lunedì 8 maggio 2017

"ALICE, NON E' IL PAESE DELLE MERAVIGLIE" di Giuditta Ross


Buongiorno follower, buon inizio settimana!
Oggi vi segnalo il libro di Giuditta Ross, edito Triskell Edizioni 😊







Titolo: Alice, non è il paese delle meraviglie
Autore: Giuditta Ross

Casa editrice: Triskell Edizioni

Disponibile in ebook a € 4,49

Pagina autore: Giuditta Ross 





TRAMA:


Alistair St. Clare è una creatura potente. Un raro vampiro. Cammina sul mondo da secoli e conosce molto bene se stesso e il suo posto nel variegato substrato di esseri non umani che popolano la terra, perennemente in conflitto gli uni con gli altri. Da sempre si destreggia sul filo del rasoio di delicati equilibri di potere. Sa bene che lasciarsi ammaliare da due begli occhi dorati potrebbe costargli tutto ma, improvvisamente, il ferreo pragmatismo di una vita svanisce sostituito da un bisogno selvaggio e folgorante.

Alice non è che una semplice piccola vampira in un mondo di lupi mannari. O almeno così pensa. Non sa nulla di sé, solo quello che il vecchio Noan le ha detto da quando si è svegliata, senza un briciolo di memoria di ciò che era. La sua vita si trascina sospesa tra il lavoro al pub, la stramba amica ‘Dhu e un ragazzo carino che le lascia affondare le zanne in lui di tanto in tanto. Questo finché il suo passato non torna prepotentemente a reclamarla. 
Alice scoprirà che non c’è nulla di semplice nella sua vita da vampira, che l’uomo dei suoi sogni è un tipo da incubo che non si fermerà davanti a nulla pur di tenerla al sicuro. 


DICE L'AUTRICE:


Davvero non saprei dire come la storia di Alice sia venuta fuori da quel luogo affollato che è la mia mente. Di sicuro c’è che la mia testa è sempre piena zeppa di trame e personaggi. Alcuni mi appassionano più di altri e premono per uscire, altri se ne stanno buoni, nel loro cantuccio, almeno per il momento. Altri ancora hanno fatto una breve sortita, in attesa che io abbia il tempo o la giusta ispirazione per portarli dove devono andare.


E sì, viaggio sempre tra le nuvole, mi sforzo di stare ancorata al terreno lo stretto indispensabile. La fantasia vola e non c’è modo di mettermi un freno. Chi mi conosce bene lo sa e neppure ci prova a tenermi coi piedi per terra.
Alice, non è il paese delle meraviglie è nato come un’idea stuzzicante, un insieme di immagini e emozioni.
Il mondo di Alice è il nostro, è il mio. È un mondo di grandi città e di piccole comunità, come quella in cui vive. È un mondo che mantiene la pace a stento, di profughi disperati e di gente che cerca di vivere con quello che ha. Ma nel mondo di Alice, a scappare e a essere perseguitati sono gli esseri soprannaturali, tra gli altri. Alcuni di questi sono perfettamente integrati nella comunità e svolgono funzioni precise, altri sono tipicamente borderline. Le stirpi Sidhe sono in guerra da così tanto tempo che a stentano ricordano il perché, i vampiri sono così rari che quasi nessuno può dirsi in grado di distinguere tra verità e leggenda sul loro conto. In tutto questo, gli umani, sono una maggioranza quasi del tutto inconsapevole.


Alistair è uno di quei rari vampiri. Vivere innumerevoli vite dopo un po’ potrebbe venire a noia. A un certo punto viene a mancare lo slancio: i piaceri perdono sapore, le passioni non bruciano, i ricordi si confondono e gli affetti scivolano via, inghiottiti dal tempo. La solitudine non lascia scampo. Alistair è proprio sull’orlo di quel precipizio quando si imbatte in qualcosa in grado di riportare il sole nel crepuscolo perenne della sua esistenza. Qualcosa per cui sente che vale la pena di rischiare tutto.







Alice non conosce nulla di sé, la sua mente non è in grado di tornare indietro che di cinque anni. Sa che il vecchio Noan, che lei ama come un padre, l’ha trovata priva di conoscenza e ferita. Sa che l’ha curata e che da allora l’ha tenuta con sé alla locanda di cui è proprietario. La sua unica certezza è il fatto di essere una vampira o, quantomeno, gli indizi puntano tutti in quella direzione: due piccole zanne e una certa propensione a bere sangue fanno di lei una vampira, giusto? Ma non c’è un solo vampiro nei paraggi a cui chiedere, solo un branco di lupi mannari senza troppe pretese.
Alice vive, tutto sommato, una vita felice e si sente amata e protetta, ma dovrà vedersela con il desiderio mai sopito di scoprire chi è davvero.
Poi, dovrà scegliere.






