domenica 30 ottobre 2022

RECENSIONE "LA CASA NELLA NEBBIA" di Robert Bryndza

 

Buon pomeriggio amici lettori!
Recensione "La casa nella nebbia" dell'autore Robert Bryndza, 
edito Newton Compton Editori. A cura di Silvia Cossio.


Autore: Robert Bryndza

Genere: Suspense - Thriller

Casa editrice: Newton Compton Editori

Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 5,60 o € 9,40

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Il nuovo mistero dall’autore del bestseller La donna di ghiaccio
La professoressa di criminologia Kate Marshall è in gita con suo figlio, quando insieme fanno una scoperta scioccante: il corpo senza vita di un adolescente, impigliato sotto la superficie del bacino idrico di Shadow Sands. L’ipotesi di un tragico annegamento non quadra, e quando Kate comincia a indagare si trova a fare i conti con un'inquietante scoperta: la vittima potrebbe essere solo l’ultima di una serie di morti e scomparse legate alla brughiera. Nei dintorni di Shadow Sands, infatti, circolano strane voci a proposito di un sadico assassino che, come un fantasma, si nasconde nella nebbia, pronto a colpire. 
Quando una giovane collega dell’università scompare senza lasciare traccia, Kate sa che è solo questione di tempo prima che venga uccisa. Per lei e il suo socio Tristan Harper ha così inizio una drammatica corsa contro il tempo. Ma l’inafferrabile serial killer a cui Kate sta dando la caccia non è l’unico a esserle un passo avanti. Qualcun altro è interessato a fare in modo che i segreti di Shadow Sands rimangano sepolti… 



Il bacino idrico artificiale di Ashdean, nel Devon, è teatro di un omicidio. Il corpo dell’adolescente Simon Kendal viene rinvenuto da Kate Marshall, ex agente investigativa della polizia metropolitana, e dal figlio sedicenne Jake, durante un’immersione. 
L'ispettore capo Henry Ko - carino da guardare ma non troppo sveglio - interviene sulla scena del ritrovamento e le sue conclusioni, successivamente confermate dal medico legale, sono che si tratti di una sfortunata disgrazia.
Lyn Kendal, la madre del ragazzo trovato morto, chiede aiuto a Kate affinché indaghi su quella morte sospetta che però è stata catalogata come incidente. 
Kate accetta l'incarico e si fa aiutare dal collega Tristan Harper.
Il medico patologo, Alan Hexham, consultato dai nostri due investigatori, scopre delle inaccuratezze nel verbale redatto dal suo sostituto. Perché quest’ultimo e la polizia hanno stabilito velocemente che la morte di Simon sia stata accidentale?
A seguito di ciò, le indagini vengono riaperte ma, con disappunto di Kate e Tristan, anche richiuse velocemente con l'arresto dell'amico del ragazzo, Geraint, sospettato della sua morte. 
Nel frattempo, un altro increscioso avvenimento scuote la tranquilla cittadina: Magdalena Rossi, una nuova collega che studia le origini delle leggende metropolitane, sparisce. Le indagini convergono su di lei. 
Si scopre che altre persone hanno fatto perdere le loro tracce, letteralmente svanite nel nulla: l'idraulico Ulrich Maxur, la sedicenne Sally-Ann Cobbs. E Kirstie Newett, che dichiara di essere sopravvissuta al suo aguzzino ma a cui nessuno ha mai voluto credere. Sempre in un giorno di nebbia, dettaglio che accompagna appunto queste sparizioni.
Kate e Tristan, sebbene ostacolati dalla polizia e dalla famiglia Baker, proprietaria della centrale idroelettrica, avviano una loro personale indagine su quelle che vengono definite “sparizioni nella nebbia”. Grazie all’aiuto di Barry Lewis, il contadino, Kirstie Newett, l'unica sopravvissuta, Ted Clough, testimone in procinto di lasciare una dichiarazione ufficiale su alcuni corpi trovati nel bacino idrico di Shadow Sands in passato, e Varia Campbell, la sovrintendente della polizia di Londra, vengono alla luce alcuni retroscena, rivelazioni incriminanti che denunciano un insabbiamento organizzato dalla famiglia Baker.
Scritto molto bene, scorrevole, con un ottimo ritmo narrativo, il libro mi ha tenuto incollata alle pagine.
La storia risulta coinvolgente, ricca di colpi di scena e con un finale inaspettato ed esaustivo.
Concludo dicendo di non vedere l'ora di leggere un'altra appassionante indagine di Kate e Tristan perché sono certa che l'autore ha in serbo per loro nuove entusiasmanti avventure.
Lettura consigliata.


sabato 29 ottobre 2022

RECENSIONE "LA TEORIA DEGLI EQUILIBRI" di Andrea Corcione

 

Buongiorno follower, buon sabato!
Recensione: "La teoria degli equilibri" dell'autore Andrea Corcione.
A cura di Dario Zizzo.



