venerdì 31 maggio 2019

"VITE RUBATE" di Monica Lombardi



Buongiorno follower!
Vi segnalo "Vite rubate", il romanzo dell'autrice Monica Lombardi.

Questo è un giallo ed è la storia della nascita di un amore, ma è anche, forse ancora di più, la storia di una famiglia e di un rapporto che sembra essere danneggiato, perduto per sempre ma che, in realtà, sta solo attraversando un momento difficile, è solo sopito.



Titolo: Vite rubate
Autore: Monica Lombardi 
Serie: "Mondo Mike Summers", spin-off della serie originaria
Genere: Romantic suspense
Casa editrice: Spinnaker
Cover: progettazione e grafica di Federica de Selby, fotoritratto di Virginia Parisi

Disponibile in ebook a € 3,99
a breve anche in cartaceo

Pagina autore: Monica Lombardi 




TRAMA:

Paula Wellman è una donna sola e un’agente FBI. Sa bene che si tratta delle due facce della stessa medaglia, come sa che il fatto di non avere famiglia le fa guadagnare un viaggio in Alaska alla caccia di un tenue collegamento tra l’esplosione di un’auto in cui è morta un’adolescente e un cold case. Sa anche che molti dei suoi colleghi maschi non mandano giù il fatto di dover lavorare con una donna, forse anche Dan Fusco, l’agente che viene esiliato al freddo insieme a lei.
Dopo che la moglie Adele è morta in circostanze mai del tutto chiarite, la vita di Zachary Walsh e della figlia Alice è stata sconvolta e Zach sta cercando di riscriverla. Per farlo ha messo quanti più chilometri possibile tra loro, un trauma doloroso e un passato per certi versi scomodo, e ha scelto di trasferirsi a Willow, dove abita la sorella della moglie e dove si muove Sam Pitka, il protagonista della sua fortunata serie di gialli.
Zach non è felice di vedere l’FBI presentarsi alla sua porta e di essere di nuovo sotto la lente investigativa.
Paula si trova spiazzata di fronte a un uomo che sembra non fare nulla per allontanare da sé i sospetti.
Attorno a loro un gruppo di adolescenti ribelli, annoiati, che raccolgono e rilanciano sfide e delusioni, e l’inverno dell’Alaska alle porte, pronto a coprire tutto con il gelo della sua neve.
Tornando al mondo di Mike Summers, il poliziotto di Atlanta protagonista della sua prima serie, Monica Lombardi tratteggia un giallo raffinato che si intreccia a una storia familiare di rapporti fragili, danneggiati, forse vicini al dissolvimento. Il tutto in un’Alaska fatta di boschi sconfinati, stellate che tolgono il fiato e abitazioni isolate, un’ambientazione unica che sentirete sulla e sotto la vostra pelle.



BIOGRAFIA:

Monica Lombardi è nata a Novara da padre toscano e mamma istriana. Oltre a scrivere romanzi lavora come interprete e traduttrice freelance. Sposata, madre di due figli adolescenti, vive da molti anni in provincia di Milano. Ama il cinema, trovare piatti facili e veloci per mettere a tavola la famiglia senza perdere troppo tempo e scovare brani musicali capaci di farle partire film mentali sulle scene del libro a cui sta lavorando.
Ha scritto tanto ma ha ancora un sacco di storie da raccontare.






DICE L’AUTRICE:

Dalla Nota dell’autrice in fondo al libro
Questo romanzo ha avuto una genesi particolare.
Quando lasciai Mike Summers e i suoi amici e compagni di avventura, alla fine di Scacco matto, diversi lettori mi chiesero se avessi intenzione di continuare la serie. Fin da allora e poi negli anni successivi, la mia risposta è stata sempre la stessa: mi piacerebbe dare un lieto fine anche a Paula Wellman. Quello che nella mia testa era “il libro di Paula” è rimasto nella mia mente per tanto tempo. Sapevo che sarebbe stato ambientato in Alaska e che lei avrebbe indagato su uno scrittore vedovo e padre. Sapevo che prima o poi avrei scritto questa storia, ma sembrava esserci sempre un progetto che aveva la precedenza.
La scorsa estate, la serie di Mike Summers ha vissuto una sorta di nuova giovinezza, attirando l’attenzione di tanti nuovi lettori. E di nuovo mi sono trovata a leggere commenti di persone che si chiedevano se la serie sarebbe continuata.
Era arrivato il momento giusto per questo libro.
E sapete qual è stata la meravigliosa scoperta? Quando ho cominciato a lavorarci ho scoperto un mondo inaspettato, diverso da come l’avessi immaginato. Perché questo è un giallo ed è la storia della nascita di un amore ma è anche, forse ancora di più, la storia di una famiglia e di un rapporto che sembra essere danneggiato, perduto per sempre ma che, in realtà, sta solo attraversando un momento difficile, è solo sopito.
Ho adorato questi personaggi. Zachary Walsh in particolare è stato un compagno di viaggio straordinario. Credo di non aver mai avuto tanto in comune con nessun altro mio protagonista prima.






