Recensione: "Storia di un coniglio e del suo amico vegano" dell'autrice Ilaria Colacione, edito Pav Edizioni. A cura di Laura Altamura.
Autore: Ilaria Colacione
Illustratore: Claus Venturini
Genere: Favole
Casa editrice: Pav Edizioni
Collana: Mondo incantato
Disponibile in formato cartaceo a € 14,00
A breve anche in ebook
Contatti autore: Facebook
TRAMA:
Il cane, ormai è noto, è il migliore amico dell'uomo e al primo posto nelle case degli italiani, ma il coniglio si è fatto "prepotentemente" spazio anche lui diventando il terzo animale da compagnia dopo cane e gatto, a seguire porcellini d'india, uccellini e diverse altre specie. Oggi si contano circa 10 milioni di animali domestici. Questa favola nasce dalle grandi passioni dell'autrice, i libri, gli animali e la scrittura e dall'aver allevato per anni tutti i protagonisti della storia. Il libro nasce anche dal profondo rispetto verso il mondo animale, dall'aver riscontrato in loro un animo dolce e gentile e un'intelligenza profonda. Nasce infine dall'esperienza di volontariato dell'autrice presso associazioni che si occupano di randagismo, cogliendo nelle creature abbandonate tutto il carico di sofferenza. La favola si snoda in brevi episodi che trattano temi molto attuali quali la diversità, un invito a un minore consumo di carne e l'importanza dei animali nelle realtà quotidiana. Raccontare questa modernità in chiave fantastica e con pochi concetti è la sua missione, cercando di alleggerire almeno in parte il peso della vita.
Ho scelto di recensire questa storia per bambini pensando fosse destinata soltanto ai più piccoli ma, con piacere, ho scoperto che anche gli adulti dovrebbero leggerla, in autonomia o assieme ai propri figli, nipoti o alunni.
L’autrice ha saputo tessere un racconto che parla in maniera sapiente e delicata dell’amore tra tutti gli animali e per gli animali, per tutti indistintamente.
È consueto infatti amare quelli considerati da affezione, secondo una logica antiquata (quindi gatti e cani) mentre altri, pur suscitando una forma di tenerezza (ad esempio conigli) o in taluni casi non suscitando proprio nulla, sono considerati di serie B e dunque vanno bene nel piatto o nel risvolto del cappuccio.
Oppure, come nel caso di criceti e cavie, li collochiamo nella gabbietta a girare in tondo su una ruota infernale, senza porci la domanda se siano felici o meno.
In quanto esseri senzienti tutti gli animali vanno rispettati, l’autrice precisa di essere vegana e di utilizzare prodotti cruelty free e, avendo io fatto la scelta del vegetarianesimo (diverso dal veganesimo, ma non è questa la sede per dettagliare) condivido in pieno la sua opinione e apprezzo il coraggio che ha avuto nello scrivere una fiaba moderna, universale e rivoluzionaria al contempo.
Ma veniamo al racconto i cui protagonisti sono "amici pelosi" che l'autrice ha avuto nella sua vita.
Dalle note introduttive, si percepisce come non si sia mai sentita la loro padrona, o la proprietaria, o detentrice per usare un termine giuridico, ma essi siano stati per lei compagni di viaggio.
Marley e Cicy sono, rispettivamente, una cagnolina e una coniglietta che si conoscono in una circostanza anomala per un “predatore innato” quale è il cane, in quanto è proprio Marley a salvare Cicy dall’aggressione da parte di un gruppo di cani.
Dopo un primo momento di indifferenza e di esitazione, infatti, la labrador si lascia ammaliare dallo sguardo impaurito e tenero della “preda”.
Come avrebbe potuto fare lei, cane domestico ma sempre appartenente alla famiglia dei canidi, a salvare una preda? Che disonore per lei di fronte ai suoi amici del quartiere…
Da questo incipit si snoda una serie di avventure e, passo dopo passo, si aggiungeranno altri animali a completa dimostrazione che si può convivere tutti insieme senza prevaricazioni e che dovremmo abbandonare la visione antropocentrica, secondo cui l’Universo è stato creato per l’uomo.
Ho apprezzato molto l’inserimento di morali e parabole all’interno (ad esempio Il figliol prodigo) o riferimenti storico culturali (Archimede, Zarathustra, Leonardo da Vinci, l’Infinito di Leopardi) o alcuni nomi buffi che pur avendo un forte rimando culturale sono a misura di bambino.
Abbiamo così la Gioconda conigliosa, il Museo della Conigliera e l'ispettore Montalba Coniglio.
Molto interessante la parte educativa: leggendo, si apprendono molte informazioni sugli animali, l’ordine a cui appartengono, le loro caratteristiche e, nella parte finale, anche sulle pietre.
Lessico e sintassi sono semplici e lineari e rafforzati da molti dialoghi e immagini che rendono il tutto più godibile.
Il messaggio di amore universale passa chiaro e al termine della lettura mi sono davvero chiesta perché, in pratica, una situazione di empatia e armonia descritta nel libro resti pura utopia, e la risposta temo sia ancora una volta insita nell’egoismo dell’uomo e nella sua incapacità di evolversi.
Un libro interessante, una piccola chicca da leggere e, perché no, usare come spunto migliorativo per le nostre vite.
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