Buongiorno follower!
Eccoci al nostro appuntamento con le interviste del giovedì.
Ospite di oggi Emma Black, autrice della famosa serie "Leggio X" di cui vi abbiamo parlato nelle nostre recensioni 😃
Leggete l'intervista che le abbiamo fatto e poi seguiteci nel gruppo delle harmonyne dove avrete la possibilità di conoscere non solo l'autrice, ma anche la donna che si cela dietro l'immagine professionale 😊
INTERVISTA A EMMA BLACK:
1) Raccontaci qualcosa di Emma 😊 Parlaci del percorso che ti ha portato a essere quella che sei oggi.
Parlare di sé non è mai
facile, così come non lo è scindere il percorso di crescita personale da quello
professionale. Emma Black è solo un nome di carta, dietro il quale si cela una
donna che ha sempre desiderato scrivere, ma ha dovuto attendere che la vita
reale le insegnasse qualcosa. Perché sì, va bene fantasticare e sognare, ma
anche nelle storie che racconto voglio che ci sia un minimo di realismo, di
coerenza, che riguardi l’ambientazione, i personaggi o le loro avventure. E la
donna dietro il nome ha sempre amato leggere, prima che scrivere. Sin da
bambina, mi attraevano le parole più delle immagini: mi sembrava che celassero
un qualche tipo di segreto, che solo gli adulti potevano comprendere. Per
questo motivo, ho imparato presto a leggere e, dal momento che in casa mia i
libri abbondavano, non avevo che l’imbarazzo della scelta. Fumetti e libri
gialli, ma anche tantissimi fantasy di qualità, sono stati i primi libri sui
quali ho sognato. Poi sono arrivati i testi scolastici, obbligatori e non (ero
una secchiona), gli Harmony (ehi, ma guarda un po’!) e, infine, tutti gli altri
generi. Il passaggio dalla lettura alla scrittura, tuttavia, non è facile come
sembra. Dietro la creazione di un libro, ci sono studio, preparazione, analisi
del testo. Non basta scrivere di getto, rileggere e pensare di aver creato un
capolavoro. Il Self publishing, oggi, viene criticato proprio perché molti
testi sembrano diaristici: creati, cioè, solo per dare sfogo alle proprie
fantasie, spesso sessuali, ma senza possedere una benché minima architettura
interna. Sono spesso parole roboanti, scene assurde che si susseguono senza un
vero motivo e terminano con il più classico degli happy ending, sebbene i
protagonisti siano rimasti infantili e incoerenti per tutta la durata della
storia.
2) Da dove nasce la tua
passione per la scrittura?
Detto questo, ritengo che il
futuro dell’editoria sia sempre più self e sempre più digitalizzata. Anzi, di
sicuro salteranno fuori metodi ancora più immediati per la creazione e la divulgazione
di storie. Essendo un’amante della fantascienza, ho in mente diversi scenari
possibili e li trovo tutti eccitanti. Nonostante la massiccia presenza sul
mercato di testi davvero insulsi e stracolmi di cliché, sono a favore della
libertà di espressione. La scrematura, oggi come ieri e come domani, la fanno
sempre i lettori, ai quali spetta l’ultima parola.
3) Come vedi il futuro
dell'editoria? Self o CE? E-book o cartacei? E tu cosa preferisci?
Ho scelto d’istinto il self
publishing e non me ne sono mai pentita. È la mia strada perché mi consente la
massima autonomia in ogni aspetto della creazione e della divulgazione del
libro. Ho rispetto per le Ce ma giudico il loro lavoro con gli stessi parametri
con i quali giudico un autore self. E purtroppo spesso le similitudini sono
tante, ugualmente raccapriccianti.
4) Genere storico, paranormal,
erotico... Scelta dettata dal mercato? Quanto può condizionare?
La scelta del genere, per
quanto mi riguarda, è stata spontanea e non influenzata dal mercato. Mi sono
posta il problema solo a fine stesura del libro, quando la pubblicazione si
faceva imminente e concreta. Mi sono informata per riuscire ad offrire un
prodotto attraente ma, soprattutto, per differenziarmi dai libri dello stesso
genere. Basti guardare la copertina di Rimozione Forzata. È un paranormal
romance, eppure sulla cover, anziché fanciulle desnude e toraci maschili
scolpiti, c’è una spada insanguinata. Attrae perché è diversa. Poi inizi a
leggere e rimani con gli occhi incollati alle pagine. Suppongo. Spero. Mi
auguro! In generale, di tanto in tanto emerge un genere, o sottogenere, che
diventa di moda, e molti vi si tuffano con la speranza di arricchirsi o di
diventare popolari. Una buona reputazione, però, non si costruisce così. Ci
vogliono tempo, impegno e massimo rispetto, per sé e per gli altri.
