Recensione: "Borderline - Peccatori senza colpa" dell'autrice
Laura Massera, edito Brè Edizioni. A cura di Andrea Macciò.
Autore: Laura Massera
Genere: Autobiografia, romanzo di formazione
Casa editrice: Brè Edizioni
Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 10,45
Laura è affetta da “Disturbo Borderline di Personalità”. È costretta ad assumere antidepressivi e, negli anni, ha dovuto sottoporsi a lunghi ricoveri presso cliniche specializzate. In questo diario ci spiega, parlando di se stessa, com’è la vita per una donna considerata “pazza”. Racconti densi di sofferenza, ma episodi legati anche alla speranza. Una disamina attenta a scrupolosa, a volte cinica, altre volte ironica. Si può guarire da questo tipo di patologie o ci si salva per sfinimento?
Testimonianze piene di emozioni, di cadute e di risalite. Una ragazza emarginata dalla società come se dovesse espiare una colpa, ma l’unico peccato che ha commesso è quello di lottare per uscire da una situazione che la rende schiava di farmaci e psicoterapie. Un libro per sorreggere chi chiede aiuto. Un’opera dove il sentimento va di pari passo con le interessanti e numerose informazioni mediche. Con la speranza che possa essere di aiuto a chi soffre di questa patologia, e di sovente non viene compresa, aiutata, sostenuta.
Borderline - Peccatori senza colpa di Laura Massera è un’autobiografia romanzata nella quale l’autrice ripercorre il suo percorso umano e terapeutico dal 2009 al 2021. Per disturbo borderline di personalità, definizione diffusa in ambito psichiatrico, ma non accettata da tutta la comunità scientifica (alcuni parlano di organizzazione borderline), si intende uno stato che non si può definire compiutamente psico-patologico, ma nel quale il soggetto si trova appunto, sulla linea di confine.
L’autrice ricostruisce il suo percorso di vita, in particolare attraverso la cronaca minuziosa dei due ricoveri in Centri di Salute Mentale nel 2009 e nel 2017. In mezzo, una vita apparentemente normale, ma costellata da una forte instabilità lavorativa e sentimentale dove succede di tutto: dai rapporti conflittuali con la famiglia a una fase di incertezza per quanto riguarda l’orientamento sessuale, dal lockdown ai cambi di partner e lavoro. La storia di una donna giovane, ma non giovanissima, che tende a passare compulsivamente da un partner all’altro, che vive in maniera esasperata il rifiuto di un potenziale amante, una persona che si autodefinisce presuntuosa, misantropa e zoccola.
E che tuttavia, alla fine del libro riesce a uscire dall’incubo di una deriva realmente psico-patologica del suo disturbo borderline. La parte biografica è inframmezzata da interessanti note teoriche e cliniche che spiegano al lettore cosa sia il cosiddetto disturbo borderline.
La scrittura autobiografica, come fanno notare da molti anni svariati psicologi e pedagogisti, è terapeutica per il suo ruolo insieme introspettivo e catartico. Ho letto con grande interesse il libro di Laura Massera, che mi ha dato occasione di riprendere alcuni concetti affrontati negli esami di psicologia dinamica e psichiatria all’Università, laterali al mio percorso di studi a indirizzo più sociopolitico. Non amando particolarmente le biografie, ho apprezzato tuttavia molto questo viaggio di autoanalisi compiuto dall’autrice.
Anche a me, come suggerisce la protagonista stessa nel finale, sorge tuttavia un interrogativo.
Se escludiamo i casi più estremi, la definizione di psicopatologia è assai legata a condizionamenti sociali e culturali. Per esempio, il fatto di cambiare spesso partner sessuale è considerato nel testo una forma di disturbo borderline.
Lo sarebbe stato ugualmente se il protagonista fosse stato maschio o è considerato tale perché nella nostra società la libertà delle donne non è ancora completamente metabolizzata?
Lo stesso concetto di peccato ha una connotazione chiaramente culturale.
L’autrice guarisce per i farmaci e la psicoterapia o guarisce per sfinimento lasciando da parte gli aspetti più singolari della sua personalità conformandosi? O ancora guarisce perché ha trovato l’amore e l’uomo giusto? O per tutti questi fattori insieme?
Interrogativi ancora aperti, in un lavoro che spinge tutti i lettori verso lo stesso tipo di autoanalisi compiuto dalla protagonista.
Grazie! ♥
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