sabato 8 settembre 2018

"LA SEDUZIONE DEL GHIACCIO" di Mirta Drake



Buongiorno follower, buon sabato!
In uscita oggi "La seduzione del ghiaccio" di Mirta Drake, primo volume della serie "Norse Love Trilogy", edito Mondadori. Disponibile sia in ebook che in versione cartacea. Chiedete al vostro edicolante di fiducia 😊






Autore: Mirta Drake
Serie: Norse Love Trilogy Vol.1

Genere: Romance storico

Casa editrice: Mondadori
Collana: I Romanzi Extra Passion

Pagina autoreMirta Drake Autrice 





TRAMA: 

Smilla vive nel tranquillo villaggio di Blomstavvan, sulle coste scandinave, finché un giorno viene rapita dal guerriero vichingo Niklas Hellström, giunto dalla Norvegia a bordo di agili drakkar in testa a un drappello di insaziabili razziatori. Benché intenda far colpo sul conte di Svartis col suo bottino, Niklas decide di tenere per sé Smilla come schiava, sedotto dalla sua intelligenza e dal suo strano aspetto: non sa che quella snohar, la ragazza dai capelli e dagli occhi color del ghiaccio, è capace di terrificanti visioni. E ben presto, fra intrighi e intrepide azioni di conquista, l'amore inizia a sedurre il fato, sfidando il destino con i colpi di un'intensa passione che arriva ai confini di nuovi e inesplorati mondi. 



BIOGRAFIA: 

Italiana, con una passione sfrenata per tutto ciò che è gotico, è una sognatrice seriale, dotata di una fervida fantasia. Ha iniziato a scrivere quasi per gioco, in modo da dare vita ai personaggi che immaginava e spesso sognava e... non ha più smesso. Veste quasi solo di nero, ma dentro ha innumerevoli colori, bisogna solo scovarli! In ogni sua storia c’è molto di lei, dalla timidezza all’innata ironia che la distingue. Lettrice onnivora, romantica e scanzonata, Mirta Drake crede profondamente nell’amicizia e nell’amore, anche se lo definisce un “simpatico bastardo”. Spesso si innamora dei protagonisti dei suoi libri e spera che capiti lo stesso ai lettori. Il suo sito internet è www.mirtadrake.info.






DICE L'AUTRICE:

Questo è il primo volume di una trilogia di stampo “vichingo”, ma tutti i volumi sono autoconclusivi e raccontano una storia a sé, seppure legata – in qualche modo – alle vicende degli altri romanzi.

Scrivere questa serie mi ha spinto ad approfondire molti aspetti di una civiltà dalla quale sono sempre stata incuriosita. Creare le vicissitudini che riguardano i protagonisti è stata una sorta di avventura dal sapore magico. Intrecciando storia, fantasia e magia, ho “vissuto” un po' anche io nel villaggio di Svartis, e c'è qualcosa di me in molti personaggi.

In generale, nei miei libri c'è sempre un pizzico d'ironia, perché la ritengo una componente fondamentale della vita, così come l'amore. In questo volume ho voluto iniziare anche a tratteggiare i protagonisti del successivo... indovinate chi saranno!

Questo volume mi è particolarmente caro, e tocca la corde della mia anima, perché l'ho dedicato a una delle mie più care amiche, che ora, purtroppo non c'è più.

I vichinghi erano conquistatori, guerrieri, ma anche mercanti e abili artigiani. Avevano numerose tradizioni orali e religiose, e la loro società era in continua evoluzione. 
Molte delle notizie che abbiamo sui vichinghi sono frutto di ritrovamenti archeologici, e si può affermare che non fossero così barbari come li vuole l’immaginario comune. Erano attenti all’igiene personale tanto da fare almeno un bagno a settimana, cosa rara per l’epoca, e utilizzavano pettini e saponi. Le donne godevano di una certa indipendenza, potevano scegliersi il marito ed era previsto che avessero la possibilità di chiedere il divorzio.
In realtà, i vichinghi consideravano solo due stagioni, quella calda e quella fredda, ma per dare al lettore l’idea precisa delle tempistiche riguardanti gli avvenimenti del romanzo, mi sono presa la libertà di utilizzare tutte le stagioni. 
I personaggi sono frutto della mia fantasia e spero che la loro cultura e la ricostruzione romanzata della stessa possa affascinarvi come le loro vicende.







BREVE ESTRATTO:

Blomstavvan, Scandinavia, IX secolo d.C.
Smilla rabbrividì addentrandosi nella rada foresta di betulle e felci alla ricerca di altre more artiche e mirtilli, ormai rari a causa del brusco calo di temperatura. I capelli color del latte, cortissimi, spiccavano nel verde scuro del bosco. I suoi passi erano decisi, conosceva a memoria il sentiero: lo percorreva quasi ogni giorno, subito dopo avere dato da mangiare alle capre ed essersi occupata dell’orto. Quel pomeriggio, il freddo era così pungente da farle lacrimare gli occhi, e si strinse nel mantello di lana spessa, pensando che presto avrebbe avuto bisogno di stivali nuovi. Individuò i frutti ma, quando si abbassò per coglierli, avvertì un capogiro tanto improvviso da costringerla a lasciare l’involto che stringeva fra le mani per appoggiarle entrambe a terra. Sentì il terreno umido e gelido tra le dita e le strinse a pugno, tentando di non perdere i sensi. Guardò le more che aveva già raccolto rotolare lontano: erano di un pallido arancione, ma agli occhi di Smilla si facevano via via più rossastre, simili al colore del sangue, mentre la vista le si offuscava.
“Succederà qualcosa” pensò con un tuffo al cuore. “Qualcosa di brutto.” Era da molto che non provava più sensazioni tanto forti e del tutto prive di un nesso logico, ma non ebbe il tempo di soffermarsi su quel pensiero: prese fiato e si rialzò, con un peso che le premeva sul petto. Tentennò guardandosi attorno, quasi volesse memorizzare i luoghi dove era cresciuta; una strana nostalgia la avvolse come l’abbraccio del freddo, penetrandole fin nelle ossa, e poi udì un urlo distante, seguito da un altro e un altro ancora. Fu a quel punto che si mise a correre a perdifiato verso la piccola langhùs da contadini in cui abitava con la madre, dimentica del gelo, mentre il mantello le svolazzava sulle spalle... 





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