sabato 19 ottobre 2019

"C'E' UN LEOPARDO IN TERZA C!" di Angela Molfetta



Buongiorno follower, buon sabato!
Vi segnalo "C’è un leopardo in terza C!", recente pubblicazione dell'autrice Angela Molfetta







Autore: Angela Molfetta

Genere: narrativa per ragazzi

Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a € 6,90 




TRAMA:


"C'è un leopardo in terza C!" è il diario tragicomico di Leo, un quattordicenne sveglio e studioso, appassionato di scrittura e dal linguaggio forbito.
In seguito al trasferimento in una nuova città per motivi di lavoro del padre, si trova a dover cambiare scuola ad anno scolastico inoltrato. L'inserimento nella nuova classe, com'era prevedibile, presenta alcune difficoltà. Una di queste ha un nome e un cognome: Gabriele Giurati, il bullo.
Le giornate di Leo si consumano lente nella sofferenza tra un'angheria e uno scherzo, compagni di classe indifferenti, insegnanti di varia umanità, nuove amicizie, genitori un po' eccentrici e distratti, una sorella rompiscatole e lezioni di clavicembalo.
Le prevaricazioni che è costretto a subire quotidianamente lo inducono a contare i giorni che mancano alla chiusura della scuola, nella speranza che l'incubo abbia fine.
Pur trattandosi di una storia di bullismo, l'esperienza di Leo non si esaurisce nel ruolo di vittima: il diario si fa a tratti dialogo interiore fra dubbi, aspettative, desideri e fallimenti di un preadolescente in continua oscillazione tra umori contrastanti e ricerca di affermazione della propria identità.



BIOGRAFIA:

Angela Molfetta vive con marito e figli a Gemona del Friuli, città dove è nata più o meno mezzo secolo fa.
Da sempre accanita lettrice, da qualche anno si diletta pure nella scrittura, attività nella quale si applica nei ritagli di tempo con una certa passione.
Dopo una fase sperimentale nella poesia, si è affacciata alla narrativa muovendo i primi timidi passi come lettrice beta, seguendo da vicino la genesi di un paio di romanzi fino alla tentazione di provare a scriverne uno da sola.
Nel marzo del 2018 ha editato (in self publishing) "Nonostante le scarpe", primo e promettente esperimento letterario con uno sviluppo più complesso degli iniziali racconti brevi, anzi brevissimi.
Per "C'è un leopardo in terza C!", diario di un quattordicenne oggetto di atti di bullismo, ha attinto a piene mani dalla sua esperienza professionale di insegnante cercando tuttavia di indossare i panni di un alunno.



DICE L’AUTRICE:

L'intera storia è nata e si è sviluppata attorno all'incipit e soprattutto grazie al nome del giovane protagonista, Leopoldo.
L'idea di utilizzare un nome un po' inconsueto è nata dalla necessità di evitare ogni possibile identificazione, così che gli eventuali lettori in età scolare non sovrapponessero l'immagine del ragazzino bullizzato a quella di un compagno omonimo.
Il fato ha però voluto che, durante la stesura, l'autrice conoscesse un Leopoldo in carne e ossa nelle vesti di un collega!
Che fare?
Cambiare nome era ormai impossibile, sarebbero caduti troppi elementi correlati e l'intreccio avrebbe perso parte del suo colore.
Non c'è stato altro da fare che parlarne col diretto interessato e ottenerne il nulla osta a procedere!



BREVE ESTRATTO:

Mi chiamo Leopoldo. Leo stando agli amici, per molti altri invece sono Poldo e qualcos’altro, a seconda delle situazioni. Quegli scellerati dei miei genitori, entrambi musicisti, hanno da sempre un’insana passione per Mozart e nominano tutto ciò che possono con riferimenti espliciti al grande Salisburghese, così lo chiamano, quasi fossero indegni di pronunciarne il nome. A me è toccato in sorte di portare quello del padre e non è poi così male. Poteva andarmi peggio: papà mi ha raccontato come mamma fino all’ultimo volesse chiamarmi Volfango e fu solo grazie all’anestesista di turno quella notte, la quale minacciò di negarle l’epidurale, che tra una contrazione e l’altra si risolse a desistere dal suo intento. Benedetta donna! L’anestesista intendo, non mia madre. Secondo il medesimo principio, mia sorella si chiama Costanza, per tutti Stanzi, il gatto è Figaro, la suoneria del telefono la Serenata in Sol maggiore K525, nota anche come Eine kleine Nachtmusik, e io prendo lezioni di clavicembalo. No, dico: clavicembalo! Quando risultò evidente che non mi sarei potuto sottrarre alla nobile arte della musica, pregai che almeno mi lasciassero scegliere lo strumento. Avrei preferito di gran lunga suonare la batteria, almeno avrei scaricato un po’ di tensione facendo un sacco di chiasso alle percussioni. “Puoi sempre picchiare sui tasti. Ne hai a disposizione addirittura due serie”, replicò sarcastica e irremovibile mia madre.
Quello che vorrei tanto picchiare in realtà è Gabriele Giurati. Lui è il mio bullo.
Non che me ne servisse uno. 


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