Autore: Andrea Corcione

Genere: Narrativa umoristica

Disponibile in ebook a € 2,99

E in formato cartaceo a € 8,31

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Pietro è stato sempre una persona cinica e opportunista, scontrosa e irriverente. Pietro Santini è un uomo solo che non crede nell’amicizia, tantomeno nell’amore. Non ha amici, non ha parenti. Per una vita intera ha sognato di diventare vecchio per non avere responsabilità, per vivere felicemente solo, senza nessun obbligo. Per lui i vecchi sono come i bambini dai quali nessuno si aspetta nulla. Tuttavia qualcosa sta cambiando, da qualche anno non ha più voglia di lottare, di combattere per affermare la sua idea. La solitudine che ha costruito intorno a sé comincia ad essere un peso, un’oppressione. Dovrebbe essere finalmente arrivato al tanto ambito traguardo, ora è finalmente vecchio, ma qualcosa non torna. Da qualche tempo pensa al suicidio come unica via di uscita da una vita vuota e inutile. Quella condizione è il frutto della sua personale filosofia di vita. Negli anni ha elaborato una sua teoria, “La teoria degli equilibri”, un singolare punto di vista sullo scorrere inesorabile del tempo e sull’affannosa e superflua corsa del genere umano, alla ricerca della realizzazione personale ad ogni costo. Tutto questo non fa per lui, ha corso la metà degli altri ed è comunque arrivato al traguardo. Sempre pronto a giudicare chi nella vita non ha saputo dire di no e si trova intrappolato in una vita che non gli appartiene. Lui non è mai sceso a compromessi e ha detto pochi sì. Tutto questo lo ha reso un uomo arido che spesso si comporta come un adolescente. La sua misera esistenza verrà stravolta da un incontro, un fugace incontro carnale con una corpulenta badante Rumena, che sarà il fulcro, il punto di rottura, di un consolidato equilibrio che sembrava ormai infrangibile. A distanza di otto anni da quell’incontro, in una sola settimana, sarà costretto a cambiare ogni abitudine, a sconvolgere la sua vita per amore. Imparerà con fatica ad amare, imparerà ad ascoltare gli altri e aprirsi al mondo. Tutto questo lo farà a modo suo, senza mai perdere il suo sguardo indifferente, il suo modo di essere ruvido quando serve. L’opera è un susseguirsi di eventi tragicomici, un alternarsi di flashback che descrivono la curiosa vita di Pietro Santini dalla nascita fino all’età adulta. Si ride, si piange, ci si affeziona ai protagonisti. In maniera apparentemente leggera si affrontano argomenti importanti come la solitudine degli anziani, la violenza sulle donne e l’omosessualità. Il tutto utilizzando sempre una chiave di lettura ironica e irriverente. Ci si può mai affezionare ad un vecchio bastardo con la parrucca? Pare di sì. Alla fine del romanzo il lettore ripenserà agli equilibri della propria vita, a quanto avrebbero voluto essere, almeno una volta nella vita, come gli equilibri del vecchio Pietro Santini.



Oggi vi parlo de La teoria degli equilibri di Andrea Corcione, un romanzo umoristico gustoso, dallo stile fresco, casual, la cui architrave è un protagonista che non passa inosservato, che narra la sua vita: 

Io, Pietro Santini, sono un vecchio bastardo impertinente, cinico e opportunista. Questo sono io, non ho fretta di esistere, guardo gli altri arrabattarsi, correre, sudare, illudersi di essere gli artefici del proprio destino, in un’affannosa corsa che ci porta tutti inesorabilmente alla stessa meta, ma per quale motivo? Dove cazzo andate? Ho sempre scelto di non correre, col passare degli anni poi ho rallentato il passo e li ho fregati tutti, di giorno in giorno mi sento sempre meglio. Quando ero ragazzo, desideravo diventare vecchio, ho passato tutta la mia giovinezza schivando obblighi e responsabilità, mi sentivo oppresso.

E poi: 

Io, vaffanculo, mi sono comprato una parrucca color mogano. Sempre la stessa da vent’anni, una fedele amica che la sera dorme sul mio comodino. In vent’anni credo di averle fatto il bagno due o tre volte…

Pietro Santini è un uomo che ha rifuggito sempre le responsabilità: matrimonio, figli, lavoro (grazie a un ricco indennizzo dovuto a un incidente unito a una dignitosa pensione d'invalidità più quella della nonna con cui vive), un enfant prodige che mentre i coetanei giocavano lui andava a donne - a proposito è esilarante il suo tour, prima della prima volta, per le farmacie alla ricerca delle "camicie" - abitudine che non smetterà per molto tempo. Sono i valori correnti che lui rifiuta, lui è un uomo al contrario, lo è diventato quasi scientificamente, perché ha voluto esserlo, come se avesse frequentato una scuola. E pensare che la sua vita non era iniziata proprio bene, con la nonna, affetta da amnesie, che lo perde in un luogo improbabile. Episodio spassosissimo - uno dei tanti - come quando va a raccomandarsi per non fare la naja da un vecchio parente, ex colonnello: 

Prelevò letteralmente il povero colonnello che era parcheggiato con la sua carrozzina in una delle stanze e al buio. In vestaglia, con un’espressione assonnata, come un bimbo che si sveglia dal riposino pomeridiano. Guardò me e la nonna, tirò un forte sospiro e con un filo di voce ci disse: «Riposo, riposo.» Non ci fu mai chiaro se l’anziano ufficiale, per deformazione professionale, avesse voluto dare un ordine oppure avesse chiesto semplicemente di poter riposare in santa pace. 

Di personaggi che rimangono impressi nella memoria del lettore ce ne sono a iosa: il parcheggiatore abusivo autorizzato (autorizzato dall'albergo davanti a cui presta servizio) che invita Pietro a dargli dei soldi anche se è venuto in taxi, perché lui tiene famiglia; la prostituta Farfallina un basso di via Scassacocchi.
Il personaggio principale col passare del tempo peggiora, trasformandosi in una specie di Nonno bastardo, pur non essendo nonno; elegge una cassiera obesa di un minimarket come suo bersaglio, traccheggiando all'orario di chiusura.
Alla fine Pietro Santini con sguardo disincantato ci offre il suo saggio punto di vista: ogni volta che ci sentiamo arrivati potrebbe franarci il terreno che abbiamo sotto i piedi, rompersi l'equilibrio su cui si regge la nostra vita, per dover ripartire da zero, e allora a che vale il nostro affannarsi, non sarebbe meglio riposare, fare come ha sempre fatto lui? C'è qualcosa del Drugo ne "Il grande Lebowski", quasi una filosofia di vita, nonostante il suo schermirsi, il non sentirsi un filosofo, un saggio. Forse nonostante il suo cinismo, la sua maleducazione, Pietro Santini è migliore di molti di noi, Pietro Santini è migliore di quanto lui non voglia far credere agli altri e perfino a se stesso; è un uomo capace di riflettere sulla nostra vita, sul perché un uomo nasca fortunato e un altro no, sull'esistenza di Dio. Certo non trova le risposte, ma in fondo come chiunque si ponga queste domande.
Io, proprio per questo, credo che quest'opera vada letta (l'unico piccolo difetto è la presenza di qualche refuso), perché, ridendo ridendo, spesso si può anche meditare sulle cose importanti, perché la comicità spesso è la più alta forma di serietà, seriamente.


lunedì 24 ottobre 2022

RECENSIONE "PETALO CREMISI" di Sophia Linwood

 

Buongiorno follower, buon inizio settimana!
Recensione: "Petalo cremisi" dell'autrice Sophia Linwood.
A cura di Daniela Colaiacomo.





