domenica 30 giugno 2024

RECENSIONE "POEMA EROICO UMBRO. LA BATTAGLIA DELLE NAZIONI" di Valentino Filippi

 

Buon pomeriggio, amici lettori!
di Valentino Filippi, edito Ponte Cardona Edizioni. 
A cura di Andrea Macciò.


Autore: Valentino Filippi
Genere: Narrativa gotica - Fantasy

Casa editrice: Ponte Cardona Edizioni

Disponibile in ebook a € 9,99
E in formato cartaceo a € 12,48 O € 

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Il manoscritto di natura fantasy, racconta la Terza Guerra Sannitica combattuta nel 299 a. C. da una Lega di Nazioni dell'Italia centrale. Sotto la guida di un generale sannita Gellio Egnazio: Umbri, Etruschi, Galli e Sanniti tentarono di fermare la conquista Romana, creando una lega di nazioni unite con il compito di difendere la propria libertà. Il libro racconta la storia dell'antico popolo Umbro dei Naharki. Questo arcaico popolo che risiedeva nella Conca Ternana, si dice fosse talmente antico da essere sopravvissuto al grande Diluvio Universale. Mescolando la storia vera delle Guerre Sannitiche con una trama romanzata in chiave fantasy, nasce la storia dei guerrieri Naharki. Un viaggio insidioso, potenti nemici da sconfiggere, antichi clan da riunire, una maledizione da sciogliere e una profezia da compiere, per raggiungere il campo di battaglia contro Roma.
Nel libro sono presenti contenuti extra: mappa antica dell'Italia centrale, story board del teaser pubblicitario e una raccolta del bestiario mitologico degli animali dell'Umbria Meridionale. 



Nel 295 a.C. la Repubblica Romana si apprestava a sferrare il suo attacco decisivo per conquistare l’Italia Centrale, sottomettendo e assimilando le città, i popoli e le civiltà che li abitavano, per iniziare un processo di conquista militare e culturale di buona parte del mondo. A Sentino, località situata nei pressi dell’odierna Sassoferrato (An), fu combattuta una storica battaglia tra l’esercito romano e una coalizione di popoli dell’Italia Centrale, Sanniti, Umbri Naharki, Galli Senoni ed Etruschi, che sfidò il potere di Roma in nome della libertà e dell’indipendenza delle nazioni “italiche”.
Un evento storico che il libro di Valentino Filippi (autore di documentari conosciuto come “Valentino de Ponte Cardona) rilegge in chiave fantasy, con citazioni e riferimenti ai classici del genere che gli appassionati sapranno sicuramente cogliere. 
Il protagonista è Nahar, principe della città di Nequinum, l’odierna Narni, incaricato dal padre Re Vaughan di formare una grande alleanza riunendo sotto un’unica insegna i clan umbri, per poi sfidare Roma assieme agli altri popoli dell’Italia Centrale sotto la guida del generale Sannita Gellio Egnazio. 
Inizia così un lungo viaggio per riunire le città dell’Umbria e rompere la maledizione lanciata dagli Eugubini, gli abitanti di Gubbio, contro i Naharki, la popolazione che abitava l’Umbria Meridionale. Il principe è capo di una compagnia di sette guerrieri Naharki, tra i quali il biondo Alun, Ronan di Fossombrone e la “rossa” Ciara di Niall, l’unica determinatissima ragazza del gruppo. Un viaggio nel quale la realtà storica e la fantasia si mescolano, con “la compagnia dell’Unione” che dovrà avere a che fare con maghi e aruspici a volte traditori, con il potentissimo e perfido Fenrir, signore assoluto delle “Fucine Umbre” una sorta di girone infernale dove si produce un’innovativa lega metallica (forse un simbolo dell’acciaio che ha caratterizzato per secoli l’identità cittadina)  ossessionato da una ragazza di Interamna (l’odierna Terni), Danae, al cui fascino non è insensibile neanche il principe Nahar, e con animali mitologici come il Drago Thyrus, simbolo della città di Terni e protagonista di numerose leggende tradizionali, qua con un ruolo specifico nella narrazione, il Grifone, il Serpente Regolo.
L’esito della battaglia di Sentino è scritto nella storia, ma quale sarà il destino dei singoli protagonisti del libro?
Poema eroico umbro. La battaglia delle nazioni è un romanzo fantasy, con alcune sfumature romance nel raccontare l’amore tra Nahar e Danae, che però è ambientato in luoghi reali e rievoca un fatto storico realmente accaduto. Nonostante il titolo, non si tratta di un’opera in versi, ma interamente in prosa.
La battaglia di Sentino è conosciuta come “la terza Battaglia Sannitica” e l’aspetto più interessante di questo libro, dietro alla trasfigurazione fantastica, è che legge una storia nota agli addetti ai lavori e insegnata nelle scuole tramite il punto di vista dei vincitori, ovvero gli storici romani, dal punto di vista dei “vinti” della storia, i popoli dell’Italia Centrale che seppero costruire civiltà molto organizzate e nello stesso tempo riuscivano a vivere in armonia con la natura e il mondo circostante. 
La sconfitta di questi popoli, che avevano convissuto per anni in maniera più o meno pacifica, e la vittoria di una Roma che era già proiettata verso quella imperiale hanno cambiato la storia, con effetti che si fanno sentire ancora oggi. 
Come sarebbe il mondo se Gellio Egnazio e la sua coalizione avessero vinto la Battaglia di Sentino? 
Tra i personaggi più interessanti, oltre a quello di Nahar, quello della ragazza guerriera Ciara di Niall: a quell’epoca era difficile che le donne fossero impegnate direttamente nei combattimenti, ma quelle civiltà sentivano ancora l’eco del periodo matriarcale e del potere femminile.
Al libro si accompagna un cortometraggio teaser di sette minuti, e lo scopo è quello di trasformare questo libro in un vero e proprio film. 
La scrittura, dal ritmo serrato, è già molto sincopata e descrittiva, e ricorda per certi versi quella di una sceneggiatura, più che quella di un romanzo. 
Uno stile che ha tuttavia il potere di far immaginare al lettore l’aspetto dei personaggi principali del libro.
Poema Eroico Umbro. La battaglia delle nazioni può essere letto come un fantasy ispirato a eventi reali, e sicuramente piacerà agli appassionati del genere, ma anche come un romanzo storico che mostra “dall’interno” il punto di vista degli sconfitti della storia, invitandoci a pensare che il mondo come è organizzato al giorno d’oggi è stato plasmato anche da eventi lontanissimi come la Battaglia di Sentino e la terza guerra sannitica.
Nell’ultima parte del libro, le illustrazioni di Maura Governatori utilizzate come storyboard del cortometraggio e un piccolo saggio sugli animali mitologici delle tradizioni dell’Umbria meridionale.


