Buongiorno follower!
Vi segnalo "Illusioni sommerse", recente pubblicazione dell'autore Cristiano Pedrini.
Titolo: Illusioni sommerse
Autore: Cristiano Pedrini
Genere: Narrativa
Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a € 13,00
Pagina autore: Cristiano Pedrini Autore
TRAMA:
Quant'è importante il giudizio di chi ci ama?
Norman Foster, un importante e acclamato scrittore, sta per
presentare uno dei libri più attesi dell’anno alla Victoria Hall, una delle
librerie più prestigiose di Londra. I suoi titoli sono sempre stati coronati
dal successo del pubblico, dopo il felice e misterioso esordio avvenuto anni
prima.
Tra il pubblico, ad assistere a quell'avvenimento, lo
attende Jayce Cavendish, rampollo di una facoltosa famiglia americana. La sua
presenza non è altro che l’ennesimo tassello che egli, con pazienza e
perseveranza, ha posato per completare il mosaico della sua vendetta personale
che avrà come epilogo la morte inattesa dello scrittore.
Sarà compito dell’ispettore di Scotland Yard Cedric
Devonshire scoprire chi si nasconde dietro la scomparsa dell’autore e suo
malgrado accettare l’invito di Jayce,
conscio di essere uno dei principali sospettati, a riunire nella sua residenza di Keswich
tutti coloro che avevano conti in sospeso con la vittima.
Un giallo romantico e intenso, dove amore, morte e vendetta,
fluttueranno davanti agli occhi dei protagonisti trascinandoli in un’avventura
piena di suspense, azione e passione.
BIOGRAFIA:
Cristiano Pedrini, bibliotecario dal 1998 nella provincia di
Bergamo, giornalista pubblicista, dopo numerose esperienze nel campo del
volontariato sociale e culturale, è stato direttore artistico della Fiera del Libro dell’Isola
Bergamasca dal 2006 al 2010 e del Cineteatro “Giuseppe Verdi” dal 2006 ad oggi.
I primi ricordi sul “piacere dello scrivere” appartengono
alla scuola elementare dove attendevo con impazienza l’ora del tema in classe!
Dopo una lunga pausa nell'estate del 2014 ha riscoperto, intatta, la passione
dello scrivere ritrovando se stesso.
Ha pubblicato Klein Blue (Aletheia Editore), Le regole di
Hibiki (Fdbooks), L’ombra del principe (Triskell) e diversi altri titoli pubblicati
in Self.
DICE L’AUTORE:
La storia di Jayce e Julian, i due giovani che incontriamo nelle pagine del romanzo, soprannominati "i principi di Flaxman" mi è stata in parte ispirata dal dipinto "I principi Edoardo e
Riccardo nella Torre" del 1483 realizzato da sir John Everett Millais. Si
tratta di Edoardo V d'Inghilterra e suo fratello Riccardo di Shrewsbury,
entrambi figli del re Edoardo IV e della regina Elizabeth Woodville, i quali,
alla morte del re nel 1483, per volere del loro zio Riccardo di Gloucester,
lord protettore e capo del consiglio di reggenza, in preparazione per
l'incoronazione di Edoardo V, furono forzatamente alloggiati presso la torre di
Londra. Dei due bambini non si ebbero più notizie e, benché ufficialmente si
ignorasse data e causa della morte, ben presto si diffuse la voce che fossero
stati assassinati durante la loro permanenza nella Torre. Da questo quadro
nasce l'idea del rapporto che lega i due ragazzi anche loro costretti ad una
separazione senza appello.
BREVE ESTRATTO:
Capitolo Primo
L’ospite
Il fuoco ardeva, rompendo il silenzio della stanza con il
suo lieve scoppiettio e proiettando ombre sinuose sulle pareti. Animava i dorsi
delle lunghe file di libri, riposti con meticolosa cura sui ripiani delle
librerie di frassino che occupavano, con la loro imponenza, tutta la parete a
nord di quello che era sempre stato lo studio privato e la biblioteca della
blasonata magione edificata in quella località tanto particolare nella metà
dell’Ottocento. Un’altra particolarità che faceva di quella stanza un luogo
tanto ricercato erano i suggestivi dipinti racchiusi in pesanti e ornate
cornici, ma che potevano pregiarsi solo del ruolo di semplici comparse: il loro
unico scopo era di circondare il vero e indiscusso protagonista, che in
silenzio osservava le fiamme.
Egli si mosse appena, posando le spalle contro la poltrona
rivestita di broccato amaranto. Sollevò lo sguardo verso la pendola che al pari
di un alfiere sembrava scrutasse ogni sua mossa ricordandogli con il suo
interminabile ticchettio lo scorrere del tempo. Socchiuse gli occhi
concedendosi gli ultimi istanti di pace che riusciva a cogliere in quella
grande casa. Quello era il suo regno, il luogo che nessun altro poteva
permettersi di invadere senza pagare il giusto tributo alla sua persona. Un
tributo che diveniva, giorno dopo giorno, sempre più oneroso per chi aveva
l’ardire di provarci.
Una serie di colpi alla porta riuscirono appena a scalfire
quell'atmosfera.
«Signore, è ora» esordì la voce pacata giunta alla sua
destra.
Egli girò il viso verso la porta aperta dalla quale
penetrava una luce fioca ma capace di scacciare la penombra della stanza. Un
sorriso enigmatico comparve su quel volto niveo, accompagnato da un veloce
battito delle lunghe ciglia nere come il più prezioso degli opali.
«Grazie, Eleonor. Aspettami nell'atrio» le rispose tornando
a fissare il fuoco che iniziava a diminuire d’intensità. Presto si sarebbe
spento, consumando le sue ultime energie.
Sorrise ripensando a come quella donna amava chiamarlo. Non
usava mai il suo nome, preferendogli quel titolo, pronunciato con un tono
solenne che apparteneva a un’epoca remota. Lui, un signore… a ventun anni
appena compiuti. Le sue sembianze erano assai più vicine a quelle di un
adolescente che a quelle di un individuo che stava per superare gli ultimi
confini della maturità. Forse era solo un’altra contraddizione della sua
esistenza.
Si rialzò ritrovandosi a fissare il suo riflesso nel grande
specchio che mostrava la sua intera figura. Si avvicinò allungando la mano e
lasciò che scivolasse lentamente sulla superficie gelida accarezzando i
contorni di quel viso che molti avrebbero definito un perfetto connubio di
grazia e superbia. La superiorità che lo rendeva al tempo stesso preda e
cacciatore, capace di paralizzare con lo sguardo chi aveva dinnanzi,
obbligandolo a scegliere quale ruolo assumere. Quello sguardo, impreziosito
dagli occhi bruni, tanto gentili quanto amabili, era capace di suscitare invidia
e avversione, che poteva crescere a dismisura se, dimenticandosi di essi, ci si
addentrava alla scoperta di ciò che quel corpo slanciato e fragile nascondeva.
Si passò le mani tra i capelli castani, le cui sfumature
intense riuscivano ad avvolgere il viso simile a quello di una preziosa bambola
destinata a essere unicamente ammirata.
Egli indietreggiò e raccolse il bastone posato accanto alla
poltrona impugnandone il pomo argentato.
È inutile indugiare oltre convenne incamminandosi verso la
porta.
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