Autore: Sophia Linwood

Genere: Historical romance

Disponibile in ebook a € 1,99
E in formato cartaceo a € 12,48

Contatti autoreFacebook - Instagram 



TRAMA:

Londra, 1860
Lady Wilhelmina Lovenrose ha tutte le carte in regola per assicurarsi un promettente matrimonio: è nobile, figlia di uno dei Pari più importanti d’Inghilterra, e con una dote a dir poco principesca. Eppure, quattro Stagioni a Londra non le hanno mai procurato un corteggiatore, tantomeno un marito.
Il suo carattere chiuso e insicuro, quella mancanza di grazia ed esuberanza che ogni debuttante che si rispetti dovrebbe possedere, sono sempre stati un deterrente più che uno stimolo; per questo l’unica soluzione che le rimane è quella di chiedere l’aiuto di una nota attrice, una donna affascinante e sicura di sé che possa insegnarle a mascherare la timidezza, a risplendere piuttosto che confondersi fra le ombre sbiadite di una sala da ballo. Ma mesi di lezioni non hanno di certo preparato Mina al compito di strappare un bacio all’unico uomo che ha sempre esercitato su di lei un fascino magnetico, l’unico che risalta come una macchia di colore vivido tra il bianco immobile che la circonda.
Francis Aldridge ha una reputazione discutibile, una sconfinata sequela di vizi e una vita annoiata priva di significato; ma sotto quell’aria indolente e spregiudicata da impenitente libertino, si nasconde un uomo dal passato tormentato, lacerato da un segreto doloroso e con un futuro che sembra prossimo a compiersi e che lui rifugge in tutti i modi. Gli oneri dinastici e le trappole matrimoniali sono l’ultima cosa che desidera; eppure, nello sguardo di Mina si cela una promessa allettante, un riflesso nuovo, irresistibile come il richiamo di una sirena. E Francis scoprirà molto presto come l’innocenza, talvolta, sia la più inaspettata delle seduzioni… e la più pericolosa.
In una Londra altolocata, ammantata dai rigori dell’inverno, tra sale da ballo gelide e fumose, dove luci e ombre si confondono in un’infinita danza di bianchi e grigi, l’amore e la passione smisurata riusciranno a sbocciare come una rosa, a risaltare come il cremisi più intenso.


La luce delle candele sfavillava attraverso le gocce di cristallo smerigliato dei lampadari, avvolgendo in un lucore abbacinante l’ambiente finemente decorato, le pareti chiare a modanature dorate, le coppie che danzavano sul pavimento di legno lucido.
Francis si guardò attorno con impazienza, perlustrando la sala alla ricerca di Mina. Il desiderio che aveva di toccarla, di stringerla fra le braccia, di annegare nel suo sguardo limpido e profondo era qualcosa di potente e insopprimibile. Gli procurava quasi dolore: gli infiammava il sangue nelle vene, gli pervadeva tutto il corpo con un’intensa scarica elettrica. La voleva, la bramava, ma non come aveva voluto qualsiasi altra donna nella sua vita, per poco tempo appena, con il solo intento di soddisfare un bisogno puramente fisico. Con lei era diverso. Di Mina desiderava ogni cosa: il corpo, l’anima... il cuore.

Passione e forti emozioni. Definire bello questo libro è riduttivo. Le sensazioni espresse attraverso i colori e i profumi che sembrano emanare dalle pagine, l'attenzione ai particolari, rendono vive le scene in cui prevale il desiderio di andare oltre, oltre le apparenze, oltre la frustrazione, oltre la timidezza e l'insicurezza, l'immobilità della vita della sensibile Lady Wilhelmina Lovenrose, giovane ventiduenne protagonista di questo coinvolgente libro.

Le piaceva disegnare, dipingere, stendere colore e ricoprire di mille sfumature il vuoto niveo e piatto della carta. In quella maniera, il bianco non rimaneva mai tale, si arricchiva, cambiava, perdeva la sua statica purezza, la sua freddezza algida.

Il bianco di cui la circonda sua madre, l'inquieta duchessa di Ribblesdale, la smania di trovarle un marito e i suoi continui rimproveri, soffocano Mina, rendendola sempre più insicura. 

Sapeva da sé quanto la timidezza influisse sul proprio comportamento, e stava cercando di porvi rimedio... ma riprenderla in quel modo era esagerato e brutale. Per giunta, sua madre non aveva mai contribuito a renderla più sicura di sé. Al contrario, l’aveva influenzata con le sue ansie, le sue paturnie, i suoi giudizi e dispiaceri, aumentando il disagio che la contraddistingueva e rendendola, se possibile, ancora più impacciata e preda della soggezione.
Avvertì l’insicurezza e lo sconforto calarle addosso come una coperta bagnata e pesante che avviluppa e impedisce ogni movimento.

Stanca della situazione che vive, Mina prende un'intrepida iniziativa.
Francis Aldridge, visconte Harrwood, a trentadue anni conduce una vita da libertino avendo sporadici, e nemmeno tanto gratificanti, incontri occasionali con dame ben disponibili nei suoi confronti. Bello e ricco, è l'erede designato dallo zio materno per il ducato di Northbrook, onere che non vuole assumere, più che convinto che non si sposerà mai. 
In attesa dell'amico Christopher, il fratello maggiore di Mina, per caso incontra Mina nella serra di Lovenrose Court. 