Alistair e Alice sono i protagonisti di questa storia. Attorno a loro si intrecceranno le vite, i bisogni e i desideri di creature che piomberanno nelle loro esistenze da un passato ormai dimenticato e tenacemente tenuto nascosto.
Si decideranno le sorti di interi popoli e quelle di una sola, piccola vita.
Un grosso vampiro con un serio problema di autocontrollo, una giovane donna che lotta con un disperato bisogno di appartenenza. Alice, non è il paese delle meraviglie parla di questo e di altro ancora. Parla dell’impotenza di fronte ai sentimenti illogici e soverchianti. Quelli che razionalmente non vorremmo provare mai ma che, alla fine, non possiamo mettere a tacere. Parla di riscatto e di rivalsa. Parla di radici e di risvegli.
O probabilmente è solo la piccola storia di un qualche tipo di amore. 






ESTRATTO:

Alice si alza sulle punte dei piedi, mentre con le mani accarezza le spalle robuste e risale verso le guance ispide, segue la curva della mascella e si ferma con dita leggere sulle tempie.
C’è qualcosa di sbagliato che si sta insinuando negli occhi di lui, il desiderio è in lotta contro una qualche reticenza. Le sue sopracciglia scure s’increspano e il volto si rabbuia.
No, così non va. Alice ha bisogno che torni il calore di prima, vuole la brama, il desiderio. Con i pollici spiana le curve sopra i suoi occhi, gli sorride. Torna da me, vorrebbe dirgli, ma sa che parlare non è necessario. Si aggrappa e scivola su di lui come un rampicante, il paragone la farebbe ridere se non fosse tanto catturata dalla miriade di emozioni che scintillano nei suoi occhi. Gli tocca piano le labbra con le sue, poi è la morsa di due braccia a stringerla contro di lui.
Non la lascerà mai più.
Il suo sapore è un vino meraviglioso, è il nettare sacro degli dei, è come l’acqua fresca in un deserto, un miracolo di dolcezza e forza inarrestabile. Affonda in lei, la doma e la libera ancora e ancora. È un cerchio perfetto, un serpente che si morde la coda, si girano attorno, si prendono e si perdono.
Il suo abbraccio è come tornare a casa, il suo odore è familiare, delizioso, irresistibile. Alistair si scosta per guardarla, le sue mani sono leggere sul suo viso, ne accarezza i tratti come per impararli a memoria, come un cieco che volesse imprimere le sue forme nella mente. Alice sente il cuore come un martello, assordante, le rintocca nelle orecchie, richiama un desiderio che il più delle volte è sopito.
Il suo sangue, il suo sangue canta, la chiama. Vuole morderlo, vuole berlo fino a sentirlo scorrere nelle sue vene. Mai prima d’ora ha desiderato tanto qualcosa, qualcuno.
Senza fiato, il suo sguardo le ruba il respiro, c’è un mondo intero nel buio pesto di quegli occhi. Scivolano sul suo viso come una carezza rude, le strappano la pelle, perché non fa male?
«Mi vorrai mai?»
«Ti voglio ora,» risponde immediatamente.
«Mi vorrai?»
Scuote la testa e serra gli occhi, Alice non comprende, non le piace più quel sogno. Prima non c’era dolore, solo desiderio e gioia. Batte le mani sul suo petto, ma è freddo, il suo volto è lontano, i tratti lugubri. È ancora bello, ma spietato.
«Sei mia,» le dice con voce di tuono, non è una domanda.
È tutto sbagliato.
Il vampiro alza lo sguardo al cielo, il suo grido è straziante: è rabbia, è dolore, è un bisogno inappagabile. Una preghiera?
Quando i suoi occhi tornano su di lei sono buchi neri, con lacrime nere che scivolano sul volto contratto. Alistair crolla sulle ginocchia, è come veder collassare una montagna. In ginocchio, di fronte a lei, resta comunque imponente. Anche col viso basso a studiarsi le mani aperte. Alice infila le dita tra i suoi capelli umidi e tira perché la guardi.
«È solo un sogno,» lo conforta.
«Sei qui, deve esserlo,» dice lui. Scuote la testa. «Vorrei che lo dimenticassi, questo sogno.»
«Perché? Non era male prima che…»
«Vorrei che mi prendessi, qui, adesso. Vorrei poterti prendere.»
«È un sogno.» Piega il capo per incontrare la fronte con la sua. C’è dolcezza ora, che strano, più intimo del sesso, vicino come… un morso.
«Sto perdendo il controllo e non posso. Meno che mai ora.»
«Non capisco.»
«Lo so e mi terrorizza.»
«Di cosa hai paura?» Alice non può credere che quell’uomo tanto forte possa temere qualcosa.
«Di te.» 





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