lunedì 19 ottobre 2020

RECENSIONE "SOLO UN OCEANO" di Ageya A.

 

Daniela Colaiacomo ha letto per noi "Solo un oceano" dell'autrice Ageya A.





Autore: Ageya A.

Genere: Romance storico

Disponibile in ebook a € 2,99
e in formato cartaceo a €  12,48

Contatto Facebook: Ageya Ageya 



TRAMA:

Quohi è una bambina cherokee, ha solo nove anni quando si consuma una tragedia nella comunità in cui vive. Viene separata dal suo unico punto di riferimento, dal suo mondo, da suo padre: Udilaga.
Erick Cleveland Spencer è un duca ed un armatore; anche lui ha perso il padre. Per mano degli indiani. E' stato mutilato e sfigurato.
Gli viene affidata una bambina pellerossa e, con essa, la possibilità di vendicarsi.
Quohi è una guerriera irriverente, Erick un manipolatore fenomenale.
Ed è subito odio.
Poi curiosità.
Affetto.
Passione.
Amore.
Quohi guarda l’Inghilterra dell’epoca vittoriana con gli occhi di una cherokee che non rinnegherà mai la sua identità culturale.
Erick assiste all'inevitabile genocidio materiale e spirituale degli indiani con gli occhi disincantati di uno scaltro duca inglese.
Il passato è un macigno, e si trasformerà in una guerra. La loro guerra.
Ma il vero conflitto sarà quello che Quohi ed Erick dovranno affrontare per combattere i fantasmi del loro passato personale e l’eredità di sangue che si trascinano dalla nascita.
Quanto è lontana la riva sicura oltre l’Oceano che li separa? Come percorrere una distanza del genere senza sprofondare nell’ abisso come tutti coloro che li hanno preceduti?
Questa è la storia di quel percorso.


Per alcuni degli argomenti trattati se ne consiglia la lettura ad un pubblico adulto e consapevole.

N.B. Pur essendo ambientato in epoca vittoriana, questo romance non segue i classici canoni del genere letterario in questione. 



È il 1832, Aholi è una cherokee, una creatura bellissima e curiosa, attratta dagli uomini bianchi e da uno in particolare, Damien Sheen, con il "suo viso angelico, incorniciato da boccoli color dell’oro", che è oggetto della stessa ammirazione da parte di UnoleUdilaga, un bellissimo sciamano omosessuale - un "berdache" o "Due Spiriti" come si definivano all'epoca - suo amico e compagno di scorribande. I due ragazzi, provenendo da una tribù formalizzata, accolgono favorevolmente i nuovi arrivati bianchi, ma l'innocenza di Aholi viene crudelmente strappata via dalla violenta e furiosa lussuria dell'inglese al quale si è incautamente avvicinata. Udilaga, guaritore esperto di erbe, la cura dalle molteplici ferite, poi l'affianca come fosse il suo compagno perché nulla può fare contro l'inevitabile: la ragazza è incinta. Nel momento in cui una bambina stupenda, dagli occhi azzurri e dalla pelle brunita, si affaccia alla vita è Udilaga a darle il nome, Amequohi - "Mare" -, e quando Aholi, dopo soli due anni, gliela lascia in custodia per seguire un uomo d'affari bianco, ne diventa l'unico riferimento, l'amorevole padre adottivo.
1 febbraio 1824, Stato della Georgia, Erick Cleveland, figlio di Rudolph Esmond Spencer duca dell’Hampshire, un bambino di solo otto anni, assiste alla morte del padre, orrendamente torturato e mutilato, uscendo dall'esperienza oltre che psicologicamente anche fisicamente ferito, deturpato nel volto e nell'anima: è l'inizio della sua particolare crociata verso l'annientamento dei nativi d'America.
5 maggio 1842, Savannah, Georgia; Udilaga e Quohi, mentre partecipano a una tranquilla e gioiosa festa in spiaggia, insieme a simpatici bianchi, indigeni di tribù varie e famiglie miste riunite in un semplice rituale di comunione, diventano testimoni della più efferata tragedia, un massacro durante il quale assistono alla morte degli amici e vengono loro stessi separati: Quohi è portata di forza sull'"Eloise", uno splendido mercantile di proprietà di Lord Spencer, armatore/duca/ingegnere. 
È la denuncia delle azioni barbariche compiute verso un popolo colpito soltanto perché diverso, incompreso e mai accettato, da sottomettere, come lo sono i "berdache", disprezzati ma "usati" dagli inglesi perbenisti e ipocriti.
È l'inizio della storia di un duca che non ha mai conosciuto l'amore e di una bambina cherokee, che è stata educata nell'amore verso il padre adottivo e verso il prossimo, e che di questo sentimento e dei suoi insegnamenti ha fatto la sua ragione di vita.
Odio o amore filiale, ma, oltre questo, c'è tanta passione condivisa, con la musica e il canto forze traenti di sentimenti inattesi che tormentano e confondono.
Ageya A., nella postfazione e ringraziamenti, definisce se stessa una non scrittrice, che ha narrato una storia in memoria del padre, poeta per diletto il cui argomento preferito, tra i tanti di suo interesse, erano i nativi americani.
Mi permetto di contraddire questa affermazione: Ageya è un eccellente scrittrice. Con uno stile particolarissimo, da me apprezzato molto, racconta il dramma degli indiani d'America, profondendo nel lettore informazioni preziose, risposte e atteggiamenti opposti nei confronti delle "diversità"; una latente ironia emerge occasionalmente portando il lettore al sorriso o, spesso, alla risata, mentre, d'altro canto, la "penna" dell'autrice descrive accuratamente il male insito nell'uomo.
Proprio grazie a questa alternanza di ironia divertente con approfondimento di temi gravi e dolorosi, le molte pagine scorrono veloci, fino all'epilogo che lascia una finestra aperta a un seguito: Ageya stessa non lo esclude e personalmente mi auguro di avere l'opportunità di leggerlo.
Con questo libro bellissimo l'autrice dimostra ottime capacità espressive meritando tutto l'incoraggiamento possibile: leggerlo non vi deluderà. 


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