Buon pomeriggio follower!
Vi segnalo "Il resto del mondo con 17 saturazioni", edito Kimera, il libro di Moreno Berva, che ha trovato la sua ispirazione dall'arte del pittore Pano Parini.
Titolo: Il resto del mondo con 17 saturazioni di Pano Parini
Autore: Moreno Berva
Genere: Narrativa
Collana: Kimera
Disponibile in ebook a € 9,99
e in formato cartaceo a € 23,34
TRAMA:
Che cos'è il mondo? È questa la domanda che il direttore della rivista Il Resto del Mondo pone a uno dei suoi giornalisti, Roberto Calamai, affidandogli l'arduo incarico di scriverci su una serie di articoli. Calamai non si tira indietro e, deciso a trovare la verità sul mondo per la sua inchiesta, si confronta con amici, conoscenti e personaggi d'ogni tipo sulla questione. Comincia così il suo viaggio alla scoperta della realtà circostante e, allo stesso tempo, alla scoperta di sé stesso. Il nostro protagonista si troverà quindi improvvisamente immerso in un'avventura fatta di incontri e situazioni al limite del surreale con dialoghi e monologhi che offriranno, a lui così come a noi, numerosi spunti di riflessione. L'opera è infine impreziosita dalla presenza di vivacissime e coloratissime pitture dell'artista svizzero Pano Parini.
BIOGRAFIA:
Moreno Berva nasce a Lugano nel 1955, studia semiologia e filosofia presso l’Università di Ginevra, dove poi consegue la sua laurea. Negli anni a seguire lavora nel campo della comunicazione e dell’editoria nei panni di copy-writer, scrittore, traduttore e redattore passando per i generi più vari come la letteratura, la cinematografia, la poesia, la fotografia e il fumetto. Il suo incarico più recente è stato quello di sceneggiatore del film di Jacques Sarasin, L’enfer des dieux, ispirato all’opera del grande pittore svizzero Louis Soutter.
PREFAZIONE:
Sono tanti gli scrittori che nel
corso della storia hanno trovato l’ispirazione che cercavano in grandi e
piccoli dipinti. Sembra infatti esserci una liaison perfetta tra opere d’arte e
letteratura, per cui avviene che le prime offrano spunto e occasione per la
nascita della seconda, che sia essa sotto forma di poesia, prosa o teatro. I
dipinti, in particolare, grazie al loro straordinario potere evocativo nonché
al loro valore spesso inestimabile, stuzzicano la fantasia di scrittori di ogni
tempo e luogo, portando anche a risultati di notevole successo. Basti pensare a
Il cardellino di Donna Tartt, premio Pulitzer per la narrativa nel 2014, la cui
storia ruota intorno all’omonimo quadro del pittore olandese Carel Fabritius, o
a La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevalier, ispirato alla celebre
tela di Jan Vermeer, da cui è stato poi tratto anche un film candidato a tre premi
Oscar. Milioni sono poi i libri che raffigurano dipinti più o meno noti in
copertina, riprodotti fedelmente, rivisitati in nuove chiavi pop-punk oppure
caricaturizzati. Anche l’autore di questo libro non è rimasto immune alla
seduzione dell’arte. La biografia di Moreno Berva lo vede infatti impegnato nel
2001 nel libro di fotografie di Roger Chappellu, Ensemble, con lo scritto
Éternel féminin; più di recente ha invece lavorato alla sceneggiatura del film
di Jacques Sarasin L’enfer des dieux, ispirato all’opera del pittore svizzero
Louis Soutter. Quest’ultimo non è stato però l’unico ad aver fatto breccia nel
cuore di Berva. Il testo qui presente è integrato dai dettagli di una serie
concettuale intitolata 17 saturazioni realizzata nel 2002 dal pittore svizzero Pano
Parini. Membro delle associazioni Visarte Genève e Société Suisse des
Beaux-Arts, l’artista adotta tecniche pittoriche particolari come graffiature,
linee orizzontali e diagonali discontinue e spezzate, e vaste spatolate di
colore, secondo un linguaggio pittorico di tipo astratto.
