Buongiorno follower, buona domenica!
Vi segnalo I love mammy in Montecarlo - Come sopravvivere a una vita glitter dell'autrice Silvia Alonso.
Un chick-lit per viaggiare nella magnifica città dei sogni, il Principato di Monaco... dove però scoprirete che, appunto, l’abito non fa il monaco e che non è tutto oro ciò che luccica!
Non perdetevi le esilaranti avventure di Sylvie Labella.
Autore: Silvia Alonso
Genere: Chicklit
Casa editrice: Genesis Publishing
Disponibile in ebook a € 3,99
E in formato cartaceo a € 11,00
TRAMA:
Non è facile sopravvivere a una vita glitter. Perché, come giustamente ricorda il proverbio, se l’abito non fa il monaco e una rondine non fa primavera, una rondine monegasca sul giusto abito già può candidarsi a icona chic dell’universo modaiolo. Un universo in cui si muove disinvolta e sagace la protagonista del romanzo, Sylvie Labella, brillante mamma italiana dall’ironia tagliente e dalla simpatia travolgente. Tranne il fatto che, tacco dodici a parte (l’unico a essere perfettamente sincronizzato con “la Città dei Glitter”), Sylvie si sente un pesce fuor d’acqua. Uno di quelli che ha difficoltà ad andare d’accordo persino coi pesci meno grossi del Museo Oceanografico, principale attrazione turistica della città. E così, tra avventure alla Sex and the City e ispirazioni in stile “Shopaholic”, dove non mancano di certo le gag divertenti e persino gli scontri
con agguerrite nemiche, Sylvie e il suo amato bimbo Luchino ci portano per mano in una Montecarlo da sogno, la cui vita è fatta di feste fiabesche, boutique principesche e tanto fumo negli occhi, con poco arrosto di sincerità.
PRESENTAZIONE:
I love Mammy in Montecarlo – come sopravvivere a una vita glitter di Silvia Alonso è un esilarante romanzo chick-lit che non si ferma mai alla superficie delle cose, ma tende invece ad analizzare ogni aspetto della vita della protagonista, Sylvie Labella, intenta a comprendere come sopravvivere nella trappola dorata di Montecarlo. Narrato in prima persona, il romanzo ha un incipit scoppiettante: una giovane mamma italiana da poco trasferita “nell’ostile” territorio francese cerca di contenere il suo spirito prorompente che fa letteralmente a botte con l’esasperata sobrietà monegasca. La situazione è poi complicata dal suo Luchino, un vivacissimo bimbo di due anni e mezzo che è definito da lei una “piccola rivoluzione copernicana del quotidiano”. È infatti la maternità ad essere raccontata con risvolti comici, e la difficoltà di conciliarla con la moderna vita frenetica; l’autrice fa emergere con intelligenza i piccoli, grandi sensi di colpa e la sensazione di perenne inadeguatezza che ogni madre si porta dietro, anche se è una “mamma-holic”. Con una scrittura frizzante e sagace, e una potente ironia a volte caustica, l’autrice ci porta nei luoghi della Montecarlo scintillante, permettendoci però di guardare oltre la patina dorata dell’apparenza. La protagonista del romanzo è una grande osservatrice, scaltra e critica, e nonostante sia sedotta dalla “bella vita” sa anche giudicare con lucidità ciò che le si offre; è ben conscia della frivolezza del mondo in cui vive, al quale non risparmia battute sarcastiche, e colpisce nel segno soprattutto quando punta il dito sulla finta gentilezza – “con dosi massicce di cortesia” – che è spesso ostentata dalla popolazione monegasca, e sulla vacuità di persone dal portafogli pieno ma povere di contenuto. L’autrice utilizza l’espediente dell’ironia per parlare di argomenti importanti, come il fatto che la forma spesso conti molto di più della sostanza, o quanto ancora pesi il divario culturale tra diverse nazioni, e soprattutto quanta solitudine possa provare una neo mamma: “nella città dei glitter le amiche si contano su una mano. A cui manca però qualche dito”. E come non menzionare quei bizzarri voli pindarici delle “lettere di contestazione” che l’autrice si concede per dare una pausa alla narrazione, che non sono mai importuni, e che arrivano al momento giusto e con i giusti tempi comici. I love Mammy in Montecarlo – come sopravvivere a una vita glitter è un romanzo spassoso e introspettivo, in cui in dodici avventure per dodici capitoli l’autrice riesce ad elaborare una stravagante quanto realistica filosofia del quotidiano.
BREVI ESTRATTI:
Coco Chanel diceva che l’arte sta nella sottrazione... Si riferiva inequivocabilmente alla moda. Bene: pare che i francesi le siano rimasti talmente affezionati che ne abbiano applicato il dogma anche al campo della nouvelle cousine. Con una sintesi molto creativa, in senso figurato, ma non parimenti in senso mangiato (participio passato del verbo «mettersi a tavola»)
Avete mai provato a fare colazione dalle loro parti? Inaugurano la giornata col petit déjeneur, letteralmente «il piccolo digiuno», tanto per iniziare col buon umore! (...) E per finire anche la merenda ha vaghi toni repressivi, perché (sorpresa!) si chiama goûter: che non gli venga in mente di esagerare col cibo, poveri bambini, è loro permesso solo di gustare velocemente il gelato e poi via a fare i compiti!
Con Luchino appresso anche la più innocua delle scale mobili si traduce in un film dell’orrore! Ultimamente il piccolo si è convinto che si tratti di un numero di circo da farmi eseguire, pena la peggiore delle penitenze, e così mi devo rassegnare a portare in spalla il passeggino come se mi trovassi sulla Via Crucis.
Per dirla proprio tutta: vorrei sapere chi è il genio che mette gli allarmi esattamente ad altezza bebè... e dire che i progettatori, per diventare ingegneri, hanno studiato anni! Ma forse il troppo studio li ha fallati, così non sono riusciti a trovare l’anima gemella, nessun matrimonio e di figli neanche a parlarne… (altrimenti l’allarme lo metterebbero ad altezza di almeno due metri.)
Silvia Alonso è una giovane mamma milanese come tante. O forse non proprio… Innanzitutto perché è un ex avvocato che, ispirandosi a Wonder Woman, ha sempre tenuto sotto al tailleur la strategica tutina in lycra per spiccare il volo verso una seconda vita. Inseguendo i suoi sogni, Silvia ha abbandonato le precedenti vesti di legale per iniziare a narrare la sua vita, creando il proprio alter ego. Trasferitasi a Montecarlo dopo la nascita del suo bambino, decide di trarre ispirazione da quella nuova vita patinata per trasformarsi in una Sophie Kinsella locale. Ne nasce il personaggio di Sylvie Labella, una mamma italiana frizzante e dalla fantasia straripante trapiantata nel mondo monegasco, ben più discreto e moderato. Da sempre amante di arte e letteratura, nel 2005 l’autrice si aggiudica il Premio “Poesia Dorsale” al Castello Belgioioso di Pavia per la composizione “Inverno africano” (in giuria Alda Merini). Nel 2006 pubblica la favola poetica “Il morso del serpente”, da cui estrapola la sceneggiatura per l’omonimo spettacolo che unisce danza orientale e teatro, rappresentato con la partecipazione del Maestro Roberto Brivio e la presentazione dello scrittore e amico Andrea G. Pinketts.
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