venerdì 13 luglio 2018

"PER AMORE DI UN CORSARO" di Mirta Drake



Buongiorno follower!
"Per amore di un corsaro" è il romanzo con cui Mirta Drake esordisce nella collana "I romanzi storici" della Mondadori. 
Mirta tornerà presto in edicola con il primo titolo di una trilogia di ambientazione vichinga, che verrà pubblicata nella collana Extra Passion.



Autore: Mirta Drake

Genere: Romanzo storico

Casa editrice: Mondadori
Collana: I romanzi classici

Disponibile in ebook a € 3,99
e in formato cartaceo a € 5,99

Pagina autore: Mirta Drake Autrice 





TRAMA:

Morgan Queen è un pirata che sparge terrore nei mari delle Bahamas. Ma pochi conoscono il suo segreto: è una donna! Quando si scontra con William Spencer, corsaro al soldo della Marina inglese, fra lei e il suo affascinante nemico si scatena un'indomabile attrazione. Morgan, alla ricerca di un fantomatico galeone spagnolo pieno d'oro, comincia a destreggiarsi fra schermaglie e baci rubati e, senza quasi accorgersene, cede alle lusinghe dell'amore mettendo in forse la sua intera esistenza. Nel cuore, però, rimane un pirata, e un pirata ha sempre un'arma di riserva...



BIOGRAFIA:

Italiana, con una passione sfrenata per tutto ciò che è gotico, è una sognatrice seriale, dotata di una fervida fantasia. Ha iniziato a scrivere quasi per gioco, in modo da dare vita ai personaggi che immaginava e spesso sognava e... non ha più smesso. Veste quasi solo di nero, ma dentro ha innumerevoli colori, bisogna solo scovarli! In ogni sua storia c’è molto di lei, dalla timidezza all’innata ironia che la distingue. Lettrice onnivora, romantica e scanzonata, Mirta Drake crede profondamente nell’amicizia e nell’amore, anche se lo definisce un “simpatico bastardo”. Spesso si innamora dei protagonisti dei suoi libri e spera che capiti lo stesso ai lettori. 

Sul blog I Romanzi Mondadori è possibile leggere la sua lettera alle lettrici. Link:



DICE L’AUTRICE:

Ho tenuto a lungo questo romanzo a languire in un cassetto ma ora finalmente ha preso vita.
È un romanzo che parla d'amore e non solo nel modo classico in cui lo si intende, ma anche di amore paterno, di amicizia e naturalmente di passione.
Come sempre, ho inserito qualche nota leggermente ironica ma a farla da padrone è sicuramente l'amore che, in questo romance, è come il mare in preda alla tempesta.
Morgan, la protagonista, è una donna forte che ha messo da parte la propria femminilità per sopravvivere, ma a un certo punto dovrà mettere in discussione la sua intera esistenza e affrontare ogni avversità per trovare un compromesso accettabile fra ciò che prova e ciò che ha sempre tentato di essere.




BREVE ESTRATTO:

Prologo
Nave mercantile inglese St Vincent,
al largo della costa di Nassau, Bahamas, 1695
La nave beccheggiava tra i flutti, abbordata da una galea pirata. Lady Elizabeth Cavendish, in cabina, si stringeva nel suo scialle crema e tremava nonostante il caldo, rannicchiata sul letto sgualcito accanto alla paratia. Suo marito, lord John Cavendish, passeggiava nervosamente nell’esiguo spazio a disposizione. L’aria era soffocante, la calura quasi insopportabile.
— Andrà tutto bene, Elizabeth, vedrete — disse l’uomo. La sua voce però tradiva l’ansia che non osava esternare.
— Ve lo avevo detto che sarebbe stato pericoloso — mormorò lady Elizabeth tergendosi una lacrima dal viso esangue. Era una donna affascinante, dai tratti delicati, ma il lungo viaggio in mare e la nausea costante l’avevano messa a dura prova e ora appariva quasi sfiorita. La paura faceva sembrare i suoi occhi azzurri ancora più grandi.
Lord Cavendish si voltò a guardarla in un moto di impazienza. — Elizabeth! Era il solo modo per raggiungere la Louisiana e la vostra famiglia. Sapevo che la St Vincent doveva fare scalo a New Providence, conoscevo i rischi. — Si passò una mano sul viso tirato. — Tuttavia era l’unico passaggio che mi potessi permettere.
La donna piagnucolò qualcosa di incomprensibile e suo marito si sedette accanto a lei, nel tentativo di calmarla. — Andrà tutto bene, cara. Il capitano Bryce ha detto che spesso i pirati attaccano le navi inglesi solo per depredarle. E ha suggerito di restare tranquilli in cabina. I furfanti che ci hanno abbordato ruberanno le merci e ci lasceranno andare.
La donna annuì.
Il sudore luccicava sulla fronte di lord Cavendish, illuminato dalla fievole luce della lanterna. Dal ponte provenivano urla e voci concitate, e anche parole indegne di un lord e una lady.
Marito e moglie rimasero in silenzio a lungo. La donna lanciò uno sguardo alla bambina dai capelli rossi come il fuoco che, ignara di tutto, dormiva alle sue spalle, nella cuccetta. Pregò che il marito avesse ragione e che non capitasse nulla di spaventoso alla loro piccola Morgause. Aveva ascoltato storie terribili sui pirati bevendo il tè del pomeriggio con le amiche, e mai avrebbe pensato di potersi effettivamente trovare in una situazione simile. Aveva sposato lord John Cavendish credendo che avrebbero avuto una vita serena e felice in Inghilterra, dove lui possedeva diverse tenute ed era molto in vista nell’alta società londinese, ma purtroppo quell’uomo in sei anni aveva perso tutto al gioco d’azzardo. Non era mai stata davvero innamorata di lui; era stato un matrimonio di convenienza organizzato dalla sua famiglia che lei aveva accettato di buon grado, e adesso si ritrovava a dover chiedere ospitalità proprio ai suoi genitori. Elizabeth odiava l’idea di tornare a vivere nella grande casa coloniale in Louisiana, insieme al padre e alla madre così rigidi, ma non avevano altra scelta. Lei sperava che suo marito si risollevasse dai debiti e che un giorno potessero rientrare in Inghilterra. Ora però la cosa più importante era diventata non morire.
Aveva udito storie di dame prese in ostaggio, talvolta violentate e poi uccise da quei selvaggi che chiamavano pirati. Nelle sale da tè circolavano racconti che facevano sgranare gli occhi, suscitando persino qualche battuta ironica, ma adesso era tutto vero e lei temeva per la sua bambina, oltre che per se stessa.
A un tratto, udirono un urlo lancinante e diversi spari. Lady Elizabeth gridò, quindi si mise una mano sulla bocca. — John...
L’uomo sbiancò. Avrebbe voluto dirle che gli dispiaceva, ma non ce ne fu il tempo. Sentirono dei passi lungo le scale e poi qualcuno che cercava di forzare la porta.
— Nascondete la bambina — bisbigliò lord Cavendish.
Lady Elizabeth prese Morgause tra le braccia. La piccola aveva solo cinque anni e si lamentò per essere stata svegliata di soprassalto.
— Sst, tesoro. Adesso facciamo un gioco. Nasconditi sotto il letto e non uscire finché non te lo dice la mamma — sussurrò Elizabeth dominando il tremito della voce.
— Aprite la porta! — tuonò qualcuno da fuori.
Lord John Cavendish si appoggiò contro il battente e rispose: — Non abbiamo nulla di valore, andatevene! — Chiuse gli occhi per un istante, madido di sudore.
— Ma... madre... — disse Morgause.
— Sst. È solo un gioco, non avere paura.
Quando le baciò la fronte sentì le lacrime scivolarle sulle gote, ma le asciugò prima che la bimba le vedesse. La spinse sotto la cuccetta e aggiunse: — Non uscire, capito? Per nessun motivo. I colpi alla porta si fecero più violenti. Presto l’avrebbero sfondata.
La bambina annuì. Aveva gli stessi occhi azzurri della madre, contornati da ciglia scurissime e labbra come ciliegie in un mare di latte.
— Morgause, ricordati che ti voglio tanto bene. Ricordalo sempre.
La porta cedette, lord John Cavendish finì lungo disteso a terra e lady Elizabeth si rannicchiò in un angolo, pregando in cuor suo che la figlia le desse retta, almeno per quella volta... 



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