domenica 8 aprile 2018

DOPPIA RECENSIONE "PRENDIMI AL LACCIO" di Marianna Vidal



Buona domenica pomeriggio lettori folli!
Franca Poli e Alessia Toscano hanno letto "Prendimi al laccio", il quinto volume della serie "Latinos" di Marianna Vidal, e hanno voluto dare il loro personale contributo alla realizzazione di un nuovo capitolo... 😑 Prendetevi del tempo per leggere le loro recensioni... 😂😂





Titolo: Prendimi al laccio
Autore: Marianna Vidal
Serie: Latinos Vol.5
Genere: Contemporaneo

Disponibile in ebook a € 0,99
e in formato cartaceo a € 10,99

Pagina autoreMarianna Vidal Autrice 
BlogMarianna Vidal    





TRAMA:


Quando la sua vita sentimentale va a rotoli, Ana Alvarez, la fidanzata di un noto imprenditore televisivo, con una carriera d'attrice che stenta a decollare, è costretta a tornare a Guadalajara, dove suo padre, un facoltoso produttore di tequila, le comunica che non è più disposto a sostenerla economicamente. Così, se non vuole ritrovarsi a lottare per la sopravvivenza come tutti gli altri, dovrà trasferirsi a Santiago de Tequila alle dipendenze di Demetrio Torres.

Demetrio non può credere alle sue orecchie: Enrique María Alvarez, l'uomo a cui deve tanto, ha deciso di rovinargli la vita, imponendogli, come segretaria, nientemeno che Ana Alvarez, l'unica donna per cui abbia perso la testa e la sola che lo ha messo alla porta, dopo una notte di passione, per tornare al suo amore impossibile.

Tra battibecchi, litigi e batticuori mai sopiti, Ana e Demetrio ci portano nel loro mondo, quello della tequila, per raccontarci una storia d'amore intensa e coinvolgente. 




IL PARERE DI FRANCA POLI:

Siamo arrivati al quarto libro (quinto se si considera una novella uscita a Natale) di una serie che mi sta veramente appassionando. Sono tutti autoconclusivi, con un finale ben definito, tuttavia leggendo anche gli altri si riesce a capire meglio l'evolversi della situazione e le dinamiche familiari. In tutte le storie, Marianna Vidal è riuscita a creare dei personaggi interessanti, descrivendo molto bene le loro caratteristiche, in particolare quelle fisiche, ma anche quelle psicologiche e caratteriali. Uomini sexy, bellissimi, milionari, irriducibili playboy, ma anche stakanovisti del lavoro. Quando, però, trovano l'anima gemella diventano romantici e sentimentali. Donne con un carattere forte, determinante, belle, ma anche intelligenti, che a volte si nascondono dietro una maschera. Per non parlare della descrizione dei luoghi da sogno dove ha ambientato i romanzi. Risulta talmente accurata che leggendo il libro sembra di esserci. Anche questo non è da meno degli altri, sia per quanto riguarda i personaggi che l'ambientazione. Contrariamente alle storie precedenti, dove si viaggiava da Ischia al Messico, passando per Londra, questa si incentra quasi esclusivamente nella località messicana di Santiago de Tequila, dove la famiglia Alvarez coltiva l'agave per produrre la Tequila.
L'autrice questa volta ha suddiviso la storia in due parti per far sì che il lettore possa conoscere e interagire meglio con la protagonista femminile, in quanto il suo personaggio risulta un po' complesso. La prima parte è il prologo e ci riporta indietro nel tempo quando Ana Alvarez, sorella di Clark e Luis che avevamo conosciuto nei precedenti libri, appena quindicenne, si trova con i genitori a Santiago de Tequila. È in quel luogo, per la precisione alla distilleria, che conosce Demetrio Torres, un giovane ventenne, amico dei fratelli di lei e figlio del braccio destro del padre.
L'attrazione tra i due è immediata, ma lui sa che non potrà esserci niente tra di loro - anche se risulta sempre più difficile resistere alle avance di Ana - a causa della troppa differenza sociale ed economica che c'è tra le due famiglie.
La sera della tradizionale festa, che ogni anno si tiene alla villa padronale per celebrare il lavoro di squadra di braccianti, operai e impiegati, tra Ana e Demetrio succede qualcosa... che ci porta alla seconda parte della storia, quindici anni dopo, ma sempre a Santiago de Tequila, dopo aver fatto una breve sosta a Guadalajara, dove abita la famiglia Alvarez e dove ha sede il loro quartier generale.
Ana adesso è una donna di trent'anni, con una vita movimentata e il sogno ormai infranto di diventare attrice.
Non si aspetta però che il padre, stanco del suo comportamento, chiuda i cordoni della borsa e le imponga di guadagnarsi da vivere come fanno i fratelli e le cognate. Sarà quindi uno shock scoprire che il lavoro che dovrà svolgere alla distilleria è quello di segretaria dell'attuale amministratore e braccio destro del fratello Clark... Demetrio Torres!
Anche per il giovane sarà uno shock apprendere chi sostituirà la sua fidata assistente, Trinidad. Non può credere che Enrique Alvarez gli abbia imposto la figlia come impiegata.
Una cosa è certa, le loro giornate lavorative non risulteranno noiose, anzi, saranno costellate da litigi, battibecchi e... languide occhiate da parte di entrambi. Sì perché l'attrazione che provavano uno per l'altra fin da quando erano ragazzini non solo non si è sopita nel corso degli anni, ma risulta ancora più potente.
Dovranno però fare i conti con la ex fidanzata di lui, Barbara, e quello di lei, il potente impresario televisivo Alvaro Rodriguez, che arriveranno ad allearsi pur di raggiungere i loro scopi. Entrambi, per motivi diversi, cercheranno di ostacolare una loro eventuale relazione.
Inoltre ci sarebbe un altro ostacolo insormontabile, almeno per lui, ovvero il diverso ceto sociale e l'aspetto economico, che con il tempo non è cambiato.
Considerando tutte queste avversità riusciranno i due giovani a coronare un sogno all'apparenza impossibile da realizzare?
Le caratteristiche dei vari personaggi, principali e secondari, sono ben delineate . Li ho apprezzati tutti, sia quelli positivi che quelli negativi, perché gli uni e gli altri contribuiscono alla buona riuscita della storia. Come nei libri precedenti, mi è piaciuta molto la famiglia Alvarez, ad esclusione della madre, Frida, una donna veramente snob che pensa solo ad apparire e considera coloro che lavorano per loro dei pezzenti. Inoltre, ha cercato di modellare la figlia a sua immagine, e devo dire che in parte c'è riuscita. 
Ana e Demetrio meritano un discorso a parte. Li ho amati per il loro carattere forte, ma anche romantico, per le loro debolezze, le insicurezze e il comportamento che hanno nei confronti dei familiari e degli amici. Anche se devo dire che per buona parte della storia il mio rapporto con la ragazza è stato di odio/amore, in quanto la consideravo viziata, superficiale, insopportabile, antipatica, ma poi mi sono dovuta ricredere. Questo succede quando lei, finalmente, si toglie la maschera e mostra chi è veramente. Molto bello il suo legame affettivo con il padre e i fratelli maggiori. Ho invece amato fin da subito Demetrio. Riuscivo ad immaginarlo in jeans, torso nudo e cappello da cowboy in testa mentre lavora nei campi, oppure con un completo elegante alle riunioni con gli Alvarez. È un ragazzo che, nonostante ne sia innamorato, sa di non poter aspirare ad una relazione con figlia del capo. Ma sarà proprio così?
Finale con relativo epilogo degno di una bella, anche se sofferta e quasi impossibile storia d'amore.
A questo punto non mi rimane che ringraziare Marianna Vidal per aver scritto un altro bellissimo libro che, a mio avviso, riesce a trasmettere delle belle emozioni.
Assolutamente consigliato.
Così come consiglio tutti quelli della la serie “Latinos” che, oltre a questo, sono:
“Vieni via con me”
“Il tuo bacio tra mille “
“Una cena di Natale” novella
“uno scapolo da sposare”




IL PARERE DI ALESSIA TOSCANO:

Il termine Mamihlapinatapai, nella lingua degli Yamana, descrive l'atto di «guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo». 