Il legame che lega Berva a Parini
non è però solo di tipo artistico, ma anche e soprattutto di profonda stima e
amicizia. Nei locali di Ginevra i due si ritrovano spesso in compagnia di amici
e colleghi e tra un drink e l’altro si discute di attualità, cultura e
politica, e «non si disdegna ‒ come afferma lo stesso Berva ‒ di rifare il
mondo». Molte delle tematiche e dei dialoghi presenti nel romanzo traggono proprio
spunto dagli accesi dibattiti e scambi di idee che intrattengono in queste
occasioni. Quando Berva si è ritrovato di fronte alle 17 saturazioni di Parini,
ne ha da subito apprezzato la bellezza e colto il significato. La storia che
queste raccontavano e suggerivano all’autore era così vasta che Berva ha
pensato bene di racchiuderla e renderle omaggio scrivendo un romanzo. Volendo
inserire le immagini di queste opere nel romanzo e temendo, però, di perderne
dettagli significativi a causa della riduzione delle dimensioni originali,
l’autore ha selezionato alcuni di questi particolari riportandoli nella loro
grandezza naturale. Nonostante in questo contesto le tele non compaiano nella
loro interezza, già da questi dettagli è possibile ammirare la vivacità e la
densità dell’opera, i suoi colori vividi, le immagini e i simboli stilizzati e
sovrapposti, la sua realtà disordinata e caotica, tutti elementi in perfetta
sintonia tra loro e con il testo che accompagnano. La penna di Berva e il pennello
di Parini sembrano andare di pari passo muovendosi insieme nella costruzione di
un’opera con una forte carica evocativa e dalle mille possibili
interpretazioni. Il presente libro ha infatti un carattere investigativo. Ma,
si badi bene, non si tratta di scoprire chi ha ucciso il nonno per ereditarne la
villa stile anni ’50 né di identificare il rapinatore di una gioielleria in
centro. No, è un’inchiesta alquanto diversa questa. Qui si cerca di indagare
sulla realtà per rispondere ad un quesito di natura dubbia e complessa: Che
cos’è il mondo? Il protagonista non è un investigatore professionista ma un
giornalista di talento che, armato di penna, creatività e buon senso, si
appresta a cercare di svelare una delle verità più complesse legate
all’esistenza dell’uomo. I personaggi che interverranno sono tanti, ognuno con
le proprie convinzioni e la propria visione. Gli spunti di riflessione che ne
conseguono sono quindi moltissimi. In fondo lo scopo di questo libro non è
trovare una risposta definitiva e universale, lo scopo di quest’indagine non è
trovare un colpevole, un movente e una vittima. Lo scopo è uscire dal proprio
io, distanziarsi dalla propria individualità e riflettere sulla realtà che ci
circonda, esaminandola, confrontandosi e scontrandosi con essa. Berva si fa
maestro di concetti “raffinatiˮ, metafore ed analogie frequenti e ricercate, un periodare ipotattico
caratterizzato da un’abbondante aggettivazione e da un linguaggio elevato in
cui ogni termine sembra essere stato attentamente selezionato per permettere a
quella particolare frase di evocare e narrare al meglio. C’è una minuziosa ricerca
sull’uso della parola con l’obiettivo di scegliere solo le più efficaci e
brillanti. Nulla qui è lasciato al caso. L’eleganza dello stile adottato da Berva
è quindi l’ennesima prova del fatto che ci si trova dinnanzi ad un testo di
grande valore sintattico ma anche contenutistico.
Presto verrà pubblicato un libro d’arte con le 17 tele di Parini che hanno
ispirato questa storia in grandezza naturale (42x35 cm).
Ognuna di esse sarà accompagnata
da una citazione estratta da questo romanzo in quattro lingue: italiano,
francese, inglese e tedesco.
Le due opere saranno quindi, in
un certo senso, complementari, simbolo della visione del mondo simile che
condividono Parini e Berva ‒ e che molti di noi si ritroveranno a condividere ‒
della loro amicizia e del forte rapporto tra letteratura e arte, un rapporto
senza confini e senza tempo che ha trovato una dimora sicura tra le pagine di
questo libro. Giulia Martiradonna
Un destino così così.
In quegli anni, nessuno poteva
escludere la possibilità di un destino prodigo o perlomeno compiacente. Se
questo avesse ascoltato le esortazioni dei suoi potenziali beneficiari, avrebbe
trasformato la vita a venire di Roberto Calamai in una fulgida e troneggiante
carriera letteraria. Ognuno, infatti, ha il dannato diritto ai propri sogni e Calamai
era un ottimo sognatore.
Però, come tutti ben sanno,
dietro le scelte del destino vi sono ragioni che sfuggono persino all’immaginario
di quelli convinti di sapere tutto per bene. Non si potevano dunque scartare
altre piste che avrebbero potuto fare di Calamai un irriverente palombaro di montagna,
un infaticabile attivista dei diritti degli indolenti, un bizzarro avventuriero
dell’assurdo, un suggestivo personaggio romanzesco o altra singolare scommessa
della vita. Insomma, il suo destino era ancora un’onda vaga e fluttuante.
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