sabato 22 giugno 2024

RECENSIONE "LA CASA OLTRE IL LAGO" di Riley Sager

 

Buon sabato, amici lettori!
Recensione: "La casa oltre il lago" dell'autore Riley Sager, 
edito Time Crime. A cura di Silvia Cossio.


Autore: Riley Sager
Genere: Thriller

Casa editrice: Time Crime

Disponibile in ebook a € 9,99
E in formato cartaceo a € 15,20

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TRAMA:

Casey Fletcher è un’attrice da poco rimasta vedova. Nel tentativo di sfuggire ai gossip su di lei, si è ritirata nella pace della tranquilla casa di famiglia su un lago nel Vermont. Armata di binocolo e diverse bottiglie di bourbon, passa il tempo osservando Tom e Katherine Royce, l’affascinante coppia che vive nella casa oltre il lago. Insieme sono uno spettacolo: Tom è un innovatore tecnologico di successo, mentre Katherine, un’ex modella, è una donna bellissima. Un giorno, Casey salva Katherine dall’annegamento e le due stringono così un’amicizia. Ma più si conoscono – e più Casey li osserva – più diventa evidente come il loro matrimonio non sia perfetto come sembra. Quando Katherine scompare, Casey si attiva per scoprire cosa le sia successo. Nel frattempo, verità inquietanti vengono a galla e trasformano quella che era iniziata come un’avventura voyeuristica in una storia sui sensi di colpa, sulle ossessioni e su quanto l’apparenza possa essere ingannevole.

