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Oggi vi sveliamo la cover di "Profondo", il nuovo libro di Irene Catocci, la cui uscita è prevista per l'11 febbraio 2019.
Titolo: Profondo
Autore: Irene Catocci
Genere: Forbidden Romance Erotico
Pagina autore: I romanzi di Irene Catocci
DATA DI USCITA: 11 FEBBRAIO 2019
Mi chiamo Annabelle e ho un segreto.
Mi chiamo Annabelle e ho un grosso segreto.
Mi chiamo Annabelle…
Scuoto la testa e le mani tremano. Non ce la faccio, non posso riversare nero su bianco queste mie parole, le confidenze di una vita intera. Non posso buttare fuori tutto il dolore e la disperazione che albergano nel mio cuore da ormai troppo tempo.
Eppure… eppure ne ho bisogno per guarire da questa malattia che mi annienta come un fuoco, da dentro, nel profondo di me.
La mano trema ancora. Respiro e appoggio la penna sul foglio.
Devo. Devo trovare il coraggio di muovere la mano e scrivere l’impensato.
Chiudo gli occhi. Inspiro ed espiro.
Mi chiamo Annabelle e sono innamorata di Delroy, mio fratello gemello.
Vi prego, non giudicatemi.
BIOGRAFIA:
Irene Catocci è nata a Grosseto nel 1985, dove vive con il marito, le figlie e un cane. Ama leggere e la tranquillità: datele un tè caldo e un buon libro, e potrete non sentirla per ore. Ha sempre amato la scrittura, e PROFONDO è il suo quinto libro.
DICE L’AUTRICE:
Questo non è assolutamente un libro pianificato, infatti ho abbandonato provvisoriamente il libro in stesura per fare spazio a questo romanzo. Dopo filo spinato, credevo di non tirare più fuori l'argomento incesto, invece, in un lampo di pazzia, mi è venuta fuori questa trama. Se c'è un termine per definirla, io direi: alienante. Pronti a leggerla?
BREVE ESTRATTO:
Mi hanno detto che continui a esistere anche senza di me, ma io non riesco. Non riesco a strapparti via, a scovare in altri occhi la tua scintilla. Provo. Dio. Provo a scivolare in altri corpi, in altri umori, ma sei così attaccato alla mia epidermide che ogni tentativo di raschiarti via porta con sé brandelli di pelle, di cellule, di sangue. Provo, ma non vinco mai questa ignobile battaglia contro una saudade che mi lascia sfinita e prosciugata da tutto, ma non dai ricordi. Mi hanno detto che ancora canti sotto la doccia, quando sei così indifeso che potrei venire lì da te e pugnalarti alla schiena, come tu hai fatto con me. Se piango, ti importerà di avermi quasi uccisa? Se sputo rancore e lacrime, mi starai a sentire? Mi hanno detto che a volte chiedi di me. Non so se ne sono felice oppure terrorizzata. Una cosa, però, la so: sto reagendo. Mi sveglio al mattino e, anche se sei e rimarrai sempre il mio primo pensiero, riesco a sorridere. Ma tu, mi chiedo nelle ore in cui il tuo ricordo è talmente prorompente da stordirmi, tu come fai? E allora mi domando: è amore, il nostro? O una forma malsana di autolesionismo? Perché l'amore dovrebbe essere gioia, mentre io sento solamente un grande buco nero che mi inghiotte.
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