domenica 20 dicembre 2020

RECENSIONE "ABILENE" di Rebecca Quasi

 

Recensione: "Abilene" di Rebecca Quasi.
A cura di Isabella Nanni.





TitoloAbilene
Autore: Rebecca Quasi

Genere: Romance storico

Disponibile in ebook a € 1,99
A breve anche in formato cartaceo

Pagina autoreRebecca Quasi 



TRAMA: 

Londra 1837 - Abilene Fairfax è abituata a dare scandalo al Ton e non si cura delle chiacchiere e alle maldicenze che la seguono da quando ha sposato il vecchio Conte di Stonefield.
Arthur Lake è un amico d’infanzia della Duchessa di Clarendon, che ha riversato nella professione medica e nell’affetto per il figlio la sua passione e le sue speranze.
Quando le condizioni di salute del Conte si aggravano, Lady Stonefield decide che deve dare a tutti i costi un erede al casato. Contatta così il dottor Lake, affinché attesti il suo stato e la segua nella gravidanza e nel parto.
Basta poco perché il senso etico e morale con cui Arthur Lake conduce se stesso e la professione medica vadano in collisione con la spregiudicatezza della contessa e ancora meno perché i due provino una forte attrazione reciproca.
Il decesso del conte e la nascita di una femmina sconvolgeranno i piani di Abilene, separandola dalla figlia e allontanandola da Londra. 
Il destino però ha in serbo altri piani e nell'estate del 1841 le cose cambiano...



Recensire un libro che a un mese dall’uscita è ancora nella top 100 degli ebook più venduti su Amazon Italia e gode di oltre 600 valutazioni con una media di 4,4/5 non è particolarmente significativo, soprattutto se non lo osanno come la maggioranza, ma per onestà intellettuale non mi sottraggo. Premetto che in questo periodo avevo bisogno di un comfort read e che questo non lo è, quindi la mia opinione è influenzata anche da come ho vissuto la trama, ma del resto i libri che non siano solo esercizio di scrittura sono anche se non soprattutto trama.
Nulla di male nello scrivere storie con protagonisti dalla morale controversa (magari anche solo per sfida io non scriverei prevalentemente storie su protagonisti dalla morale controversa), ma ancor più che in altri momenti avevo bisogno di persone normali, anche nel fisico (di descrizioni di strafighe che mi fanno sentire la cugina racchia di quelle che fanno la pubblicità alla Dove avrei anche fatto il pieno), di una storia dove il lieto fine non dipenda ancora una volta dal decesso di un terzo personaggio che meritava vita ben più felice, e più lunga, dove i voti matrimoniali li si prenda sul serio anche nello spirito, dove non si cerchi il concepimento di un bambino a fini strumentali. E da quest’ultimo punto di vista, l’arco di crescita del personaggio femminile è pari a zero.
“Sono abituata a sopravvivere Arthur, e a calpestare tutto per riuscirci. Sarò sempre così.” è la frase con cui la protagonista chiude il libro prima dell’epilogo, senza un solo segno di pentimento nei confronti dell’infante che ha messo al mondo con una copulazione adultera con un perfetto sconosciuto, il padre biologico di cui la bambina non saprà mai niente, per tenersi il patrimonio dell'anziano marito sposato per reciproco interesse. Una situazione fin troppo moderna che mi fa orrore, poco importa che al giorno d’oggi spesso non serva nemmeno la copulazione.
Se posso quindi sintetizzare la mia opinione su questo libro con una metafora, lo potrei paragonare a un abito di seta di Armani Privé (elegante, seducente, ipnotico, tutto quello che il meglio della scrittura della Quasi può offrire in termini di cifra stilistica) che però sulla pelle mi ha dato prurito e che alla fine della serata riporrò nell’armadio. Alle altre starà sicuramente benissimo. 


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