mercoledì 18 dicembre 2019

"LO STRAORDINARIO MR. GALLOWY" di Viviana Giorgi



Buongiorno follower!
In uscita oggi "Lo straordinario Mr. Gallowy" dell'autrice Viviana Giorgi, edito Emma Books 😊



Autrice: Viviana Giorgi
Genere: Regency

Casa editrice: Emma Books

Collana: Vintage

Disponibile in ebook € 3,99

Pagina autore: Viviana Giorgi 




TRAMA:

Dopo l’acclamato Zitta e ferma, Miss Portland!, Viviana Giorgi ci riporta negli anni della Reggenza con un romanzo divertente e romantico, nel quale, come in ogni regency che si rispetti, ci sono un conte dispotico (Furton), un barone flaccido e noioso (Orwell), un affascinante duca degli scandali (Wittermann) e una Miss determinata (Grace). Sullo sfondo i romanzi di Jane Austen, una tenuta nell’Essex, la season di Londra e… un misterioso segretario, lo straordinario Mr. Gallowy. 



NOTE AUTORE:


Amante dei bassotti e dei gatti rossi, Viviana Giorgi scrive per lo più commedie romantiche contemporanee, ma ogni tanto si lascia tentare anche dal lato più sorridente e vivace del romance storico, suo primo amore. Le sue eroine? Che vestano in jeans o in stile impero sono donne forti, determinate a farsi strada nella vita, a volte anche a scapito dell’amore (ma il lieto fine è sempre assicurato). I suoi eroi? Gloriosamente da sballo. Perché… se si deve sognare, meglio farlo alla grande, no? Visitate il suo sito – vivianagiorgi.it – o la sua pagina FB. La trovate anche su Twitter e su Goodreads. 






BREVE ESTRATTO:

«Miss Pearl, vostro padre vi desidera.»
Grace sussultò quando sentì la voce di Mary, ma riuscì a sorriderle.
«È nel suo studio?»
«No, nel salotto verde. Ha un ospite.»
Un ospite? Un dubbio sgradevole le si affacciò alla mente.
«Va bene, grazie, vado subito.»
Si alzò dalla poltrona dove stava leggendo un nuovo appassionante romanzo di una tale Jane Austen e si sistemò il semplice abito di lana blu, caldo e comodo, perfetto per trascorrere i pomeriggi in casa. 
«Sono in ordine?» chiese alla domestica.
«I capelli… Posso sistemarli?» rispose Mary.
«Certo, mi fai un piacere. Sono un disastro con i capelli. Penso che me li taglierò.»
«Che dite? Sarebbe un delitto! Non ho mai visto una chioma più bella della vostra. Rossa come il fuoco, brillante come le stelle» disse la domestica cominciando a sistemare le ciocche ribelli.
«Sei un’adulatrice. Sono un continuo problema per me. In ogni caso, ora sarà meglio che vada, mio padre odia aspettare. Grazie per il tuo prezioso aiuto» disse a Mary, apprestandosi a incontrare suo padre, nonché conte di Furton.
Alzò gli occhi al cielo, pensando a che diavolo volesse da lei, per giunta durante la passeggiata di Lizzy e Mr. Darcy. Sospirando entrò nel salotto.
E lì lo vide.
Il soffitto le cadde addosso pensando all’unica ragione che poteva spingere il barone di Orwell fino a casa loro.
Mentre i due gentiluomini si alzavano dalle rispettive poltrone per accoglierla, lei si avvicinò e fece una riverenza, ma dalla sua espressione sembrava che l’aspettasse il patibolo.
«Padre, barone» riuscì a dire rialzandosi.
«Eccoti, finalmente. Accomodati» le disse il padre con un sorriso esagerato che la preparò a una notizia orribile.
Sforzandosi di sorridere a sua volta, Grace si sistemò su una poltrona, non certo sul divano: non voleva che nessuno dei due uomini si sedesse accanto a lei. E attese il colpo, che già immaginava. 
«Dunque, figlia mia, il barone di Orwell vorrebbe parlarti.»
Figlia mia?
Sorrise a entrambi e si orientò verso Orwell, come a dire: allora?
Orwell aveva passato da tempo la trentina e gli abiti all’ultima moda che indossava mettevano ben in mostra un corpo diventato prematuramente flaccido. Quel gilet rosso, poi…
Guardò con terrore il padre alzarsi e dirigersi verso la porta che conduceva alla biblioteca e si sentì smarrita quando rimase sola con l’uomo che, ci avrebbe scommesso, l’avrebbe tra poco chiesta in sposa. Santissimo Dio! Era in trappola. Sarebbe riuscita a dirgli di no?
Orwell le si avvicinò, inesorabile nelle sue intenzioni. Grace si sentiva stupida ma continuava a sorridergli.
«Sono emozionato, Miss Pearl. Vi prego di perdonare la mia goffaggine.»
Lei cercò di rispondere, ma non riuscì che a deglutire. Era davvero goffo.
L’uomo trascinò un pouf sino alla poltrona. 
«Il fatto è, Miss Pearl, che vi ammiro, e non solo per la vostra bellezza.»
Grace pensò alle parole di Mr. Darcy.
«Vi ringrazio per la vostra generosa considerazione, signore.»
«È già da tempo che ci penso, ma non osavo avvicinarmi a voi. Alle serate siete sempre circondata da cavalieri.»
Davvero?
«Barone, volete forse chiedere la mia mano?»
Lui rimase pietrificato davanti a tanta schiettezza e incominciò a balbettare.
«Ecco, insomma, io vorrei…»
«Allora, parlate o no, barone?» gli chiese in un modo decisamente aggressivo che, sperava, gli avrebbe fatto cambiare idea.
«Esattamente. Vorrei la vostra mano. Vostro padre si è già dichiarato favorevole.»
«Allora sposate lui.»
«Come, prego?»
«Scherzavo. Allora, in merito alla vostra lusinghiera proposta, vi devo pregare di lasciarmi un po’ di tempo prima di darvi la risposta. Sono indecisa non tanto per voi, che certo siete un gentiluomo, ma per il matrimonio in sé. In altre parole, non so se ho voglia di sposarmi.»
Il barone la guardò come se fosse una pazza.
«È la prima volta che sento una giovane donna dire che non ha voglia di sposarsi. Permettete, my lady, ma è del tutto inconsueto.»
Grace sospirò e alzò le spalle, come se fosse un fatto cui era impossibile ribellarsi.
«Magari tra qualche anno cambierò idea, ma oggi vorrei approfondire la vostra conoscenza con calma.»
Orwell si guardò intorno, come se fosse alla ricerca di un aiuto: da un vaso, forse, o da un mobile. 
«Sì» disse alla fine, riprendendosi, «anch’io gradirei conoscervi meglio prima di sposarvi.»
«Allora è quel che faremo. Ci conosceremo meglio e poi valuteremo insieme l’opportunità» rispose lei alzandosi e tendendogli la mano, come se volesse sigillare così un patto.
Lui gliela prese, incerto sul da farsi, poi gliela baciò. Lei faticò non poco a non sottrargliela.
Poi si avvicinò alla porta della biblioteca.
«Padre, potete tornare.»
Il conte di Furton si presentò con un magnifico sorriso, che si spense non appena vide il volto scuro del barone.
«Cosa è successo? Non hai accettato la proposta, Grace?»
«No, padre, vorrei avere più tempo per conoscere meglio il barone. E anche lui è d’accordo. Vero, my lord?»
«Certo, voglio che anche voi siate convinta come lo sono io. Presumo che andrete al ballo dei conti di Cumberland, domani sera.»
«Sì, certo» tagliò corto Grace.
«Allora permettetemi di venirvi a prendere… voi e vostro padre, naturalmente.»
«Così tutta Londra comincerà a spettegolare su di noi. Padre?»
«Mi sembra un’ottima idea, barone. Vi aspettiamo domani sera, e grazie per la vostra splendida proposta che spero andrà a buon fine.»
I due uomini si lanciarono un’occhiata che a Grace non sfuggì. Orwell se ne andò e anche Grace tentò di scappare, ma il conte la fermò.
«Dobbiamo chiarire alcuni punti, figlia. Vieni, andiamo nel mio studio.»
Lei lo seguì temendo il peggio.

E il peggio fu. 



1 commento:

  1. Grazie!
    Lo straordinario Mr Gallowy è felice di fare la vostra conoscenza e vi dedica un perfetto inchino, da perfetto gentiluomo. Quasi perfetto...
    Auguri di Buon Natale a tutto il blog!
    Viviana

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