venerdì 31 gennaio 2020

"NOAN, IL RE DEI BANDITI" di Antonio La Vecchia



Buon pomeriggio!
Fresco di pubblicazione "Noan, il re dei banditi" dell'autore Antonio La Vecchia





Autore: Antonio La Vecchia
Genere: Fantasy

Casa editrice: Youcanprint

Disponibile in ebook a € 3,99
e in formato cartaceo a € 15,00




TRAMA:

Un tempo lontano e in un mondo magico, Noan, un giovane cacciatore di ritorno a casa sua, ritrova i corpi senza vita della propria famiglia sepolti dalle macerie e dai resti della loro dimora. Mosso dalla sete di vendetta, diviene protagonista, suo malgrado, di uno scontro epico tra due grandi Regni: Terra Ardente e Fiume. Vendicati i propri cari, vittime dei soprusi di Lord Arcrom, l'uomo più potente di Rione, suo villaggio natale, il giovane terriero è costretto a darsi alla macchia per sfuggire la legge del suo stesso Regno. Da Bosco Oscuro ad Alte Cime, da Palazzo di Ghiaccio di Fiume a Real Capitale in Terra Ardente, muovendosi in luoghi popolati da streghe, draghi ed orchi, tra alleanze di comodo, intrecci politici ed amori traditi, Noan da una parte, Re Otil di Fiume dall’altra, metteranno in gioco le loro stesse vite per raggiungere l’ ‘egoistico’ scopo di far prevalere una Corona sull’altra.






BIOGRAFIA:

Antonio La Vecchia nasce il 7 Luglio '81 a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, primo di 4 figli di una famiglia operaia, unita e permeata dal rispetto e dall’affetto reciproco. Laureato in Scienze Politiche alla Federico II, oggi vive con sua moglie e il loro bambino ad Aversa, nel casertano, ma è cresciuto a Cercola, piccolo comune del capoluogo campano. Impiegato in una società di consulenza informatica, tra le sue maggiori passioni toviamo lo Studio della Storia, quella raccontata dai Vinti, e la Letteratura, dalla Classica Italiana e Internazionale a quella di Genere, appassionandosi negli ultimi venti anni ai lavori Fantasy di Tolkien e Lewis, e a quelli più attuali di Licia Troisi. Con il suo primo Romanzo, 'Noan, il Re dei Banditi', ha provato a far fruttare la propria esperienza di lettore: l'intreccio si sviluppa in un mondo e un tempo fantastici, ma l’intento è prestare il fianco a chiavi di letture differenti, che possano favorire variegati spunti di riflessione. 



DICE L’AUTORE:

“Noan, il re dei banditi” è un romanzo Fantasy, ma nel testo (non è una critica, ma soltanto una precisazione) non ci sono vampiri: ho cercato di raccontare la storia rifacendomi agli elementi classici dell'High Fantasy.
Tengo a sottolineare che il mio è un esperimento: ho provato a elaborare una rivisitazione in chiave fantasy di un particolare periodo e fenomeno storico che ha interessato il nostro Paese. Non aggiungo altro onde evitare spoiler.






BREVE ESTRATTO - PROLOGO:

Prologo Castigo, prigione reale di Isola Nera, Regno di Tre Corone. 
Erano trascorsi giorni dalla Grande Battaglia di Cranos e per i terrieri sembrava esser tornata la pace. Il popolo pareva aver dimenticato le vicissitudini vissute negli ultimi tempi, accettando i nuovi reggenti e sperando in un futuro depurato dalle scorie delle passate divisioni. 
I contadini avevano ripreso a coltivare la terra, i cacciatori a rincorrere prede, i mercanti a rifornire bancarelle di villaggi e contee del Regno. 
Nel cielo, arrossato dal sole che tramontava, non si intravedevano nuvole, la brezza marina e lo sciabordio delle onde contro le coste affievolivano il triste ricordo del sangue versato. 
Sì, la pace sembrava davvero esser tornata a regnare tra i terrieri. 
Tranne per uno: in una cella buia e umida di una prigione situata su di una piccola isola a largo delle coste, un giovane terriero continuava a serbare rancore e a bramare vendetta verso il nascente Regno di Tre Corone. 
Lo strisciare dei vermi sulla propria pelle insieme al tanfo proveniente dalla fossa scavata al centro del loculo riservatogli gli provocavano nausea e ribrezzo. L'olezzo di carcasse in decomposizioni, ultimo lasciato dei disperati che prima di lui avevano abitato quella cella, era così forte da indurre perfino Noan, il Re dei Banditi, avvezzo a qualsiasi palude e grotta di Terra Ardente, a continui conati di vomito, trattenuti solo per non rigurgitare quel poco di cibo concessogli e preservare le già esigue forze necessarie ad affrontare la creatura che avrebbe avuto l'onere di portare a compimento la sentenza emessa dagli usurpatori di Fiume, ora al Trono di Real Capitale: i suoi accusatori erano stati così magnanimi da lasciargli la sua fedele ascia e le mani libere per impugnarla. 6 Mentre affilava l'arma con una pietra, pensava alle tante battaglie, alle vittorie, alle sconfitte, ai tradimenti, al suo tradimento, che l'avevano condotto in quel buco. 
I se ed i ma si susseguivano, conducendo, però, allo stesso punto: la cella in cui era stato rinchiuso. 
Evadere sembrava impossibile: pur scappando da quella gattabuia, prima di risalire Castigo fino all'esterno, avrebbe dovuto affrontare qualche centinaio di guardiani e, supponendo di farcela (impresa non ritenuta impossibile dal suo smisurato ego) avrebbe dovuto poi tentare di lasciare Isola Nera e navigare il Mar Basso con un'imbarcazione improvvisata, magari costruita da lui stesso, ed affrontare a bordo di questa gli esseri che lo popolavano (e memore delle avventure passate l'ego cedette il passo alla razionalità). 
L'unica speranza di riabbracciare la libertà, anche se remota, era quella concessagli dal Supremo Tribunale: guadagnarsi la grazia, uccidendo il mostruoso aguzzino. 
«Cara mia, non ci resta che provarci! Tenteremo di far fuori l’essere che sbucherà fuori da quella fossa, ottenere la grazia ed essere trasferiti in una prigione sulla terra ferma, da lì poi… Non ci credo molto neanche io. Ne abbiamo abbattuti di nemici, ma non messi così male», sussurrò alla sua ultima compagna, mentre un ghigno gli era rivolto dal proprio riflesso nella lama, illuminata dal bagliore della luna filtrato dalle crepi nelle pareti. 
Tra riflessioni e ricordi si guardava intorno, cercando nella penombra il punto migliore da cui attaccare, o solo attendere. 
Il tempo scorreva inesorabile e Noan si sentiva ogni giorno più vicino alla fine. 
Vivere col timore che ogni istante potesse essere l'ultimo, l'incertezza, il non sapere quando la bestia sarebbe emersa dalle viscere della prigione, erano pene più crudeli delle morte stessa. 
L'ansia, la paura, la rabbia, aumentavano al pari del fetore proveniente dalla fossa, che sembrava preannunciare l'avvicinarsi del mostro. 
L'impossibilità di non poter fare altro se non attendere, ricordare e rimuginare su tutto quanto accaduto accrescevano rancore e desiderio di vendetta, rendendo semplice all'inquietudine confondere i pensieri con gli incubi: nella mente continuavano a scorrere le immagini del suo passato, quando da semplice cacciatore divenne il Re dei Banditi, la Leggenda di Terra Ardente. Benché la tipica statura dei terrieri non lo rendesse un gigante, la sua figura era divenuta così ingombrante da fare ombra ai Monarchi di entrambi i Regni. 
In fondo, non poteva esserci epilogo diverso: la sua ascesa era iniziata nel sangue e non poteva che concludersi nel sangue. 


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