Sulle sponde del lago Greene, nel Vermont, si affacciano cinque abitazioni, una delle quali è di proprietà di Lolly Fletcher, icona di Broadway, la cui unica figlia, dopo la tragica morte del marito, il regista Leonard Bradley, sta attraversando un momento difficile. L’isolamento offerto dal lago è l’ideale per leccarsi le ferite e tentare di rimettere in sesto la sua vita, così Casey Fletcher viene praticamente costretta dalla madre a rifugiarsi lì, in attesa che passi lo scandalo che la vede coinvolta e possa ritornare alla sua carriera di attrice. Ma il silenzio del lago può essere assordante e la sua calma foriera di vecchi ricordi. Complici un binocolo e un po’ di sana morbosa curiosità, Casey inizia a ficcanasare nella vita di Katherine Daniels, ex top model, che occupa insieme al marito, Tom Royce, fondatore e amministratore delegato di una società di social media, la casa sulla sponda opposta del lago. Si convince che qualcosa non vada nella relazione tra i due e quando la donna sparisce pensa al peggio. Ma la sua preoccupazione è fondata o è il frutto di un’ossessione generata dalla solitudine e dall'eccessivo uso di alcolici? 
Supportata da Boone Conrad, ex poliziotto, e dalla detective Wilma Anson, Casey porta avanti un’indagine privata che però rischia di metterla in pericolo. Si scopre, infatti, che altre sparizioni sospette si sono aggiunte a quella di Katherine e si pensa che in giro ci sia un serial killer. Chi sono le persone di cui si può fidare e quali invece quella da cui diffidare? La verità pian piano verrà svelata e i dubbi dissipati, grazie anche all’introduzione di elementi sovrannaturali che, non lo nego, mi hanno messo addosso una certa inquietudine e che di sicuro non invogliano a tuffarsi tra le acque del lago.
Una parte della storia è palesemente “ispirata” al film “A good marriage”, che ho visto di recente, ovvero la trasposizione cinematografica di un libro di Stephen King. Vorrei poter elencare i passaggi, ma il rischio spoiler è alto. Guardate il film, leggete il libro e poi vedrete che converrete con me. Chiaramente, l’autore ha inserito l’idea base in un contesto a sé, quindi non lo si può accusare di nulla, tuttavia non nego di essere dispiaciuta da questa mancanza di originalità. Ed è un peccato, perché la storia risulta scorrevole e si legge con piacere; coinvolge da subito e tiene alta l’attenzione fino alle battute finali, grazie alla presenza di innumerevoli colpi di scena. Scrittura impeccabile, stile apprezzabile, insomma, un piccolo gioiellino. 
Nonostante questo neo, è mia intenzione leggere altro di questo autore. Mi rendo conto che, visti gli innumerevoli libri in circolazione, il rischio déjà-vu sia dietro l’angolo, ma confido nel suo impegno affinché ciò non succeda di nuovo.


mercoledì 12 giugno 2024

RECENSIONE "TARA GENETICA" di Marialuisa Moro

 

Buongiorno follower!
Recensione "Tara genetica " dell'autrice Marialuisa Moro. 
A cura di Silvia Cossio.



Titolo: Tara genetica 

Autore: Marialuisa Moro

Genere: Suspense - Thriller

Disponibile in ebook a € 2,99 

E in formato cartaceo a € 8,84

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TRAMA:

Rhona Anderson è una donna come tante, ha una famiglia e un lavoro. Un'esistenza apparentemente normale.
Dal giorno in cui la madre, malata terminale, le rivela un segreto che ha taciuto per tutta la vita, Rhona non ha più pace. Rosa dalla smania di sapere di più, scava oltre e scopre una verità intollerabile.
Nel tentativo di liberarsene, getterà alle ortiche la sua vita precedente e tutto ciò che ne fa parte, ma l’orrore non avrà fine e il male si ritorcerà contro di lei. 



