Buon pomeriggio amici lettori!
Mary Rotnan ha letto "Aurum. Inferno Operaio" di Paolo Bertulessi, edito PAV Edizioni. La recensione, purtroppo, non è positiva, tuttavia invito i lettori a considerare la soggettività del parere e a leggere il libro per farsi un'opinione propria.
Titolo: Aurum. Inferno Operaio
Autore: Paolo Bertulessi
Genere: Noir a tinte forti
Casa editrice: PAV Edizioni
Disponibile in formato cartaceo a € 14,36
Pagina autore: Paolo Bertulessi
TRAMA:
Mani d’oro e oro tra le mani: può una professione arrivare a possedere l’anima di una persona, specialmente quando è l’oro la nobile materia prima con la quale si lavora? In questo romanzo sembrerebbe di sì.
Rossella, la protagonista, nasce alla fine degli anni ‘70 e subisce una vita infantile fatta di violenze e soprusi per mano di sua madre, una donna devastata dall’alcol e dalla gelosia nei suoi confronti, in uno scenario di povertà e degrado umano nella campagna della provincia vicentina.
Dopo essere stata rinchiusa in una fabbrica orafa ancora adolescente, cresce nutrendosi soltanto di lavoro e dovere, senza affetto e privata di ogni suo diritto a crescere serena.
L’impatto con la vita di fabbrica è per lei inizialmente traumatico, ma con il passare del tempo dimostrerà talento e arriverà persino ad amare il proprio lavoro, anche perché la sua vita privata si rivelerà sentimentalmente un fallimento.
Piacente e onesta, ma non priva di determinazione, lotterà sempre con i fantasmi del passato e con la sua esistenza.
Passando, suo malgrado, da una realtà lavorativa all’altra, conoscerà il lato peggiore dell’umanità, fino a giungere nella fabbrica più aberrante che mai aveva visto, gestita da una coppia di inetti senza scrupoli.
Ciò nonostante continuerà ad amare il proprio lavoro, ancor più visceralmente quando conoscerà la signora Venero, una abile e geniale procacciatrice d’affari ricca di carisma che intravede in lei una potenziale artefice del suo personale e misterioso progetto; i gioielli che nasceranno grazie all’abilità delle sue mani non saranno semplici gioielli, ma creature con un preciso significato che sembreranno prendere vita.
Quel quotidiano squallore della vita operaia verrà poco a poco lenito da momenti di introspezione onirica al limite del delirio.
Sofferenza, ricerca disperata di un lavoro fisso, amore morboso per il lavoro, solitudine, perversione, stati allucinatori: questi gli ingredienti che comporranno la mistura di eventi che porterà Rossella verso una deriva ignota e inquietante assieme al suo adorato e lucente metallo giallo.
BIOGRAFIA:
Cresciuto in una famiglia eterogenea con madre novarese, padre e nonni paterni bergamaschi, nonna materna torinese, nonno materno barese, poi viceprefetto a Padova, e una prozia austriaca, nasce a Bergamo, ma la sua famiglia dopo un anno si trasferisce a Padova, città nella quale poi vive fino all’età di quarant’anni.
Viene educato sin da bambino al culto della lingua italiana e all’amore per la letteratura, spaziando dai grandi classici alle opere contemporanee anche di nicchia: il suo primo libro, "Ventimila leghe sotto i mari" di Jules Verne, lo legge a cinque anni.
Consegue la maturità classica appassionandosi in modo viscerale alla lettura e, conseguentemente, alla scrittura, che coltiverà con sempre più crescente passione.
All’età di 25 anni perderà prematuramente e traumaticamente il padre, docente liceale di matematica e fisica, e la madre, pittrice.
Ha lavorato per diversi anni nella grande distribuzione alimentare ricoprendo il ruolo di gerente e direttore di filiale.
Ex pugile dilettante e successivamente istruttore sportivo per molti anni, dal 2005 è titolare di una enoteca a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova.