Restò ferma, immobile, timorosa di spezzare anche solo con un respiro quell’incantesimo che li avvolgeva. Fu solo capace di fissare lo sguardo castano e rapito in quello azzurro e insondabile di lui. A distanza ravvicinata, i suoi occhi erano ancor più ipnotici, brillanti come un firmamento. Riducevano al silenzio ogni singola parola che potesse aleggiarle sulle labbra. Saccheggiavano la sua mente di ogni barlume di volontà.

Uno sbuffo di terra sulla guancia di Mina, le dita odorose di "Crimson Glorious" - magnifiche e particolari rose che lo riportano al passato -, creando un momento magico, generano un impulso insopprimibile in Francis, un gesto di tenera intimità.

Ecco, quello sguardo sì che aveva un che di particolare, quasi avvolgente. Si era posato su di lui, sondandolo con franchezza disarmante, una disinteressata, genuina meraviglia e fiducia, che l’aveva lasciato confuso, turbato. Per un istante appena, gli era parso di sentirsi diverso, di cogliere con chiarezza impetuosa ricordi, sensazioni ed emozioni nebulose, piacevoli quanto fugaci.

Mentre Mina viene travolta da emozioni sconosciute.

Restò ferma, immobile, timorosa di spezzare anche solo con un respiro quell’incantesimo che li avvolgeva. Fu solo capace di fissare lo sguardo castano e rapito in quello azzurro e insondabile di lui. A distanza ravvicinata, i suoi occhi erano ancor più ipnotici, brillanti come un firmamento. Riducevano al silenzio ogni singola parola che potesse aleggiarle sulle labbra. Saccheggiavano la sua mente di ogni barlume di volontà.

I consigli di Ariane St Étienne - una talentuosa e nota cantante d’opera, indipendente, nubile, originale sotto ogni aspetto e che, come molte altre artiste del palcoscenico, occupava una posizione poco precisa nella società - le hanno infuso coraggio e determinazione.

«Osservate ciò che vi circonda come se fosse avvolto da una luce unica, da colori e sfumature che solo voi riuscite a cogliere, a svelare. Siete sensibile, emotiva. La vostra voce si avverte appena, eppure il vostro animo mormora di continuo.»

Una situazione molto imbarazzante nella residenza londinese dei visconti di Bingham induce Mina a fare una richiesta audace alla quale segue la delusione.
In seguito, un fraintendimento genera in Mina la paura di aver compromesso la sua amicizia con Ariane ma, in realtà, crea una nuova opportunità e Francis viene travolto dalla passione.

L’eccitazione lo consumò immediatamente, raggiungendo un picco vertiginoso. Gli sembrò di essere squassato da una tempesta, da onde furiose di ebrezza che deflagravano e scombinavano ogni sinapsi.

Entrambi i giovani sono coinvolti.

La voluttà che si sprigionò da quel contatto di labbra, da quella mescolanza di respiri, sembrò rovesciare e rimettere il mondo in asse.

Nella mente e nel cuore di Mina germoglia una nuova sensazione, il cambiamento.

L’idea di riuscire a osare, di fare qualcosa di azzardato che nessuno si sarebbe mai aspettato da lei, una creatura timida e schiva, preda dell’imbarazzo, la esaltava. E tutta quell’euforia, quella nuova sicurezza di sé da poco germogliata si doveva a un bacio.

Non sarà facile, però, trovare la felicità: oltre alla reticenza di Francis ad abbandonarsi ai sentimenti, un nemico subdolo e pericoloso cerca vendetta.
Sophia Linwood racconta una storia intensa che emoziona dal profondo, il cambiamento di due giovani apparentemente molto diversi tra loro ma, in realtà, affini che vivono una passione incontrollabile e senza speranza perché Francis nasconde un segreto: l'animo tormentato, un'infanzia difficile e dolorosa che lo ha segnato nel profondo lo inducono a non impegnarsi, né con un matrimonio, né tanto meno con gli obblighi del ducato che lo zio vorrebbe imporgli.
Ho apprezzato molto i protagonisti di questo bellissimo libro, Sophia Linwood è brava a suscitare curiosità e attesa nel lettore che vuole capire le ragioni del rifiuto di Francis verso le responsabilità. Ho apprezzato anche i personaggi secondari, primo tra tutti il padre benevolo di Mina che spinge il suo "Pettirosso" - un uccello niente affatto mansueto. Ha un carattere vivace e temerario che si cela sotto insospettabili vesti - ad uscire dal nido dentro il quale si è rintanata sotto l'opprimente influenza della genitrice che, personalmente, ho detestato e solo verso la fine rivalutato. Gli amici Lucas e Artemide Fairchild - conosciuti ne Il profumo di un'estate, altro libro che ho amato molto - daranno voce alle paure di Francis e lo spingeranno a prendere su di sé gli oneri ai quali sfugge da troppo tempo. 
Scritto molto bene, rigorosamente in terza persona, il libro è molto bello, a tratti poetico nelle descrizioni, come Sophia sa rappresentare, ammaliante e appassionato, sicuramente coinvolgente e originale. Lo consiglio caldamente. 


mercoledì 19 ottobre 2022

RECENSIONE "L'ARMADIO BIANCO" di Sylar Gilmore

 

Buon pomeriggio amici lettori!
Silvia Iside ha letto "L'armadio bianco" di Sylar Gilmor, edito Brè Edizioni.



Autore: Sylar Gilmor

Casa editrice: Brè Edizioni

Disponibile in ebook a € 3,99

E in formato cartaceo a € 14,00

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Un armadio dove rinchiudere le insicurezze, ma trovare anche la forza per combattere e andare avanti. Un semplice mobile, un involucro inanimato di abiti e coperte, per Andrea è un punto di riferimento importante. In quel guardaroba ritrova il profumo della mamma, morta quando lui era bambino. In quelle ante cerca il coraggio per affrontare una realtà che chi gli sta intorno non accetta: l’omosessualità. In un’Italia degli anni Ottanta, quando era quasi un divieto dichiarare di essere gay, con l’Aids che si manifestava in modo sempre più latente, Andrea deve superare ostacoli e pregiudizi per vivere un amore travolgente. Massimo è il sogno, è la passione da sempre desiderata, è l’amico con cui condividere momenti di gioia, ma anche di tristezza. Eppure i due ragazzi sono costretti a separarsi. Le loro vite prendono direzioni diverse, vengono divisi a causa del perbenismo, respinti da genitori che si vergognano di loro.
Un amore che va oltre il tempo, un sentimento che li accompagnerà anche da adulti. Un libro denso di emozioni, un racconto che racchiude un mondo fatto di affetto, dolcezza e calore, ma anche di battaglie e di scontri.

