lunedì 11 giugno 2018

RECENSIONE "IL SOLDATO DIVENNE QUELLO PER CUI ERA NATO" di Olivia Ross



Buon pomeriggio follower!
Alessia Toscano ha letto "Il soldato divenne quello per cui era nato" di Olivia Ross e... non non è chiaro se abbia apprezzato il libro o meno... 






Autore: Olivia Ross
Genere: Narrativa

Disponibile in ebook a € 3,99
e in formato cartaceo a € 14,55

Pagina autoreOlivia Ross 





TRAMA:

Un amore non convenzionale, di quelli travolgenti ma che ti inducono anche a osteggiare la realtà dei fatti, che a volte sfianca, sfinisce, però è anche pura bellezza.  
Un amore che sembra una lotta, ma che spinge a dare il meglio di sé, a pretendere, a non accontentarsi; una relazione che emoziona, coinvolge, attrae.
Sogni che si accantonano per combattere il terrorismo, necessità di trovare una pace interiore che aiuti a vivere intensamente ogni giorno senza più il pericolo che tutto finisca improvvisamente. E poi un dipinto che con la sua storia sovverte il destino di chi lo possiede. 
Le cose non sono mai semplici come appaiono, non lo sono per niente, ci sono mille insidie, emozioni contrastanti da assorbire, voleri che non possono essere appagati, ma è proprio per la difficoltà di affrontare le insidie che la vita assume quel valore inestimabile che dà un tocco magico alla storia. 




