giovedì 4 maggio 2017

INTERVISTA A MYRIAM BENOTHMAN



Buongiorno follower!
Ben ritrovati al nostro consueto appuntamento con le interviste del giovedì 😊
Oggi abbiamo il piacere di ospitare Myriam Benothman 😀😀
Leggete l'intervista che le abbiamo fatto e poi unitevi al gruppo delle harmonyne dove Myriam ci farà conoscere qualcosa in più dei suoi lavori e dei suoi progetti 😊







INTERVISTA A MYRIAM BENOTHMAN:



1) Raccontaci qualcosa di Myriam 😃

Ciao a tutte e grazie per l’ospitalità!
Mi chiamo Myriam, ho 39 anni e vivo a Roma con mio marito e il mio bimbo di quasi 2 anni. Una curiosità sul cognome: sembra un nome d’arte, invece è verissimo e significa “figlio di Ottomano”.


2) Da dove nasce la tua passione per la scrittura?

Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia di artisti che mi ha iniziata sin da piccola al meraviglioso mondo della letteratura. Mio nonno era un noto drammaturgo e critico teatrale. Sin da piccola, mi ha stimolata e incoraggiata a dare libero sfogo alla mia fantasia. A 9 anni conoscevo l’Odissea e la Divina Commedia e, ancora oggi, mi trovo a consultare la splendida raccolta di fiabe, racconti e leggende di tutto il mondo edita da Fabbri Editori nel 1956 e che ha accompagnato la mia infanzia.
Ho iniziato a scrivere con regolarità verso i 12 anni e, qualche anno dopo, condiviso la mia passione grazie alla diffusione delle fanfiction pubblicate per anni sotto pseudonimo. Ho deciso di scrivere il mio primo romanzo grazie all’incoraggiamento di tante lettrici anonime che mi hanno seguito fedelmente per anni.


3) Come vedi il futuro dell'editoria? Self o CE? E-book o cartacei? E tu cosa preferisci?

Temo che questa tendenza a prediligere la quantità a scapito della qualità non farà che aumentare, mandando in overdose un sistema già in affanno. Sono molto favorevole alla diffusione del self-publishing, ma come detto manca un’attenzione alla qualità. Anche le CE sono sempre più orientate a fare numeri con autori ansiosi di pubblicare, spesso disposti a contribuire alle spese di edizione e di stampa, immettendo sul mercato libri destinati solo a prendere polvere.
Negli anni 80 in Italia uscivano in media 9-10.000 titoli l’anno e oggi 60-70.000, con un pubblico di lettori per lo più stagnante. Ci vorrebbe maggiore disciplina da parte di tutti, e si dovrebbe leggere di più. Ho sentito spesso dire “io non leggo, scrivo” da sedicenti, aspiranti autori. Su facebook proliferano gruppi di puro spam letterario, ingolfati da annunci di auto-promozione che non legge nessuno… Spero onestamente che, prima o poi, questa tendenza si inverta.
E-book o cartacei? Entrambi direi, con un uso complementare e/o di filtro alla lettura, per i motivi di cui sopra. Personalmente prediligo il cartaceo, ma solo quando sono sicura della qualità dello scritto, per cui spesso compro prima l’ebook e passo al libro se la lettura mi ha soddisfatta. Sono una lettrice compulsiva e compro in media 10-15 titoli al mese (che ovviamente non riesco a leggere, se non a sprazzi).


4) Genere storico, paranormal, erotico... Scelta dettata dal mercato? Quanto può condizionare?

Da scrittrice, ho sempre optato per il genere paranormal in quanto mi permette di creare una storia senza limiti spazio-temporali. I lettori mi chiedono spesso perché non mi dedichi anche alla narrativa classica, essendo il mio stile adatto a situazioni drammatiche “reali”. Il conflitto è il motore di qualsiasi storia e, nella vita di tutti i giorni, ci sono già situazioni tristi e difficili che non mi attraggono a livello narrativo. Il Fantasy mi permette di andare oltre, ma “mai dire mai".
Imboccare il filone giusto può fare la differenza e decretare il successo di un libro, ma spesso i best-seller aprono nuovi filoni e tanti autori si mettono subito in scia. Direi che il fattore “C” è sempre al primo posto 😉


5) Perché la gente dovrebbe comprare i tuoi libri?

Perché scrivo con passione, investendo in ogni descrizione, in ogni dialogo, facendo tantissime ricerche. Quando ho scritto la scena più drammatica di Dream Hunters, ho pianto per tutto il tempo!
Scherzi a parte, curo molto anche l’editing, ai limiti dell’ossessione.


6) Faresti mai compromessi per arrivare al successo?

Come sempre dipende dal compromesso. Lavoro in una grande azienda e so che, per fare carriera, bisogna saper lottare, a volte abbassando la testa, e ingoiare tanti rospi. Se il compromesso è sano, ben venga. Non sarei però disposta ad andare contro i miei valori e la mia etica personale.


7) Il tuo sogno nel cassetto.

In parte si sta già realizzando. Quando sono in fiera mi vengono sempre più spesso a trovare lettrici innamorate del mio protagonista, che mi dicono quanto le abbia emozionate e chiedendomi quando uscirà il secondo volume della trilogia. Il sogno con la “S” maiuscola? Che facciano un film della mia storia.


8) Parlaci del tuo ultimo lavoro.

Cosa fareste, se scopriste di poter cambiare il corso delle fiabe? Sophie ha 17 anni e vive a Parigi con il padre. In apparenza una ragazza come tante, finché non si imbatte in un antico libro di favole ed è vittima di un’allucinazione. Hanno così inizio i suoi sogni vividi e surreali, ambientati in una dimensione popolata da personaggi incantati. La sua vita si sdoppia su binari paralleli che finiscono per confondersi tra loro, con risvolti inaspettati sul mondo reale.
Dream Hunters è una favola moderna adatta a tutte le età. Un mix di avventura, amore e ironia, condito da un susseguirsi di colpi di scena che mi sono costati più di una notte in bianco :-)
A pochi mesi dall’uscita, Dream Hunters ha venduto più di 2.000 copie, arrivando finalista al Premio Cittadella 2017 per il miglior Fantasy italiano dell'anno.


9) Progetti per il futuro?

Sto scrivendo il secondo volume, in uscita a fine anno. A seguire il prequel della trilogia, poi chissà… Spero che il mio lavoro venga tradotto all’estero e valichi i confini nazionali. Essendo per metà francese , sarei felicissima di vederlo in libreria a Parigi, dov’è ambientata la mia storia.


10) Quanto è importante per te l'amore? Credi che nella vita reale esista il lieto fine?

Che domanda difficile… l’amore è fondamentale in ogni cosa, nella gioia e nel dolore. L’amore spinge ad agire, a inseguire un sogno nella speranza che si avveri. L’amore sono gli occhi che brillano nei momenti di vera felicità. Non si può vivere senza, sebbene tante persone spesso dimentichino cosa sia realmente, finendo per cercarlo nei libri e nei film.
Nella vita esistono momenti belli e momenti brutti. Il lieto fine inteso in maniera classica è un’illusione, la felicità va cercata nelle piccole cose e non dipende dall’incontro con il principe azzurro di turno, ammesso che si abbia la fortuna di incontrarlo. Il lieto fine è raggiungere i propri sogni, qualunque essi siano. Crederci fortemente e investire energie al punto giusto, gustando ogni piccolo successo lungo la strada.

Grazie ancora per questa bellissima intervista.

Un abbraccio a tutte e a presto!!

Myriam 


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