Buongiorno follower, buon venerdì!
Vi segnalo "Tra le braccia del vento" dell'autrice Sabina Di Gangi,
edito More Stories.
Titolo: Tra le braccia del vento
Autore: Sabina Di Gangi
Genere: Contemporary romance
Casa editrice: More Stories
Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 10,99
Pagina autore: Sabina di Gangi Autore
TRAMA:
Per quanto ci si sforzi di cambiare il corso degli eventi sarà sempre il destino a decidere l’ultima mossa. Il fato ha smosso il mare, i venti e le maree per spingere Rachel fra le braccia di Noah. E per quanto entrambi si sforzino di negarlo, il fato ha deciso per loro. Noah fugge dalla società, dalla crudeltà umana e dagli stereotipi mentre Rachel cerca conforto nella confusione della città sperando che il trambusto e i ritmi frenetici le possano farle dimenticare la solitudine. E in un’isola remota che il destino muoverà i suoi passi. Lì naufragherà Rachel e nel bel mezzo di una burrasca Noah la trarrà in salvo. A Grunay un faro svetta e illumina una nuova storia…
DICE L’AUTRICE:
Quando ho iniziato a scrivere Tra le braccia del vento avevo un’unica certezza, l’ambientazione. Ovvero avevo già in mente che i protagonisti si sarebbero conosciuti su un’isola in cui padroneggiava solo un faro. E sapevo che il protagonista viveva solo lì. Questo era il punto di partenza. Da quel punto ho iniziato a pormi mille domande per far sì che la storia prendesse vita. Perché Noah vive tutto solo a Grunay? Questa era la prima domanda, ma la parte più importante era poter capire cosa pensasse Rachel, abituata a vivere in città e soprattutto che amava la città, come poteva affrontare tutta la meraviglia di quel luogo che accoglieva solo loro due, dove la tecnologia non esisteva e neppure un collegamento col resto del mondo… Il loro incontro è stato fortunato per entrambi, entrambi capaci solo di temere i problemi che invece continuavano a perseguitarli. Dando vita a un dialogo, all’introspezione e infine a dover ammettere a se stessi più di quanto si potesse pensare… Poi il destino, come sempre, ha mosso i suoi passi…
BREVE ESTRATTO:
Rachel non credeva di poter ancora respirare. Era bagnata fradicia e se ne stava avvinghiata all’albero maestro dopo aver ben stretto la fibbia del giubbino salvagente. Non aveva il coraggio di trovare riparo sottocoperta. Le onde che la trascinavano dove solo il destino poteva sapere. Le gambe tese come bastoni e le braccia strette alla base dell’albero maestro, le lacrime che si mescolavano alla pioggia e venivano spazzate dal mare in burrasca. Tra i singhiozzi, si guardava intorno, scrutava il nulla sperando che ci fosse tutto, sapeva che non era lontana dalla terraferma ma non vedeva niente… la terra, le persone, una città, la vita stessa che la potesse salvare da quel destino ormai certo. E pregava… e sperava. «Ti prego, mare, portami in salvo, aiutami» sussurrava. In quei terribili frangenti poteva solo ancorarsi all’albero maestro, a una fune, a una ringhiera, e poi ai ricordi. Frammenti di vita la investirono catapultandola indietro nel tempo, per godere del dolce sorriso della madre, o dell’abbraccio del padre. Come se ricordando il passato potesse dimenticare quella tempesta senza fine. Rivide il compleanno, quell’ultimo compleanno prima che i genitori morissero, seppur in tempi diversi. Ricordava ancora l’odore del fumo quando, soffiando sulle candele, il puzzo di bruciato si addentrò fin dentro le sue narici come una scia. Guardando sua madre sorriderle aveva notato gli occhi lucidi. A Rachel era sempre piaciuto guardarla negli occhi, quegli occhi che le trasmettevano protezione e amore. Desiderava un suo abbraccio, una carezza come non mai in quei momenti. Per un attimo sperò di essere trascinata fino al fondale del mare per rivedere i suoi genitori, ma poi ricordò il viso raggiante di Lily dopo la prima regata vinta, in cui squadre di tutto il mondo erano giunte al traguardo solo dopo di lei…
Un’onda sormontò la barca e la forza spietata del mare si abbatté contro l’albero, spezzandolo irreversibilmente. Il cuore di Rachel fu come afferrato e stretto quando la barca fu scaraventata su un fianco e poi capovolta e inabissata. Rivide gli occhi lucidi della madre. Poi il silenzio, quel silenzio regalato dal mare, che satura le orecchie sott’acqua. Padroneggiavano i fulmini: a loro era affidata la scena principale. Illuminavano l’imbarcazione ormai riversa, trascinata dal’ennesima feroce raffica, e, come se fosse un atto finale, l’epilogo di quel destino, la scogliera accolse l’onda furibonda che portava con sé Rachel e quel che restava della sua imbarcazione. Poi la calma, il grido del mare in tormento tacque, le assi spezzate si dileguarono trascinate dalla risacca impietosa. Il corpo riverso. Il buio.
