Buon pomeriggio amici lettori!
Doppia recensione per "Mafalda e le sue disavventure: Il Cantropodo" dell'autrice Francesca Ottaviani.
A cura di Franca Poli e Daniela Colaiacomo.
Titolo: Mafalda e le sue disavventure:
Autore: Francesca Ottaviani
Genere: Cozy mystery
Disponibile in ebook a € 0,99
E in formato cartaceo a € 11,50
Contatto Facebook: Francesca Ottaviani
TRAMA:
Mafalda è una donna in carriera, di una bellezza non convenzionale, un misto tra una casalinga anni ‘30 e Carmen Sandiego, ma goffa e maldestra come pochi. È sempre alla ricerca di nuove avventure e nel paesino di Arpa, che da poco l’ha accolta, si annoia facilmente. Il suo lavoro di crisis manager le permette di viaggiare in tutto il mondo e affrontare progetti sempre nuovi. Nella vita di tutti i giorni, però, sfrutta qualsiasi occasione per mettersi nei guai. Odia tutto di Arpa, ad esclusione del suo lavoro e del novello ispettore di polizia, Giorgio Penta, per il quale ha decisamente una cotta. Arpa è piccola, piena di tradimenti, pettegolezzi e casalinghe disperate, ma dopo il terzo anno che Mafalda è lì, pur non volendo ammetterlo, comincia ad apprezzare la piccola comunità. Quasi il genere umano le appare più tollerabile in quell’angolo di mondo...Analizzando quello che le sembra un nuovo e succulento indizio per un’avventura, si caccia nell'ennesimo guaio, imbattendosi nel Cantropodo. Cosa si celerà dietro questa parola sconosciuta? Tra misteri, omicidi e amori, la nostra Mafalda ne combinerà di tutti i colori.
Questo libro mi è piaciuto! Ho trovato la sua trama abbastanza originale, divertente, ingarbugliata. La storia risulta molto scorrevole e ben scritta. I dialoghi sono veloci e frizzanti e la narrazione avviene in terza persona. I personaggi risultano bizzarri, simpatici (quasi tutti), pettegoli come lo possono essere gli abitanti di un paesino dove tutti sanno di tutti.
I protagonisti mi hanno rapita, mi sono affezionata a loro ed è stato facile entrare in empatia e capirli. Anche gli attori secondari non sono da meno, anzi direi che sono degli elementi molto importanti per la riuscita di questo romanzo.
Mafalda, la protagonista, è un personaggio particolare. Donna in carriera, lavora come crisis manager, da tre anni risiede ad Arpa piccolo paese alle porte di Roma dove tutti si conoscono e la privacy non sanno cosa sia. È bella, ma di una bellezza non convenzionale. Rossa di capelli, si veste in modo stravagante, in qualsiasi occasione porta il cappello che deve sempre essere abbinato agli abiti indossati, è goffa, un po' maldestra e ha la tendenza a mettersi nei guai.
Giorgio Penta è il novello ispettore di polizia. Sulla quarantina, alto circa due metri, per questo Mafalda lo ha soprannominato “delizioso spilungone” occhi verdi, capelli neri ricci. Non aspettatevi però il classico ispettore che si è abituati a vedere nei film o a leggere nei libri. Niente di tutto questo! È particolare sia come persona che per il metodo che usa per le sue indagini. Ha un sottoposto, Mario, che è nato e vissuto ad Arpa, di conseguenza lo può aiutare a conoscere i suoi nuovi concittadini.
In un paesino così piccolo, un poliziotto non ha molto da fare fino a quando, durante “la festa delle fragole”, un uomo del luogo viene ucciso. Non vi dirò nulla di più perché sarebbe fin troppo facile fare spoiler. Così, da un momento all'altro, “lo spilungone” ispettore Penta si trova alle prese con un omicidio. C'è da dire che è un delitto particolare che lo porta a credere che dietro ci possa essere il Cantropodo. Ma che cos'è questo Cantropodo?
Se lo chiede anche Mafalda “la Rossa” che ha sentito questa parola origliando i vicini di casa. Analizzando quello che le sembra un nuovo e succulento indizio per un’avventura, si caccia nell'ennesimo guaio. Inizia un'indagine “parallela” a quella ufficiale e inevitabilmente deve chiedere l'aiuto di Clara, sua segretaria e amica, per farsi togliere dagli impicci, come succede spesso e volentieri. Cosa si celerà dietro questa parola sconosciuta? Tra misteri, omicidi e amori, la nostra Mafalda ne combinerà di tutti i colori convinta di poter aiutare l'ispettore a risolvere il caso.
Questo non è propriamente un romanzo rosa, anche se Mafalda la Rossa ha una cotta per il “delizioso spilungone” ispettore Penta, mentre Clara e Mario si piacciono. Non è nemmeno un thriller nonostante ci siano un omicidio e un assassino da assicurare alla giustizia. È un insieme di situazioni ben orchestrate tra di loro che rendono la lettura di questo libro piacevole e rilassante.
Per concludere, mi sento di consigliare questo romanzo perché è ricco di ironia e di personaggi bizzarri. È coinvolgente e non mancherà di farvi ridere.