Ecco, io userei Mamihlapinatapai per descrivere la storia di Ana e Demetrio in “Prendimi al laccio” di Marianna Vidal.
Lei è l’unica figlia femmina della famiglia Alvarez, il cui patriarca Enrique è un ricco produttore di tequila, mentre i suoi due figli Clark e Luis lo accompagnano nella conduzione dell’attività. 
Ana è antipatica e super viziata, certa di ottenere tutto ciò che desidera, compresi gli uomini, col solo schioccare delle dita. In realtà è così, grazie al benessere del padre e alle manie di grandezza della madre che la vede accanto a un marito degno del loro nome e del loro patrimonio. 
La storia inizia, nella prima parte del libro, con la quindicenne Ana che crede di essere innamorata di Clark, suo fratello adottivo, il quale però la respinge e la ama come una sorella. Durante una visita alla tenuta di famiglia incontrerà il ventenne Demetrio, un semplice sottoposto degli Alvarez. È subito attrazione ed elettricità tra di loro. Ma subito dopo una notte di passione, orgogliosi e testardi si separeranno, lei partirà per trovare il suo posto nel mondo. 
Nella seconda parte, si incontreranno di nuovo dopo quindici anni, ormai adulti, perché, evidentemente, il destino ha deciso che sul cammino della bella ereditiera ci fosse Demetrio Torres, “Cowboy” d’acciaio, dal fisico statuario, con ferrea volontà, capace di incatenare con uno sguardo. Un adorabile testone, la sua testa combatte contro il cuore. Chissà quale dei due riuscirà a vincere. Lui è bravo a non fare trapelare mai i sentimenti, ma chi lo conosce bene, sa quali siano i suoi tumulti interiori. Ho ammirato i modi di fare dell'uomo, anche se, quando agiva d’istinto senza analizzare davvero cosa gli accadeva intorno, lo avrei sbattuto al muro. Ma la paura a volte immobilizza, o fa fare scelte insensate. Mi sono sciolta nel momento in cui ha confessato le proprie debolezze, senza vergognarsi di aprire il cuore ed esporre la sua anima. 
Ana Alvarez si fa odiare, a quanto ho letto dalle sinossi dei precedenti romanzi in cui i protagonisti sono i suoi fratelli, e così dovrebbe essere anche in buona parte di questa storia, ma invece, leggendo tra le righe, ho scoperto una personalità fragile, plasmata dal bisogno di non deludere il padre e compiacere sua madre Frida, per la quale non può e non deve lasciarsi andare a stupide passioni e cadere tra le braccia di qualcuno che non sia alla sua altezza come un semplice jimador. Per Ana è necessario sentirsi desiderata e primeggiare, facendo valere il posto d'onore nella società acquisito per diritto di nascita che le ha donato i geni del potente Enrique Alvarez. 
Non è una semplice protagonista, ma è un personaggio molto complesso, ricco di sfaccettature che hanno permesso all’autrice di sbizzarrirsi nella descrizione delle sue mille personalità contrastanti, ma in qualche modo complementari. Testarda, caparbia, dopo essere andata via dal Messico, ancora quindicenne, è diventata una donna e ha intrapreso una strada difficile, inseguire il sogno di diventare attrice, legandosi all’uomo sbagliato e traendo sostentamento dall’attività di famiglia. Quando, ormai trentenne, qualcosa si spezza e le cose non vanno secondo i piani, si trova costretta a tornare a casa a Guadalajara, ma Enrique decide che non vorrà più aiutarla finanziandola, ma dovrà cavarsela da sola, lavorando e contando sulle proprie forze, alle dipendenze di… Demetrio Torres. E qui tutte le sue apparenti sicurezze vacillano, chiudendola in una protettiva arroganza. 
La stessa cosa succede a lui, che si scopre vulnerabile e spiazzato a ritrovarsi attorno proprio lei, la donna che è diventata la sua ossessione da quando quindici anni prima, dopo una notte di passione lo ha messo alla porta. Si è sentito usato e questo atteggiamento gli ha da sempre ricordato chi fosse la padrona e chi un semplice dipendente. In realtà lui per gli uomini Alvarez era molto di più, un caro amico e dipendente fidato a cui affidare la completa gestione dello stabilimento di agave a Santiago de Tequila. 
