martedì 11 settembre 2018

RECENSIONE "TUTTI COMPROMESSI" di Uberto Paolo Quintavalle



Francesco Fontana ha letto "Tutti compromessi" di Uberto Paolo Quintavalle, edito Feltrinelli, la cui prima edizione risale al 1961


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Titolo: Tutti compromessi
Autore: Uberto Paolo Quintavalle

Casa editrice: Feltrinelli
Prima edizione 1961

Libro datato di difficile reperibilità

Trama: Non disponibile  





IL PARERE DI FRANCESCO FONTANA:

Lei non è Lolita, e lui non è Humbert. Ma la passione che lega un ricco quarantacinquenne milanese alla figlia quindicenne del suo miglior amico ci fa ricordare le mirabolanti avventure erotiche narrate da Nabokov.
Siamo negli anni ’60 e due famiglie borghesi si frequentano, in virtù di una vecchia amicizia, anche in ferie, presso la riviera ligure. All’improvviso Alfonso, detto Faffo, il ricco uomo maturo, vede comparire davanti ai suoi occhi una dea giovane, fresca, tornita, dalla pelle ambrata, dallo sguardo di fuoco. Non capisce subito che si tratta della “bambina”, figlia del suo amico, che fino a pochi anni prima faceva i capricci e frignava disturbando gli adulti. Invece sì, è proprio lei, appena entrata in una magnifica adolescenza, è la Giorgia, detta Giuggi.
A Giuggi basta lanciare uno sguardo per conquistare Faffo e le basta un’occhiata per capire che Faffo desidera solo essere conquistato da lei.
Con diversi stratagemmi i due iniziano a frequentarsi, ovviamente all’oscuro delle famiglie di appartenenza che continuano beatamente la loro borghese, complice, milanesissima frequentazione. Ma ben altre frequentazioni vengono invece praticate dai due amanti, che comunque, e questa è la magia del romanzo, non arrivano mai al sesso puro. Si tratta piuttosto di un continuo corteggiamento di lui verso di lei, e di una sottomissione morale ma anche fisica praticata da lei verso di lui. “Mi tocchi ma non mi prendi” sembra dire continuamente Giuggi a Faffo, e a lui certe volte basta quel tocco, altre volte gli viene voglia di passare a vie di fatto ben più concrete, altre ancora desidera solo smettere, dimenticare quella ragazzina così donna e allo stesso tempo così bambina per la sua età.
Ma Giuggi cresce, Faffo non riesce a liberarsi dalla sua schiavitù erotico-sentimentale, e solo un colpo di scena finale, legato proprio alla trasformazione della Giuggi adolescente nella Giuggi gran donna della bella borghesia lombarda, porta allo sblocco della situazione. Uno sblocco assolutamente inatteso e molto, molto moderno, nonostante il romanzo sia stato scritto e pubblicato nel 1961, in pieno boom economico. 



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