Ogni volta che sarò chiamato ad affrontare una nuova battaglia, chiuderò il mondo fuori casa e mi andrò a sedere vicino al mio armadio bianco, in cui troverò sempre la forza di rialzarmi. 



È fuor di dubbio che per capire cosa un autore scrive è necessario conoscerlo, dopo tre opere di Sylar penso di aver raggiunto un grado di confidenza con i suoi racconti che mi permette di assimilare la bellezza delle storie. L’armadio bianco è, in un certo senso, il libro più corposo da lui scritto finora sia per la linearità del romanzo che per tutti i temi che dalla trama emergono.
Già dall’inizio appare un quadro in cui lo spirito dei fiori, splendida immagine ripresa nel finale, è chiazzato da zone d’ombra. L’infanzia, durante la quale s’indovina già il temperamento remissivo del protagonista, Andrea, e la morte della madre che ne aggrava la mestizia. Tuttavia, la sua capacità di reagire mettendosi ad amorevole disposizione della famiglia e la facilità con cui stringe amicizie tenere distendono l’atmosfera. L’amore con Massimo, di cui l’apice è raggiunto con le scene del faro e della tenda, è l’altro ingrediente dolce ma sotto la superficie riemerge presto il sale delle lacrime. 
Un’altra scena clou è quella della lite di Andrea col padre e il fratello, i cui strascichi dureranno anni. La demonizzazione moralistica di un amore tra ragazzi e un’ignoranza che dilagava allora (e dilaga oggi) su argomenti riguardanti la salute, unite alla mancanza totale di dialogo conducono alla rottura tra Massimo e Andrea e i loro familiari. Fin qui, si potrebbe dire che la storia è drammaticamente comune però non è così, perché la forza di Sylar risiede proprio nella sua capacità di rendere i sentimenti e i personaggi realistici e veri. Il lettore sente tutte le loro emozioni e non gli sfugge neppure la minima reazione interna del ragazzo, del padre, del fratello, della dottoressa… Ciò che gli sfugge e ritrova con sorpresa molto più avanti è un dettaglio (che taccio per non spoilerare), il quale poi si ricollega a quella incapacità di comunicare bene che è stata alla base del disastro.
L’amicizia e la capacità di sognare hanno il ruolo prevalente nella seconda parte del libro, ambientata in Inghilterra. Mi resteranno impresse alcune delle riflessioni di Andrea, ormai divenuto giovane insegnante: non ammettere mai che non sai qualcosa, in definitiva non mostrarti debole in nessun caso, il mondo è troppo crudele. Tutto ciò è avvolto dalla nostalgia per gli anni ’80. 
Consigliato!


martedì 18 ottobre 2022

RECENSIONE "I GIORNI DOLCI" di Silvia Iside

 

Buon pomeriggio amici lettori!
Andrea Macciò ha letto per noi "I giorni dolci" dell'autrice Silvia Iside.



Titolo: I giorni dolci 

Autore: Silvia Iside

Genere: Giallo storico

Disponibile in ebook a € 2,99

E in formato cartaceo a € 11,03

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TRAMA:

Negli anni Novanta, in Albania, durante la caduta del regime di Enver Hoxha che aveva vietato tutti i credi religiosi, tre morti vengono ritrovati in un albergo: l’Hilda.
I “djinn”, entità soprannaturali, compaiono nel testo attraverso i vaneggiamenti di Nexhmije, una donna che vive barricata nell’hotel in cui si sono verificati i delitti. Gli spettri sembrano avere un ruolo attivo nella vita dei personaggi e nella loro ricerca di un raggio di speranza.
È proprio la mancanza di fede a far sentire morti i vivi e a far loro credere nelle superstizioni secondo le quali i morti parlano. 



I giorni dolci di Silvia Iside è un originale giallo con riferimenti al mondo soprannaturale ambientato nell’Albania degli anni Novanta, dopo la caduta del regime di Enver Hoxha, che negli anni Sessanta consumò la rottura dell’Albania con il blocco sovietico e il Patto di Varsavia, rifiutando la politica di “destalinizzazione” ed ergendosi a custode dell’ortodossia “rivoluzionaria”. Per un breve periodo l’Albania ha intrattenuto buoni rapporti con la Cina, salvo poi rompere con la stessa all’inizio degli anni Ottanta.
L’Albania narrata nel libro di Silvia Iside è un paese che sta uscendo da un lungo isolamento politico e culturale, e nel quale iniziano ad arrivare tramite i media le immagini di un’Italia che diventerà la meta principale dell’emigrazione negli anni successivi.
In questo contesto si consuma un misterioso omicidio in un albergo, l’Hotel Hilda. Tre persone sono ritrovate uccise, tra cui Bashkim e Juli. Una donna misteriosa che vive barricata nell’albergo, Nexhmjie, evoca i “dijnn” entità soprannaturali, spiriti che potrebbero avere secondo lei un ruolo attivo nella morte degli inquilini dell’Hotel Ilda.
Sull’omicidio indagano il giudice istruttore Rifat, detto Fati, il medico legale Krenar e il capo della polizia Admir. Tra i sospettati, gli inquilini delle “casette rosse” della zona, tra i quali i giovani Selenice e Parashquev e Frate Tani, un religioso espropriato dal suo ruolo dalla riforma di Hoxha che aveva vietato ogni forma di credo religioso organizzato senza però soffocare l’anelito alla spiritualità. Ed è paradossalmente proprio la mancanza di fede a rendere i protagonisti più sensibili alle superstizioni.
I giorni dolci sono, per Rifat detto Fati, le lunghe giornate di inizio estate.
Il giallo storico di Silvia Iside, ricchissimo di documentazioni storiche e sociologiche, trasporta il lettore in un mondo affascinante e poco conosciuto, quello di un paese rimasto appartato dalla storia e dal mondo per oltre vent’anni, colto in una fase di transizione tra dittatura e democrazia.
Nel romanzo emerge marginalmente il controllo soffocante che esisteva sull’editoria, la cultura, la vita quotidiana e in particolare la repressione di ogni forma di spiritualità e religione. La misteriosa Nexmmije e Frate Tani sono tra i personaggi più affascinanti. L’intrigo giallo resta ben congegnato e originale, intersecandosi con efficacia con la ricostruzione storica e le vicende sentimentali e private dei personaggi.
Interessante la scelta di ambientare un giallo in un periodo di transizione tra un regime autoritario e una democrazia, che ricorda quello del Commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni che opera in polizia nel periodo iniziale del fascismo senza condividerne le politiche.
La scrittura di Silvia Iside, non facilissima, è molto accurata e affascinante. Il romanzo è un’ottima occasione per essere trasportati in un altrove diversissimo dall’Italia di oggi, ma in realtà vicino nel tempo e nello spazio.
Un libro denso, evocativo di un mondo scomparso e originale, che potrà interessare e intrigare anche chi non è strettamente appassionato di gialli in quanto capace di usare i generi letterari per farne sintesi e superarli per approdare alla letteratura senza aggettivi.