Le cose si capovolgono, Ana diventa la segretaria e Demetrio, ormai catapaz, sarà il suo capo. Ah, che strani scherzi del destino… Ah, che cattivo deve essere questo padre che mette alla prova sua figlia… 
Tutto questo innesca una serie di buffi aneddoti che li vede protagonisti, tra battibecchi, dispetti, sfuriate, ma anche tremori, emozioni, batticuori, incertezze… avvolti da una passione mai realmente confessata, ma mai davvero svanita, solo che entrambi non vogliono accettare, né rivelare, per motivi errati, oppure se lo dicono con le modalità e i tempi sbagliati. Mi sono divertita moltissimo a leggere i loro ironici e frizzanti dialoghi. 
Contrariamente da quello che pensavo, conoscendo la nomea di Ana, mi è risultata da subito simpatica, avendo tutto un mondo da farci scoprire. Un aspetto che ho apprezzato davvero tanto è l’attaccamento alla famiglia, e il suo animo che sembra allontani le amicizie, ma che invece ne ha talmente bisogno da affezionarsi subito a chi le dona un po’ di affetto. L’ho trovata diversa dalle solite protagoniste femminili, nonostante sia bellissima e ricca. È stato interessante seguire il suo percorso di crescita e presa di coscienza delle sue capacità e del coraggio di affrontare i propri errori. 
Ovviamente, ça va sans dire, mi sono follemente innamorata di Demetrio, Marianna Vidal lo ha immaginato e costruito davvero bene. Lui vede Ana come un qualcosa di irraggiungibile, una creatura che, per sempre, avrebbe riempito la sua testa e il suo cuore senza poterla avere davvero. 
Lei e Demetrio, durante i quindici anni trascorsi lontano, si sono solo visti di sfuggita quando lei tornava in Messico dalla famiglia, ma cercavano di evitarsi. Ancora adesso, costretti a lavorare fianco a fianco, essendo due capoccioni, preferiscono scornarsi e scontrarsi, creando scintille e facendo divertire chi li legge. 
In alcuni tratti, quando venivano fuori i loro sentimenti, o rimanevano soli a parlare con loro stessi, mi sono emozionata, perché ho capito quanto possano essere complesse e articolate le loro personalità, come le sensazioni e paure. 
A volte alcune situazioni, nate per equivoci, parole non dette e persone non proprio corrette, possono fare male a chi le vive. 
Marianna Vidal ha creato dei bei personaggi, tutti interessanti, anche quelli secondari, come Trinidad, che comunque sono molto importanti per i protagonisti. Le caratteristiche fisiche e caratteriali sono ben delineate, come anche le loro sensazioni. I suoi uomini sono bellissimi. Mi sono sciolta a immaginare Demetrio mentre lavorava nei campi coi jeans e il cappello, con quel sorriso che calamita e gli occhi da perdersi… ecco, infatti mi sono persa… Persa tra i filari di agave per la produzione della tequila, che fanno da sfondo alla vicenda. 
L’ambientazione messicana in questa tenuta mi è piaciuta molto, descritta talmente bene che sembrava di sentirne i profumi. 
Le donne non sono da meno, forti, determinate, belle e intelligenti, diverse tra di loro ma con la caratteristica comune di tenere testa ai loro uomini e accompagnarli aiutandoli e sostenendoli. 
Lo stile dell’autrice è semplice, ma attento a ogni dettaglio, scorrevole, coinvolgente e frizzante, incatena fino alla fine.
La copertina direi che è perfetta e rispecchia a perfezione l'immagine di Demetrio che i miei neuroncini si sono fatti! 
Complimenti a Marianna Vidal e grazie a Demetrio e Ana per il divertimento e le emozioni che mi hanno fatto provare.




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