Perth, Scozia, 30 novembre 2017 
Rachel Hackett è solo una bambina di sette anni quando viene abusata e uccisa. L'ispettore Colin Hogg si occupa del caso. 
All'inizio la colpa ricade su Pawel Clyde, un diciassettenne con problemi mentali, scomparso da qualche giorno, e solo la sparizione di un’altra bambina, Roslyn Baines, persa di vista solo per un attimo dalla baby-sitter, lo escluderà dai sospettati. 
Il panico si diffonde a Perth, soprattutto tra le persone che hanno bambini di quell'età. 
Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine, i due casi rischiano di restare insoluti.
Forfar, Scozia, aprile 2007
Rhona Anderson lavora come guida turistica al castello di Glamis. È insoddisfatta della vita che conduce, ma gli impegni di madre e di moglie fanno sì che non sia libera di spostarsi come vuole. Il marito, Neil, ha accettato di lavorare come medico di famiglia a Forfar e questo gli impedisce di chiedere un trasferimento per accontentare la moglie, quantomeno non in tempi brevi.
La verità sulle origini di Rhona, rivelata dalla madre in punto di morte, scombussola la vita della donna al punto da portarla ad allontanarsi dalla famiglia per ricominciare da un’altra parte.
Una decisione drastica che ho trovato eccessiva - soprattutto considerando che non è supportata da prove - una scelta impulsiva dettata poi da cosa? E qui, secondo me, la storia inizia a fare un po’ acqua. Per quanto una persona possa essere disturbata, problematica, traumatizzata e chi più ne ha più ne metta, trovo inverosimile un cambiamento così repentino e radicale. Sebbene l’autrice, andando avanti con la storia, getti fumo con la questione della doppia personalità, non è ravvisabile un comportamento del genere, se non come risultato di una decisione egoistica, fine a se stessa. E la conseguenza di queste azioni non può di certo essere riconducibile a un fattore ereditario, altrimenti chiunque avrebbe la scusa per giustificare le proprie malefatte. 
Una volta eliminate le problematiche di natura neurologica, tutto quello che ne consegue perde in parte di credibilità: ok l’aver subito un trauma e l’aver rimosso il periodo legato a quest’ultimo; assolutamente no il discorso sulle personalità multiple.
Avrei qualcosa da ridire anche su Hugh Preston, psicanalista, e su Paula Higgins, la segreteria, ma il rischio spoiler è dietro l’angolo. Restando sul vago, posso solo affermare che non mi hanno convinto granché. Discorso simile anche per Tina Mitchell, la cui parte, per me, non quadra, ma che per i motivi sopra citati non posso spiegare. In generale, queste tre figure mi hanno dato l’idea di caricature; è come se l’autrice avesse calcato troppo la mano per renderle “degne del personaggio che interpretano”.
Il libro si snoda in due archi temporali (più un terzo appena accennato legato a un ricordo), che vanno a ricongiungersi nel presente. Qui, troviamo una Rhona provata da incubi ricorrenti, stressata dal suo passato, dalla scoperta di essere figlia di un maniaco, che la fa sentire colpevole. Possibile che si ritenga responsabile di crimini commessi da altri? Il dubbio sulle personalità ritorna ma, come esposto sopra, per quanto mi riguarda, si dissolve subito. La verità verrà fuori di lì a breve e, prevedibile o meno, non lascerà indifferenti. 
Di nuovo, l'autrice con questo romanzo ci porta sul confine tra normalità e follia, dove varcare una delle due equivale a fare un salto nel vuoto. Nulla è come sembra e nulla è scontato. Dubbi, congetture… Fino all’ultimo, non c’è spazio per le certezze.
Complessivamente, la lettura risulta apprezzabile, ma non indimenticabile. Rispetto ad un altro di questa autrice, che ho letto di recente, questo libro ha una marcia in meno. La scrittura risulta più acerba, la qual cosa non mi spiego, dal momento che non è il primo lavoro che pubblica. Sparse qua e là diverse imperfezioni, consiglio una rilettura del testo.


lunedì 10 giugno 2024

RECENSIONE "THE IDEA OF YOU" di Robinne Lee

 

Buongiorno follower, buon inizio settimana!
Recensione: "The idea of you" dell'autrice Robinne Lee, edito 
Sperling & Kupfer. A cura di AnnaLety.



Titolo: The idea of you (edizione italiana)
Autore: Robinne Lee

Genere: Romance

Casa editrice: Sperling & Kupfer

Disponibile in ebook a € 9,99
E in formato cartaceo a € 17,00

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Solène Marchand, proprietaria trentanovenne di una prestigiosa galleria d'arte a Los Angeles, porta la figlia adolescente Isabelle a conoscere la sua boy band preferita. L'ultima cosa che si sarebbe aspettata, però, era di avvicinarsi pericolosamente a Hayes Campbell, frontman degli August Moon, famosi in tutto il mondo. Ma Hayes è brillante, sicuro di sé ed elegante, e l'attrazione tra i due è immediata. Il fatto che abbia solo vent'anni complica ulteriormente le cose. Quella che inizia come una serie di incontri clandestini in varie città si evolve rapidamente in una relazione appassionata. È un viaggio che attraversa i continenti, mentre i due navigano nei mondi più disparati: dalle tournée negli stadi alle fiere d'arte internazionali, fino a rifugi appartati. E per Solène è tanto un recupero della sua parte più vera, quanto una riscoperta della felicità e dell'amore. Quando la loro storia diventa un fenomeno virale, sia Solène che la figlia Isabelle sono il bersaglio di fan accaniti e media insaziabili.

Saprà l'amore essere più forte dei pregiudizi e del gossip?