Un omicidio turba la tranquillità di Arpa, un paesino a circa due ore di macchina da Roma, dove lavorano i personaggi che danno vita a questo giallo soft: Mafalda Carta, "crisis manager" e donna in carriera, annoiata e insonne, che di notte ascolta le conversazioni dei vicini; la sua amica e segretaria Clara: "donna scostante, dal viso innocente e i modi da ruspa di cantiere"; l'ispettore di polizia Giorgio Penta, trasferitosi da pochi mesi, coadiuvato dall'agente Mario Scudo, residente da sempre nel paese.
Dietro l'omicidio c'è l'ombra del "Cantropodo", una fantomatica organizzazione criminale, che sembrava essersi dissolta intorno agli anni ‘80, ma di cui non si sapeva poi molto. Si pensava fosse implicata in una serie di omicidi avvenuti dal 1963 al 1981, ultima indagine del padre di Penta, diventata la sua ossessione.
La trama è molto ben articolata, Francesca Ottaviani dimostra un'abilità di penna sorprendente, notevole e intrigante. Il contesto in cui viene narrata la storia è delineato in modo puntuale e accattivante, le descrizioni dei personaggi e degli eventi minuziose, ma mai pedanti, con una scrittura originale e divertente.
Mafalda è pasticciona e impicciona, veste in modo strano e indossa sempre un cappello, a scelta tra i tanti che colleziona.
Mafalda si stava vestendo per andare al lavoro: gonna a ruota leggermente svasata, camicetta di seta e giacca in tinta, tutto sui toni panna. Sembrava una gelataia di alto bordo teletrasportatasi dagli albori del secolo. Non poteva poi mancare il tocco finale: un cappello che riprendesse l’esiguo arcobaleno della sua mise.
Clara, la fidata segretaria e amica di sempre di Mafalda, che sostiene e aiuta nei guai in cui si caccia, suscita l'interesse di Mario.
Era una donna tutta d’un pezzo, una femminista convinta e al contempo un’inguaribile seduttrice. Non si poteva dire che non sfruttasse a pieno ciò che la natura le aveva regalato: gambe chilometriche, un corpo da diva e un viso da angelo, che nascondeva perfettamente il suo animo tutt’altro che docile.
Mafalda ha una cotta per il talentuoso ispettore Penta - che ne ricambia l'interesse, a sua volta attratto da quella rossa che aveva tutto il fascino di un rompicapo.
Aveva le gambe lunghe e sottili, teoricamente era alto due metri, ma il suo premurarsi di non sbattere la testa ovunque, lo portava ad assumere una postura quasimodeggiante e dinoccolata.
I suoi occhi verdi e i capelli ricci e scuri lo rendevano l’uomo più bello che Mafalda avesse mai visto, il che gli aveva fatto guadagnare l’epiteto di “delizioso spilungone”.
Ma il racconto non si basa su tresche amorose e non è nemmeno un giallo puro, è piuttosto la storia variopinta di strani personaggi, una miscellanea di soggetti particolari come l'amica di Mafalda e Clara, Erina:
La ragazza era alta e tozza e somigliava più a un troll dei boschi, che a un’avvenente amazzone e aveva accettato di buon grado l’aiuto della segretaria a migliorarsi.
Oppure Osvaldo Talenti, marito della bibliotecaria del paese, proprietario dell'alimentari "Osvaldo, tutto per tutti", solito esprimere le sue doti artistiche facendo castelli con le confezioni più disparate, motivo per il quale Mafalda, goffa e impacciata, evita se possibile il negozietto.
Quel giorno, tuttavia, era particolarmente affamata e il locale si trovava proprio nei pressi dell’ufficio.
Non passò che qualche minuto dal suo ingresso, che fece crollare la piramide di ceci in scatola. Osvaldo sapeva che la Rossa era peggio di una calamità per le sue sculture, ma non la sgridava mai, coglieva invece l’occasione per creare forme nuove.
Penta affronta notevoli difficoltà per risolvere l'omicidio del signor Tommaso Leonida, dietro il quale emerge una realtà sconcertante.
La situazione era tragica, l’ispettore stava andando a caccia di farfalle sprovvisto quand’anche del retino.
In un clima di pettegolezzi durante i tè pomeridiani o le riunioni al club del cucito, emerge la struttura di una comunità nella quale anche gli ultimi arrivati sono perfettamente integrati.
Certo, tutti sapevano i fatti degli altri e anche qualcuno in più, frutto del passaparola che ingigantiva gli eventi, aumentava i protagonisti delle storie e intrecciava trame non troppo attinenti alla realtà... Quella di Arpa, però, era brava gente. Solo che la curiosità è donna e di vecchine vedove e senza nulla da fare ce n’erano fin troppe.
Francesca Ottaviani sfrutta la sua ampia conoscenza della lingua italiana per descrivere "quadri" che rapiscono e divertono il lettore, intrigandolo e ammaliandolo con frasi e concetti sapientemente costruiti, divertendolo.
Il libro mi è piaciuto molto e aspetto il seguito, perché la trama, elaborata e sorprendente, pur essendo risolutiva per la componente gialla dell'omicidio, è la traccia di futuri sviluppi: cosa si celerà dietro questa parola sconosciuta, Cantropodo?
Grazie 😍
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