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Vi segnalo "Parliamo di questo amore" dell'autrice Olivia Lomon.
Titolo: Parliamo di questo amore
Autore: Olivia Lomon
Serie: Collezione dottori d'Irlanda Vol.6
Genere: Romance Contemporaneo
Disponibile in ebook a € 2,99
Pagina autrice: Olivia Lomon Autore
TRAMA:
Indigo Night è una donna che ha perso tutto, anche l'anima, e che ha rinchiuso i cocci del suo cuore e delle sue ossa spezzate in cupi corsetti che usa come armatura.
Dopo aver seppellito la propria famiglia ed essersi rialzata dall'ennesima operazione per riparare i frammenti del suo corpo che quel tremendo incidente ha distrutto, Indigo vuole solo dimenticare i propri sogni.
Non avrà mai una famiglia, non potrà essere madre né zia: l'unica cosa che le resta sono il suo allevamento e i suoi dobermann.
...e Dolly e Dave, due nerboruti accalappiacani dal cuore d'oro.
...e una banda di anziani cagnolini senza razza raccolti qua e là.
...e Thornwall Keep, l'antica fortezza di famiglia, che marcisce insieme al corpo di Indigo, scandendo il passare del tempo con la stessa malinconica sinfonia.
...e anche Maxwell Lancaster, un uomo in fuga, un ex compagno di scuola che rientra nella sua vita all'improvviso, presentandosi con un grosso problema da risolvere con le autorità e un altro appeso alla mano: un problema, questo, che ha l'aspetto di un angelico bambino di cinque anni che, da oltre dieci mesi, ha smesso di parlare.
Una storia di voci e silenzi, d'amore e di paura di amare, una storia di scelte e di casualità, complicata e non sempre perfetta. Proprio come la vita.
BIOGRAFIA:
Nella vita ho sempre avuto un desiderio.
...ok, facciamo due.
Numero uno, vorrei poter vivere della mia scrittura. È un sogno meraviglioso in cui non voglio smettere di credere, nonostante per me sia passato da un pezzo il periodo in cui sarebbe lecito credere nel genio della lampada e nei tre desideri.
Numero due... mangiare un sacco di pizza e sushi senza ingrassare.
(Hai sentito, genio, in qualunque lampada tu sia?! Mi accontento di due desideri, eh... quindi se vuoi farti avanti, io sono sempre qui che aspetto).
Questo, in pratica, significa due cose: numero uno che non smetto mai di creare file di parole. E numero due... che sono una specie di allegra balenottera che sorride a tutti i ristoranti che incontra.
Va beh, siamo onesti: la mia larghezza è quella di una ragazza di circa 1.80 con addosso più o meno 120 kg di sushi, più un pochino di gelato e forse una spruzzata di cioccolato.
Ho iniziato a scrivere da bambina: addirittura all'asilo cercavo già di esprimermi sulla carta. Mia madre, gran conservatrice di oggetti e ricordi, ha tenuto la mia prima opera d'arte scritta, realizzata dalla sottoscritta all'età di quattro anni.
...nemmeno a dirlo, era una lista della spesa.
Forse le "carote" non erano contentissime di avere due "r", e forse i "fagiolini" avrebbero apprezzato un uso più saggio delle "i"... ma, per il resto, ero già a buon punto verso un eccellente tortino salato.
La mia famiglia è indubbiamente una delle cose più importanti della mia vita, insieme a quegli amici (pochi, ma davvero buoni) che mi sopportano quando vado in crisi da astinenza da sushi.
...o peggio: quando inizio a parlare di libri.
Sono una lettrice vorace, penso di potermi definire eclettica, e sono sempre alla ricerca di nuovi titoli e nuove avventure da condividere con il mio divano.
DICE L’AUTRICE:
Tanto per cominciare, anche stavolta sono andata a finire in una fortezza. Ormai, queste dimore un po' insolite sono diventate uno dei fili conduttori di tutta la serie.
Dire che amo mischiare presente e passato è un eufemismo, e l'Irlanda si presta benissimo a questo scopo.
