Buongiorno follower!
Siete pronti per la nostra ospite di oggi? Silvia Pillin, autrice molto apprezzata, ha accettato di trascorrere la giornata insieme a noi. Leggete il bellissimo tema che ha scritto per il nostro blog e poi seguiteci nel gruppo delle harmonyne dove Silvia ci intratterrà parlandoci di sé e dei suoi libri 😊
IL TEMA DI SILVIA PILLIN:
"Il mio mestiere è quello di scrivere e io lo so bene e da molto tempo. Non fraintendetemi: sul valore di quel che posso scrivere non so nulla, so che scrivere è il mio mestiere."
Queste parole di Natalia Ginzburg sono da sempre il mio manifesto, poco importa se la scrittura non mi permette di guadagnarmi da vivere o se i miei libri non sono sugli scaffali delle librerie. So che, a dispetto di tutto, posso scrivere le mie storie, con la stessa libertà, la stessa passione, la stessa gioia che mi dà infilare le scarpe da corsa e correre, o mescolare uova, zucchero e farina per sfornare un dolce.
Negli anni, anche se non è mai venuta meno la convinzione che scrivere sia il mio mestiere, sono cambiate le aspettative rispetto a quello che la scrittura può o non può darmi. Il mio sogno di diventare scrittrice è sceso a patti con la realtà, si è ridimensionato, ho accettato che il mercato editoriale non è il paese dei balocchi che avevo vagheggiato e non stava aspettando me.
Ho letto da qualche parte che la prima emozione con cui devono fare i conti i neogenitori è un sentimento di lutto per il fatto che non sia nato il bambino che avevano immaginato. Non so se sia vero, dato che non ho figli, però ora, a trentasei anni, credo di essere arrivata proprio a questo punto nel mio rapporto con la scrittura: accettare che non è quello che pensavo sarebbe stata per me. E come i neogenitori imparano a conoscere e amare il loro bambino, anch'io sto costruendo un nuovo rapporto con le mie parole, con le cose che ho da dire.
A brevissimo uscirà "Aria e altri coccodrilli" il mio primo romanzo non autopubblicato.
Nonostante sia il mio quarto contratto di edizione approderò in libreria per la prima volta, e sono orgogliosa, terrorizzata, curiosa.
Sono orgogliosa sia perché nonostante sogni di pubblicare da vent'anni non ho mai pagato per farlo, sia perché non mi sono fatta scoraggiare dai rifiuti e dai silenzi. Sono orgogliosa anche perché ho scritto il romanzo che volevo scrivere: una storia tutt'altro che leggera e rassicurante che racconta di una diciottenne alle prese con una domanda molto scomoda "non sarebbe meglio morire che affrontare tutto questo?".
Anche "Ti voglio bene lo stesso", pur raccontando una storia d'amore e di tradimento, non è una narrazione prevedibile e piena di buoni sentimenti. Non ha uno scontato lieto fine e tutto il racconto è incentrato sulla ricerca della protagonista di una risposta soddisfacente alla domanda "cos'è l'amore?". Troverà la sua risposta, parziale e temporanea, che non pretende di essere una risposta universale ma solo una tra le possibili.
"Non un romanzo erotico" è la storia più lieve che abbia scritto, avevo voglia di prendermi gioco di un certo tipo di romanzi erotici - quelli senza trama che sono solo un'accozzaglia di scene di sesso improbabili - e l'ho fatto attraverso una protagonista che per sbarcare il lunario traduce romanzi erotici, in un periodo della sua vita il cui il sesso non è all'ordine del giorno.
Insomma, lungo il percorso che mi ha portata fino a qui ho ottenuto dei piccoli successi che mi hanno dato la benzina per proseguire fino alla stazione di servizio successiva: ho vinto il concorso Subway Letteratura, Tessitori di Sogni - che mi ha regalato una settimana a Lucca per frequentare dei workshop di scrittura tenuti da scrittori affermati - ho pubblicato sulle riviste Carie letterarie e Cadillac Magazine, Zandegù editore ha pubblicato due miei manuali: "Sono uno scrittore ma nessuno mi crede" e "Roba da self-publishing".
Insomma, la strada è ancora lunga ma pare essere costellata di aree di servizio - anche se non sono tutte alla stessa distanza e a volte si insinua il timore di non arrivare alla successiva.
Adesso la smetto di blaterare. Ringrazio Silvia per la gentilezza e l'ospitalità e se vi va di saperne di più seguitemi:
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