Oltre alla grande passione per la lettura e la scrittura, è un cinefilo e un amante dei videogames.
Ha già operato nel settore letterario nella veste di ghostwriter, scrivendo per diversi autori locali in crisi d’ispirazione e fornendo loro trame interessanti: il suo talento nel creare storie da raccontare e pubblicare è stato da sempre molto spiccato.
Solo negli ultimi anni decide di dare spazio a se stesso come autore e di avere il proprio nome stampato in una copertina.
Dopo il suo romanzo noir d’esordio pubblicato nell’Aprile di quest’anno, Esistenze Proibite, è stata pubblicata in Ottobre la sua seconda opera Aurum Inferno Operaio, un altro noir a tinte forti che scava nell’animo umano.
La sua citazione preferita è “Ad pugnam parati”.
Mi trovo in una situazione assai difficile e infelice.
Recensire negativamente un romanzo non è mai piacevole né per chi lo deve fare né per l’autore. Questi sono i rischi di chi scrive, incontrare pareri differenti. Qui ci troviamo di fronte una storia indubbiamente di degrado ed emarginazione sociale, con atmosfere cupe e con dialoghi che a volte turbano; come disturba il rapporto madre/figlia portato all’estremo. Se ci si ferma a questo aspetto e ci si vuole immergere in una storia di dramma periferico può anche andare bene, ma si dovrebbe soprassedere sugli errori grammaticali, refusi, parole ripetute; i puntini di sospensione a mio avviso sono troppi. Inoltre, in molte frasi si nota la mancanza del soggetto, quasi che il lettore dovesse saperlo a priori. In certi passaggi sembra più un diario che un romanzo e in alcuni paragrafi la scrittura è dialettale. La lettura prosegue, ma con difficoltà. Non sono entrata in empatia con i vari personaggi, non mi hanno suscitato nessuna emozione o pena, anzi forse solo nervosismo.
Certamente questo può essere apprezzato come romanzo drammatico; quindi non occorre specificare che non è un romance.
BREVE ESTRATTO:
GOLD in lingua inglese, in americano e in tedesco; OR in francese, 3OπOTO in russo, χρυσòς in greco antico, AURUM in latino.
Au il suo simbolo, 79 il suo numero atomico: semplicemente ORO, prezioso elemento chimico fulgente che padroneggia il mondo, i suoi mercati e l’umanità; grezzo, massiccio, lavorato, in verghe e lingotti, battuto o filato, sempre e comunque un nobile metallo duttile e malleabile, inattaccabile da quasi tutti i composti chimici e che si fonde e diviene liquido a una temperatura di 1064 gradi centigradi: è probabilmente il primo metallo usato dalla razza umana, adoperato sin da tempi remoti per coniare monete e forgiare gioielli, emblema, per antonomasia, di valore e purezza.
Oro giallo, oro bianco, oro rosso, oro rosa… sono tutti la massima espressione di una luce ammaliante che nasce in buie miniere per risplendere poi nelle fiere ad esso dedicate e nelle vetrine più prestigiose, il tutto grazie a mani esperte e operose che lo manipolano, che lo plasmano fino a dargli vita, che lo lustrano e lo tempestano di pietre preziose incastonate fino a creare mirabili pezzi unici di alta oreficeria: sono mani impregnate di limaglia, segnate spesso da calli e bruciature che sfidano il tempo, causate dalle sottili fiamme di focosi cannelli per saldatura; sono mani avvezze all’uso di macchinari sempre più tecnologici e dalla precisione chirurgica, ma che senza quelle stesse mani non avrebbero ragione di esistere; a volte sono mani troppo stanche e troppo umili.
Dietro a quelle mani vi sono volti, vi sono persone, vi sono vite… e dove esistono vite vi sono storie.
Questa è quella di Rossella, una di quelle tante storie così sommerse e drammaticamente comuni da poter essere raccontate solamente nelle pagine di un libro.
Nessun commento:
Posta un commento