Buon pomeriggio follower!
Nuova pubblicazione: "Una splendida annata" dell'autrice Aurora Pelucchi.
Titolo: Una splendida annata
Autore: Aurora Pelucchi
Genere: Sentimentale (con un pizzico di mistero)
Disponibile in ebook a € 1,49
E in formato cartaceo a € 9,99
Pagina autore: Aurora Pelucchi Autrice
TRAMA:
Se le avessero detto che la sua vita sarebbe cambiata per sempre rimanendo in panne con l’auto sotto alla tempesta del secolo, lei, Francesca Corti, trentenne brianzola, ci avrebbe riso sopra. Invece, eccola lì. Che fare, ora? La soluzione arriva sotto forma di un casolare sperduto in mezzo al verde e di un piatto di… minestra! Perché, allora, indugiare sulla soglia quando lei è così infreddolita e affamata? E poi quella minestra sembra così buona, calda e…
Samuele Rota non si ricordava di avere invitato a cena quella bella donna dalle forme procaci e provocanti. Era uscito per soli cinque minuti e… cavoli, se l’era ritrovata in casa e ora lo stava fissando con aria spaventata. Chi era? Come era capitata lì? E perché stava mangiando la sua cena? Lui ancora non poteva saperlo, ma lei sarebbe stata la sua salvezza.
Tra passione, colpi di scena, un inaspettato tradimento e un sentimento appena sbocciato… Francesca e Samuele metteranno in gioco tutto per conquistare qualcosa in cui entrambi non credevano più, l’amore!
DICE L’AUTRICE:
La figura di Samuele Rota è stata plasmata su un ragazzo umbro che ho realmente conosciuto durante l’adolescenza e che mi ha molto colpito.
Ho voluto ambientare il libro in Brianza perché è una zona che conosco bene, ci sono nata e ci vivo tutt’ora.
Il Ponte di San Michele, in Brianza noto come Ponte di Paderno, che viene menzionato nel libro, esiste veramente e ha una triste fama in tutta la zona lecchese e bergamasca. Questo ponte, che collega le due province, è interamente di ferro e attualmente funzionante per le auto e, fino a poco tempo fa, anche per la ferrovia.
Samuele e il suo socio producono solo vini bianchi.
È una storia d’amore tanto inaspettata quanto travolgente. È un libro che parla d’amore certo, ma anche di amicizia, di rivalsa e di speranza. Un libro che racchiude in sé, un pizzico di mistero che non guasta mai. I due protagonisti proprio non si aspettano tutto quello che sta per succedergli e ne rimangono sorpresi e travolti, loro per primi. Se tutto questo vi attrae e vi ha stuzzicato la curiosità, allora è il libro giusto per voi.
Disponibile in versione e-book e cartacea!
BRAVE ESTRATTO:
«Quella sarebbe mia!»
Una voce la raggiunse alle spalle, facendola sobbalzare. Era profonda, lenta. Francesca si girò di scatto, ancora il cucchiaio in mano e fissando quella sagoma apparsa improvvisamente sulla soglia. Avvolta in un mantello impermeabile verde militare che copriva anche la testa, si stagliava all’ingresso, mentre fuori i lampi l’illuminavano a giorno, facendola apparire ancor più minacciosa.
Se lei non gridò, fu solo per puro miracolo.
«C… cosa?» riuscì a mormorare, spaventata.
«Sei sorda, per caso? Molla quel cucchiaio e vattene immediatamente, non mi ricordo di averti invitata a cena!» le ordinò, secco, l’uomo ancora senza volto.
Perché di uomo si trattava, questo era fuor dubbio…
Quelle parole la colsero di sorpresa. Certo, aveva violato una proprietà privata e rubato del cibo senza farsi nemmeno troppi scrupoli, ma quella le pareva una reazione esagerata.
«Mi... mi perdoni, non era mia intenzione fare irruzione nella sua casa» gli rispose, a quel punto titubante. «Io, le giuro che ho bussato, ho urlato, chiamato a squarciagola. Nessuno mi ha risposto, così sono entrata. Ero fradicia, avevo un freddo terribile e non sapevo dove andare. Ho bisogno d’aiuto.»
«Come dice, scusi?»
«Fuori sta diluviando e sono rimasta a piedi... non sapevo più a che santo votarmi.»
«Affari suoi, basta che se ne vada.»
Francesca fu colpita da quelle parole pronunciate con tale durezza. Si alzò dal tavolo, appoggiando il cucchiaio là dove l’aveva trovato.
«Lei non è proprio il prototipo dell’educazione. Ha almeno un telefono con il quale chiamare un carro attrezzi? Senza quello, non so proprio come fare!»
Quando decise di abbassare il cappuccio, lei rimase come inebetita. Lo sguardo cupo dell’uomo la trapassò, facendola rabbrividire, ma non di paura. Era qualcosa che non provava da tempo: desiderio. Non seppe spiegarsi il perché di quella reazione, ma quell’uomo l'ammaliò all’istante. Maschio, terribilmente sensuale e pericoloso per la sua pace mentale. Appena era entrato — chiudendo fuori quella che aveva tutta l’aria di farsi ricordare come un’Apocalisse — e sfilato l’indumento bagnato, lasciato cadere a terra senza cerimonie, aveva emanato testosterone da tutti i pori. Francesca si domandò se lui si rendesse conto di essere una tentazione vivente. Indossava una camicia a scacchi sporca di fango, lasciata penzolare sopra un paio di jeans sdruciti. Era alto, almeno un metro e ottanta, un fisico apparentemente muscoloso, capelli neri, folti e mossi che gli arrivavano sino alle spalle, occhi scuri come la notte e lentiggini che facevano da cornice a un naso importante, labbra carnose e invitanti. Lei, abituata a quello che aveva sempre considerato l'unico uomo della sua vita, non molto alto e concretamente troppo magro, si stupì di quei pensieri maliziosi. Era una trentenne fiera della sua età, sbarazzini e corti capelli rossi, occhi verdi. Lavorava come contabile in una famosa ditta di legname, abituata a essere seria e distaccata. Non era facile agli impulsi del momento, tanto da esser definita “iceberg”; ora però, il suo corpo stava reagendo contro ogni logica perché aveva in mente solo una cosa, ed era prendersi quel meraviglioso esemplare davanti a sé, e non importava se solo per un momento. Per la prima volta in vita sua, Francesca desiderava compiere una pazzia. L'uomo senza nome continuava a fissarla con distacco. Più lui sosteneva quello sguardo serioso e penetrante, più lei sentiva l'impulso di saltargli addosso, strappargli quei vestiti e farlo suo, e non avrebbe resistito ancora per molto, ne era certa.
«Mi chiamo Francesca Corti» riuscì a mormorare.
«Samuele Rota» rispose lui, secco. Ma fu quello che disse dopo a farla rabbrividire, e non certo dal freddo.
Lavora nell’ambito dell’assistenza domiciliare.
Ama leggere (ha più di tremila libri di cui è orgogliosa e gelosa), scrivere, andare in Mountine Bike e fare lunghe passeggiate nei boschi.
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