Un libro brutto, noioso, scritto male, dei personaggi inesistenti, una trama inconsistente. 
Un romanzo orrendo… un romanzo DISARMANTE, BELLISSIMO, INCREDIBILMENTE COINVOLGENTE.
Volevo attuare una piccola vendetta nei confronti dell’autrice, Olivia Ross, per avermi fatto commuovere e piangere in questo modo, talmente tanto che le Cascate del Niagara a confronto sembrano deboli ruscelli. Per leggere “Il soldato divenne quello per cui era nato”, bisogna comprare un’intera fabbrica di fazzoletti. Vorrei suggerire all’autrice, anzi intimarle, di mettere come postilla finale questa frase: “Ora i lettori sono autorizzati a insultarmi”. 
A parte gli scherzi, trovo davvero difficile scrivere questa recensione, perché mi ha coinvolto molto emotivamente, e non so se riuscirò a fare trasparire quanto lo abbia fatto, attraverso le mie parole, soprattutto non vorrei rivelare neanche mezza riga della storia. 
Un racconto pieno di cose e situazioni una dietro l’altra, con dei cambi di regime che non ci si aspetta. Ci si diverte, si sorride, e poi si piange, si riflette, si ride e poi si piange di nuovo. Un mix ben amalgamato che lo rende particolare e sorprendente. 
L’amicizia, quella vera che supera ogni ostacolo.
L’amore… non si legge spesso di un amore così totalizzante. 
L’amore che prepotente ti tiene a sé, come quello che invece ti lascia andare per sempre. Quale dei due proveranno i protagonisti? Eh… Ovviamente non posso dirlo ora qui, anche se vorrei gridarlo. 
Vicende che strappano l’anima perché, leggendo, capisci che esistono davvero, in qualche parte del mondo, ma potrebbe accadere che siano molto più vicine a noi di quanto crediamo. E mi rendo conto di essere tremendamente fortunata ad avere vissuto una vita come la mia fino a ora. 
Le descrizioni sono accurate e minuziose, mi hanno trasportato lì, in Scozia, insieme a loro. I personaggi, anche quelli secondari che sono però fondamentali, risultano ben caratterizzati e ciò permette di entrare subito in empatia con tutti loro. 
Questo romanzo mi ha spiazzato perché non è la solita storia d’amore, non è scontata, non è banale. Non che l’amore sia banale, intendiamoci, ma tra Mitchell e Isabeau c’è qualcosa di ancor più profondo. 
Storia inusuale, struggente, travolgente, passionale, sensuale… difficile, particolare, intrisa di piccole cose che di solito sono normali, ma per loro invece diventano preziose.
I temi trattati sono molto intensi, ma vengono raccontati con delicatezza e rispetto, non risultano assolutamente pesanti. 
Lui è un ex soldato, di quelli più duri, un cecchino Nevy Seal, che rinunciò al sogno di diventare violinista per combattere delle guerre che non erano le sue e, al posto del suo amato strumento, si ritrovò a imbracciare uno spietato fucile. 
Ha un passato forse un po’ esagerato eh (perché c'è ancora dell'altro), ma che lo ha portato a essere quello che è, ad abbandonare i propri sogni e la sua passione e ora, da civile, vuole solo sopravvivere. 
È sicuro e fermo nel suo lavoro, quanto emozionale e impacciato davanti alle donne, soprattutto quelle per cui vale la pena perdere la ragione; sensuale e affascinante, ma disarmante quando si trova di fronte al battito del suo cuore. 
Mrs Morel è la glaciale proprietaria della magione dove Mitchell cerca impiego, e lo ottiene. Tra di loro inizierà un tira e molla divertente e ironico che è stato, a tratti, esilarante, soprattutto perché lui è un vero disastro con le donne! Il vissuto di lei è ancora più difficile di quello del soldato. Mi ha stretto il cuore. 
Fondamentale è la musica, ciò che rappresenta per loro e come li fa avvicinare, una tenerezza infinita, una completezza e affinità che apparentemente non riescono a trovare… Li fa innamorare indissolubilmente… Grazie a Olivia Ross ho scoperto il repertorio di David Garret, a cui si è ispirata, pura e profonda magia. 
Beh certo, il solito cliché: un uomo e una donna, diversi, bellissimi, orgogliosi e cocciuti, due vissuti terribili. Si incontrano, si studiano, quasi si odiano, ma poi iniziano a parlare, addirittura si confidano, si innamorano profondamente, cercano di vincere i loro demoni perché l’amore è più forte. L’amore unisce, proprio come la musica. A Mitchell basta avere tra le mani il suo violino e il cuore impazzisce, entra in un’altra dimensione, quella in cui vorrebbe essere, a differenza della sua realtà, e ci trascina anche Isabeau. Una passione che cerca di sconfiggere ogni reticenza, che non si accontenta, che è totalizzante. 
La storia sarebbe già scritta, ma... 
“C’è sempre di più di quello che si vede in superficie…”
L’amore vince su tutto? L’amore guarisce? La favola è sempre dietro l’angolo, oppure a volte la realtà e gli eventi non possono essere cambiati? 
La storia si svolge in un lungo periodo di tempo, quindi assistiamo alla crescita e alla presa di coscienza dei personaggi. 
Mi è piaciuto che il punto di vista della narrazione sia quasi esclusivamente di Mitchell, tranne che per alcuni piccoli cammei preziosissimi di Isabeau, inseriti in una forma particolare che preferisco non svelare. 
Anche l’ambientazione è molto bella: la nostalgica Scozia, con i suoi paesaggi, le scogliere, i laghi e New York, caotica, confusionaria, immensa, ma piena di possibilità da acciuffare al volo… o quasi. 
Finale non scontato, non è terminato come avrei voluto, come avrei sperato, ma ha rispettato il tono di tutto lo scritto. Per questo devo ringraziare l’autrice e farle i complimenti, ha scelto un epilogo difficile e sofferto, ma dopo il mio sgomento iniziale, ho capito che proprio così deve finire la storia, altrimenti sarebbe una finzione forzata. Bravissima, è stata coraggiosa! E qui mi si stanno riaprendo i rubinetti, in due giorni ho prosciugato tutta la mia riserva d’acqua. E non mi si fermano le lacrime, aiuto, mi disidrato! Mi piacerebbe sapere le emozioni di Olivia Ross mentre lo scriveva, visto quelle che ho provato io durante la lettura. 
Unico appunto… ma la copertina? Non so se mi piace… tanto per rompere un po’ le scatole! 
Grazie a lei per tutto questo, per aver dato voce a un amore non convenzionale di cui non siamo abituati a leggere, ma non lascia l’amaro in bocca come mi ha chiesto lei stessa, perché ho sorriso e riso (giuro che mi sono anche divertita), mi sono emozionata tantissimo, ho pianto (si è capito?), mi sono commossa, ho sognato e ho riflettuto e, ora, molte cose le guarderò con occhi diversi. 
E, alla luce di tutto questo, posso dire che davvero l'amore vince... E’ l'unico motore della vita!
Continuerei a scrivere mille altre parole, ma concludo dicendo che non mi sento di consigliare il romanzo… mi sento di intimarlo, dovete per forza leggere “Il soldato divenne quello per cui era nato”. Non c’è scampo e ve ne innamorerete. 
Complimenti a Mitchell per la sua anima grande e profonda più del mare e, soprattutto, all’enorme coraggio e amore immenso che ha dimostrato Isabeau, difficilmente la dimenticherò.



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