venerdì 10 maggio 2024

RECENSIONE "L'OBLIO NEI TUOI OCCHI" di Paola Sbarbada Ferrari

 

Buongiorno follower, buon venerdì!
Recensione "L'oblio nei tuoi occhi" dell'autrice Paola Sbarbada Ferrari, 
edito Gilgamesh Edizioni. A cura di Silvia Cossio.


Autore: Paola Sbarbada Ferrari

Genere: Narrativa

Casa editrice: Gilgamesh Edizioni

Disponibile in ebook a € 1,99
E in formato cartaceo a € 14,25 € 22,90

Contatti autore: Facebook



TRAMA:

In una calda notte di settembre il destino della studentessa ventiduenne Christine Usvaldi incrocerà quello di Giulio Ferrero, affermato neurochirurgo, che soccorrerà la giovane donna giunta in ospedale in seguito a un gravissimo incidente. Il forte trauma le causerà una grave forma di amnesia dissociativa che le farà scordare persino il suo nome.

Giulio dovrà fare i conti con l’ormai sopito sentimento paterno, che lo porterà a oltrepassare il ruolo di medico, conducendolo, giorno dopo giorno, a scoprire i misteri che avvolgono la vita di Christine. 

Settembre 2001. Christine Usvaldi, ventidue anni, è l’unica sopravvissuta al crollo della sua abitazione, situata in un paesino delle Alpi piemontesi. Purtroppo, però, ha perso la memoria.

Sono inghiottita dall’oblio che mi stritola da ore. Temo di aver smarrito per sempre me stessa. 

Amnesia sistematizzata, dal momento che riguarda solo la sfera affettiva. 
Giulio Ferrero, è il neurochirurgo che cerca di comprendere le ragioni dell’amnesia della donna. Prende a cuore il suo caso, forse troppo. Da un lato viene da dirsi “magari ce ne fossero di più di persone così”, dall’altro il pensiero che nessuno faccia niente per niente mi ha sfiorato, non lo nego. E infatti, sebbene non ci siano finalità scabrose nell’affetto che nutre per la giovane e le sue azioni siano davvero lodevoli, si percepisce, anche se in minima parte, un secondo fine, lascio al lettore scoprire quale.
Nel libro si alternano tre fasce temporali: 
- quella del passato della protagonista, di quando era bambina e poi ragazza. Si ripercorre la sua storia con Andrea Ridolfi. Un sentimento “assolutista ed esclusivista”, per usare le parole dell’autrice; 
- quella post incidente, in cui Christine deve costruirsi una nuova vita, dal momento che quella passata non esiste più; 
- e quella futura, anticipata nel prologo. Una introduzione un po’ troppo rivelatrice, grazie alla quale, in pratica, si arriva al finale senza sorpresa alcuna. Certo, la coincidenza che vede riunirsi madre e figlio - non sto facendo spoiler, dal momento che nelle prime pagine la cosa si intuisce chiaramente - ha un che di speciale. Oltre il tempo e lo spazio. Un’immagine che scalda il cuore.
Complessivamente, la storia in sé non è male, anzi, ma andava valorizzata e non penalizzata. Mi spiego meglio: soprassediamo sulla scrittura acerba, a tratti troppo “impostata”, passatemi l’espressione, ma è qualcosa che si migliora con la pratica - sono certa che nel tempo l’autrice troverà il suo stile -; sorvoliamo sul fatto che in certi casi alcune parole, se non addirittura frasi intere, appaiano più adatte a un romanzo storico che a un contemporaneo; chiudiamo un occhio anche sulla caratterizzazione dei personaggi sulla quale ci sarebbe da lavorare, e abbassiamo l’altro su un dettaglio logistico su cui, in pratica, si appoggia buona parte della storia, ovvero si ignora il numero di vittime dell’esplosione (alquanto inverosimile, perché, incenerite o meno, qualcosa resta sempre). Se a tutto ciò, però, ci aggiungiamo anche un editing alquanto superficiale... Potrei capire se si trattasse di un libro auto-pubblicato, ma dietro questo romanzo c’è una casa editrice che, in teoria, dovrebbe garantire una certa qualità, e invece... 
Mi dispiace, ma per i motivi sopra elencati non sono riuscita ad apprezzarlo. 

PS: Ricordo che i pareri sono soggettivi e invito i lettori a farsi un’idea propria. 


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