BREVE ESTRATTO/PROLOGO:

Willow, Alaska
Doveva andarsene.
Il falò crepitava al centro della radura, il suo calore talmente vicino che sentiva le guance bruciare. O era l’effetto della vergogna e della delusione cocente?
L’umidità del bosco premeva alle sue spalle e le alte fiamme guizzanti creavano ombre sinistre tra gli alberi.
Si guardò intorno. Non incrociò lo sguardo di nessuno ma le sembrò che tutti stessero già ridendo di lei.
Maschere distorte da quella luce in movimento, mostri nella notte. Perché solo dei mostri potevano prendersi gioco così delle persone.
Fece un passo indietro e andò a sbattere contro qualcuno.
Si voltò dall’altra parte, terrorizzata all’idea di vedere chi fosse.
Doveva andarsene, sì, quindi se ne sarebbe andata, usando lo stesso mezzo con cui era arrivata fin lì, anche se non era suo. Non gliene fregava niente e quel branco di depravati se lo meritava.
Si allontanò dal fuoco, usando la sua luce sempre più fioca per raggiungere il gruppo di auto parcheggiate. Rischiò di inciampare su una radice ma continuò senza rallentare, rifiutandosi di guardare nelle pieghe buie che circondavano la radura.
Le chiavi!
Come avrebbe fatto se non le avesse trovate in macchina?
Ma le chiavi c’erano, ancora inserite nel cruscotto.
Entrò e si tirò dietro lo sportello, chiudendo il resto del mondo fuori. L’abitacolo l’accolse come un bozzolo. Niente più freddo del bosco o caldo del fuoco, niente più voci se non un mormorio sommesso, coperto quasi del tutto dalla musica che usciva da uno stereo che qualcuno aveva portato. Quella musica le avrebbe fatto comodo, avrebbe coperto il rumore del motore.
Quando ebbe messo in moto, però, si rese conto che non voleva che la sua uscita di scena passasse inosservata. Voleva che la vedessero, che la guardassero.
Voleva che si chiedessero che cosa l’aveva spinta ad andare via così, senza avvisare nessuno, con un’auto non sua.
Voleva che lo capissero.
L’avrebbero guardata allontanarsi lungo la strada sterrata, sempre più veloce e… sì, avrebbe lanciato la vettura contro un albero.
Questo li avrebbe costretti a capire, no? Lui, in particolare.
Si sarebbe pentito, le avrebbe chiesto scusa, avrebbe cercato il suo perdono.
Si sarebbe accorto di lei, questa volta per davvero.
Tutti si sarebbero accorti di lei e del male che le avevano fatto.
I fari dell’auto le indicarono l’imboccatura della strada sterrata che portava giù dalla collina, verso il paese. Bastò una lieve pressione sull’acceleratore, il dislivello fece il resto. Vide l’albero, lo scelse. Era perfetto: lei sarebbe andata dritta mentre la strada curvava leggermente a sinistra.
Il grosso pino si stava avvicinando in fretta, troppo in fretta, e sembrava enorme e duro. Definitivo.
E se avessero riso di lei anche per questo gesto, per questa bravata?
All’improvviso il suo piano le parve un’inutile pazzia e staccò il piede dall’acceleratore, spostandolo verso il freno.
Non ebbe il tempo di premerlo. 


1 commento:

  1. Grazie Silvia!
    E buona lettura a chi vorrà tuffarsi in questa avventura!

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