Buon pomeriggio amici lettori!
Alessia Toscano ha letto "Maison Du Monde" dell'autore Massimiliano Agarico, edito Il Ciliegio Edizioni.
Titolo: Maison Du Monde (Mamihlapinatapai)
Autore: Massimiliano Agarico
Casa editrice: Il Ciliegio Edizioni
Disponibile in ebook a € 3,63
e in formato cartaceo a € 10,20
TRAMA:
Due storie ambientate tra Barcellona e Tossa de Mar, racchiuse in un unico racconto con un doppio filo conduttore: i sogni e la locanda “Maison du Monde”. Sogni vissuti come fuga dalla realtà, che lentamente si trasformano in incubi e poi tornano ad avvolgere il cuore come racconti incantati.
Il primo Percorso è la storia di Santiago, un uomo divenuto potente e cinico a causa di un passato infelice e segnato dalla violenza. Il secondo Percorso riguarda Samir, uno scrittore di racconti horror colpito dagli eccessi del successo e da tragedie familiari che lo hanno inseguito fin dalla giovinezza. Punto in comune fra i due la locanda Maison du Monde, crocevia immaginario attraverso il quale tutti i personaggi sono costretti a passare: per fare i conti con il passato, liberarsi da insopportabili pesi sul cuore, raccontare la verità un’ultima volta, tutta d’un fiato.
Ho appena finito di leggere qualcosa che non so
decifrare, né comprendere né interpretare. Ma, forse, non serve volere per
forza capire i sogni, o la realtà, per far sì che essi avvengano.
Mentre leggevo mi sentivo confusa, stranita, in cerca di
qualcosa. Vagavo col cuore in subbuglio, certa di non sapere se mi trovavo a
occhi aperti o chiusi.
Le scene della narrazione mi apparivano nell’esatto
momento in cui le leggevo, come una sceneggiatura vivida di cui entravo a far
parte. Io stavo vivendo ogni cosa, ne ero la protagonista, così provavo tutte
le emozioni e le sensazioni dei personaggi. Mi sono sentita completamente
coinvolta e risucchiata nelle immagini forti e descrittive delle azioni o dei
sentimenti. Dell’angoscia o dell’ansia.
Il sogno che avvolge la realtà, e viceversa, mentre si
tramuta in incubo ma che poi, all’improvviso ma lentamente, come in un enorme
ossimoro, torna a essere incanto. Si viaggia nella realtà dei fatti ma, in un
momento, ci si ritrova in una dimensione parallela e del tutto inaspettata.
Un’atmosfera a tratti onirica, a tratti viva e pulsante.
La costruzione delle frasi è particolare, in sintonia col
testo e quel che vuole trasmettere: sono lente e ricercate, e colpiscono nel
segno. Mi hanno lasciata sospesa e incredula.
Uno scritto introspettivo e intimista, che parla di
esistenza, narrato in modo innovativo ma col sapore di qualcosa di antico.
Probabilmente vorrei visitare questa locanda, la Maison
du Monde, un luogo, o un non luogo, sospeso dove sembra che tutto possa
accadere, o non accadere.
Il messaggio che Massimiliano Agarico, a modo suo, vuole
trasmettere è l’importanza della vita, in ogni suo minuscolo secondo, anche
quella che è racchiusa nello spazio tra due battiti di ciglia, oppure proprio
in quel battito.
Le coincidenze e le fatalità sono davvero tali o fa tutto
parte di un disegno prestabilito? E, in caso, di questo disegno si può
cancellare, per poi ricreare, qualche linea? Le linee sono rette parallele
oppure no? E le linee sono davvero rette oppure possono curvarsi?
Non è una lettura facile, ma l’ho trovata profonda,
particolare e intrigante. Ho cercato di liberare la mente di tutto. Mi sono
persa, per poi ritrovarmi e poi smarrirmi di nuovo nella sua atmosfera surreale.
Ho teso la mano a Massimiliano Agarico, che a volte sembrava beffarmi e dirmi
che dovevo farcela da sola, ma poi ho capito che proprio in quel modo lui mi
stava conducendo attraverso la lettura.
Spesso mi sono fermata un attimo a cercare di capire se
avessi interpretato male, o se la strada percorsa fosse sbagliata. Invece no,
era proprio così che, evidentemente, doveva andare.
Ho trovato dei cunicoli che possono essere interpretati
un po’ come ho inteso quelli presenti in un film che ho amato particolarmente,
Donnie Darko. Non che voglia paragonarli, assolutamente. Ma ci sono dei buchini
di narrazione che mi ci hanno fatto pensare.
Nella scrittura ho trovato delle grida potenti, dei
sussurri strazianti e dei silenzi calmanti, che poi si sono rivelati il
preludio per qualcosa di altro.
Mi piace molto la copertina e, se non sbaglio, l’immagine
è stata disegnata dall’autore.
Non so spiegare il motivo, forse non lo so ancora nemmeno
io e, probabilmente, non voglio capirlo, ma leggendo Maison du Monde mi sono
emozionata, mi è venuto il respiro grosso, lo stomaco piccolo piccolo, le
farfalle grandi come pipistrelli che ci svolazzavano dentro.
Forse lo scritto non è perfetto, ma proprio la sua minima
imperfezione lo rende umano e speciale.
Non sono riuscita a staccarmi un attimo dalla lettura e,
quando l’ho terminato, ci sono rimasta male. Magari si potrebbero scrivere
altri racconti e di altri visitatori della Maison du Monde.
Oh, io mi sono persa e ancora non sono riuscita a
tornare. Venitemi a cercare a Tossa de Mar, o direttamente alla locanda, anzi
no, lasciatemi lì a bere una tazza di tè fumante a chiacchierare col
proprietario o con gli avventori.
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