Una forte stretta la privò al mare. Sollevata da due braccia che la strappavano alla morte che la stava risucchiando.
L’uomo si era precipitato sulla scogliera. Liberandole la gamba, la prese fra le braccia. Rachel era priva di sensi, e la pioggia inarrestabile si scagliava contro i due corpi, uniche anime di quel minuscolo fazzoletto di terra. Lui la sollevò con decisione e lasciò quel luogo nefasto. Si sarebbe occupato dopo di farla rinvenire o, peggio, di sotterrarla. Risalì la scogliera con ampie falcate, con unico alleato il bagliore di un immenso lampo che gli illuminò la strada.
Col respiro affannato raggiunse il cottage e, senza badare di richiudere la porta alle sue spalle, si precipitò verso il letto per riporvi il corpo privo di sensi. Le sue dita umide si accertarono che vi fosse battito cardiaco premendo sul collo. Poi cominciò a sfilarle di dosso gli indumenti zuppi che le si appiccicavano sulla pelle come ventose. Li sistemò davanti alla stufa e raccolse un asciugamano che era stato lì al tepore per tutto il giorno, ignaro del compito che gli sarebbe toccato, avvolgere i capelli di Rachel. Disinfettò la ferita alla caviglia e la rivestì con dei pantaloni e un enorme maglione.
Esaminò la ferita sulla tempia e sul mento, tentando, per quanto gli fosse possibile, di non provocarle dolore; spalmandole un unguento.
Il peso di una coperta le premeva contro proteggendola, riscaldandola. Lui la guardò a lungo, come non avesse mai visto in vita sua una donna. Solo dopo la lasciò riposare.
Noah le voltò le spalle e si allontanò afferrando un giubbotto asciutto, una torcia e una fune, per tornare in mezzo alla tempesta. Chiuse la porta del cottage consegnando un ultimo sguardo alla ragazza tratta in salvo, che era illuminata dalle fiamme della stufa.
Le raffiche si opponevano ai movimenti dell’uomo, spingendolo alla resa, ma lui, indomito, puntava dritto verso la scogliera per tentare di recuperare quel che restava dell’imbarcazione.
Sull’isola viveva solo lui e il bagliore della torcia pareva una minuscola lucciola che vagava nel nulla. Quando raggiunse il relitto, poté constatare, suo malgrado, che rimaneva ben poco della barca, e, benché la prua fosse integra, degli effetti di Rachel non c’era quasi niente. Ritornò al cottage con un borsone, che lasciò in prossimità della stufa, per poi gettare dei fugaci sguardi alla ragazza. Le si avvicinò ispezionando col solo sguardo ogni suo respiro, il petto che si sollevava lentamente, e decise che quello bastava per affrontare la notte. La lasciò dormire mentre lui si chiudeva in bagno per una lunga doccia ristoratrice. Uscì poco dopo, seguito dai vapori caldi, si rivestì per poi mettersi sul divano, tenendo sempre d’occhio Rachel. All’interno di quel cottage lontano dalla civiltà, l’unica colonna sonora era costituita dalla pioggia e dai fulmini che si scagliavano sul mare.
Sabina Di Gangi è nata nella caldissima Sicilia nel 1977 dove tutt’ora vive con il marito e i due figli.
Ha studiato musica diplomandosi in flauto traverso al Conservatorio di Palermo. Ha pubblicato un romanzo storico nel 2011 con un piccolo editore, nel febbraio 2014 ha pubblicato un romance contemporaneo “Cercando di te”. Successivamente ha pubblicato con la collana Youfeel Rizzoli tre titoli: “Canzoni, mirtilli e principi azzurri”; “Baci rubati nel vento del nord” e “Non hai bisogno di me”.
A marzo 2020 con la LIterary Romance ha pubblicato “I sogni profumano di te”. Adesso è la volta di “Tra le braccia del vento” edito More Stories.
Grazie di cuore a tutto lo staff!
RispondiElimina