Buongiorno follower, buona domenica!
Vi segnalo l'uscita di "Credevo di essere morta (invece mi sbagliavo) di M.P. Black, edito Emma Books.
Un romanzo divertente e romantico, una favola contemporanea sulle seconde possibilità.
Titolo: Credevo di essere morta
Autore: M.P. Black
Genere: Romance Ironico
Casa editrice: Emma Books
Disponibile in ebook a € 4,99
Pagina autore: M.P. Black
TRAMA:
Sue Brown ha venticinque anni, è bella, ricca e potente, e vive a Manhattan. Alla morte del padre, ha ereditato l'azienda di lingerie da lui fondata ma non è felice; sono mesi ormai che detesta tutto e tutti, soprattutto il Natale. Rimasta sola in ufficio la notte della Vigilia, si reca in un pub per trascorrere la serata ma è coinvolta in un terribile incidente stradale. Per lei non c’è più niente da fare. Anche se…
Quando Sue riapre gli occhi, non riesce a credere a ciò che la circonda. Dove si trova? Scopre presto di essere in Cielo e ad accoglierla c’è John, il suo… angelo custode. Da lui apprende come vivere in quella nuova dimensione, in attesa che le assegnino la “destinazione finale”.
Sue, sgomenta, comincia a barcamenarsi nella sua vita alternativa fino a quando un incontro, inaspettato come il sole della Cornovaglia, cambierà le carte in tavola e le darà l'opportunità di cambiare il suo destino…
BIOGRAFIA BREVE:
M.P. Black, al secolo Paola De Pizzol, vive sulle
dolci colline venete con la famiglia e un numero imprecisato di gatti. Scrive
fin da piccola e si è affacciata al mondo dell’editoria per la prima volta nel
2008, con la saga di Lisa Verdi. Ha pubblicato i due volumi de I
Guardiani delle Anime e il romance a sfondo esoterico La rosa e il
pugnale, che hanno vinto importanti riconoscimenti nell’ambito del Premio
Cittadella nel 2014 e nel 2015. Predilige il genere fantasy e il romance;
scrive sia per adulti che per ragazzi; per questi ultimi porta avanti da anni
un progetto nelle scuole medie del Veneto basato sulla sua trilogia I
viaggiatori del tempo (Dri Editore).
Il suo motto è: “Di’ sempre di sì a una nuova
avventura”.
DICE L’AUTRICE:
Erano almeno due anni che mi girava per la testa la
trama di questo romanzo. Sono da tempo interessata a tutto quello che riguarda
il “paranormale”. Ho svolto, al riguardo, studi e ricerche approfondite. Ho
visto e rivisto il film “Il Paradiso può attendere”, fin quasi alla nausea. Un
giorno, mentre stavo facendo la spesa, guardando una ragazza un po’ scortese a
una delle casse, mi è balzata in mente la trama. Ho immaginato questa donna in
carriera, stronza e arrogante, che poi viene punita per bene e deve rivedere
ogni sua priorità. E così è nato il romanzo. E ho deciso di ambientarlo tra New
York, città che adoro, il Cielo con tutti i suoi misteri, e la bella
Cornovaglia. Ho preso spunto, per la parte iniziale, dal romanzo “A Christmas
Carol” di Charles Dickens, che vede come protagonista il vecchio Ebenizer
Scrooge. Sue è proprio come lui, cattiva e arrogante. Poi, però, quando, dopo
un terribile incidente stradale, si troverà in Cielo, si vedrà costretta a
rivalutare la sua esistenza, cercando di riscattare gli errori del passato.
BREVE ESTRATTO:
Lui mi afferrò la mano e ne baciò
il palmo. Rabbrividii.
“Sei uno psicopatico, Sean. Luce
e ombra. A volte mi spaventi, a volte sei l’emblema della dolcezza. E per
questo mi piaci.”
Sorrise e sospirò. Si avvicinò.
Probabilmente mi avrebbe anche baciata, perché le sue labbra ormai distavano a
meno di mezzo centimetro dalle mie, ma io non glielo permisi.
Mi girai invece a fissare la
farfalla, che stava ancora volteggiando leggera sopra la superficie brillante
del lago.
“Anch’io possiedo dei tratti di
luce, Sean. In vita, poche persone, in effetti, hanno potuto scoprirli e
assaporarli. Ma non sono solo ombra. Guarda.”
Attesi che la farfalla mi
arrivasse vicina e l’afferrai dolcemente per un’ala. Lei si fermò, paziente.
Io, allora, iniziai ad accarezzarne il corpo luccicante.
“Puoi portarci in alto?” le
chiesi, in un sussurro.
La farfalla, pochi istanti dopo,
si abbassò verso l’erba e raddoppiò le proprie dimensioni. Rapida, mi sistemai
cavalcioni.
“Che vuoi fare?” domandò Sean,
divertito, grattandosi il mento.
“Dai.
Muoviti!”
Lo invitai a seguirmi con un
rapido cenno della mano.
Lui, sorridendo, obbedì,
sistemandosi dietro di me e circondandomi la vita con le sue braccia forti.
Trasalii a quel contatto e capii
che mai, prima d’ora, avevo raggiunto fette così alte di felicità.
“Andiamo.” sussurrai alla
farfalla.
Lei obbedì e puntò verso l’alto.
Volteggiammo rapidi sopra la cascata, perdendoci nei colori degli arcobaleni,
per raggiungere infine le stelle dorate che io mi ero immaginata.
Volammo per un tempo indefinito,
finché non arrivò il momento di rientrare a casa.
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