lunedì 11 novembre 2019

RECENSIONE "MAISON DU MONDE" di Massimiliano Agarico



Buon pomeriggio amici lettori!
Alessia Toscano ha letto "Maison Du Monde" dell'autore Massimiliano Agarico, edito Il Ciliegio Edizioni.







Titolo: Maison Du Monde (Mamihlapinatapai)
Autore: Massimiliano Agarico

Casa editrice: Il Ciliegio Edizioni

Disponibile in ebook a € 3,63
e in formato cartaceo a € 10,20 




TRAMA:


Due storie ambientate tra Barcellona e Tossa de Mar, racchiuse in un unico racconto con un doppio filo conduttore: i sogni e la locanda “Maison du Monde”. Sogni vissuti come fuga dalla realtà, che lentamente si trasformano in incubi e poi tornano ad avvolgere il cuore come racconti incantati.
Il primo Percorso è la storia di Santiago, un uomo divenuto potente e cinico a causa di un passato infelice e segnato dalla violenza. Il secondo Percorso riguarda Samir, uno scrittore di racconti horror colpito dagli eccessi del successo e da tragedie familiari che lo hanno inseguito fin dalla giovinezza. Punto in comune fra i due la locanda Maison du Monde, crocevia immaginario attraverso il quale tutti i personaggi sono costretti a passare: per fare i conti con il passato, liberarsi da insopportabili pesi sul cuore, raccontare la verità un’ultima volta, tutta d’un fiato. 




Ho appena finito di leggere qualcosa che non so decifrare, né comprendere né interpretare. Ma, forse, non serve volere per forza capire i sogni, o la realtà, per far sì che essi avvengano.
Mentre leggevo mi sentivo confusa, stranita, in cerca di qualcosa. Vagavo col cuore in subbuglio, certa di non sapere se mi trovavo a occhi aperti o chiusi.
Le scene della narrazione mi apparivano nell’esatto momento in cui le leggevo, come una sceneggiatura vivida di cui entravo a far parte. Io stavo vivendo ogni cosa, ne ero la protagonista, così provavo tutte le emozioni e le sensazioni dei personaggi. Mi sono sentita completamente coinvolta e risucchiata nelle immagini forti e descrittive delle azioni o dei sentimenti. Dell’angoscia o dell’ansia.
Il sogno che avvolge la realtà, e viceversa, mentre si tramuta in incubo ma che poi, all’improvviso ma lentamente, come in un enorme ossimoro, torna a essere incanto. Si viaggia nella realtà dei fatti ma, in un momento, ci si ritrova in una dimensione parallela e del tutto inaspettata.
Un’atmosfera a tratti onirica, a tratti viva e pulsante.
La costruzione delle frasi è particolare, in sintonia col testo e quel che vuole trasmettere: sono lente e ricercate, e colpiscono nel segno. Mi hanno lasciata sospesa e incredula.
Uno scritto introspettivo e intimista, che parla di esistenza, narrato in modo innovativo ma col sapore di qualcosa di antico.
Probabilmente vorrei visitare questa locanda, la Maison du Monde, un luogo, o un non luogo, sospeso dove sembra che tutto possa accadere, o non accadere.
Il messaggio che Massimiliano Agarico, a modo suo, vuole trasmettere è l’importanza della vita, in ogni suo minuscolo secondo, anche quella che è racchiusa nello spazio tra due battiti di ciglia, oppure proprio in quel battito.
Le coincidenze e le fatalità sono davvero tali o fa tutto parte di un disegno prestabilito? E, in caso, di questo disegno si può cancellare, per poi ricreare, qualche linea? Le linee sono rette parallele oppure no? E le linee sono davvero rette oppure possono curvarsi?
Non è una lettura facile, ma l’ho trovata profonda, particolare e intrigante. Ho cercato di liberare la mente di tutto. Mi sono persa, per poi ritrovarmi e poi smarrirmi di nuovo nella sua atmosfera surreale. Ho teso la mano a Massimiliano Agarico, che a volte sembrava beffarmi e dirmi che dovevo farcela da sola, ma poi ho capito che proprio in quel modo lui mi stava conducendo attraverso la lettura.
Spesso mi sono fermata un attimo a cercare di capire se avessi interpretato male, o se la strada percorsa fosse sbagliata. Invece no, era proprio così che, evidentemente, doveva andare.
Ho trovato dei cunicoli che possono essere interpretati un po’ come ho inteso quelli presenti in un film che ho amato particolarmente, Donnie Darko. Non che voglia paragonarli, assolutamente. Ma ci sono dei buchini di narrazione che mi ci hanno fatto pensare.
Nella scrittura ho trovato delle grida potenti, dei sussurri strazianti e dei silenzi calmanti, che poi si sono rivelati il preludio per qualcosa di altro.
Mi piace molto la copertina e, se non sbaglio, l’immagine è stata disegnata dall’autore.
Non so spiegare il motivo, forse non lo so ancora nemmeno io e, probabilmente, non voglio capirlo, ma leggendo Maison du Monde mi sono emozionata, mi è venuto il respiro grosso, lo stomaco piccolo piccolo, le farfalle grandi come pipistrelli che ci svolazzavano dentro.
Forse lo scritto non è perfetto, ma proprio la sua minima imperfezione lo rende umano e speciale.
Non sono riuscita a staccarmi un attimo dalla lettura e, quando l’ho terminato, ci sono rimasta male. Magari si potrebbero scrivere altri racconti e di altri visitatori della Maison du Monde.
Oh, io mi sono persa e ancora non sono riuscita a tornare. Venitemi a cercare a Tossa de Mar, o direttamente alla locanda, anzi no, lasciatemi lì a bere una tazza di tè fumante a chiacchierare col proprietario o con gli avventori.


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