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In uscita oggi "Ritroviamoci alla fine del mondo"
dell'autrice Angelica Romanin.
Autore: Angelica Romanin
Genere: Commedia romantica - Chick Lit
Disponibile in ebook a € 1,99
E in formato cartaceo a € 10,90
Pagina autore: Angelica Romanin
TRAMA:
Martina lo sa, nella vita nulla è scontato.
Non lo è il posto di lavoro, non lo è il rapporto decennale col fidanzato, e non lo è nemmeno la tanto sudata indipendenza.
Di colpo ci si può ritrovare a dover ricominciare tutto da capo, partendo proprio dal luogo che con tanta fatica ci eravamo lasciate alle spalle. Abbandonata, licenziata e sfrattata, Martina è costretta a tornare nella casa materna, dove ad attenderla, smaniose di risolvere tutti i suoi problemi, ci sono una madre catastrofista, una nonna diabetica con la mania dei dolci e una sorella piantagrane.
A complicare il tutto, aggiungiamo un’estate che più piovosa non s’era mai vista, un inverno da brividi e un bel terremoto primaverile.
La natura, così come la vita di Martina, sembrano impazzite, e lei si ritrova a fare i conti con le proprie insicurezze e le proprie paure, consolata unicamente dalla consapevolezza che peggio di così non potrà proprio andare.
O forse sì, visto che siamo nel tanto atteso 2012, l’anno designato dai Maya per la fine del mondo...
DICE L’AUTRICE:
Il personaggio della nonna non è del tutto inventato. In queste pagine, infatti, ho voluto far rivivere la mia nonna materna, con la sua esuberante simpatia e il suo amore per il buon cibo. La sua fissa per i dolci, nonostante soffrisse di diabete, e i suoi proverbi pieni di saggezza. Uno su tutti: “Chi non mangia, non tromba!” 🤦🏻♀️😂
Spero che anche voi l’amiate come l’ho amata io.
BREVE ESTRATTO:
Mi svegliai col cuore in gola per un tuono assordante che segnava l’inizio di uno dei temporali peggiori degli ultimi dieci anni. I miei cani erano sotto il letto che ululavano, e dabbasso si sentivano grida forsennate che preannunciavano la fine del mondo.
Ancora intontita dal sonno, mi chiesi chi mai potesse essere questo novello Savonarola che profetizzava sventure e correva come un pazzo su e giù per tutta la casa, ma le mie fumose elucubrazioni mentali ebbero vita breve, perché ben presto mia madre entrò con impeto nella mia stanza e, accendendo la luce, disse: «E adesso non venirmi a dire che questo non è un uragano!»
Due lampadine da centocinquanta watt ognuna mi si puntarono addosso, e mia madre, bigodini in testa e vestaglia rosso corallo, mi fissò con sguardo accusatore.
Cercando di non farmi venire un infarto, mi alzai a sedere e chiesi spiegazioni di tutto quel trambusto.
«Non hai visto che cielo nero?» fu la sua risposta. «E li senti tutti questi tuoni? E il vento? Se questo non è un uragano in piena regola io non so cos’altro sia!»
Per un momento rimasi imbambolata a fissarla, poi, quando la mia mente ebbe afferrato appieno la sue assurde parole, sbottai. «Mamma, fuori di qui. Subito!» indicai la porta dalla quale era appena entrata.
Mi guardò, perplessa. «Ma non è meglio mettersi al riparo?»
«Ti ho già detto e ripetuto che sei autorizzata a entrare in camera mia solo in caso di terremoto, tsunami o invasione aliena. Gli uragani non rientrano nella lista! E ora mi alzo e prendo un valium.»
«Cara, ma tu non hai mai preso il valium…»
«Infatti inizio ora!»
Visto che sembrava non avere alcuna intenzione di andarsene, rincarai la dose. «Ma ti pare che un semplice temporale debba scatenare tutto questo trambusto? Possibile che tu debba sempre pensare al peggio? Un uragano a Ferrara. Abitassimo ai Caraibi, capirei, ma dove l’hai mai visto un uragano nella pianura padana? Al limite una tromba d’aria.»
E lei, già allarmata: «Oddio! Una tromba d’aria!»
«Fuori!»
E questo era il primo problema della mia vita.
Angelica Romanin è nata e vive a Ferrara. È diplomata in lingue e ha frequentato la facoltà di scienze biologiche. Attualmente si occupa di restauro e decorazione.
Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2008 con Giraldi editore, riedito a luglio 2020 con il titolo “Uomini, attacchi di panico e altre disgrazie”.
È inoltre autrice della commedia romantica “Il Natale che non ti aspetti” e di una climate-fiction di fantascienza dal titolo “Nel futuro che ci attende”.
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