5) Perché la gente dovrebbe
comprare i tuoi libri?
Quando si sceglie un libro, si
fa sempre un salto nel vuoto, anche con autori famosissimi. Ricevere la fiducia
della gente è, secondo me, non solo un onore ma un impegno che va rispettato.
Che vengano spesi 0,99 centesimi o 6 euro, è importante che si offra il massimo
di cui si sia capaci, e io lavoro sodo per non deludere nessuno. Le mie storie
sono sempre ricche di colpi di scena, emozionanti e differenti. Offro questo ai
miei lettori: l’assicurazione che ci sarà sempre una sorpresa dietro l’angolo,
che sia valsa la pena perdere ore di sonno per leggere qualcosa di mio.
6) Faresti mai compromessi per
arrivare al successo?
I compromessi esistono anche
nella vita di tutti i giorni e io li accetto senza problemi. Il successo è un
concetto relativo: molti lo confondono con la popolarità ma, per me, coincide
con la realizzazione personale. Sono felice di ciò che faccio e, se i miei
lettori gradiscono, allora mi sento già soddisfatta. Se, però, per raggiungere
un pubblico più vasto, dovessi rivedere il mio lavoro e magari, con l’aiuto di
chi è più competente di me, migliorarlo, perché no? Si guarda sempre avanti,
mai indietro e bisogna avere fiducia in chi ne sa più di noi.
7) Il tuo sogno nel cassetto.
Il mio sogno nel cassetto è
scrivere un giallo e uno storico romance. Purtroppo, entrambi richiedono uno
studio approfondito e non superficiale. Per ora, ne leggo tanti e cerco di
capire cosa sarei in grado di scrivere. Poi mi informo e studio. Può darsi che
non ne caverò mai un ragno dal buco ma, intanto, mi diverto e questo mi basta.
8) Parlaci del tuo ultimo
lavoro.
Il mio ultimo lavoro è stato
il terzo volume della serie Legio X. Altra coppia protagonista, altre
situazioni e un nuovo personaggio. C’è un sottile filo conduttore in tutta la
serie ed è la scoperta di se stessi. L’accettazione di ciò che si è e la speranza
di ciò che si può diventare. Brianna, l’eroina di questa storia, è una donna
apparentemente fragile, segnata da un passato di abusi. È una donna insicura e
che si sente perennemente inadeguata ma che, confrontandosi con chi ama e con
le difficoltà altrui, comprende di avere molto da offrire. Non cambierà fino in
fondo, nel senso che non si trasformerà di colpo in una wonder woman, ma saprà imparare
ad accettare tutto di sé, il buono e il brutto, i pregi e i difetti, senza per
questo sentirsi inferiore agli altri. E, attraverso l’amore, impara a tirare
fuori la propria forza interiore.
9) Progetti per il futuro?
Nei miei progetti futuri, c’è
il romance indipendente che pubblicherò entro l’inizio di dicembre. Una storia
in cui due poli opposti si attraggono, nonostante le loro vite si respingano, e
in cui, come sempre, ribalto i cliché, divertendomi a fare emergere i lati più
spigolosi di ogni protagonista. A seguire, il Legio X volume 4 (saranno 7 in
totale, tutti già delineati) e altri romanzi d’amore indipendenti.
10) Quanto è importante per te
l'amore? Credi che nella vita reale esista il lieto fine?
L’amore, in effetti, permea le
mie storie, affiorando in molti modi. Non c’è solo quello romantico, ma anche
quello tra padre e figli, tra amici, tra fratelli. Ogni rapporto è a sé stante,
racchiude un universo di emozioni e di sensazioni che un autore può
scandagliare con il proprio radar personale, dandone una interpretazione unica
e originale. È il motore del mondo, nonostante il mondo continui a cambiare. E
sì, credo nel lieto fine perché per me coincide con un lieto inizio: nel
momento in cui l’amore trionfa, tutto è possibile. Ogni speranza, ogni sogno,
ogni promessa diventa fattibile, realizzabile. Insomma, il lieto fine racchiude
in sé uno slancio verso il futuro e io, come dicevo prima, non guardo mai al
passato. E poi tutti se lo meritano, tranne i cattivi. Loro no. Loro meritano un
finale in puro stile Black: una stilettata nel cuore, se sono storie Legio X,
oppure un’umida e fredda cella se sono antagonisti di altre storie. La
giustizia, almeno nei miei libri, la amministro io, perciò i buoni, i deboli,
gli indifesi, vincono sempre. I bruti, invece, finiscono col muso nella
polvere.
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