lunedì 17 ottobre 2022

RECENSIONE "LE RELAZIONI PERFETTE" di Allyson Taylor

 

Buongiorno follower, buon inizio settimana!
Recensione: "Le relazioni perfette" dell'autrice Allyson Taylor. 
A cura di Silvia Cossio.



Autore: Allyson Taylor

Genere: Giallo/Thriller

Disponibile in ebook a € 3,99 

A breve anche in formato cartaceo

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

La vita di Hope Ward, venticinque anni, è sicuramente impegnativa ma priva di ombre e segreti: un lavoro da commessa che la soddisfa, qualche amico sincero su cui poter fare affidamento, un padre malato di cui prendersi amorevolmente cura, e una relazione appena iniziata con Desmond, un affascinante medico che sembra il ritratto della perfezione.
Sembra proprio che tutto stia andando per il verso giusto…
Almeno finché Hope non si risveglia seminuda, legata e imbavagliata in uno scantinato senza finestre, vittima di una strana figura incappucciata che non parla e prova piacere nell’affamarla e nel terrorizzarla.
Non ha idea di come sia finita lì.
Non ha idea di chi ce l’abbia portata né di chi sia il suo aguzzino e di cosa voglia da lei.
Lei non ha mai fatto niente di male a nessuno.
E non ha idea di come farà a salvarsi.

Dopo “Tutte le cose che non so di te” e “Musica per un giorno di pioggia”, Allyson Taylor ci sorprende con un domestic thriller dal respiro internazionale, ricco di colpi di scena e dai risvolti inaspettati, da leggere tutto d’un fiato.



Protagonista di questo romanzo è la venticinquenne Hope Ward. Nata e cresciuta a Springfield, dove tutt'ora vive, lavora da due anni come commessa in un negozio di abbigliamento, occupazione che ama e che le dà soddisfazioni, grazie anche al rapporto di amicizia che ha con il titolare e le colleghe. Trascorre parte del suo tempo libero assistendo il padre, affetto da Alzheimer, che vive in una casa di riposo. Può contare sul suo migliore amico, Shaun, rubacuori impenitente, con il quale ha diversi interessi in comune.
Un cliente, Des, diminutivo di Desmond, attira la sua attenzione. Scozzese, medico ginecologo, sembra ricambiare il suo interesse.
A distanza di tre mesi e mezzo da quell'incontro, Hope si ritrova legata e imbavagliata in uno scantinato, ostaggio di una figura incappucciata. 
Non ha idea di come sia finita lì, i ricordi sono confusi, inesistenti. Inizia così a ripercorrere con la mente gli ultimi mesi per cercare di ricordare, di capire.
La storia alterna passato e presente. Un presente che nessuno verrebbe vivere, alla mercé di uno psicopatico sadico. E devo dire che mi ha creato non poca ansia. Molta la tensione nell'attesa di scoprire gli sviluppi. Molte le emozioni che agitano l’animo della protagonista: paura, rabbia, dolore, incertezza, consapevolezza… 
Ottima la parte suspense, un po’ meno quella legata alla storia d’amore. Per mio gusto personale, ma soprattutto per restare in linea con quelle che sono le basi del romanzo, avrei dato meno spazio alle vicende di cuore, sfoltendo la parte finale: ¼ di libro in cui, onestamente, pensavo di trovare qualche colpo di scena e invece nulla. Avrei chiuso la storia prima lasciando che il romanzo si incentrasse sulla parte gialla/thriller, che, come già detto, ho trovato ben riuscita. 
Un altro piccolo appunto che mi sento di fare - se vogliamo, un suggerimento per i futuri lavori dell’autrice - è la scarsità dei personaggi: Des, l’uomo per cui perde la testa, Dennis, il suo capo, Jennifer e Alicia, le colleghe, Shaun, il migliore amico, il padre e la receptionist della casa di riposo. Diciamo che scoprire il “cattivo” non è stato poi così difficile. 
Concludo dicendo che, sebbene come scritto sopra la parte finale non mi abbia totalmente entusiasmato, ho apprezzato molto questo libro, l’ho letto in un soffio. E lo consiglio. Spero vivamente che l’autrice decida di proseguire con questo genere, di sicuro continuerò a seguirla.




Non leggete perché praticamente svelo il nome del “cattivo”.


……..


Lo so che siete curiosi, perciò vi do un’altra possibilità per evitare il danno…


……..


Se andate oltre, la responsabilità è solo vostra.


