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Recensione: "Confessioni di Efestione" dell'autore Ivan Gambina.
A cura di Andrea Macciò.
Autore: Ivan Gambina
Genere: Storico
Disponibile in ebook a € 2,90
E in formato cartaceo a € 9,80
TRAMA:
Ecbatana, 324 a.C.
Confortato dal calore dei suoi compagni d’avventura, Efestione lotta contro la fredda morsa della morte, ormai imminente. Non vuole arrendersi all’idea di abbandonare la vita senza prima aver goduto di un’ultima carezza da parte di colui che fu più di un amico o di un fratello: Alessandro, l’inseparabile compagno di vita, del quale tutti conosciamo le eroiche vicende. Inoltre, vorrebbe liberarsi del peso di qualche fardello che gli opprime il petto da molto tempo, ma nessuno può udire più le sue parole, e rischia di andarsene portandosi via i segreti che per anni ha custodito nel cuore.
Con discrezione e rispetto, ascoltiamo perciò i pensieri e le confessioni di un uomo che per troppo tempo ha vissuto dietro un sipario. Facciamo in modo che i riflettori vengano puntati stavolta su Efestione, e lasciamo che ci racconti una storia che conosciamo già, ma vista dagli occhi di chi è sempre rimasto nell’ombra; eppur fedele fino all’ultimo respiro al grande condottiero macedone.
Il romanzo storico di Ivan Gambina, “Confessioni di Efestione”, ancora una volta ci trasporta nel mondo classico per raccontare la storia del nobile e generale macedone Efestione, colui che per tutta la vita è stato al fianco del grande condottiero Alessandro Magno. Un rapporto intensissimo, nel quale amicizia, amore e collaborazione in ambito politico e militare sono stati intrecciati indissolubilmente.
La narrazione si apre quando Efestione si trova ad Ecbatana, prossimo alla morte (storicamente, i motivi della sua precoce scomparsa non sono mai stati del tutto chiariti) e ricostruisce la sua vita e il suo rapporto con il futuro Re della Macedonia, Alessandro. Il loro rapporto, pur contrastato dalla regina Olimpiade, la madre di Alessandro, inizia nell’adolescenza per proseguire per tutta la vita, sopravvivendo ai loro rispettivi matrimoni (Alessandro in Persia ebbe tre mogli), ad altre relazioni e alle perplessità di Efestione sul progetto di Alessandro di mettere in dialogo la cultura greco-macedone con quella persiana, così diversa per molti aspetti. Quasi tutti i personaggi sono reali, da Olimpiade a Filippo, al re persiano sconfitto da Alessandro, Dario.
La vita di Alessandro Magno (356 a.C-323 a.C) è stata breve, come quella di Efestione, ma intensissima: è stato il primo condottiero, che, approfittando della crisi della Grecia della poléis e dell’Impero Persiano, riuscì a conquistare in pochissimi anni un territorio che andava dall’Europa orientale all’Africa del Nord a parte dell’Asia Occidentale. Efestione fu la sua “ombra” e questo libro gli restituisce la voce: la loro epoca è in qualche modo già postclassica per la Grecia, che non molti anni più tardi diverrà parte dell’Impero Romano.
Il romanzo ci trasporta con grande accuratezza storica nell’epoca del Macedone e in una società nella quale la bisessualità (in particolare quella maschile, ma non solo) era socialmente accettata, nella quale i confini tra amore e amicizia erano molto meno definiti di oggi. Un mondo per questi aspetti più libero di quello di oggi, ma dall’altro lato più violento e dove la precarietà dell’esistenza e la “convivenza” quotidiana con la possibilità di morire uccisi era la normalità non solo per i guerrieri, ma anche per i regnanti, i nobili e coloro che ricoprivano cariche politiche, sempre esposti al rischio di agguati mortali (come accadrà poi anche nell’Impero Romano qualche secolo dopo). Confessioni di Efestione ricostruisce anche la fascinazione di Alessandro per la cultura orientale e persiana. Un altro aspetto che distingueva gli antichi conquistatori dal colonialismo del Novecento: ambiziosi e spietati con i nemici, erano tuttavia spesso affascinati dalle loro culture e usanze. Il romanzo ricostruisce la complessa personalità di Alessandro Magno dal punto di vista di colui che lo ha affiancato per tutta l’esistenza.
Una curiosità: Alessandro è stato uno dei primi grandi leader politici antichi a capire l’importanza della comunicazione, iniziando a costruire il suo mito già in vita. Raccontava di essere discendente di Achille, e se oggi ci appaiono figli dello stesso tempo, allora Achille era già considerato un “antico”.
Come negli altri lavori di Ivan Gambina, c’è una grande accuratezza storica dalla quale traspare l’amore dell’autore per il mondo scomparso della Grecia classica, combinato con alcuni elementi di fantasia che rendono il romanzo più avvincente restando sempre nel solco della credibilità storica. Interessante anche questo punto di vista esterno su un grande personaggio dell’Antichità.
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