Di recente ho visto l’omonimo film su Amazon Prime e quando ho scoperto che a monte c’era un romanzo, ho deciso di leggerlo.
Mi permetto qualche considerazione sulla trasposizione cinematografica. La storia sembra ispirata al romanzo, più che “tratta da”. Ci sono molte differenze e per certi versi ho preferito il film: qui è messo in evidenza il carattere dolce e a tratti insicuro di Hayes, ci sono momenti simpatici e la relazione tra Hayes e Solene è qualcosa di più del semplice sesso, come invece accade nel romanzo. 
Tuttavia non ho apprezzato la scelta degli attori: la figlia di Solène nel film dovrebbe avere sedici anni, l’attrice ne ha venti ma ne dimostra almeno venticinque. Alcune scene diventano pertanto surreali. L’attore che interpreta Hayes non incontra i miei gusti. E Anne Hataway, pur essendo come sempre perfetta, fa pensare “certo che una quarantenne può conquistare il cantante ventenne di una boyband di fama mondiale, se è Anne Hataway”. 
Il romanzo è godibile, scorrevole, leggero. L’aver visto il film prima di leggerlo non ha influenzato granché la lettura, perché le storie hanno numerose differenze, alcune addirittura abissali. E se di solito la preferenza va al romanzo, che non regge il confronto con una trasposizione spesso scialba e banale, in questo caso devo ammettere che è il film a fare una figura migliore.
Premetto che a incuriosirmi (in entrambi i casi, film e romanzo) è stata la differenza di età tra i protagonisti e il fatto che la maggiore sia la donna. Perché se Mick Jagger ha una fidanzata di 20 anni, nessuno dice niente, anzi (bravo lui), ma se è Hayes Campbell ad avere una ragazza con il doppio dei suoi anni, apriti cielo.
La storia sembra strizzare l’occhio a noi ex-ragazze degli anni ‘90, che spasimavamo per i Take That o i BSB e che sognavamo che uno di loro si accorgesse di noi. E come non sognare di avere ancora una possibilità, nonostante oggi abbiamo superato gli “anta”? Mettete da parte i sogni. Non c’è nessuna speranza. Perché noi donne e mamme quarantenni non saremo mai Solène Marchand. Bellissima, ricca, di successo, si proclama mamma single ma non credo ne abbia nemmeno l’idea di cosa significhi essere una mamma single non privilegiata. 
Quindi il baricentro della faccenda si sposta: lei, ricca e privilegiata, incontra lui, ricco, famoso e ancor più privilegiato. Scocca, non si sa come, la scintilla, e inizia una relazione di sesso. Non ho nulla da eccepire alle scene piccanti, ma in questo caso la relazione sembra basarsi solo su quello - e non è nemmeno questo il problema. Il problema è piuttosto che, arrivati a un certo punto, i protagonisti si innamorano - ma come, mi chiedo io, se non c’è un briciolo di qualsiasi altra cosa che non sia il sesso? Bollente, spontaneo, vivace, va bene, ma sempre e solo sesso. Ah, no, qualche volta parlano: della differenza di età, di cosa sia essere famosi, della povera figlia che si trova in mezzo a una situazione difficile da gestire, e via da capo. 
Hayes ha venti anni, ma seduce al pari di uno scafato Casanova. Ora, sei in una boyband di successo da quando ti sono spuntati i primi peli, molto probabilmente sei in una situazione tale per cui non serve neanche la parola perché le ragazze ti si gettano ai piedi praticamente strappandosi i vestiti di dosso. Dove puoi avere imparato cose che noi umani non possiamo nemmeno immaginare? Don Juan de Marco è finito in psichiatria, quella volta. 
E poi, trac, al momento giusto sfodera commenti sull’arte che neanche i miei compagni in Accademia arrivavano a tanta profondità. Mi pare tutto troppo bello per essere vero.
Solene ha quarant’anni e non fa altro che ripeterlo. E ha una figlia, e non fa altro che ripeterlo. Come detto, è fighissima, sicura di sé, sembra non fare una piega all’idea che un ragazzino la corteggi. 
Girano il mondo, tra una fiera d’arte di lei e la tournée di lui. Ville meravigliose, hotel di lusso, ristoranti, locali. 
Tutto molto bello, tutto scritto bene, ma per me manca qualcosa. Forse un po’ di profondità, o di maggior credibilità. Invece resta tutto in superficie, anche i momenti difficili.
Il finale è stato molto deludente; non tanto perché sia diverso rispetto al film, ma perché è freddo, veloce, quasi improvviso. Una storia così avrebbe meritato di restare nel cuore, invece passa e se ne va, senza lasciare strascichi.