………


Per l’autrice: Sarebbe stato il top se alla fine fosse venuto fuori che Des era complice di Shaun. Nella mia mente contorta, ho sperato davvero che fosse così 😅. 


sabato 15 ottobre 2022

RECENSIONE "IL SEGRETO DI SISSI" di Emily Pigozzi

 

Buongiorno followers, buon sabato!
Franca Poli ha letto il nuovo romanzo dell'autrice Emily Pigozzi: 
"Il segreto di Sissi" edito Sperling & Kupfer. 


Autore: Emily Pigozzi

Genere: Romance storico

Casa editriceSperling & Kupfer

Disponibile in ebook a € 6,99
E in formato cartaceo a € 10,35

Contatti autore: Facebook - Instagram



TRAMA:

La storia di una giovane trovatella incontra quella dell'imperatrice più famosa e iconica di sempre, tra segreti e amori nascosti, tra verità e finzione. Ungheria, 1874. Sono passati più di vent'anni dal primo incontro tra Sissi e Franz. Dopo la nascita dei figli, i lutti e le guerre che hanno sconvolto la loro vita, il matrimonio sembra giunto al capolinea e l'imperatrice, quando può, trascorre il tempo al palazzo di Gödöllő, l'amata reggia ungherese. È qui che conosce Edith, una trovatella abbandonata nella foresta appena bambina e allevata alla corte con il mito della sovrana. All'apparenza, le due non potrebbero essere più diverse, ma nel profondo condividono lo stesso desiderio di libertà, l'animo da viaggiatrici e il bisogno di trovare qualcuno che le ami per quello che sono. Il loro destino finirà per intrecciarsi irrimediabilmente, grazie a un segreto che la ragazza ungherese dovrà custodire e che riguarda il misterioso incontro a un ballo in maschera a cui Sissi ha partecipato sotto mentite spoglie. In una notte che segnerà la sua vita per sempre... 


«Non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò, ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario, perché per me tu sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi?»

WILLIAM SHAKESPEARE, Sogno di una notte di mezza estate

Con questo bellissimo romanzo storico l'autrice è riuscita a dosare sapientemente la realtà storica e la fantasia. A creare un mix tra personaggi realmente esistiti, fatti accaduti e documentati, con persone e accadimenti frutto della sua fervida immaginazione. Ho apprezzato molto questo suo lavoro. Il libro mi ha tenuta incollata alle pagine, ha stimolato la mia curiosità. Volevo sapere cosa sarebbe successo all'imperatrice Sissi, se la giovane cameriera Edith sarebbe riuscita finalmente a lasciarsi alle spalle il passato e trovare la felicità, magari accanto ad Andràs, il giovane cavaliere che l'ha soccorsa davanti al castello di Gödöllő, la dimora ungherese della regina Elisabetta d'Austria.
Romanzo delicato e piacevole che ci fa vedere Sissi sotto una luce diversa, una persona con tutte le fragilità che noi esseri umani abbiamo. Una ragazzina che a sedici anni si è trovata improvvisamente imperatrice del regno più vasto e importante nell'Europa del diciannovesimo secolo.
Tra passioni, intrighi di corte e segreti, faremo la conoscenza di una Sissi ossessionata dalla forma fisica, dalla cura maniacale che riservava ai lunghi capelli, tant'è vero che aveva una parrucchiera personale che la seguiva sempre e che faceva parte di un ristrettissimo gruppo di persone di cui l'imperatrice si fidava.
Vivremo con lei e con Ida, la sua dama di compagnia, la partecipazione in incognito ad un ballo in maschera. La storia di questa "scappatella" da parte di Sua Maestà e del domino giallo e del domino rosso è reale. Così come risulta nella biografia del conte Egon Caesar Corti, e come riportato dal cavaliere di Sissi per quella sera, un certo Friedrich...
Non parlerò della trama, ma posso dire che i personaggi realmente esistiti e quelli di fantasia si amalgamano molto bene tra di loro, dando vita a una storia avvincente, romantica e commovente. La scrittura fluida, i dialoghi veloci, la trama stessa ben strutturata e la descrizione del periodo storico accurata e attendibile fanno sì che la lettura risulti piacevole e veloce.
Ho amato particolarmente la descrizione dei luoghi dove si concentra il racconto: Vienna e Gödöllő in Ungheria. Così come ho apprezzato quella degli abiti indossati dai vari personaggi, in particolare quelli di Sissi. Mi è risultato facile immaginare la scena del ballo in maschera, vedere l'imperatrice e la sua dama con i sontuosi abiti coperti dal domino. Oppure immergermi nell'atmosfera che si respira nel castello di Gödöllő, nella frenesia dei suoi abitanti quando la loro regina si trova in Ungheria.
Da giovane, alla televisione, ho visto diverse volte il film "Sissi la giovane imperatrice" interpretato da Romy Schneider. Era una storia piuttosto romantica che faceva sognare le ragazzine come me. Da adulta, mi sono resa conto che quella era una bella favola e che nella realtà la vita di questa donna non è stata tutta rosa e fiori, anzi...
Così, quando ho saputo che Emily Pigozzi aveva scritto un romanzo che parlava di lei, l'ho acquistato subito e devo dire che non mi sono pentita affatto. Ho amato ogni pagina di questo libro, ogni personaggio, anche se alcuni di più altri meno. Mi sono lasciata trasportare dalla storia, l'ho vissuta assieme ai protagonisti.
Ora non mi resta che complimentarmi con Emily Pigozzi ringraziandola per avermi, ancora una volta, fatto trascorrere alcune ore in piacevole compagnia dei suoi personaggi, che mi hanno regalato delle bellissime e forti emozioni, al punto da non riuscire a trattenete qualche lacrimuccia.


martedì 11 ottobre 2022

RECENSIONE "LA BAMBOLA DI SAM" di Cindy Spano

 

Buon pomeriggio amici lettori!
Recensione: "La bambola di Sam" dell'autrice Cindy Spano.
A cura di Silvia Cossio.



