faccia sul cuscino e singhiozzò sommessamente; riusciva a essere composta e aggraziata anche durante una crisi di pianto. «Vuole che le prepari una tazza di tè?» domandai per darle un po’ di conforto, senza essere troppo invadente. Lei scosse la testa asciugandosi le lacrime. «No, grazie. Mi sento inadeguata, devo essere un disastro.» La guardai e dissi: «Signora, anche ora, con la faccia macchiata dalle lacrime, farebbe sfigurare una ventenne.» Il viso le si infiammò. «Lei è tutt’altro che inadeguata, lei è... lei è...» Se solo avessi trovato il vocabolo adatto, quello capace di lusingarla e farla sentire meglio. La mia esperienza limitata con il sesso opposto mi aveva insegnato questo, che delle volte bastava solo un complimento per far tornare il buon umore a una donna. Peccato che la parola che mi uscì dalla bocca fu: soda. Lei si raddrizzò e mi lanciò uno sguardo che definire incomprensibile non renderebbe l’idea. «Lei ha sul serio detto soda?» A quel punto fui io a sentirmi inadeguato. «Temo di sì.» Isabeau Morel si lasciò andare di schiena sul divano e cominciò a ridere a crepapelle, con la bocca spalancata. Rideva talmente forte che faticai a credere fosse la stessa donna affranta di pochi minuti prima. Nonostante l’imbarazzo suscitato dalla sua reazione, capii che con il mio fare ridicolo, avevo ottenuto quello che volevo: consolarla. «Oddio, Mitchell...» disse asciugandosi le lacrime, «lei deve essere un disastro con le donne.»
«Non è carino ridere di me in quella maniera.»
«Ha ragione» ammise sforzandosi di non ridere «ma...» Si accasciò ancora una volta sbellicandosi dalle risate. «La finisce?» brontolai fingendomi arrabbiato. «Sì, ha ragione, mi scusi.» Si sventolò le mani sul viso per farsi aria. «Soda...» mormorò nuovamente scuotendo la testa. «Beh, dimentica un particolare.» Lei mi guardò dritto negli occhi: avevo catturato la sua attenzione. «L’ho vista in mutandine, signora, lei è sul serio soda.»
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