Una delle mie evidenti “fisse” è portare un po' in vita queste antiche ville, fortezze, torri... mi piace pensarle come spiriti del passato, come entità talvolta che ci osservano con il peso dei secoli sulle spalle, giudicandoci stancamente per il nostro operato. Talvolta la loro è una presenza bonaria, altre meno... ma sono sempre lì, quasi vive, perfino reattive, e addirittura consapevoli della realtà. Almeno in apparenza.
Thornwall Keep è in assoluto la mia prediletta: una guerriera stanca della vita, ma ancora solida e disposta a combattere. Come la protagonista.
Anche i cani sono una delle mie passioni: li uso spesso nei miei libri e non sono quasi mai solo dei riempitivi ma, spesso, diventano dei veri e propri personaggi. Può sembrare stupido, cercare di esasperarli e umanizzarli fino a dargli la parola... ma, a volte, nei loro occhi mi pare di scorgere mondi interi di parole e, almeno nello spazio segreto di un libro, mi piace dargli anche la voce.
Il cane, per me, non è solo un compagno peloso che vive a rimorchio del padrone, ma è una creatura viva, autonoma, intelligente e disposta ad agire per modificare il mondo in cui vive... è il caso del piccolo Buco che, come probabilmente si leggerà fra le righe, è un ricordo ancora molto vivo in me.
Infine, vi dirò perché nei miei ultimi libri c'è quasi sempre una piccola sotto-trama che parla di riscatto morale. Vi dirò perché creo questi personaggi decisamente negativi ma che, in qualche modo, alla fine ne combinano anche qualcuna di giusta.
Sono stufa della crudeltà del mondo vero, ecco cosa.
Sono stufa e arcistufa, e voglio ricominciare a vedere un po' di buono in (quasi) tutte le persone, anche le meno attraenti.
Per esempio, Constance Lancaster, la madre del protagonista, è decisamente un'arpia. Madre snaturata, donna pettegola, bigottissima, severa, rigida come una colonna dorica, ma senza l'eleganza di quest'ultima. È una donnaccia, punto.
Eppure, alla fine, anche lei trova il suo riscatto, il suo modo di fare la cosa giusta... pur restando, ovviamente, una donnaccia. Perché sono poche le persone che riescono davvero a cambiare profondamente, a crescere e a gettare via gli errori del passato... ma, senza essere così eroiche, ci sono anche persone che riescono a fare un piccolo passo nella direzione giusta, senza tuttavia diventare mai del tutto positive. Ma non importa: un piccolo passo ci basta per esserne orgogliosi e, tutto sommato, per volergli bene... sia nei libri, che nella realtà quotidiana.
BREVE ESTRATTO:
“Indigo... tesoro... se mi faranno tornare a Dublino, tu verrai con me?” chiese infine, mettendo tutto se stesso in quella domanda. I suoi dubbi, le sue paure, ma anche il suo coraggio e la voglia di combattere.
“No, Max” rispose lei, una lacrima intrappolata nelle iridi verdi “Farei qualunque cosa per te, ma non lascerei il mio allevamento. Non posso. Non per sempre.”
“Mi accontento di un po', ragazza mia. Mi basta il weekend, quando non hai clienti e quando l'Esercito non viene a bussare alla tua porta.”
“Non posso prendere aerei: un po' perché solo al pensiero mi viene comprensibilmente una crisi isterica... e un po' perché, con tutte le placche che ho in corpo, non è precisamente una buonissima idea.”
Maxwell annuì: sì, lo sapeva. Ci aveva pensato, così come aveva pensato al fatto che Indigo non potesse affrontare il viaggio fino a Dublino molto spesso. Si trattava poi solo di tre ore, ma per lei sarebbe stato pesante anche con un autista.
“Io voglio continuare a vederti, Indigo.”
“Anch'io, Max” rispose lei, posandogli il viso sulla spalla.
Era una frase poco decisiva, non era un: “ti amo, morirei per te” ma, dopotutto, loro non erano più ragazzini e la precarietà della loro relazione non era mai stata un segreto.
Il problema, era proprio quello: era nata una come storia senza un futuro preciso e adesso stava andando precisamente come entrambi avevano previsto... a rotoli.
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