Autore: Cindy Spano

Genere: Giallo

Disponibile in ebook a € 2,99

E in formato cartaceo a € 12,00

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Chicago 1966.
Sulla veranda della vecchia casa dei Napoli, una bambola compare quando Angelo non c'è. È Dora a posizionarla seduta sulla sedia a dondolo, allo scopo di segnalare l'assenza del marito all'anziano allevatore di maiali Paul Williams. Il piccolo Sam, durante gli incontri clandestini della madre con l'amante, rimane sulla veranda assieme all'unica, silenziosa e inanimata ascoltatrice dei suoi discorsi. Un giorno però il bambino crede di sentirla parlare. Quella voce dolce e gentile, con cui comincia a conversare amorevolmente, con il passare del tempo diviene sempre più prepotente e autoritaria. Lei gli ordina di compiere vari atti crudeli a cui lui non si sottrae.
Diversi anni dopo Sam uccide l'allevatore Williams, poi, nel 1984, strangola accidentalmente una prostituta. Da quel momento la sua fama cresce a vista d'occhio. Lo strangolatore di Chicago è sempre alla ribalta delle cronache. Fino a quando l'arresto di un certo Nicolas O'Brian, un emulatore capace di convincere gli investigatori di trovarsi di fronte all'uomo più ricercato dell'Illinois, gli concede una seconda occasione. Sam relega la bambola in cantina e parte per Los Angeles in cerca di una nuova vita.

Chicago 2006.
Sulle rive del Michigan vengono ritrovati i corpi senza vita di un uomo e una donna. L'FBI viene a conoscenza di un'inquietante scoperta. Qualcosa riemerge dal passato. Ma nuovi omicidi complicheranno il caso e andranno a intrecciarsi nella vita personale dell'agente speciale Bernard Whitburn, un impenitente donnaiolo divorziato che sembra non riuscire a resistere al fascino femminile. 



Senza girarci intorno, dirò subito che il libro non mi ha entusiasmato. È scritto bene, a parte per qualche piccola imperfezione qua e là, e risulta scorrevole, ma è la storia che non convince. Sebbene la traccia sia buona, poteva essere sviluppata meglio, soprattutto nella parte finale che personalmente ho trovato deludente. 
Per qualche motivo, leggendo la trama, mi ero fatta l’idea che si trattasse di un thriller e di trovare un po' di suspense, invece nulla. Anche la questione della bambola, che mi aveva fatto credere che la storia contenesse sfumature horror, alla fine non offre quel pathos che lasciava intendere.
La storia inizia nel 1966 per poi spostarsi al 1984, e poi al 2006.
La prima parte, che arriva fino agli anni ottanta, è una sorta di riassunto della vita di quello che era stato definito lo strangolatore di Chicago. Una descrizione degli eventi fine a sé stessa, né più e né meno.
Dora e Angelo sono i genitori di Sam.
Paul William è l'allevatore di maiali che di tanto in tanto fa visita a Dora, ma che non si accontenta dell'amante… abusa di Sam.
Successivamente, abbiamo un Sam, ormai adulto, insoddisfatto della sua vita; l'unica cosa che gli offre una distrazione è andare a prostitute. Spezza la monotonia uccidendo l'allevatore che ha rovinato la sua infanzia e strangolando una prostituta, la prima di una lunga lista. 
Incontra Ronald Fiorillo, detto Ronnie, che diventa suo complice in questa catena di omicidi. 
Convola a nozze con una donna più grande di lui, La vedova Molly Williams, dalla quale in seguito eredita una fortuna che gli permette di vivere di rendita.
Molti gli omicidi di cui si macchia, divenendo per tutti Lo strangolatore di Chicago
La confessione del contabile Nicolas O' Bryan, gli permette di far perdere le sue tracce per molti anni.
Si arriva al 2005. La squadra federale composta da Bernard Whitburn, James Burton, Christopher Harris, Liam Clancy e Styles (il coordinatore), a seguito di alcuni omicidi che portano la firma (e il DNA) dello strangolatore, riapre le indagini sullo strangolatore di Chicago.
Da questo momento in poi, il libro ha finalmente iniziato a coinvolgermi.
Protagonista l'agente speciale dell'FBI Bernard Whitburn. Separato da Joanna e con una bambina, Madison, frequenta un paio di prostitute, ha un'amante, Nanette Jhonson, ma si invaghisce dell'arredatrice Charlotte Corday. 

Forse è solo un modo per annientare la mia innata timidezza. Sento di conoscere davvero una donna solo dopo averci avuto a che fare sessualmente.

Il matrimonio finché era durato non gli era dispiaciuto. Ora aveva delle relazioni più o meno fisse che affiancava ad avventure occasionali e a prestazioni sessuali a pagamento.

Per quanto per certi versi discutibile, ho apprezzato molto questa figura. L’ho trovata coerente nel modo di porsi e diretta. Non teme di esporsi pur di stanare il killer, ma ahimè diventa a sua volta preda e tutte le persone che frequenta sono in pericolo. 
In una corsa contro il tempo, grazie a un lavoro di squadra ben riuscito, si scopre dietro quale nome si nasconda il famoso strangolatore. La scena finale con la cattura di quest’ultimo e la sua confessione, però, ha deluso le mie aspettative - tutto troppo frettoloso - e la cosa mi dispiace perché nella seconda parte il libro aveva preso una bella piega.
Molti i personaggi di contorno che calcano la scena. Davvero tanti, ognuno con una sua collocazione precisa. Se devo essere onesta, ho fatto un po’ fatica a tenere il passo con tutti i nomi, ma erano necessari al fine della storia, poiché fungono da diversivo nella ricerca del cattivo.
In conclusione, ripetendo quanto scritto all'inizio della recensione, non sono pienamente soddisfatta di questa lettura. Non le mancano di certo le potenzialità, ma rivedrei alcune parti.

PS: A livello estetico, ma anche di fluidità del testo, una suddivisione in capitoli gioverebbe al romanzo. Il passaggio da una scena a un’altra non è scontato e la mancanza di una divisione costringe a rileggere la parte.